ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08946

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 416 del 27/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: ZAN ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 27/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08946
presentato da
ZAN Alessandro
testo di
Lunedì 27 aprile 2015, seduta n. 416

   ZAN. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   in questi ultimi mesi si assiste all'organizzazione di iniziative e mobilitazioni che, su scala locale e nazionale, tendono a etichettare gli interventi di educazione alle differenze di genere e di orientamento sessuale nelle scuole italiane come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta «ideologia del gender»;
   il comitato Arcigay di Verona ha segnalato numerosi casi in cui l'associazione era stata invitata dagli studenti a intervenire ad alcune assemblee d'istituto da questi promosse, ma gli incontri sono sempre stati annullati dalla dirigenza scolastica, senza addurre motivazioni;
   recentemente, al liceo Selmi di Modena, dove due anni fa un ragazzo è stato costretto a cambiare scuola per le molestie dei compagni per i suoi atteggiamenti giudicati «femminili», gli studenti hanno proposto l'organizzazione di un incontro con il locale comitato Arcigay; mentre il consiglio d'istituto ha dato subito il via libera, la preside Luciana Contri ha deciso di porre il veto: prima chiedendo un contraddittorio, cioè la partecipazione di un cattolico del Ceis accanto all'associazione portavoce della comunità Lgbt, poi, quando gli studenti si sono opposti, escludendo i minorenni dall'incontro. Infine, autorizzando un'assemblea studentesca per il 31 marzo 2015, ma senza la presenza di Arcigay;
   esistono diverse associazioni in difesa della cosiddetta «famiglia naturale» che contano su una rete ben organizzata, la cui attività sulla scuola è ben riassunta nel vademecum che distribuiscono;
   in tale vademecum si invitano i genitori a contrastare ogni attività svolta negli istituti scolastici per la promozione della parità di genere e della lotta contro il bullismo e la discriminazione omofobica e trans fobica;
   nel sito web di «La Manif pour Tous Italia» (http://www.lamanifpourtous.it/), associazione nata in stretto legame con l'omonima realtà francese, si chiarisce che lo scopo è quello di «mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali», nonché «preservare l'unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre»; inoltre, che «è giusto che i ragazzi apprendano il rispetto per la dignità personale di ogni uomo, a prescindere da qualsiasi specificazione, ma con la scusa di contrastare una fantomatica emergenza “omofobia” le reti di associazioni e collettivi LGBT perseguono il fine di una vera e propria rieducazione di bambini e ragazzi nei delicati ambiti della morale e della sessualità, circa i quali è la famiglia che detiene la massima potestà educativa e non altri enti sociali. Questo è semplicemente inaccettabile»;
   alcuni consigli comunali e regionali, in primis il consiglio della regione Veneto e della regione Lombardia, hanno approvato mozioni atte al contrasto della fantomatica «ideologia gender» nelle scuola, con chiari richiami al concetto di famiglia naturale fondata sulla procreazione come unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, nonché attacchi all'UNAR (Ufficio nazionale e anti discriminazioni razziali) per la messa in pratica della strategia nazionale LGBT anche all'interno degli ambienti scolastici;
   tutto questo nonostante l'Associazione Italiana Psicologi, in un recente documento sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione dei contesti scolastici italiani, «ritenga opportuno – si cita testualmente – intervenire per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane e per chiarire l'inconsistenza scientifica del concetto di ideologia del gender»;
   esistono studi scientifici di genere, meglio noti come «Gender Studies» che, insieme ai «Gay and Lesbian Studies», hanno contribuito in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla medicina alla psicologia, all'economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati su orientamento sessuale e identità di genere;
   l'Unicef, nel Position Statement di novembre 2014, ha rimarcato la necessità di intervenire contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei bambini e dei loro genitori basata sull'orientamento sessuale e/o l'identità di genere. Un'analoga policy è da tempo seguita dall'Unesco: «Le scuole devono essere luoghi sicuri, devono combattere gli atteggiamenti discriminatori, creare comunità accoglienti, costruire una società inclusiva e permettere l'Educazione per Tutti» (UNESCO 1994);
   favorire l'educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e l'orientamento sessuale non significa promuovere un'inesistente «ideologia del gender», ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell'affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il cyberbullismo –:
   quali iniziative il Ministro intenda adottare per il rafforzamento e la piena attuazione della strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015), anche nella prospettiva del triennio 2016-2018;
   quali azioni il Ministro, secondo le proprie competenze, intenda intraprendere al fine di preservare il compito educativo dell'istituzione scolastica da strumentalizzazioni e irragionevoli discriminazioni, garantendo agli studenti ampi spazi di elaborazione culturale e sociale che rispondano alle esigenze di cambiamento e contribuiscano all'uguaglianza sostanziale tra tutti i cittadini. (4-08946)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

discriminazione basata sulle tendenze sessuali

lotta contro la discriminazione

famiglia