ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08734

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 406 del 10/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: LIBRANDI GIANFRANCO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 10/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/04/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08734
presentato da
LIBRANDI Gianfranco
testo di
Venerdì 10 aprile 2015, seduta n. 406

   LIBRANDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   secondo l'Eurostat, la spesa per sostegni al reddito per disoccupazione e sospensione del rapporto di lavoro in Italia è aumentata da 11,3 miliardi del 2008 a 24 miliardi del 2012 (+113 per cento), mentre in Germania, con una popolazione molto più numerosa, questa spesa per gli ammortizzatori sociali ha subito una flessione da 25,7 miliardi del 2008 a 24,8 miliardi del 2012 (-4 per cento);
   la spesa per gli ammortizzatori sociali in Italia nel 2012 è già oggi, come percentuale del PIL (1,5 per cento), superiore a quella della media europea (1,2 per cento) e di molti grandi paesi come la Francia (1,4 per cento), la Germania (0,9 per cento) e il Regno Unito (0,3 per cento) ed è destinata ad aumentare ulteriormente in seguito alle riforme che hanno ampliato la platea dei beneficiari e la durata delle prestazioni (secondo il bilancio sociale dell'INPS, la spesa per ammortizzatori nel 2013, al netto dei contributi figurativi, è aumentata rispetto all'anno precedente del 15,8 per cento);
   la spesa per le prestazioni di disoccupazione e di sospensione dal lavoro in Italia appare fuori controllo e non più sostenibile soprattutto per la quota a carico della fiscalità generale che è pari al 61,7 per cento della spesa complessiva comprensiva dei contributi figurativi (il 38,3 per cento proviene dai contributi delle imprese e dei lavoratori) e per le prestazioni in deroga — non solo a causa della crisi occupazionale, ma anche perché non è praticato, se non in pochi centri per l'impiego, il principio di condizionalità che lega la fruizione dei sostegni al reddito ai doveri di attivazione del beneficiario (accettazione delle offerte di lavoro, di formazione e di lavori socialmente utili, obbligo di sostenere periodici colloqui, e altro);
   la mancata attuazione del principio di condizionalità è determinata dalla impossibilità da parte della maggioranza dei servizi per l'impiego pubblici di convocare in tempi brevi i beneficiari di ammortizzatori sociali per il primo colloquio, di offrire loro proposte di lavoro o di formazione e di riconvocarli periodicamente per verificare e accompagnare l'attuazione del piano di azione individuale;
   i primi risultati del programma Garanzia Giovani segnalano che una gran parte dei centri per l'impiego non è nelle condizioni di rispettare l'impegno di garantire ai giovani, entro quattro mesi dall'inizio della disoccupazione, un'offerta di lavoro, di tirocinio o di formazione, nonostante il bonus occupazionale per le aziende: dal primo maggio 2014 al 25 marzo 2015 si sono iscritti 476 mila giovani, i centri per l'impiego, dopo circa 11 mesi dall'inizio del programma, sono riusciti a contattare per il primo colloquio 234 mila persone (49 per cento degli iscritti) e solo 49 mila hanno ricevuto un'offerta (10 per cento degli iscritti);
   la difficoltà da parte dei servizi per il lavoro pubblici di erogare ai disoccupati i servizi previsti dalla legge è causata, innanzitutto, dal sottodimensionamento del loro personale: in Italia gli addetti dei centri pubblici per l'impiego sono circa 9 mila e ognuno dovrebbe attivare mediamente 254 disoccupati; nel Regno Unito gli addetti sono 78 mila e ognuno ha in carico 20 disoccupati che devono recarsi al job center plus almeno ogni 15 giorni per dare conto delle ricerche di lavoro effettuate; in Germania gli addetti sono 110 mila e ognuno ha in carico 26 disoccupati; in Francia gli addetti sono circa 50 mila e ognuno ha in carico mediamente 65 disoccupati;
   l'Italia spende a favore dei centri pubblici per l'impiego solo l'1,8 per cento del totale degli stanziamenti per le politiche del lavoro (meno di 500 milioni di euro nel 2011, pari allo 0,03 per cento del PIL). Quote ben più elevate sono spese dalla Germania (19,2 per cento, pari a 9,1 miliardi di euro), dalla Francia (11 per cento, pari a 5,1 miliardi di euro) e dal Regno Unito (46,3 per cento, pari a 5,6 miliardi di euro). L'80 per cento della spesa per le politiche del lavoro è dedicata in Italia agli ammortizzatori sociali, a fronte del 56 per cento della Germania, al 60 per cento della Francia e al 43 per cento del Regno Unito;
   la maggioranza dei centri pubblici italiani non ha personale specializzato per raccogliere le offerte di lavoro delle imprese e per offrire loro un servizio di preselezione dei candidati per la copertura dei posti vacanti e, di conseguenza, non è in grado di proporre ai disoccupati registrati offerte di lavoro, limitandosi a erogare, nella maggior parte dei casi, misure di orientamento e di formazione, mentre negli, altri paesi europei la quota di personale dei servizi pubblici dedicata a queste attività varia dal 33 per cento della Francia al 51 per cento del Regno Unito;
   alla luce delle precedenti criticità, non sorprende che gli occupati dipendenti che hanno trovato lavoro attraverso i 556 centri per l'impiego italiani (33 mila nel 2013) rappresentano il 2,6 per cento della platea dei disoccupati registrati (2,2 milioni nel 2012), quota che sale al 19 per cento nel Regno Unito e in Germania e al 56 per cento in Svezia –:
   quali iniziative intenda adottare per contenere la spesa per gli ammortizzatori sociali attraverso la riduzione del tempo di transizione dallo stato di disoccupato sussidiato a quello di occupato, anche al fine di dedicare maggiore risorse al rafforzamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive; – quali misure intenda adottare per adeguare il numero degli operatori dei centri per l'impiego in modo che sia o, in rapporto con gli utenti e in particolare con i percettori di ammortizzatori sociali, al di sopra della soglia minima che nei paesi dell'Unione europea è considerata necessaria per offrire un servizio efficace ed efficiente alle persone in cerca di lavoro e alle imprese in cerca di lavoratori (un operatore per ogni 80-100 disoccupati registrati);
   se ritenga indispensabile e urgente, per far sì che i centri per l'impiego possano erogare servizi efficaci ed efficienti per la più rapida ricollocazione dei disoccupati percettori di sussidi e per adeguare il numero dei loro operatori, far confluire, in via prioritaria, nella Agenzia nazionale per l'occupazione le risorse umane, finanziarie è strumentali dell'unico ente strumentale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali «Italia Lavoro» — come è previsto espressamente dall'articolo 1, comma 4, lettere c), f) e h) della legge 10 dicembre 2014, n. 183 — che da anni promuove e gestisce con efficacia e con risorse del Fondo sociale europeo azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale in tutte le regioni italiane, spesso in diretto affrancamento degli operatori dei centri per l'impiego, come è stato del resto riconosciuto dalla Corte dei conti con le deliberazioni n. 17/2008/G («Attività di controllo e di vigilanza — Governance – del Ministero del lavoro nei confronti della Società Italia Lavoro S.p.A.») e n. 4/2014/G («L'evoluzione del sistema degli Ammortizzatori sociali e relativo impatto economico»), in particolare a proposito dei progetti «welfare to work» portati avanti dall'Amministrazione, prevalentemente con il ricorso all'Agenzia tecnica Italia Lavoro S.p.A.;
   se ritenga, inoltre, che la stessa Agenzia tecnica abbia tutte le competenze per formare adeguatamente il personale in esubero di enti, come per esempio le province e le camere di commercio, in modo che possa confluire ed essere operativo entro breve tempo all'interno della stessa Agenzia nazionale e per dare assistenza tecnica alle istituzioni formative per la realizzazione del nuovo contratto di apprendistato duale per la qualifica, il diploma e la specializzazione professionale, previsto dallo schema di decreto legislativo di riforma delle tipologie contrattuali in attuazione della legge 10 dicembre 214, n. 183, anche sulla base dell'esperienza acquisita da Italia Lavoro nella realizzazione del progetto «FIxO» che ha supportato le scuole secondarie superiori nell'erogazione dei servizi di placement per gli studenti. (4-08734)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ufficio del lavoro

disoccupato

soppressione di posti di lavoro