ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08874

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 413 del 22/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 22/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LABRIOLA VINCENZA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 22/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 22/04/2015
Stato iter:
24/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/09/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/09/2015

CONCLUSO IL 24/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08874
presentato da
CAPELLI Roberto
testo di
Mercoledì 22 aprile 2015, seduta n. 413

   CAPELLI e LABRIOLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che:
   stante l'ultimo censimento l'Italia è il quarto Paese dell'Unione europea per popolazione, dopo Germania, Francia e Regno Unito;
   l'ultimo censimento registra, infatti, oltre 60 milioni gli abitanti nel nostro Paese, con una densità demografica di oltre 200 persone per chilometro quadrato, la più alta d'Europa;
   attualmente il personale operativo del corpo nazionale dei vigili del fuoco, infatti, conta circa 28 mila unità, mentre ne sarebbero necessarie almeno altre 15 mila per garantire una vera efficienza, considerando anche il turn over annuale per i pensionamenti, che si aggira sulle 500 unità annue;
   la riforma dovuta alla legge 252 del 2004 ha, di fatto, colpito duramente il corpo nazionale dei vigili del fuoco, collocandolo in un sistema più vicino alle logiche della pubblica sicurezza piuttosto che a quelle del soccorso e dell'incolumità delle persone, come sarebbe naturale;
   in venti anni, in realtà, un servizio essenziale per la popolazione è stato messo in ginocchio da politiche di tagli, che hanno ridotto almeno del 40 per cento i fondi dedicati al corpo nazionale dei vigili del fuoco;
   i risultati sono sotto gli occhi di tutti: organici ormai ridotti all'osso, inferiori a quelli europei in maniera più che preoccupante: si calcola che vi sia 1 vigile del fuoco ogni 15 mila italiani, mentre nel resto dell'Europa il rapporto è di 1 a 1.000;
   l'intera popolazione italiana censita, dovrebbe essere servita dal servizio antincendio di 29.500 vigili del fuoco, oltre al migliaio di unità del personale Sati, direttivi non coinvolti negli eventi di soccorso;
   in realtà alla cifra di 29.500 va sottratto un 20 per cento fisiologico di assenze, che porta la cifra a 23.600 unità, divise in quattro turni da 5.900 vigili del fuoco, cui, ancora, vanno sottratte le 2.000 unità di servizio negli aeroporti (35 in tutta Italia), che non possono essere utilizzate per le «normali emergenze»;
   con questo organico ridotto i vigili del fuoco devono ogni giorno fare fronte a circa 750 mila interventi annui in tutto il territorio, per una media di circa 2.060 al giorno. Non c’è da meravigliarsi poi se anche una semplice forte pioggia mette in crisi grandi città. Nel febbraio 2014, ad esempio, a Roma c'erano 187 vigili del fuoco che dovevano affrontare l'emergenza creata a circa 4 milioni di abitanti da un abbondante nubifragio;
   al contrario di quanto auspicabile, il progetto di riordino del Governo, pubblicato ormai un anno fa, nell'aprile 2014 con un modello organizzativo basato su turnover limitato, spending review, innalzamento dell'età pensionabile, ulteriori riduzioni di risorse per uomini e mezzi;
   al contrario appare evidente la necessità di potenziare in tempi rapidi le dotazioni organiche dei vigili del fuoco, in modo da cercare quantomeno di avvicinare quegli standard europei dai quali oggi, come detto, siamo lontanissimi, o come previsto anche dallo studio tecnico denominato «Soccorso Italia in venti minuti»;
   un contributo importante al riguardo sarebbe dato dalla stabilizzazione dei numerosi vigili del fuoco «discontinui» che hanno un importante ruolo nel Corpo, ma che vivono una situazione di perenne, inaccettabile, precariato;
   siamo di fronte ad un assurdo: moltissime professionalità di alto livello, infatti, non vengono prese in considerazione e si tende, anzi, a tagliare proprio quei «discontinui» che, invece, sono fondamentali;
   in particolare, esiste un assurdo limite di età, 37 anni, superato il quale diviene impossibile l'assunzione anche di chi sta prestando servizio nel corpo dei vigili del fuoco come discontinuo da molti anni, accumulando un'esperienza che non deve essere sprecata per cavilli burocratici;
   intervenendo concretamente su sprechi e spese inutili, invece, sarebbe possibile procedere in tempi rapidi all'assunzione a tempo indeterminato di queste figure professionali, cancellano un'ingiusta condizione di precarietà da parte di chi da tempo sta lavorando per affrontare le numerose emergenze di un Paese strutturalmente fragile, e dall'altra contribuendo a risollevare, almeno in parte, i numeri deficitari del personale dei vigili del fuoco cui si è fatto riferimento poco sopra;
   il tema dei discontinui va, comunque, affrontato. Qualora fosse impossibile assumere a tempo indeterminato il personale precario del corpo dei vigili del fuoco che ha già prestato servizio sino ad oggi, sarebbe utile prevedere percorsi semplificati per assunzioni nel pubblico impiego e nel privato, utilizzando l'addestramento, le conoscenze e le esperienze acquisite nel soccorso e nelle emergenze, come bagaglio professionale da sfruttare come titolo in più per qualsiasi posto di lavoro;
   sarebbe anche possibile pensare all'estensione della riserva di posti in tutti i concorsi della pubblica amministrazione, così come già previsto per i volontari delle forze, con la differenza che i discontinui del corpo nazionale dei vigili del fuoco hanno una formazione per quel che riguarda l'antincendio e la gestione dell'emergenza che possono essere utilissimi in ogni posto di lavoro;
   numerosi sono i discontinui che lavorano da almeno venti anni nel corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si tratta con tutta evidenza di un lavoro usurante che dovrebbe consentire uno scivolo pensionistico per coloro che, dopo così tanto tempo di lavoro precario, intendessero andare in pensione, anche tenendo conto del fatto che nel corso degli anni il numero di giorni di lavoro di molti di questi discontinui è sceso sotto il 78 giorni annui, soglia minima per la mini-Aspi –:
   se i Ministri interrogati, per quanto di loro competenza non ritengano necessario agire per affrontare concretamente una situazione, quella dei cosiddetti «discontinui» del corpo nazionale dei vigili del fuoco che non solo costringe moltissime persone valide a vivere una vita di costante precarietà, in un lavoro certamente non facile quale quello di vigile del fuoco, ma che se affrontata con mezzi concreti, potrebbe contribuire in modo significativo alla risoluzione del gravissimo deficit di personale nel corpo nazionale dei vigili del fuoco. (4-08874)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 489
4-08874
presentata da
CAPELLI Roberto

  Risposta. — Il Ministero dell'interno ha avvertito da sempre l'esigenza di non disperdere le professionalità acquisite dal personale volontario negli anni di servizio. Ciò è testimoniato, da un lato, dalla previsione a regime, in favore di tale categoria, di una riserva del 25 per cento dei posti nei concorsi pubblici per l'accesso alla qualifica di vigile del fuoco; dall'altro, dall'indizione in via eccezionale, nell'agosto del 2007, di una procedura di stabilizzazione riservata ai vigili volontari con almeno tre anni di anzianità di iscrizione negli appositi elenchi e 120 giorni di servizio.
  Tale procedura, che è derogatoria del principio costituzionale dell'accesso all'impiego nelle pubbliche amministrazioni mediante concorso pubblico, è ancora aperta e tale rimarrà fino al 31 dicembre 2016, in virtù della concorde volontà del Parlamento e del Governo.
  A tutt'oggi, essa ha consentito di immettere nei ruoli dei vigili del fuoco permanenti oltre 3 mila volontari e consentirà di immetterne altri 300 nel secondo semestre dell'anno in corso, nell'ambito dell'operazione di incremento della dotazione organica di cui all'articolo 3, comma 3-
nonies, del decreto-legge n. 90 del 2014. Inoltre, fino alla data di validità della graduatoria di stabilizzazione (fissata attualmente – come detto – al 31 dicembre 2016), il 50 per cento delle assunzioni nella qualifica di vigile del fuoco, che potranno essere effettuate a titolo di turn over, saranno riservate ai volontari utilmente collocati nella graduatoria medesima.
  Ai fini di ulteriori stabilizzazioni, saranno necessari, invece, mirati interventi legislativi, che dovranno farsi carico di reperire la necessaria copertura finanziaria, oltreché di realizzare un equilibrato bilanciamento delle varie aspirazioni e interessi coinvolti.
  Per quanto concerne l'età, si rappresenta che il limite di 37 anni per la partecipazione dei concorsi riservati ai vigili volontari è espressamente disciplinato dalla legge n. 246 del 2000, concernente il «Potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco».
  Si tratta, peraltro, di un limite significativamente superiore a quello richiesto dal concorso pubblico per l'accesso alla qualifica di vigile del fuoco permanente (30 anni), proprio in considerazione dell'esperienza maturata dai vigili volontari nel Corpo nazionale.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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