ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09207

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 428 del 15/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
NICCHI MARISA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
PIRAS MICHELE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/05/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09207
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Venerdì 15 maggio 2015, seduta n. 428

   RICCIATTI, AIRAUDO, PLACIDO, NICCHI, FERRARA, QUARANTA, PIRAS, SCOTTO, FRATOIANNI, SANNICANDRO, MELILLA e DURANTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 183 del 2014, recante «Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro» (cosiddetto Jobs-act) prevede, all'articolo 1, comma 4, la razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva, attraverso misure di coordinamento ovvero attraverso l'istituzione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, di un'agenzia unica per le ispezioni del lavoro, tramite l'integrazione in un'unica struttura dei servizi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'INPS e dell'INAIL, prevedendo strumenti e forme di coordinamento con i servizi ispettivi delle ASL e delle ARPA;
   tale previsione, che dunque si propone anche di ridefinire il sistema istituzionale del lavoro nel nostro Paese da una parte con un'innovazione nella gestione delle politiche attive del lavoro e dall'altra attraverso una razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva, va incontro ad un'esigenza reale tentando di superare la frammentazione degli interventi ed arginando l'impossibilità di esercitare una valida ed efficace funzione ispettiva, e nel contempo, soddisfacendo le richieste avanzate dagli ispettori che da tempo chiedono forme di integrazione e maggior coordinamento;
   secondo la normativa vigente la competenza relativa alla vigilanza in materia di lavoro afferisce a più istituzioni come l'INPS, il Ministero, l'INAIL, le ASL e altre strutture territoriali, che agiscono indipendentemente l'una dall'altra, con una oggettiva moltiplicazione di costi per l'erario, esercitando interventi plurimi e non coordinati sui medesimi soggetti aziendali. Tale quadro determina un'indubbia necessità oggettiva di semplificazione, al fine di rendere più efficace l'azione ispettiva e di ridimensionare i costi a carico della collettività;
   la suddetta opera di razionalizzazione e semplificazione dovrebbe passare per la costituzione ex novo di un'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, che può essere uno strumento utile per combattere in modo organizzato, efficiente e sistematico le illegalità nei luoghi di lavoro, ma che, allo stesso tempo, potrebbe comportare oltre a complessi problemi organizzativi, di utilizzo e collocazione di personale, di integrazione di procedure e di interventi, anche la necessità di stanziare ulteriori e nuove risorse a carico della finanza pubblica;
   qualsiasi processo di riassetto non dovrebbe, pertanto, prescindere dalla condivisione con i lavoratori interessati, dagli ispettori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'Inps e dell'Inail ai loro dipendenti, tutti qualificati professionisti. Non sarebbe, infatti, concepibile un processo di razionalizzazione di tutta l'attività ispettiva del Paese che parta dallo smantellamento di realtà amministrative efficienti, di servizi di eccellenza resi ai cittadini ed alle imprese nonché depauperando la professionalità stessa dei lavoratori;
   inoltre scopo di una riforma non dovrebbe essere quello di creare un nuovo, costoso ed inutile ente, ma piuttosto di riorganizzare i servizi ispettivi in modo tale da garantire a cittadini e imprese prestazioni all'altezza di contrastare con massima efficienza e funzionalità abusi, lavoro nero, illeciti, evasione contributiva, tutti fenomeni perpetrati nel nostro Paese soprattutto a danno di tanti altri lavoratori;
   l'INPS, ad esempio, dispone da subito di un modello operativo e organizzativo complesso e articolato, in termini di infrastrutture tecnologiche, come i suoi software informatici in uso più efficienti degli altri che dovranno solo essere implementati per servire la nuova struttura, e di altre competenze consolidate nel campo del lavoro, che spaziano dalle visite ispettive mediche ai controlli di prevenzione e contrasto all'economia sommersa, alla lotta al lavoro nero e all'evasione contributiva;
   di contro, la lettura della bozza di decreto attuativo della suddetta legge delega n. 183 del 2014 relativa all'istituzione della Agenzia unica delle ispezioni del lavoro, restituisce uno scenario drammatico in cui lo Stato sopprimerebbe d'un tratto gli 85 uffici delle direzioni interregionali e territoriali del lavoro, per un risparmio stimato in 26,1 milioni di euro e scorporerebbe d'imperio tutto il personale ispettivo di INPS e INAIL, rispettivamente 1400 e 400 ispettori, facendo così venire a mancare la presenza di centinaia di uffici, dislocati sul territorio nazionale, i quali hanno, fin ora, costituito un saldo punto d'ascolto e di aiuto, fattivo ai cittadini, prevedendo la contestuale e capillare riapertura di soli 18 uffici regionali, dislocati preferenzialmente nei capoluoghi, più una direzione in Roma. Lo stesso decreto prevede che la stessa Agenzia unica sarà istituita a far data dal 1o gennaio 2016, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica con una dotazione organica di 5.982 unità, sotto la vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
   tale soppressione, a parere dell'interrogante, se da un lato, con riferimento all'utilizzo degli immobili, porterà ad un risparmio significativo in termini di spesa, dall'altro rappresenterà inevitabilmente un impedimento per tutti quei lavoratori che vorranno denunciare eventuali irregolarità, costretti a recarsi nell'unica sede regionale ed a percorrere, in alcuni casi, oltre 150 chilometri per poter raggiungere lo sportello territoriale dell'Agenzia. Ad avviso dell'interrogante, tale circostanza ostativa, rappresenta per i lavoratori un ulteriore affievolimento delle loro tutele già pesantemente compromesse dall'intera e recente riforma del mercato del lavoro;
   nella relazione tecnica che accompagna la bozza di decreto viene sottolineato come: «il personale ispettivo non necessiti di locali stabilmente assegnati a ciascuna unità, in quanto l'attività stessa dell'ispettore si svolge sul territorio e la sua permanenza nella sede dell'Agenzia è verosimilmente prevista per un solo giorno alla settimana per lo “scarico” delle pratiche». Tuttavia non sono ancora chiare le modalità con le quali gli ispettori dovranno effettivamente svolgere la loro attività, e quale sarà il luogo deputato a custodire i fascicoli relativi alle ispezioni. L'attività ispettiva sul lavoro, nella pratica, è soggetta a diversi dubbi interpretativi, che sovente vengono dipanati nel confronto tra gli ispettori proprio in quei «locali» che la bozza di decreto reputa sopprimibili nel riordino degli uffici;
   secondo i dati Istat riportati dal quotidiano online Linkiesta lo scorso 5 marzo 2015 «ogni anno l'evasione dei contributi costa allo Stato italiano 102 miliardi di euro. Infatti in base ai dati sull'attività ispettiva relativi al 2014, su oltre 3 mila ispettori del lavoro il ministero ha raccolto 100 milioni di euro di contributi previdenziali, l'Inail con 370 unità ne ha raccolto circa 300 milioni, l'Inps con poco più di 1.400 ispettori ha toccato 1,3 miliardi»;
   quest'ultimo dato sul recupero dei contributi ad opera dell'INPS sarebbe dovuto, secondo quanto riportato dallo stesso articolo di stampa citato e che riporta l'opinione di alcuni ispettori dell'ente, anche grazie alle procedure più snelle dell'INPS che non prevedono alcuni passaggi e precisamente: 1) l'obbligo di dover rendicontare tutto alla direzione; 2) aspettare le firme dei capi; 3) timbrare il cartellino in entrata e in uscita; oltre al fatto che i verbali dell'INPS sono immediatamente esecutivi;
   nell'ottobre 2014 la Corte dei conti aveva espresso parere positivo sul progetto di Agenzia unica delle attività ispettive, pur sottolineando come tra i problemi centrali nella lotta all'evasione contributiva ci fosse la «difficoltà nello scambio di informazioni, soprattutto a livello locale, a causa della indisponibilità di strumenti informatici adeguati e con standard omogenei» (Il Fatto Quotidiano.it, 28 ottobre 2014). A tal proposito occorre segnalare che nella suddetta bozza di decreto non vi è alcun riferimento alla creazione di una banca dati condivisa. Inoltre la previsione dell'istituzione dell'Agenzia «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica» lascia presagire che la riforma sarà carente su questo aspetto, così come era stato inefficace su questo fronte il protocollo d'intesa siglato nel 2010 tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Agenzia delle entrate;
   alla luce di un recente studio realizzato dalla Direzione centrale vigilanza prevenzione e contrasto all'economia sommersa dell'Inps si evidenzia la sostenibilità economica della realizzazione di un ruolo unico presso l'INPS, in termini di risorse umane, di tecnologie, di organizzazione, eccetera, utilizzando l'aumento delle entrate relative ai contributi evasi, aumento reso possibile dal potenziamento del modello operativo di governance e d’intelligence dell'INPS particolarmente produttivo. Tale modello, attraverso un investimento formativo finalizzato, può essere adottato ad esempio dagli ispettori del Ministero e dell'INAIL al fine di realizzare un incremento significativo di produttività e di recupero delle somme evase in termini contributivi e di fiscalità;
   d'altra parte già la suddetta legge delega all'articolo 1, comma 4, lettera r), con riferimento alle politiche attive del lavoro, contempla la previsione di meccanismi di raccordo e di coordinamento delle funzioni tra la nuova Agenzia nazionale per l'occupazione e l'Istituto nazionale della previdenza sociale, sia a livello centrale che a livello territoriale, al fine di tendere ad una maggiore integrazione delle politiche attive e delle politiche di sostegno del reddito;
   inoltre l'istituzione di un'Agenzia unica così come immaginata dalla bozza di decreto, non tiene in alcun conto delle sinergie che già esistono sull'intero territorio nazionale (inserite, tra l'altro, appunto nella soprarichiamata lettera r) come future azioni da attuare, con una millantata aura di novità, all'interno del «jobs act»), con un continuo scambio ed incrocio di informazioni fra le varie banche dati degli organi ispettivi degli enti, per migliorare l'efficacia delle ispezioni e ridurre al minimo il rischio di ispezioni multiple per le varie aziende interessate;
   pertanto lo stesso dettato della legge delega n. 183 del 2014 delineerebbe, alla fine del percorso di attuazione, una nuova cosiddetta Super-Inps chiamato a ricoprire un ruolo fondamentale per lo sviluppo di nuove e, si spera, più efficienti politiche del lavoro, ma soprattutto a monitorare sotto l'aspetto ispettivo, la corretta applicazione delle nuove norme del mercato del lavoro;
   anche le organizzazioni sindacali hanno segnalato in più occasioni le criticità di un progetto che, di fatto, riduce la presenza dello Stato sul territorio e la sua capacità di far rispettare le regole in materia di sicurezza sul lavoro, chiedendo l'apertura di un confronto con il Governo sul progetto –:
   se il Ministro interrogato sia in grado di fornire chiarimenti sulle criticità riportate in premessa;
   se non ritenga opportuno aprire un confronto con le organizzazioni sindacali al fine di delineare un progetto condiviso di Agenzia, volto a rafforzare le attività di vigilanza e di sicurezza nei luoghi di lavoro;
   se il Ministro interrogato non ritenga di dover valutare l'ipotesi di ricondurre ad una gestione unitaria tutte le competenze ispettive attualmente frazionate e già assegnate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Servizio sanitario nazionale, alle ARPA, all'Inail ed all'Inps, anche istituendo presso quest'ultimo un ruolo unico di vigilanza. (4-09207)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

scambio d'informazioni

evasione fiscale

economia pubblica