ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08891

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 413 del 22/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 22/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 22/04/2015
Stato iter:
11/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/03/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/03/2016

CONCLUSO IL 11/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08891
presentato da
GRIMOLDI Paolo
testo di
Mercoledì 22 aprile 2015, seduta n. 413

   GRIMOLDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in alcuni articoli di stampa è emersa l'intenzione da parte di Italcementi spa di utilizzare nello stabilimento sito a Calusco d'Adda come combustibile alternativo rifiuti catalogati come CSS (combustibile solido secondario), con un enorme aumento di tonnellate utilizzate, passando da 30.000 a 110.000 tonnellate annue;
   tale incremento del combustibile utilizzato incrementerebbe dall'attuale 15 per cento al 62 per cento la fornitura di energia alternativa ai combustibili fossili per la produzione di cemento;
   il progetto modificherebbe sensibilmente il protocollo d'intesa sottoscritto nel maggio 2012 con le amministrazioni locali del territorio e potrebbe causare un notevole aumento delle emissioni di ossidi di azoto e polveri sottili (PM 10 e PM 2.5) nell'aria;
   ricerche svolte sul territorio regionale dall'università degli studi di Milano hanno rilevato correlazione tra picchi di inquinamento atmosferico (ossidi di azoto, PM10) e impatti sulla salute degli abitanti del territorio; infatti, l'area di ubicazione del cementificio ricade in zona classificata di classe A dal piano di risanamento dell'inquinamento atmosferico della regione Lombardia e ciò evidenzia un elevato inquinamento di fondo; pertanto, il contributo quantitativo e qualitativo di inquinanti sul territorio attuato da Italcementi dovrebbe essere oggetto di una maggiore e costante attenzione e controllo, per tutelare la salute degli abitanti e degli ecosistemi presenti, anche in considerazione della presenza del parco Adda nord con le tutele ambientali che ne conseguono;
   da notizie di stampa si apprende che come CSS saranno utilizzati fanghi derivati da trattamento delle acque reflue, plastiche e gomme, come pneumatici usati e scarti d'imballaggi di plastica non riciclabili;
   mercoledì 11 febbraio 2015 si è tenuto il primo incontro della conferenza dei servizi indetta dalla provincia di Bergamo per confrontarsi con gli enti interessati sulla richiesta di Italcementi di aumentare i rifiuti CSS bruciati nello stabilimento di Calusco d'Adda. Alla conferenza, oltre a Italcementi, alla provincia di Bergamo, all'ASL e all'ARPA (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) e al comune di Calusco, hanno partecipato i sindaci o i loro delegati dei comuni di Paderno d'Adda, Imbersago, Robbiate, Verderio e Solza, che nel dicembre 2014 avevano chiesto alla provincia di Bergamo, tramite una lettera pubblica, di prendere parte alla procedura di verifica di impatto ambientale sul progetto di Italcementi, nonché dei comune di Merate che ha partecipato in qualità di semplice uditore;
   secondo il parere degli amministratori coinvolti si è trattato di un incontro interlocutorio, il primo di un percorso che ricomincerà il 6 marzo 2015 e che, in quella data, vedrà i comuni del meratese portare sul tavolo della provincia di Bergamo le proprie osservazioni tecniche;
   i punti principali in discussione riguardano la tracciabilità e la qualità dei rifiuti bruciati, che il territorio chiede che vengano garantiti da un ente terzo, così come i controlli sulle emissioni;
   un altro punto ha riguardato lo scalo ferroviario tra lo stabilimento e la stazione di Calusco d'Adda della cui costruzione, secondo gli accordi del 2012, Italcementi si sarebbe dovuta occupare e sui quali, invece, lamenta difficoltà con le Ferrovie dello Stato che non si interessano del progetto;
   per pareggiare il potere calorifico del carbone occorrono 1,8 chilogrammi di CSS per ciascun chilogrammo di carbone; pertanto, l'incremento della produzione dell'impianto in combinazione con la mancata realizzazione dello scalo ferroviario e il minor potere calorifico del carbone creerà senz'altro un incremento cospicuo del traffico indotto dal trasporto del combustibile su gomma che incrementerà gli impatti sulle matrici ambientali atmosfera e rumore;
   recentemente, il Governo, con l'articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, ha previsto un piano nazionale per individuare la capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati a livello nazionale e uno dei requisiti posti per il funzionamento degli impianti è stato il rispetto delle disposizioni sulla qualità dell'aria di cui al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155;
   inoltre, il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 14 febbraio 2013, n. 22, recante «Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni», all'articolo 15, prevede l'istituzione di un comitato di vigilanza e controllo, presso il Ministero, con il compito, tra gli altri, di garantire il monitoraggio della produzione e dell'utilizzo del CSS-combustibile ai fini di una maggiore tutela ambientale nonché la verifica dell'applicazione di criteri di efficienza, efficacia ed economicità e, inoltre, di intraprendere le iniziative idonee a portare a conoscenza del pubblico informazioni utili o opportune in relazione alla produzione e all'utilizzo del CSS-combustibile, anche sulla base dei dati trasmessi dai produttori e dagli utilizzatori;
   peraltro, il 22 ottobre 2013, l'Assemblea della Camera ha discusso una serie di mozioni presentate da tutti gruppi parlamentari, sull'utilizzo dei CSS e sulle implicazioni che ciò comporta per la salute dei cittadini, ed ha approvato la mozione (1-00193) che, tra l'altro, ha impegnato il Governo:
    «ad avviare approfondimenti tecnici multidisciplinari per verificare se e a quali condizioni l'utilizzo del combustibile solido secondario nei cementifici non determina rischi per la salute e per l'ambiente, con particolare riferimento alle effettive emissioni di sostanze inquinanti derivanti dall'uso dei rifiuti come combustibili, che tengano conto non solo del funzionamento degli impianti a regime e in condizioni di massima sicurezza, ma anche dei possibili rischi derivanti da malfunzionamenti, fuori servizio e gestione dei transitori;
    a fornire, a seguito di tali accertamenti preliminari, un quadro aggiornato sull'attuazione, da parte dei settori industriali coinvolti, del potenziale costituito dal combustibile solido secondario, fornendo anche informazioni circa i processi autorizzativi avviati a seguito dell'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 22 del 2013, nonché a rendere alle competenti Commissioni parlamentari ogni necessario elemento informativo relativo alle verifiche tecniche attuate e al vaglio dei risultati di tali verifiche, nonché ai dati di utilizzo del combustibile solido secondario, anche sulla base delle comunicazioni annuali previste dall'articolo 14 del decreto ministeriale n. 22 del 2013 a carico dei produttori e degli utilizzatori di combustibile solido secondario; (...);
    a garantire la completa e verificata applicazione della normativa ambientale relativa all'esercizio degli impianti di produzione di cemento a ciclo completo, nonché ad assumere iniziative normative ad hoc per garantire, altresì, la completa trasparenza e aderenza alle severe norme comunitarie in materia di emissioni, nei processi di autorizzazione, che, nel caso di istanza da parte del gestore dell'impianto di utilizzo, dovranno essere considerati dall'autorità competente uno ad uno; (...);
    a rafforzare con ogni strumento a disposizione, in particolare in materia di emissioni inquinanti, il processo di costruzione di un moderno ed efficace sistema di controlli ambientali in tempo reale, al fine di garantire ai cittadini effettive ed efficaci forme di tutela della salute e assieme dell'ambiente, anche con la prescrizione di precise procedure tecniche che impongano agli operatori l'obbligo di rendere disponibili on line i dati raccolti» –:
   se e come il Governo abbia attuato gli impegni impartiti dall'Assemblea della Camera a seguito dell'approvazione della mozione n. 1-00193 del 22 ottobre 2013 e se nella ricognizione dello stato di utilizzo del CSS da parte dei cementifici sul territorio nazionale sia stato preso in considerazione l'impianto Italcementi di Calusco d'Adda;
   se i Ministri interrogati non intendano assumere le opportune iniziative a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, anche per il tramite del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, per verificare lo stato dei luoghi e il livello d'inquinamento dell'area in cui sorge il cementificio, nonché il tipo di CSS utilizzato dall'azienda (se CSS o CSS-combustibile ossia combustibile certificato e di qualità), la tracciabilità del combustibile, la quantità e qualità degli inquinanti che si prevede l'impianto possa emettere a seguito all'incremento di utilizzo di CSS, nonché i monitoraggi previsti. (4-08891)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 11 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 588
4-08891
presentata da
GRIMOLDI Paolo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione di cui in esame, tenuto conto delle informazioni acquisite anche presso la regione Lombardia e la provincia di Bergamo, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che la competenza in materia di autorizzazione di nuovi impianti per la gestione rifiuti, anche pericolosi, l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, nonché l'autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero di rifiuti, anche pericolosi, è allo stato, in carico alle amministrazioni regionali, fatte salve le competenze statali previste dall'articolo 195, comma 1, lettera f), e di cui all'articolo 7, comma 4-bis, del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Tra le competenze degli enti territoriali rientrano anche la pianificazione della gestione integrata dei rifiuti, ai sensi dell'articolo 199 del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, oltre che le attività di controllo presso gli impianti di gestione dei rifiuti, competenza delle province, ai sensi dell'articolo 197 dello stesso decreto. In particolare le province possono avvalersi, per effettuare le necessarie verifiche ed ispezioni ambientali, di organismi pubblici, ivi incluse, le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente.
  Con il decreto 14 febbraio 2013, n. 22 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è stato adottato il regolamento recante la «Disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152». Al riguardo, si precisa che il decreto ministeriale in questione non opera una trasformazione dei cementifici in impianti di incenerimento, ma, al contrario, limita l'utilizzo del CSS-combustibile ai soli cementifici che, nell'ambito dell'autorizzazione integrata ambientale, rispettano i valori limite di emissione e le condizioni di esercizio degli impianti di coincenerimento, cioè di recupero di energia dai rifiuti. Pertanto sia i cementifici che gli impianti di coincenerimento, operano alle medesime condizioni per quanto attiene ai valori limite di emissione degli inquinanti in atmosfera.
  Al riguardo, si precisa che l'articolo 15, comma 1, del decreto ministeriale sopra citato, ha istituito, presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Comitato di vigilanza e controllo, composto da nove esperti nella materia, con i seguenti compiti: a) garantire il monitoraggio della produzione e dell'utilizzo del CSS-combustibile ai fini di una maggiore tutela ambientale nonché la verifica dell'applicazione di criteri di efficienza, efficacia ed economicità; b) promuovere la cooperazione ed il coordinamento tra tutti i soggetti interessati alla produzione e all'utilizzo del CSS-combustibile; c) esaminare il livello qualitativo e quantitativo della produzione e dell'utilizzo del CSS-combustibile; d) intraprendere le iniziative idonee a portare a conoscenza del pubblico informazioni utili o opportune in relazione alla produzione e all'utilizzo del CSS-combustibile, anche sulla base dei dati trasmessi dai produttori e dagli utilizzatori di cui all'articolo 14; e) assicurare il monitoraggio sull'attuazione della presente disciplina, garantire l'esame e la valutazione delle problematiche collegate, favorire l'adozione di iniziative finalizzate a garantire applicazione uniforme e coordinata del presente regolamento e sottoporre eventuali proposte integrative o correttive della normativa. Tale comitato di vigilanza e controllo si è insediato in data 20 febbraio 2014 e si riunisce periodicamente. Nell'ambito dei lavori condotti dal comitato, sono state esaminate e valutate diverse problematiche e criticità con particolare riferimento ai potenziali ostacoli di natura sociale, amministrativa, tecnica e normativa, che impediscono la puntuale applicazione della disciplina del CSS-combustibile sul territorio nazionale. Lo stesso comitato, inoltre, ha predisposto ed approvato il rapporto annuale 2015, contenente l'elenco dei processi autorizzativi avviati dalle autorità competenti locali dopo l'entrata in vigore del decreto, sulla base dei dati forniti direttamente dalle autorità territoriali competenti.
  Si fa presente, in particolare, che la stessa provincia di Bergamo ha comunicato, in data 28 agosto 2015, che l'attività svolta da Italcementi S.p.A. nello stabilimento di Calusco d'Adda è diretta alla produzione di cemento a partire da clinker ottenuto per cottura di marna e calcare e che lo stabilimento è in possesso di autorizzazione integrata ambientale, rilasciata da regione Lombardia con decreto regionale n. 934 del 7 agosto 2006. Sono attualmente utilizzati sia combustibili convenzionali petcoke-coke di petrolio quale combustibile principale, olio combustibile e metano (limitatamente ad alcune condizioni operative-fasi di avviamento), sia combustibili alternativi, in parziale sostituzione dei combustibili convenzionali.
  L'utilizzo di CDR (combustibili derivati dal rifiuto) (CER 191210) successivamente ad una sperimentazione condivisa, effettuata in più fasi, a partire dal 2007, è stato autorizzato in conformità alle norme tecniche UNI 9903-1, per un quantitativo massimo di 30.000 tonnellate/anno e biomasse vegetali non rifiuto, di cui all'allegato X alla parte V del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  La provincia di Bergamo ha, altresì, rappresentato che Italcementi ha recentemente progettato:
  di incrementare da 30.000 tonnellate/anno a 110.000 tonnellate/anno il quantitativo di combustibili costituiti da rifiuti solidi non pericolosi (CSS) da utilizzare in parziale sostituzione dei combustibili fossili convenzionali;
   di diversificare le tipologie di rifiuti CSS (combustibili solidi secondari) utilizzabili;
  di utilizzare anche CSS-combustibile ex decreto ministeriale 14 febbraio 2013, n. 22 (non rifiuto).

  Per tale progetto la Italcementi S.p.A. ad ottobre 2014, ha presentato alla provincia di Bergamo, quale autorità competente individuata dalla regione per entrambi i procedimenti, istanza di Valutazione di impatto ambientale, oltre che di modifica sostanziale dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata per lo stabilimento di Calusco d'Adda.
  Come previsto dalla legge regionale n. 5 del 2010 la stessa provincia di Bergamo ha indetto una prima conferenza di servizi istruttoria per l'11 febbraio 2015, convocando gli enti pubblici competenti al rilascio dei successivi titoli autorizzatori del progetto ai fini paesistico-ambientali, e gli enti territoriali che hanno chiesto di partecipare al procedimento ai sensi dell'articolo 2, comma 11.
  La medesima provincia di Bergamo, valutate le osservazioni formulate dai vari enti e soggetti interessati, ha formulato una richiesta di integrazioni ad Italcementi. Italcementi ha prodotto le dovute integrazioni ed ha fatto pervenire anche le valutazioni richieste dalla ASL di Bergamo. La documentazione sarà comunque oggetto di valutazione, da parte dei soggetti istituzionalmente competenti, nell'ambito del procedimento di Valutazione di impatto ambientale, contemplato dalla normativa vigente.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento da idrocarburi

diritto dell'ambiente

protezione dell'ambiente