ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09113

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 423 del 08/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 07/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 07/05/2015
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 07/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/05/2015
Stato iter:
09/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/10/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/10/2015

CONCLUSO IL 09/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09113
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Venerdì 8 maggio 2015, seduta n. 423

   CAPARINI, BORGHESI e GRIMOLDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   l'elenco aggiornato dei Siti classificati di interesse nazionale nel Nord Italia registra: Balangero, Casale Monferrato, Serravalle Scrivia e Pieve Vergonte (Piemonte); Cengio e Saliceto (Piemonte-Liguria) e Cogoleto Stoppani (Liguria); Emarese (Valle D'Aosta); Pioltello Rodano, Sesto San Giovanni, Brescia Caffaro, Laghi Di Mantova e Polo Chimico e Broni (Lombardia); Trento Nord (Trentino Alto Adige); Venezia – Porto Marghera (Veneto); Laguna Di Grado Marano e Trieste (Friuli Venezia Giulia); Fidenza (Emilia Romagna);
   l'inquinamento provocato dall'industria chimica Caffaro a Brescia è riconosciuto come uno dei più estesi e rovinosi casi di contaminazione da Pcb (policlorobifenili) e diossine in Europa sia per estensione dell'area urbana inquinata sia per la popolazione colpita;
   con il decreto 24 febbraio 2003, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha definito la «Perimetrazione del sito di interesse nazionale di Brescia Caffaro» (Gazzetta Ufficiale, serie, generale n. 121 del 27 maggio 2003 – Supplemento ordinario n. 83), aggiungendolo all'elenco dei siti d'interesse nazionale (SIN) di cui alla legge 9 dicembre 1998, n. 426, recante «Nuovi interventi in campo ambientale»;
   le condizioni ambientali derivanti dell'inquinamento dell'area in base ai diversi report sanitari effettuati nel tempo, fra cui il (contestato quanto drammatico) rapporto Sentieri dell'Istituto superiore di sanità che rilevato un incrementi per quanto riguarda sia l'incidenza dei tumori alla tiroide del +70 per cento per gli uomini e del +56 per cento per le donne. Sempre grazie alle analisi dell'incidenza oncologica e dei ricoverati, inoltre, a Brescia nell'area della Caffaro sono stati osservati eccessi per quei tumori che la valutazione dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms (Iarc) del 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i Pcb (policlorobifenili), principali contaminanti nel sito. L'incidenza di melanoma, infatti, rivela un eccesso del 27 per cento del 19 per cento rispettivamente tra gli uomini e le donne, mentre i ricoveri ospedalieri per la medesima malattia fanno registrare un eccesso del 52 per cento nel sesso maschile e del 39 per cento in quello femminile;
   la Stampa in un reportage a firma di Niccolò Zancan, definisce la vicenda ambientale legata alla Caffaro «il più grave caso di inquinamento ambientale del Nord Italia, forse più grave persino di Seveso»;
   ripercorrendo la storia della fabbrica che «produceva soda caustica, poi i famigerati Pcb fino al 1984» il giornalista ricorda che «erano anni in cui i policlorobifenili venivano impiegati nei condensatori e nei trasformatori elettrici come una specie di olio isolante. Così la Caffaro ne produceva fino a 2.500 tonnellate all'anno. E gli scarti di lavorazione, giù dagli scarichi della fabbrica, andavano a marchiare a morte il territorio». Una situazione che è riscontrabile nei divieti, contenuti nelle ordinanze del comune di Brescia, che, di sei mesi in sei mesi, «aggiornano» il divieto ad accedere ai parchi pubblici situati nella zona;
   si tratta delle aree verdi di via Sorbana, via Nullo, parco passo Gavia, parte di via Parenzo, ma anche dei campi d'atletica Calvesi, luoghi che contengono diossine e pcb centinaia di volte oltre i limiti di legge. Lo sanno bene i bambini della scuola elementare Deledda che, durante la ricreazione, non possono camminare né giocare sull'erba, ma restare solamente sulla pavimentazione;
   secondo la rivista Chemosphere, la concentrazione del Pcb nell'aria di Brescia è più alta delle aree urbane di altri Paesi. La sostanza cancerogena, che in città è concentrata soprattutto nella zona attorno alla Caffaro, non sarebbe pericolosa solo per l'inquinamento del terreno e quindi per la catena alimentare, ma produrrebbe i suoi effetti nocivi tramite la dispersione aerea;
   come riferisce il Corriere della Sera, dall'attività dell'industria chimica di via Milano a Brescia sono state emesse 150 tonnellate di Pcb che hanno inquinato un'area grande 7 chilometri quadrati. L'intervento effettuato nel 2001 e che ha portato alla distruzione di derrate alimentari prodotte nell'area contaminata e alla chiusura di aree verdi, oltre ai divieti di coltivazione nei campi limitrofi, non basterebbe, insomma, a circoscrivere il problema, poiché la diossina resterebbe nell'organismo umano per decenni, come dimostra anche il livello di Pcb registrato nel sangue dei bresciani, dieci volte più alto rispetto alla media degli Stati Uniti. La bonifica dei terreni è, alla luce di questo studio effettuato dall'Istituto Mario Negri di Milano, ancor più urgente, dato che la diossina continua a sprigionare i suoi venefici effetti nell'atmosfera;
   il Corriere della Sera che, in un articolo a firma di Pietro Gorlani, rivela che le concentrazioni di Pcb e diossine nei polmoni di chi abita nella Leonessa sono doppie rispetto a quelle rilevate nei francesi e dieci volte superiore a quella degli statunitensi. «In ogni grammo di grasso plasmatico dei bresciani», si legge sul quotidiano di via Solferino, «si trovano infatti 1136 nanogrammi di Pcb, contro i 480 nanogrammi dei francesi e gli 85 nanogrammi degli americani». A divulgare questi allarmanti dati è Marino Ruzzenenti, ambientalista bresciano, che ha confrontato lo studio sulla contaminazione dei bresciani, pubblicato nel 2008 sulla rivista internazionale Chemosphere con le ricerche più recenti di Usa (Centers for Disease Control and Prevention) e Francia (Insitute de Veille Sanitaire). Per chi abita nella zona Caffaro la situazione è ancora più grave: le concentrazioni di elementi inquinanti (assorbiti sia attraverso l'aria sia attraverso il consumo di alimenti) ammontano a 14.244 nanogrammi per il Pcb, ovvero 30 volte superiore a quello dei francesi e 167 volte superiore a quello dei cittadini a stelle e strisce. La ricerca americana ha anche misurato le diossine e i pcb diossina-simili: nel sangue degli statunitensi ci sono in media 3,37 picogrammi per grammo di grasso. Per i bresciani questa solgia tocca i 54 picogrammi, 82 per quelli residenti nel sito Caffaro e a 429 per quelli che hanno consumato prodotti alimentari della zona inquinata;
   i rischi dell'accumulo di sostanze inquinanti nel sangue si protraggono per anni, come dimostra il caso di una donna nata e vissuta fino all'età di 20 anni nel quartiere Caffaro, che ha consumato uova di galline allevate in casina. Una volta spostata e trasferitasi in un'altra zona della città, dopo avere avuto un bimbo, verso i 30 anni, ha scoperto che il suo latte, utilizzato per dare da mangiare al figlioletto, presentava concentrazioni di Pcb-diossina simili pari a 147 picogrammi per grammo di grasso. Il limite massimo fissato dall'Organizzazione mondiale della sanità, come riferisce lo stesso Ruzzenenti, è di 6 picogrammi. Oltre questa soglia il latte va distrutto;
   chi vive nella zona Caffaro ha maggiori probabilità di contrarre malattie, anche gravi, come i tumori. A riprova delle sue affermazioni porta un altro studio dell'Asl di Brescia, apparso nel gennaio 2011, su «Environmental Research» in cui sono stati analizzati 495 casi di cittadini ammalatisi di linfoma non Hodgkin (tumore del sistema linfatico) tra il 1993 e il 2004. Chi, tra questi, aveva vissuto per oltre 10 anni nel quartiere vedeva aumentata la possibilità di sviluppare la malattia fino a 70 volte in più degli altri cittadini; a causa problematiche legate alle limitazioni di spesa imposte dal Patto di stabilità, è stato possibile individuare in maniera definitiva i soggetti attuatori degli interventi disciplinati dall'Accordo di programma «per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e successiva bonifica nel sito di Interesse nazionale di Brescia Caffaro», nel quale veniva disciplinato l'impiego delle predette risorse nonché individuati i soggetti attuatori dei pertinenti interventi (Enti locali territoriali, Asl di Brescia, Istituto superiore di sanità, Arpa Lombardia e Sogesid spa, quale soggetto pubblico in house) solo il 25 ottobre 2012. E così, ad oggi, l'amministrazione, unitamente alla regione Lombardia, ha stipulato i previsti atti convenzionali con la Asl di Brescia, l'Istituto superiore di sanità, l'Arpa Lombardia e la Sogesid spa;
   il 15 novembre 2013 nella risposta all'interrogazione 4-00167 presentata dall'onorevole Ermete Realacci in data 9 aprile 2013 e riguardante l'inserimento nell'elenco dei SIN del sito denominato «Brescia-Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare)» il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: Marco Flavio Cirillo nella risposta all'interrogazione sottolineava che «In relazione, tuttavia, al grave stato di degrado del sito e al potenziale pericolo per la popolazione, questo Dicastero si è comunque impegnato a porre in essere ogni utile iniziativa finalizzata a reperire ulteriori risorse da destinate alle opere di bonifica. A quanto queste potranno ammontare non è facile, allo stato, prevedere, in quanto è dipendente anche da alcuni obiettivi di carattere generale sui quali questo Dicastero ha chiesto un impegno a tutte le istituzioni pubbliche e private interessate. Il primo passo, si ritiene, potrebbe essere quello di rivedere il Patto di stabilità al fine di tenere fuori dai conteggi le spese concernenti le bonifiche e il dissesto idrogeologico, in modo che, realizzata tale condizione, si potrebbe pensare di destinare a tal fine più risorse nella prossima Legge di stabilità. Il secondo, è che nella programmazione dei fondi strutturali dal prossimo 2014 le bonifiche siano tra gli interventi prioritari previsti». Marco Flavio Cirillo ha dichiarato: «questo Dicastero ritiene in via generale che i commissariamenti sono spesso la spia delle difficoltà in cui versano le istituzioni pubbliche che non riescono a far funzionare le cose in modo adeguato. Tuttavia, nel caso specifico del Sito Caffaro-Brescia, la particolare situazione di degrado e i risultati dei nuovi campionamenti in corso potrebbe indurre a rivedere tale giudizio e considerare la figura commissariale quale utile strumento di un tavolo di coordinamento che, ad onor del vero, nei fatti si è già realizzato»; mentre i Sin inquinati da aziende di Stato come Marghera e Priolo hanno ottenuto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare fondi pari, rispettivamente, a 750 e 744 milioni di euro, e a Pioltello Rodano 164 milioni (per un'estensione che è un terzo di quello del Sin Caffaro) a Brescia, nonostante un'area, inquinata che si estende per 262 ettari, sono arrivate solo le briciole: dalla data di inserimento nel Sin la Caffaro ha ottenuto solamente (e complessivamente) 9,2 milioni di euro, la cifra di gran lunga più bassa rispetto a tutti gli altri siti;
   nel 2013 alcuni Sin sono stati derubricati a «siti di interesse regionale», eppure hanno ottenuto molti più stanziamenti della Leonessa. È il caso dei 25 milioni a Basse di Stura a Torino, dei 38 milioni a Pitelli in Liguria e dei 60 milioni a Sassuolo e Scandiano, in Emilia;
   il comma 2 dell'articolo 4-ter, rubricato «Misure urgenti per accelerare l'attuazione di interventi di bonifica in siti contaminati di interesse nazionale», del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, in materia di «Interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015», convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, prevede espressamente che «al fine di coordinare, accelerare e promuovere la progettazione degli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica nel sito contaminato di interesse nazionale Brescia Caffaro, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa individuazione delle risorse finanziarie disponibili, può nominare un commissario straordinario delegato ai sensi dell'articolo 20 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Il compenso del commissario di cui al presente comma è determinato ai sensi dell'articolo 15, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. Per lo svolgimento delle attività di cui al presente comma è istituita una contabilità speciale nella quale confluiscono le risorse pubbliche stanziate per la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica del predetto sito contaminato»;
   il comma 3 dell'articolo 4-ter, conferisce al commissario nominato il delicato compito di curare «le fasi progettuali, la predisposizione dei bandi di gara, l'aggiudicazione dei servizi e dei lavori, le procedure per la realizzazione degli interventi, la direzione dei lavori, la relativa contabilità e il collaudo, promuovendo anche le opportune intese tra i soggetti pubblici e privati interessati»; inoltre, per le attività connesse alla realizzazione degli interventi, il commissario è autorizzato «ad avvalersi degli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di società specializzate a totale capitale pubblico e degli uffici delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali»;
   il futuro commissario straordinario per l'emergenza Caffaro avrà il delicato compito di coordinare la bonifica di una delle aree più inquinate del Paese che richiederà specifiche quanto ampiamente riconosciute competenze tecnico-professionali;
   vanno considerati gli ordini del giorno in Assemblea 9/01139-A/005 – presentato il 11 luglio 2013 7 e il n. 9/01248-AR/051 – presentato il 24 luglio 2013 a prima firma Caparini –:
   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere per affrontare in maniera organica la grave situazione ambientale e sanitaria evidenziata;
   a quale soggetto spetti la definizione del piano complessivo di bonifica del sito, del piano finanziario e per quale motivo tali piani non siano ancora stati redatti;
   se sia stata istituita una contabilità speciale nella quale possano confluire le risorse pubbliche stanziate per la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica del sito contaminato;
   quali siano le effettive modalità, i tempi ed i criteri che si intendono adottare per la nomina del commissario dell'emergenza Brescia-Caffaro;
   se il Ministro non intenda chiarire i tempi di implementazione della bonifica delle aree interessate;
   quali siano le deroghe previste e concesse per il commissario nominato e quali siano le modalità di vigilanza e controllo sul suo operato;
   se il Ministro non intenda precisare quante risorse sono disponibili per il proprio dicastero per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale. (4-09113)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 9 ottobre 2015
nell'allegato B della seduta n. 499
4-09113
presentata da
CAPARINI Davide

  Risposta. — Con riferimento alle problematiche ambientali segnalate dall'interrogante nel SIN Brescia Caffaro, si rappresenta quanto segue.
  Ad oggi sono stati avviati interventi di monitoraggio, caratterizzazione e messa in sicurezza delle matrici ambientali e avviate indagini epidemiologiche, in quanto individuati quali interventi prioritari per il SIN dall'accordo di programma del 29 settembre 2009. Tali interventi sono stati finanziati con risorse ministeriali, per un totale, ad oggi, di circa 9,8 milioni di euro (cfr. all. 1).
  Si segnala, inoltre, che a seguito della riprogrammazione delle risorse stanziate dal Ministero dell'ambiente per i siti lombardi, è stata attribuita al SIN di «Brescia Caffaro» l'ulteriore somma di euro 1.500.000,00, ad oggi, in perenzione amministrativa. Il finanziamento in parola sarà finalizzato alla bonifica del campo di atletica «Calvesi» nonché alla bonifica dei parchi pubblici di proprietà del comune di Brescia.
  Per il rifinanziamento dei 40 siti di interesse nazionale è stato di recente prospettato un fabbisogno di oltre 1,6 miliardi di euro, di cui 58 milioni da destinare alla prosecuzione degli interventi nel sito Brescia-Caffaro.
  La copertura finanziaria delle citate risorse (1,6 miliardi di euro) potrebbe trovare la copertura finanziaria nell'ambito del tondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il periodo 2014/2020.
  Non si tratta, ovviamente, di tutte le risorse necessarie, ma solo di quelle per la prosecuzione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica nel sito individuati dall'accordo di programma del 2009 e rimasti privi di copertura finanziaria. È importante sottolineare che non ci sono SIN ricchi e SIN penalizzati ma che sono tutti nella stessa situazione, purtroppo contraddistinta da scarsità di risorse finanziarie.
  Le ulteriori risorse saranno stanziate applicando criteri che tengano conto anche dei livelli progettuali degli interventi e dello stato di attuazione e di spesa dei progetti già approvati e in esecuzione.
  Relativamente al soggetto a cui spetta la definizione del piano complessivo di bonifica del sito, del piano finanziario e, per quale motivo, tali piani non siano ancora stati redatti, così come segnalato dall'interrogante, si evidenzia che l'accordo di programma del SIN prevede l'elaborazione di uno studio di fattibilità per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda dell'intero SIN. Ad oggi è stato elaborato e condiviso con gli enti competenti il modello idrogeologico propedeutico allo studio di fattibilità.
  Ovviamente gli oneri della bonifica non devono essere sostenuti solo con risorse pubbliche: secondo il principio «chi inquina paga» gli oneri della bonifica sono in capo ai soggetti responsabili e, in tal senso, il Ministero dell'ambiente, in collaborazione con l'avvocatura dello Stato, ha in corso iniziative per imporre l'obbligo della riparazione dei danni ambientali ai responsabili della contaminazione.
  In tal senso gli interventi pubblici sono realizzati in danno del responsabile, che a seguito di accertamento definitivo, sarà tenuto anche alla ripetizione delle somme pubbliche impiegate.
  Quanto alle effettive modalità, ai tempi ed ai criteri che si intendono adottare per la nomina del commissario dell'emergenza Brescia Caffaro, si segnala che, a seguito della registrazione della circolare della funzione pubblica in data 20 febbraio 2015, che ha chiarito quali incarichi possono essere conferiti a soggetti in quiescenza, è stato predisposto il decreto di nomina, trasmesso al Ministero dell'economia e delle finanze per l'acquisizione del prescritto parere gli ultimi giorni del mese di febbraio e sollecitato, da ultimo, in data 8 maggio 2015 con nota prot. 9168/GAB dal capo di Gabinetto di questo ministero.
  Relativamente ai tempi di implementazione della bonifica delle aree interessate, questo dicastero sta monitorando l'attuazione degli interventi prioritari previsti dall'accordo di programma del 2009 e il rispetto dei cronoprogrammi da parte dei diversi soggetti attuatori.
  Ad oggi non ci sono gli elementi necessari per ottenere una previsione realistica sui tempi di conclusione della bonifica, sia dei suoli che delle acque di falda, di tutte le aree ricadenti nel SIN.
  Infine, si sottolinea che in materia di bonifiche, attualmente, il Ministero dell'ambiente ha stanziato circa 4,3 miliardi di euro (cfr. all. 2), di cui:
   euro 3.197.549.371,36 destinati ai siti di interesse nazionale;
   euro 196.414.620.64 destinati agli «ex SIN»;
   euro 952.866.507.97 destinati a finanziare ulteriori interventi di bonifica ambientale (amianto; aree ex estrattive, e altro).
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

sostanza tossica

sostanza pericolosa