ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08952

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 416 del 27/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 27/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08952
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Lunedì 27 aprile 2015, seduta n. 416

   PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   dal 28 al 31 ottobre 2014 ha avuto luogo il primo concorso nazionale per l'ammissione alle scuole di specializzazione in medicina. Le prove si sono svolte in 117 sedi e in 456 aule ed hanno coinvolto complessivamente 11.712 candidati il 28 ottobre, 10.444 il 29 ottobre, 6.986 candidati il 30 ottobre e 9.117 il 31 ottobre;
   i quiz sono stati divisi in tre aree (medica, chirurgica, servizi clinici) da svolgersi in quattro giorni, con una prima prova propedeutica costituita da 70 domande uguale per tutti, e quindi un test diversificato per ciascuno dei tre settori, formato da 30 quiz comuni per area e 10 quiz specifici per ogni singola scuola di specializzazione;
   venerdì 31 ottobre 2014 il consorzio Cineca ha dichiarato al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) che si era verificato «un errore nella fase di codifica delle domande durante la fase di importazione». Difatti venivano invertite le prove del 29 ottobre con quelle del 31 ottobre. L'inversione ha riguardato esclusivamente le 30 domande comuni a ciascuna delle due aree, medica e dei servizi clinici;
   il presidente di Cineca, Emilio Ferrari, ha riconosciuto l'errore «umano» e ha dichiarato di rimettere il suo mandato;
   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con il comunicato del 1o novembre 2014, aveva inizialmente stabilito di annullare le prove oggetto dell'errore determinato dal Cineca e proponeva la ripetizione della prova, fissata al 7 novembre 2014, per i candidati che avevano sostenuto una prova anziché l'altra;
   solo dopo due giorni, il 3 novembre, il Ministro cambiava idea e dichiarava che le prove non dovevano essere ripetute. Veniva nominata una Commissione nazionale per valutare i quesiti e veniva richiesto un parere all'Avvocatura di Stato. Alla fine il Ministro decideva così di non annullare più il concorso rilevando altresì come le domande interessate fossero «solo» 4 e come non fossero state fortunatamente interessate le domande più importanti delle varie scuole di specialità. In seguito le domande neutralizzate sono però diventate sei e se ne sono aggiunte due proprio delle scuole di specialità ritenute le più importanti;
   le prove concorsuali sono state influenzate anche da altre anomalie: sedi non tutte idonee ad ospitare le selezioni, controlli poco severi da parte delle varie commissioni, ingiustificabile vicinanza tra i candidati durante lo svolgimento delle prove e personal computer in molti casi collegati ad internet;
   a ciò si aggiungono i molteplici black out energetici verificatisi in molte sedi di concorso, che hanno portato alla non simultaneità delle prove in alcune sedi. I verbali di aula di numerose sedi riportano chiaramente che i computer utilizzati per le prove erano connessi alla rete Internet;
   ad oggi il verbale dove si attesta la cosiddetta inversione delle prove, ovvero l'imbustamento dei quesiti in una busta al posto di un'altra pare non esistere;
   ulteriore anomalia è che successivamente a queste domande annullate il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed il Cineca hanno modificato dall'interno le risposte dei candidati, facendo irrimediabilmente venire meno quella segretezza e anonimato degli stessi che avrebbe dovuto essere una delle caratteristiche principali del nuovo concorso a graduatoria nazionale; a ciò si aggiunge la predetta scelta ministeriale di non sommare i punti per le domande annullate (abbonate) dalla graduatoria, ma di entrare a livello informatico nelle prove (svolte al computer) modificando le singole risposte date dai concorrenti su quelle domande. Anche tale operazione è priva di verbalizzazioni;
   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed il Cineca hanno così deciso di entrare nelle prove informatiche inserendo il codice fiscale e comunque identificando la prova di ogni singolo candidato. Tutto questo accadeva dopo la pubblicazione dei risultati;
   il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha deciso di procedere con il semplice scorrimento della graduatoria contenuta nel decreto ministeriale n. 892 del 2014, assegnando regolarmente i posti in base ai criteri previsti dal bando e obbligando i candidati ad iscriversi alla scuola alla quale sono stati assegnati per non essere del tutto esclusi e rischiare di perdere la possibilità di iscriversi nelle altre scuole di specializzazione nel caso gli scorrimenti permettessero loro di poter entrare a farne parte successivamente. Si è verificato così che aspiranti dermatologi diventeranno microbiologi, pur se successivamente hanno ricevuto un punteggio utile per dermatologia;
   su questo specifico motivo il 18 dicembre 2014 il Tar Lazio ha emesso un decreto cautelare con il quale ha accolto il ricorso di una candidata e «sospeso la graduatoria unica del concorso per l'ammissione alle scuole di specializzazione in medicina a.a. 2013-14»;
   tale pronuncia ha aperto una ulteriore differenziazione tra coloro che hanno avuto la conoscenza di poter fare ricorso e congelare così il posto e chi invece si troverà assegnato ad un futuro professionale diverso nonostante si sia accorto successivamente di avere i requisiti «di merito» e punteggio per quella specializzazione;
   preoccupato delle «conseguenze economiche» che si potrebbero generare dall'accoglimento dei ricorsi presentati, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha depositato presso il Tribunale amministrativo del Lazio un documento nel quale si recita: «nella denegata ipotesi che i ricorsi relativi al contenzioso venissero accolti una ammissione in sovrannumero comporterebbe ripercussioni economiche considerevoli, in quanto imporrebbe allo Stato il reperimento delle risorse finanziarie necessarie all'erogazione di ulteriori contratti di formazione specialistica»;
   sempre nel documento si specifica che «l'ammissione di un solo medico in più comporterebbe, l'onere di reperire risorse aggiuntive», fondi che sarebbero attualmente di complicata reperibilità. Il documento svolge anche calcoli economici che si ritengono errati poiché molti di questi medici giovani hanno già la borsa di studio, numerosi posti ad oggi non sono stati assegnati e diversi medici, iscritti in una scuola diversa da quella aspirata, hanno rinunciato alle borse attribuite;
   il 26 marzo 2015 il Consiglio di Stato, in sede consultiva, ha accolto 5 ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica sostenuti dalla FP CGIL Medici riconoscendo il diritto dei giovani medici a formarsi ed a iscriversi in sovrannumero alle rispettive scuole di specializzazione;
   ad oggi il Governo non ha ancora ottemperato al provvedimento esecutivo definito «recante grave e irreparabile danno agli interessati» nonostante il provvedimento esprimesse «l'ammissione temporanea dei ricorrenti alle scuole di specializzazione in medicina, fino alla decisione di merito», invitando «l'amministrazione a provvedere con la massima sollecitudine possibile agli adempimenti rinviando nelle more l'esame del merito del ricorso» (provvedimenti del Consiglio di Stato n. 955-956-957-958-959 del 26 marzo 2015);
   gli atenei hanno sollecitato un chiarimento al Ministero rappresentando la loro disponibilità a procedere con le immatricolazioni anche alla luce del fatto che vi è necessità di medici nelle varie scuole di specializzazione (gli stessi Ministeri della salute e dell'università avevano stabilito che i posti da assegnare erano 8.200 ma poi li ha ridotti a 5.000 salvo lasciarne molti vuoti e vacanti come sempre emerge dalle stesse dichiarazioni degli addetti ai lavori del settore medico e come sottolineato dal Coordinamento mondo medico, Uniti per la formazione, nuova realtà associativa che si batte per il diritto al lavoro e alla formazione;
   a seguito delle udienze in camera di consiglio tenutesi in data 2, 14 e 21 aprile 2015 il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, accoglieva ai sensi dell'articolo 55, comma 10, del codice di procedura amministrativa, i ricorsi in appello avverso le ordinanze di rigetto del TAR Lazio ritenendo che le esigenze dei ricorrenti erano apprezzabili e tutelabili adeguatamente con una sollecita fissazione dell'udienza di merito al TAR;
   in seguito dei provvedimenti favorevoli del Consiglio di Stato gli organi di stampa hanno rappresentato la ignobile volontà di far rivedere il giudizio o trasporre la causa al Tar. Tale condizione, mai verificatasi soprattutto dopo che il Consiglio di Stato si è già pronunciato, è un gesto di poco spessore istituzionale e morale. Si fa presente che trasposizione e riesame sono metodi mai usati e considerati al pari di una sfiducia agli organi giudiziali e che rappresentano un messaggio di scorrettezza in termini di legalità e moralità politica, nei confronti di medici e migliaia di famiglie che per mesi hanno vissuto in un limbo politico e burocratico, danneggiati dall'incapacità di una, classe dirigente che non ha saputo preservare i principi di regolarità, correttezza, merito e legalità di un concorso pubblico dopo anni di sacrifici e rinunce;
   i trecento medici dei ricorsi vinti non sono stati ancora accettati nei reparti e gli Atenei sollecitano da giorni il Ministero ad una presa di posizione e all'ingresso negli ospedali;
   ciononostante il Ministro ancora oggi esprime una volontà politica contraria all'apertura per preservare solamente i propri errori personali nella vicenda, determinando anche un palese danno erariale per il Paese;
   l'atteggiamento ostile ed omissivo del Ministero che si ostina a non eseguire un ordine dell'autorità giudiziaria pone chiaramente il fianco alla configurazione di fattispecie anche di carattere penalistico, tra tutte, l'abuso di ufficio. Oggi il Ministro si sottrae non solo ai propri doveri, ma cosa più grave, al rispetto del potere giurisdizionale alterando gli equilibri dello stato di diritto –:
   se il Ministro non intenda fornire gli adeguati chiarimenti rispetto alla vicenda richiamata in premessa e quali urgenti iniziative intenda assumere in merito alle gravi e numerose irregolarità denunciate e per l'ottemperanza dei provvedimenti emessi dal Consiglio di Stato. (4-08952)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accesso all'istruzione

insegnamento superiore

conseguenza economica