ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09369

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 436 del 05/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: PALMIZIO ELIO MASSIMO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09369
presentato da
PALMIZIO Elio Massimo
testo di
Venerdì 5 giugno 2015, seduta n. 436

   PALMIZIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto evidenziato il 3 maggio 2015, da un articolo pubblicato sul sito web «La libertà.it» di Piacenza, un imprenditore di Gela, vittima insieme alla famiglia, di taglieggiamenti e ripetute intimidazioni mafiose sotto la minaccia di armi, si è trasferito a Lugagnano Val d'Arda in provincia di Piacenza, al fine di riprendere le normali condizioni di vita;
   tuttavia, lo Stato, attraverso la società di riscossione di tributi Equitalia spa, ha chiesto al medesimo imprenditore, il cui nome per motivi di sicurezza non è stato pubblicato dagli organi di stampa, il pagamento di una somma pari a 126 mila euro, pignorandogli peraltro il conto corrente bancario, a seguito di una serie di multe e sanzioni causate dall'emissione di assegni scoperti;
   il medesimo imprenditore, secondo quanto risulta dall'articolo del suddetto quotidiano telematico piacentino, ha dichiarato di essere stato costretto all'emissione di assegni privi di copertura, a causa delle pressanti minacce ricevute dalla criminalità mafiosa siciliana, ammettendo tuttavia l'errore di non aver effettuato la domanda nei tempi previsti, per accedere al Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione, che interviene entro 120 giorni dalla data della denuncia del soggetto interessato;
   a tal fine, lo stesso imprenditore rileva, inoltre, che nel momento in cui è intervenuto per chiedere l'accesso ai benefici previsti dal suindicato Fondo, l'autorità antiracket gli ha risposto negativamente in quanto, come in precedenza indicato, i termini previsti per accedere al finanziamento erano scaduti;
   le conseguenze di tale vicenda, che l'interrogante giudica per alcuni versi grottesca e paradossale, nonostante avesse determinato nel 2006 l'arresto di 88 individui, gran parte accusati di associazione di stampo mafioso, grazie alla testimonianza dello stesso imprenditore di Gela e di suo padre, evidenziano un comportamento indecoroso e bizzarro da parte dello Stato, che, a parere dell'interrogante, dovrebbe assumere un comportamento più tollerante e di maggiore tutela, per coloro che sono vittime della mafia e che rischiano, insieme ai propri familiari, addirittura la propria incolumità fisica, anche nei casi in cui vengono effettuate fuori dai tempi previsti le domande per accedere agli strumenti legislativi di tutela;
   il suindicato articolo di stampa piacentino prosegue, evidenziando, fra l'altro, come l'ex commerciante, che attualmente lavora come commesso, in un negozio della Valdarda, nonostante avesse ricevuto dai funzionari della prefettura di Piacenza e di quelli di Equitalia, una particolare assistenza al fine di risolvere la propria annosa questione, attualmente si trovi in una condizione di estremo disagio, a causa delle decisioni adottate dalla prefettura di Gela, che lo ha iscritto al ruolo di debitore presso Equitalia;
   secondo quanto riporta «La Libertà.it», la posizione debitoria dell'ex commerciante (che in precedenza gestiva alcuni supermercati di Gela) che ha causato l'emissione di assegni a vuoto si è generata a seguito di estorsioni (nel gergo siciliano: pizzo), praticate dalla criminalità mafiosa, che per diversi anni (sin da quando era in vigore la lira), ha preteso il pagamento di una percentuale degli incassi, imponendo addirittura l'assunzione di personale collegato alle famiglie malavitose locali;
   la suesposta vicenda in definitiva, a giudizio dell'interrogante, conferma anche in tale occasione una distanza molto grave tra la società civile vittima della mafia e lo Stato; lo svolgimento dei fatti in precedenza richiamati simboleggia un quadro complessivamente precario per un superamento definitivo delle criticità riguardanti gli strumenti di tutela per le vittime della mafia, che necessitano di urgenti interventi –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se, in considerazione di quanto in precedenza riportato, non intendano assumere iniziative per rivedere la legislazione in materia di tutela dei soggetti vittime di estorsioni mafiose, nonché di strumenti finanziari di sostegno, unitamente alle decisioni in materia di riscossione da parte dell'ente preposto Equitalia, al fine di valutare, con maggiore disponibilità e apertura, situazioni analoghe a quella suindicata;
   quali iniziative, nell'ambito delle competenze proprie, intendano assumere, al fine di evitare il ripetersi di situazioni paradossali e irragionevoli, come quella in precedenza esposta, che evidenzia un comportamento per alcuni versi vessatorio da parte dello Stato, che, attraverso la società Equitalia, interviene per la riscossione di somme di denaro nei riguardi di imprenditori vittime di reati di tipo mafioso, la cui posizione debitoria è stata determinata proprio a seguito delle minacce e delle pretese di versamenti indebiti da parte degli stessi soggetti criminali. (4-09369)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

aiuto alle vittime

vittima