ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09339

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 434 del 03/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: DELL'ORCO MICHELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015
ROMANO PAOLO NICOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 03/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 03/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09339
presentato da
DELL'ORCO Michele
testo di
Mercoledì 3 giugno 2015, seduta n. 434

   DELL'ORCO, LOMBARDI, SPADONI, CARINELLI, ZOLEZZI, MANLIO DI STEFANO, FRUSONE, MASSIMILIANO BERNINI, VIGNAROLI, TERZONI, DAGA, MANNINO, BARONI, DI BATTISTA, GRANDE, LIUZZI, DE LORENZIS, NICOLA BIANCHI, SPESSOTTO e PAOLO NICOLÒ ROMANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la notte tra il 6 e il 7 maggio 2015 un devastante incendio all'aeroporto di Roma Fiumicino «Leonardo Da Vinci» ha distrutto una larga parte del Terminal T3, provocando gravi conseguenze sulla circolazione del traffico aereo nazionale e creando forti disagi ai viaggiatori e alla viabilità stradale e ferroviaria locale;
   le cause dell'incendio sono ancora al vaglio della magistratura che, al momento, ha aperto un fascicolo per incendio colposo e ha iscritto nel registro degli indagati quattro operai della ditta alla quale era affidata la manutenzione degli impianti di condizionamento e un dirigente di Adr;
   secondo le prime ricostruzioni l'incendio sarebbe stato provocato dal cortocircuito di un quadro elettrico mal funzionante, posto in un locale di servizio vicino ad uno dei bar all'interno dei varchi;
   l'episodio ha rivelato una preoccupante situazione dello stato di sicurezza e manutenzione della struttura aeroportuale. In particolare, il Terminal 3 (T3), risalente agli anni ’60, è in molti punti servito da strutture e impianti vetusti e logori e, negli anni, si è investito molto poco in manutenzione e ammodernamento, come d'altronde sembrerebbe testimoniare anche l'accaduto. Ad esempio, la velocità con cui sembrerebbe essersi propagato l'incendio ad avviso degli interroganti potrebbe essere indizio, tutto da verificare, anche di un mancato adeguamento degli impianti elettrici con materiali a norma, autoestinguenti o/e ignifughi; altro interrogativo al vaglio della magistratura riguarda l'efficienza degli apparati di sicurezza esistenti, il funzionamento corretto degli strumenti di controllo e prevenzione degli incendi nonché degli impianti di spegnimento, senza dimenticare che, dai primi accertamenti dei tecnici nominati dalla procura di Civitavecchia, titolare del procedimento aperto dopo l'incendio, risulterebbe la totale assenza di porte tagliafuoco e di sistemi automatici a pioggia;
   secondo i commercianti del T3 che hanno visto i loro negozi distrutti e secondo quanto dichiarato alla stampa dal sindaco di Fiumicino, tutte le autorità erano probabilmente consapevoli dello stato di inadeguatezza della struttura. Inoltre, uno dei sindacati della polizia operante nel terminal, risulterebbe aver segnalato già il 22 dicembre 2014 una sistematica mancanza di manutenzione/adeguamento degli impianti di aerazione in violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro di cui all'articolo 68 del decreto legislativo n. 81 del 2008 sia al direttore della V zona di polizia di frontiera, nonché alla Direzione Aeroporti di Roma e a quella di Enac;
   l'ultimo contratto di programma tra Enac e Adr per la gestione dell'aeroporto sembrerebbe riversare molti fondi ed energie sull'espansione dello scalo aeroportuale. Ovviamente su questa linea hanno influito molto i piani societari di Adr spa e, in questo scenario, anche il completo rifacimento del T3 potrebbe rivelarsi un'opportunità, soprattutto in un momento in cui Atlantia-Gemina (socio di riferimento Benetton), controllante di Adr, sembra intenzionata a ridurre la presenza azionaria (60 per cento), dentro Aeroporti di Roma. Contemporaneamente sembra ci siano anche altri soci, come Goldman SachS, interessati a cedere le quote di minoranza. Ciò significa che verosimilmente, passeranno di mano quote di minoranza senza intaccare il controllo da parte dei Benetton, che sanno di avere in mano un capitale da poter sfruttare e stanno cercando di alzare sul prezzo finale su uno scalo su cui si stanno accendendo gli interessi di compagnie arabe come Etihad, che dopo aver comprato Alitalia progetta di fare di Fiumicino un punto nevralgico dei propri collegamenti, soprattutto verso il continente americano, o di Qatar Airways, che ha concluso un accordo di collaborazione e codesharing con Vueling, che da alcuni mesi ha aperto una base a Roma Fiumicino, con il chiaro intento di competere con Etihad;
   l'atto aggiuntivo alla convenzione per la gestione del sistema aeroportuale della Capitale e contratto di programma (ai sensi dell'articolo 17, comma 34-bis, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, comprensiva dei princìpi e criteri per il suo aggiornamento periodico) prevede, all'articolo 4 la possibilità di modifica del piano di sviluppo aeroportuale. Su parere dell'Enac sarebbe/opportuno attivare tale procedura per snellire i programmi di sviluppo aeroportuale destinati esclusivamente all'aumento del traffico, puntando invece su programmi destinati all'incremento della messa in sicurezza delle parti maggiormente vetuste dello scalo;
   il primo firmatario del presente atto, insieme ad alcuni colleghi del MoVimento 5 stelle, si è recato personalmente sul luogo dell'incendio il 20 maggio 2015 ed ha potuto constatare come la situazione sia ancora particolarmente preoccupante sotto l'aspetto sanitario. Oltre ai danni alle strutture si deve infatti tenere conto anche dei danni alla salute dei passeggeri e dei lavoratori che stanno operando nell'aerostazione, nonché dei danni alla popolazione dell'abitato circostante, derivanti dalla possibile combustione di materiali inquinanti e/o tossici, quali ad esempio amianto e materiali plastici con rilascio di diossine, utilizzati oltre che nelle strutture aeroportuali anche negli spazi commerciali. I sintomi accusati da almeno una cinquantina di lavoratori solo nelle prime ore, erano riconducibili alla combustione di sostanze contenenti cloro, e consistono in irritazione degli occhi, nausea, vomito ed epistassi. Il primo giorno sui referti medici veniva scritto «intossicazione da fumi», mentre dal secondo giorno i referti recano l'indicazione generica «infortunio sul lavoro». Secondo quanto riportato da alcuni lavoratori aeroportuali ci sarebbero ancora, a distanza di giorni, persone che continuano a sentirsi male, sia fra i lavoratori che fra i passeggeri con ricoveri con ambulanza. Altro problema è quello delle polveri sottili rilasciate nell'aria e delle polveri grossolane rimosse dagli addetti alle pulizie, spesso costretti a lavorare comunque, anche se sprovvisti di adeguate mascherine e tute. L'impianto di condizionamento dell'aria è ancora fermo, visto che non è stato bonificato;
   nonostante la suddetta situazione, il 18 maggio 2015 l'attività nel T3 è ripresa con l'apertura del molo D, prima ancora che fossero accertate le condizioni di sicurezza per la salute sia dei lavoratori che dei passeggeri con dati forniti dalle autorità sanitarie. La decisione infatti è stata presa dopo una riunione amministrativa tenutasi presso la sede della direzione Sistema Aeroporti Lazio dell'Enac, che ha coinvolto gli attori aeroportuali ed un rappresentante della asl Roma D che evidentemente, in quel momento, non poteva certo avere dati sufficienti a valutare la situazione considerato che i rilievi sono ancora in corso e che le autorità sanitarie non si sono ancora espresse. Per questo motivo, i sindacati di base degli addetti allo scalo hanno annunciato per il 25 maggio uno sciopero per protestare contro la mancanza di adeguati interventi dopo le intossicazioni dei lavoratori;
   il Governo, il giorno 20 maggio 2015, rispondendo ad una interrogazione in Commissione trasporti della Camera sulla vicenda, è apparso fornire insoddisfacenti dati avuti da Adr soprattutto in merito agli aspetti` sanitari. Non è accettabile però che, in tale situazione, il Governo recepisca, secondo gli interroganti indiscriminatamente, dati forniti dall'azienda su cui dovrebbe vigilare tramite Enac e, non è chiaro, invece se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti abbia avviato un'indagine interna, in particolare per accertare eventuali responsabilità diretta anche di Enac, quale ente vigilante del rispetto dei termini della concessione;
   proprio in merito agli aspetti sanitari e alla riapertura del terminal 3 sulla scorta di analisi dell'aria fornite da una società privata, sembrerebbe che la procura di Civitavecchia abbia aperto un nuovo fascicolo, indagando per abuso d'ufficio un dirigente della Asl Rm D e un funzionario Adr per violazione della normativa di sicurezza. Da evidenziare infatti che mentre Adr continuava a diffondere dati tranquillizzanti, l'Arpa Lazio, secondo fonti stampa, sembrerebbe aver riscontrato nell'aria elementi tossici come diossina, pcb e furani;
   il giorno 25 maggio 2015, benché la stampa avesse diffuso le suddette notizie allarmanti in merito a presunti elementi tossici e cancerogeni, Adr negando di essere a conoscenza della presenza di tali elementi avrebbe riaperto i varchi del T3 richiamando una decina di lavoratori in servizio per il turno serale;
   in data 21 maggio è stata, inviata una lettera alla direttrice del distretto sanitario del comune di Fiumicino (ASL ROMA D), dottoressa Laura Barozzi, da parte dei parlamentari Maria Edera Spadoni e Giulia Grillo e del consigliere regionale Davide Barillari per avere informazioni circa la presenza di n. 2 rilevatori d'aria presso il Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino, ovvero per sapere la tipologia delle analisi in corso e chi stia portando avanti tale indagine;
   in seguito a segnalazioni su alcuni addetti ai lavori, si è venuti a conoscenza che la maggior parte del personale di terra è costretto a svolgere la propria mansione con mascherine di protezione, mentre al personale aeronavigante stranamente non sarebbero state impartite specifiche disposizioni di tutela;
   nella serata del 26 maggio 2015 procura di Civitavecchia ha messo il molo D sotto sequestro preventivo nell'ambito del nuovo fascicolo aperto per il rischio salute direttamente collegato ai risultati delle analisi effettuate dall'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpa) che hanno rilevato la presenza in quantità rilevanti di sostanze tossiche;
   oltre agli aspetti sanitari vanno poi tenuti in considerazione quelli occupazionali: l'aeroporto di Fiumicino con i suoi quasi 35.000 lavoratori è, di fatto, la più grande azienda del Centro-sud del nostro Paese e, in un contesto già seriamente compromesso dai licenziamenti massivi e dalla cassa integrazione, è evidente che anche questo episodio potrebbe avere delle ripercussioni. L'eventuale decisione, da parte dei magistrati incaricati delle indagini, di dover chiudere parzialmente o integralmente interi comparti aeroportuali giudicati non conformi alle norme di sicurezza e/o salute pubblica, potrebbe infatti comportare la reale possibilità di dover lasciare a casa molti altri lavoratori, oltre a quelli prevalentemente del settore commerciale, che hanno già perso il posto di lavoro a causa dell'incendio –:
   se il Governo non ritenga necessario aprire una conferenza di servizi per affrontare la situazione in maniera condivisa tra le parti e complessivamente sotto tutti gli aspetti trasportistico, lavorativo e sanitario;
   se nella vicenda ci siano anche delle responsabilità di Enac e se, in particolare, siano stati verificati il progetto antincendio e le eventuali deroghe richieste ai vigili del fuoco per l'esercizio, se i materiali presenti nel luogo e gli stessi materiali elettrici non fossero a norma, ossia autoestinguenti o/e ignifughi, i piani operativi della sicurezza (POS) delle ditte presenti quella notte al T3 nonché il documento di valutazione dei rischi (DVR) fornito da ADR alle ditte stesse;
   se la decisione di riaprire lo scalo senza definitivo parere delle autorità sanitarie non abbia infranto delle norme sulla sicurezza sul lavoro;
   se l'Arpa Lazio abbia comunicato al Governo elementi di tossicità nell'aria ed eventualmente di quali sostanze si tratti;
   anche in considerazione del sequestro del molo D disposto dalla procura di Civitavecchia il 26 maggio 2015, sulla base di quali considerazioni e sotto la responsabilità di chi i varchi al T3 sono stati riaperti la sera del 25 maggio;
   quali siano state le eventuali disposizioni per tutelare anche il personale aeroportuale durante il transito nello scalo;
   se si intenda avviare un'indagine interna al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti soprattutto per verificare lo stato effettivo delle strutture e degli impianti attualmente esistenti e funzionanti nell'aerostazione, anche in vista del potenziamento dello scalo e del prossimo appuntamento del Giubileo straordinario che ha investito la città di Roma;
   se, in conseguenza del grave incidente, il Governo non ritenga opportuno far si che siano stralciati dall'atto unico stipulato tra l'ENAC e la società A.d.R. s.p.a (costituito dalla convenzione per la gestione totale fino al 2044 del sistema aeroportuale romano – Titolo I – e dal contratto di programma in deroga – Titolo II – e relativi allegati) alcuni interventi previsti per il potenziamento della capacità infrastrutturale di Fiumicino destinando risorse finanziarie già in autofinanziamento alla messa in sicurezza delle strutture già esistenti;
   se il Ministro non ritenga opportuno confrontarsi con l'Enac per verificare se non sia opportuno modificare il piano di sviluppo aeroportuale razionalizzando le risorse e puntando su programmi destinati all'incremento della messa in sicurezza delle parti maggiormente vetuste dello scalo. (4-09339)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incendio

aeroporto

sicurezza del lavoro