ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09121

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 423 del 08/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 08/05/2015
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 08/05/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/09/2015
Stato iter:
24/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/05/2016

CONCLUSO IL 24/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09121
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Venerdì 8 maggio 2015, seduta n. 423

   SORIAL, BARONI, DI VITA, SILVIA GIORDANO, GRILLO, LOREFICE e MANTERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   un recente rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità Europa e Ocse sul costo economico degli effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico in Europa, presentato di recente ad Haifa, in Israele, rivela che l'inquinamento causa in Italia quasi 33 mila morti premature l'anno, con una ricaduta sulla collettività in termini economici di ben 97 miliardi di dollari l'anno, ovvero il 4,7 per cento del prodotto interno lordo;
   in Italia si violano i limiti di quasi tutti gli inquinanti atmosferici previsti dalla normativa europea: il nostro Paese è in cima alla classifica dei Paesi in cui il limite del PM10 è superato più frequentemente, oltre a essere tra i Paesi nei quali nel 2011 è stato superato anche il valore-obiettivo per il PM2.5;
   le stime del rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità, parlano di 7 milioni di decessi prematuri nel mondo, di cui 600mila nel continente europeo, dove il peso economico di questo flagello, secondo i risultati della ricerca, sarebbe di circa 1.600 miliardi di dollari, con 1.400 miliardi dollari per i decessi e un altro 10 per cento da imputare al costo di malattie da inquinamento atmosferico (cardiovascolari, ictus, e altro), arrivando al totale di 1.600 miliardi che equivale, in non meno di 10 dei 53 paesi della regione, al 20 per cento del prodotto interno lordo nazionale;
   oltre il 90 per cento dei cittadini dell'Europa sarebbero perennemente esposti a livelli annui di polveri sottili che si trovano sopra i limiti delle linee guida sulla qualità dell'aria stabilite dall'Organizzazione mondiale della sanità, e questo si traduce in morti premature dovute a malattie cardiache e respiratorie, ictus e cancro ai polmoni;
   non solo i limiti imposti per legge per l'inquinamento atmosferico spesso in Italia vengono superati, ma secondo il rapporto dell’European Environment Agency, Air quality in Europe, nuove evidenze scientifiche dimostrano la gravità dell'impatto sanitario a livelli anche molto inferiori a quelli normativamente previsti;
   lo studio recentemente pubblicato su Lancet Oncology, «Air pollution and lung cancer incidence in 17 European cohorts: prospective analyses from the European Study of Cohorts for Air Pollution Effects (ESCAPE)», ha messo in luce un nesso tra aumentata esposizione a polveri fini e incidenza di tumori del polmone, mentre altri studi tenderebbero a dimostrare che l'inquinamento ha conseguenze importanti non solo sul sistema respiratorio, ma anche sul sistema cardiocircolatorio e immunologico e sull'incidenza dei tumori (non solo del polmone), senza contare l'aumento esponenziale delle allergie nella popolazione che è verosimilmente in parte correlato all'inquinamento;
   secondo un articolo pubblicato della Società, europea di cardiologia (ESC) che rappresenta più di 80 000 professionisti di cardiologia in Europa e nel Mediterraneo, i pazienti affetti da patologie cardiache dovrebbero evitare di rimanere all'aperto, in diretto contatto con traffico dell'ora di punta;
   secondo lo studio pubblicato oggi da un gruppo di specialisti riuniti nell'Associazione lotta alla trombosi, nelle città italiane più inquinate, Milano e Torino, a causa dello smog si possono perdere dai 2 ai 3 anni di vita;
   come riportato dall'edizione 2015 del dossier Mal'Aria della Legambiente, la prima causa di inquinamento atmosferico nelle città è il traffico, e lo smog nella pianura padana ucciderebbe 300 persone l'anno (230 milanesi);
   dal monitoraggio fatto dalla campagna di Legambiente «Pm10 ti tengo d'occhio», nel 2014 sono risultati ben 33 su 88 i capoluoghi (il 37 per cento di quelli monitorati) in cui almeno una centralina di monitoraggio urbana ha superato il limite di 35 giorni oltre la soglia massima ammissibile per il Pm10;
   le città italiane con la situazione peggiore rispetto alle polveri finissime (Pm2,5) per il 2014 sono Brescia, Milano, Monza, Torino, Cremona, Mantova, Padova, Venezia, Vicenza, Alessandria; per l'azoto: Roma, Torino, Milano, Trieste, Messina, Palermo, Como, Genova, Novara, Monza; per le polveri fini (Pm10) Frosinone, Alessandria, Vicenza, Torino, Benevento, Lodi, Cremona, Avellino, Milano e Venezia; per l'ozono le cinque peggiori sono Lecco, Udine, Bergamo, Pavia, Modena;
   Legambiente ha segnalato che già nel primo mese dell'anno la situazione dell'inquinamento atmosferico sarebbe fuori controllo: in gennaio 32 capoluoghi di provincia hanno registrato oltre 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera consentita di Pm10 (polveri fini) e in 14 di essi si è registrato un superamento un giorno su due;
   «Ridurre l'inquinamento atmosferico è diventato una priorità politica. La qualità dell'aria sarà un tema chiave al prossimo Conferenza ministeriale Ambiente per l'Europa in Georgia nel 2016», ha dichiarato il segretario esecutivo della Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa, Christian Friis Bach –:
   se i Ministri interrogati siano al corrente del terribile impatto dell'inquinamento dell'aria non solo sulla salute degli italiani, ma anche sull'economia del Paese, come descritto in premessa, e quali misure intendano prendere, per quanto di loro competenza, per arginare questo problema che assorbe ingenti risorse economiche, preziose, ora più che mai, per un Paese come l'Italia, che sta combattendo contro la crisi da più di otto anni;
   se e quali iniziative si intendano adottare, con la concertazione degli enti territoriali competenti, per intervenire sulla mobilità sostenibile al fine di contrastare l'inquinamento atmosferico a livello nazionale e, in particolare nella pianura padana dove, alla luce dei dati emersi, la situazione è più critica. (4-09121)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 maggio 2016
nell'allegato B della seduta n. 630
4-09121
presentata da
SORIAL Girgis Giorgio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa all'inquinamento atmosferico a livello nazionale e, in particolare nella pianura padana, si rappresenta quanto segue.
 Preliminarmente, si segnala che la legislazione comunitaria in materia di qualità dell'aria (direttiva 2008/50/CE e direttiva 2004/107/CE) prevede che gli stati debbano assicurare, entro specifiche date, il rispetto di determinati obiettivi di qualità dell'aria per una serie di inquinanti, grazie alla pianificazione di misure ed interventi di risanamento.
  In particolare, per il materiale particolato PM10 sono previsti due valori limite per le concentrazioni in aria ambiente, un limite annuale (pari a 40 milligrammi/metro cubo) ed un limite giornaliero (pari a 50 milligrammo/metro cubo) da non superare più di 35 volte per anno civile), da rispettare a partire dal 1o gennaio 2005.
  Tali limiti non risultano rispettati in ampie aree del territorio nazionale, situate presso la maggior parte delle regioni.
  Tale situazione di inadempimento è però differenziata sul territorio nazionale: infatti, mentre per le regioni del centro-sud il mancato rispetto dei valori limite è localizzato in piccole aree, appartenenti per lo più ai principali centri urbani, nel bacino padano i superamenti, anche a causa di condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli, sono diffusi su tutto il territorio.
  Concentrando, ad esempio, l'analisi del trend dei valori del materiale particolato PM10 dal 2002 al 2014 a tutti i capoluoghi lombardi, si può evidenziare come dal 2013 il valore limite sulla media annua sia stato rispettato in tutti i capoluoghi, mentre il limite giornaliero è rispettato nei capoluoghi di Como, Lecco, Sondrio e Varese, con un miglioramento rispetto al 2013 in cui tale limite era rispettato solo nel capoluogo di Lecco. Si osserva, inoltre, che il numero di giorni di superamento della media giornaliera è fortemente diminuito nel tempo. Tali dati evidenziano, quindi, sebbene in un contesto di miglioramento generale, il permanere di situazioni di criticità.
  Le regioni del bacino padano, attraverso una intensa collaborazione reciproca ed un continuo confronto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono da anni impegnate ad attuare attività comuni volte al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di qualità dell'aria posti a maggiore tutela della salute dei cittadini dalle direttive comunitarie e dalle norme nazionali di riferimento.
  Per tale ragione da anni le regioni del bacino padano promuovono attività comuni di miglioramento della qualità dell'aria che nel tempo hanno consentito un costante e progressivo miglioramento dello stato della qualità dell'aria.
  La regione Lombardia, ad esempio, ha approvato nel 2013 il nuovo Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria, che costituisce il nuovo strumento di pianificazione e di programmazione regionale in materia di qualità dell'aria, aggiornando ed integrando quelli già esistenti ed individuando misure più rigorose per il contenimento delle emissioni. Tale Piano individua un insieme di azioni ed interventi suddivisi tra i tre macrosettori «Trasporti su strada e mobilità», «Sorgenti stazionarie e Uso razionale dell'energia» e «Attività agricole e forestali», attuabili nel breve, medio e lungo periodo, efficaci per assicurare la massima riduzione degli inquinanti, tenendo in considerazione anche la relativa fattibilità e sostenibilità.
  Considerando l'effetto delle azioni di Piano, la regione ha stimato che le nuove misure consentono il rientro all'interno del valore limite relativo alla media annuale di materiale particolato PM10 già dal 2015 su tutto il territorio regionale, mentre si evidenzia una maggiore difficoltà nel rientro del numero di superamenti del limite giornaliero, con orizzonte al 2020, per alcune zone/agglomerati.
  Ciò nonostante, proprio in ragione della specificità meteo-climatica ed orografica di tali territori che impediscono la dispersione degli inquinanti, l'impegno delle sole amministrazioni regionali e locali non è da solo sufficiente a risolvere il problema.
  Di conseguenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato una strategia volta alla individuazione di misure condivise da attuare congiuntamente nei territori del bacino padano, che ha condotto alla sottoscrizione, nel dicembre 2013, di un importante accordo di programma tra i ministri dell'ambiente, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, delle politiche agricole e della salute e le regioni e province autonome del bacino padano, contenente misure coordinate e congiunte volte a promuovere il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano.
  Nel merito, l'accordo prevede l'assunzione di precisi impegni per le parti sottoscrittrici, da attuarsi attraverso la predisposizione di misure di breve, medio e lungo periodo per il contrasto dell'inquinamento atmosferico nel bacino padano, quali, ad esempio, l'elaborazione di proposte normative condivise sulla riforma degli attuali sistemi di riqualificazione energetica degli edifici, sull'individuazione di linee guida nel settore agricolo o nel settore dei trasporti, sull'aggiornamento dei vigenti piani urbani della mobilità nonché per la predisposizione di studi relativi alla revisione dei limiti di velocità dei veicoli di trasporto di passeggeri e merci nelle zone del bacino padano.
  In particolare, per le regioni del bacino padano è previsto l'impegno ad attuare tali proposte normative nei propri territori attraverso una modifica dei propri piani di qualità dell'aria, che sono gli strumenti previsti dalle norme nazionali di settore per garantite il rispetto dei valori limite per la protezione della salute umana stabiliti dalle disposizioni comunitarie.
  Si segnala, infine, che il 30 dicembre, 2015 è stato sottoscritto un importante protocollo d'intesa tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Conferenza delle regioni e province autonome e l'Associazione nazionale dei comuni italiani per definire ed attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell'aria e la riduzione di emissioni di gas climalteranti, con interventi prioritari nelle città metropolitane.
  In particolare, tra le misure di urgenza, che saranno attivate dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10 (di regola, 7 giorni), il protocollo prevede: l'abbassamento dei limiti di velocità di 20 chilometri orari nelle aree urbane estese al territorio comunale ed alle eventuali arterie autostradali limitrofe, previo accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; l'attivazione di sistemi di incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa; la riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati; la limitazione dell'utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.
  Nel protocollo, inoltre, ministero, regioni e Associazione nazionale comuni italiani si sono impegnati a promuovere ulteriori misure tra cui il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze, incrementando l'efficienza energetica e agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti, il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni (rinnovando il parco mezzi), misure di sostegno e sussidio finanziario per l'utenza del trasporto pubblico come, ad esempio, l'offerta di abbonamenti integrati treno/bus/metro/bike o carsharing, sosta gratuita nei nodi di scambio extraurbani, corsie preferenziali per il trasporto pubblico e aree di totale pedonalizzazione, nonché la diffusione di buone pratiche agricole per limitare le emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati o dagli allevamenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento atmosferico

inquinamento stratosferico

riduzione delle emissioni gassose