ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09262

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 431 del 20/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 20/05/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09262
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 20 maggio 2015, seduta n. 431

   NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto si legge su «Il Quotidiano del Sud» del 19 maggio 2015, la signora Vincenza Raso, di 34 anni, residente nella contrada da Russo di Taurianova (Reggio Calabria) è morta alle 8,30 del 18 maggio presso l'ospedale di Polistena, dove era stata portata con urgenza e in condizioni gravissime dalla Clinica Villa Elisa, di Cinquefrondi (Reggio Calabria);
   la suddetta signora era stata ricoverata già da quattro giorni perché era negli ultimi giorni di gravidanza e, dunque, vicina al parto;
   stando a quanto raccontato nel summenzionato articolo dal giornalista Michele Albanese, «secondo i parenti aveva finito il ciclo di gestazione il 13 maggio. Ma il dato non corrisponderebbe perché dalla clinica dicono che sarebbe stata alla 39 settimana di gestazione e non alla 40. Aveva dolori – dice la sorella Caterina – ma gli dicevano che erano coliche renali. Gli hanno fatto delle flebo. Ce l'hanno ammazzata»;
   secondo quanto è emerso dalle prime ricostruzioni, la signora Raso «entra in sala parto alle 23 e 30. Si procede per un parto naturale. Alle 12 e 40 rompe le acque e va in arresto cardiocircolatorio, perde conoscenza. I medici tentano di rianimarla e ci riescono. A quel punto si decide di fare il parto cesareo. Subito dopo arriva una forte emorragia. Scatta l'emergenza. Si interviene con trasfusioni ma le perdite ematiche non si arrestano. Un nuovo arresto cardiaco e un nuovo tentativo di stabilizzare la donna. A quel punto la decisione di trasferirla d'urgenza presso il reparto di rianimazione di Polistena. Vi arriva intorno alle 5 di mattina. Anche nel nosocomio pubblico tentano più volte di rianimarla senza però riuscirci. Alle 8 e 30 di ieri mattina la morte»;
   la neonata nel frattempo è stata trasferita nel reparto di neonatologia dei riuniti di Reggio Calabria poiché si teme che, durante le fasi drammatiche del parto, possa aver avuto problemi di asfissia con possibili conseguenze neurologiche;
   secondo quanto emerge dalla ricostruzione giornalistica, la procura di Palmi, nella persona del pubblico ministero, dottor Francesco Ponzetta, ha già aperto un fascicolo d'inchiesta e ha disposto l'esame autoptico sul corpo della vittima e il sequestro della cartella clinica di Villa Elisa;
   a parere dell'interrogante urge fare chiarezza quanto prima sull'episodio stante il fatto che sono svariati i casi di decessi di neonati o delle madri partorienti nelle strutture ospedaliere calabresi;
   preme qui ricordare che nella sola Villa Elisa è il terzo decesso nel giro di pochi anni, dopo il decesso, nel 2008, di Angela Scibilia di 23 anni di Seminara (Reggio Calabria) per la cui morte sono stati condannati tre medici di Villa Elisa; e nel 2009 di Rosa Romagnosi di Gioia Tauro (Reggio Calabria), la cui vicenda processuale è ancora in corso;
   nell'interrogazione n. 4-08940 presentata dall'interrogante il 24 aprile 2015, si raccontava di una donna di 37 anni (C.C. le sue iniziali), fisioterapista di Taverna che viveva a Squillace (due piccoli comuni in provincia di Catanzaro), morta domenica 19 aprile all'ospedale «Pugliese» di Catanzaro, poche ore dopo la nascita della figlia;
   a parere dell'interrogante tali vicende non possono prescindere da un'analisi della grave carenza di personale medico e sanitario che si registra in Calabria;
   tale carenza di personale sanitario, ovviamente, è causa di pesanti sofferenze dell'utenza;
   in una situazione di tale gravità non mancano, pertanto, anche i casi di malasanità, come già denunciato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-01564 nella quale si raccontava della morte del signor Cesare Ruffolo, affetto da 24 anni da leucemia linfatica cronica, il quale veniva ricoverato presso reparto cosiddetto «Valentini» dell'ospedale «Annunziata», lì ricevendo una trasfusione di sangue errata, rivelatasi letale per l'anziano signore;
   in quest'occasione, oltre ai casi già summenzionati, si ricordano le interrogazioni n. 4-07916 riguardante una signora quasi novantenne completamente abbandonata all'ospedale di Crotone, n. 4-07323 riguardante il signor Nicola Guarna, morto a causa di soccorsi tardivi all'ospedale di Vibo Valentia, n. 4-07674 riguardante la signora Santina Cortese, anche lei vittima della negligenza del suo medico curante e della struttura ospedaliera, ancora dell'ospedale di Vibo Valentia;
   a parere dell'interrogante, è evidente che un tale stato dell'arte pregiudichi il pieno rispetto del diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione –:
   quali azioni intendano intraprendere per verificare se siano realmente garantiti i livelli essenziali di assistenza con riferimento alla tutela dei nascituri, dei nati e delle madri in Calabria;
   di quali elementi disponga il Governo con riferimento alla vicenda descritta in premessa, della signora Raso. (4-09262)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

malattia

istituto ospedaliero