ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08689

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 404 del 08/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: PETRAROLI COSIMO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/04/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/04/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/05/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/04/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 05/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08689
presentato da
PETRAROLI Cosimo
testo presentato
Mercoledì 8 aprile 2015
modificato
Martedì 14 aprile 2015, seduta n. 408

   PETRAROLI, MANNINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
dall'articolo de Il Sole 24 Ore dal titolo «Italia a rischio maxi-multa UE» del 25 marzo 2015 si apprende che l'Italia rischia di dover pagare sanzioni all'Unione europea per 482 milioni di euro l'anno se entro la fine del 2015 non riuscirà a dimostrare che tutti gli «agglomerati» urbani con più di 2.000 abitanti equivalenti siano dotati di reti fognarie e depurative;
la direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991 concerne la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, nonché il trattamento e lo scarico delle acque reflue originate da taluni settori industriali. Essa ha lo scopo di proteggere l'ambiente dalle ripercussioni negative provocate dai summenzionati scarichi di acque reflue;
con il decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, all'articolo 9, comma 4, è stato prorogato al 30 settembre 2015 il termine previsto per l'attivabilità della procedura di esercizio del potere sostitutivo del Governo, anche con la nomina di commissari straordinari, al fine di accelerare la progettazione e la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione oggetto di procedura d'infrazione o di provvedimento di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea riguardo all'applicazione della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane;
la Corte di giustizia europea, in data 10 aprile 2014, ha dichiarato l'inadempienza dell'Italia per il mancato rispetto della normativa comunitaria relativa al trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE), condannandola al pagamento delle spese (Causa C-85/13);
la Commissione europea ha aperto una nuova procedura d'infrazione (2014/2059), inviando alle autorità italiane una lettera di costituzione in mora ex articolo 258 del TFUE, per la non conforme applicazione della direttiva sulle acque reflue urbane. Le osservazioni poste dalla Commissione riguardano la non conformità del sistema di depurazione delle acque reflue rispetto alla direttiva. Si fa riferimento alla non dimostrata esistenza di un sistema di raccolta delle acque reflue, all'inadeguatezza dei sistemi individuali o di altri sistemi adeguati (IAS), alla mancata giustificazione della riduzione dei carichi attribuiti ad alcuni agglomerati, alla mancanza o l'insufficienza delle informazioni fornite dall'Italia. Per la Commissione europea gli impianti esistenti non garantiscono il trattamento adeguato delle acque reflue;
con la delibera CIPE 60/2012 il Governo stanziava 1,7 miliardi di euro di fondi Fas per realizzare fogne e depuratori nelle aree sotto infrazione;
con il decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014 detto «Sblocca Italia», convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, all'articolo 7, comma 6, per garantire il rispetto della normativa europea in materia di gestione dei servizi idrici, è stato istituito un fondo ad hoc destinato agli interventi di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione, finanziato attraverso la revoca delle risorse stanziate per le regioni del Sud dalla delibera CIPE 60/2012, per i quali, al termine del 30 settembre 2014, non siano stati assunti atti giuridicamente vincolanti e, a seguito di verifiche dell'Ispra, siano presenti obiettivi impedimenti di tipo tecnico-progettuale o urbanistico;
l'utilizzo delle risorse del fondo è condizionato all'avvenuto affidamento al gestore unico del servizio idrico integrato dell'Ato, e alla partecipazione con il co-finanziamento degli interventi a valere sulla tariffa del servizio idrico integrato. I criteri, le modalità e l'entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione sono definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto, per quanto di competenza, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
in merito all'attuazione degli accordi di programma quadro sottoscritti per l'attuazione degli interventi nel settore del trattamento delle acque, di cui alla delibera CIPE 60/2012 il sottosegretario Gabriele Toccafondi – rispondendo all'interpellanza n. 2-00452 a prima firma della deputata Federica Daga – ha evidenziato che prima dell'avvio delle procedure di aggiudicazione, per una verifica dell'efficienza e dell'efficacia del progetto stesso rispetto al conseguimento dell'obiettivo, ossia al superamento del contenzioso, le regioni presentino al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare i progetti a base e che nel corso l'unità di verifica tecnica, appositamente costituita ha analizzato un totale di 87 progetti inviati dalle regioni Puglia (20), Sardegna (15), e Sicilia (52) e che nessun progetto è stato inviato dalle regioni Basilicata, Calabria e Campania. Il sottosegretario Toccafondi ha, inoltre, evidenziato che «le difficoltà nel superare il contenzioso risiede soprattutto nella mancanza di finanziamento delle opere infrastrutturali» e che a seguito di una ricognizione, riferita alle sole regioni del centro-nord, degli interventi e relativi fabbisogni nel settore fognario-depurativo sono stati individuati 896 interventi, parte dei quali risolutivi del contenzioso in argomento, per un fabbisogno pari a circa un miliardo e ottocento milioni di euro;
come richiesto anche con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-07231, a prima firma Mannino, rimasta inevasa, sarebbe utile poter ottenere l'elenco degli interventi finanziati a valere sui fondi assegnati con la delibera CIPE 60/2012, rispetto ai quali i presidenti delle regioni o i commissari hanno comunicato la mancata assunzione d'impegni giuridicamente vincolanti alla data del 30 settembre 2014;
il Governo inoltre, dovrebbe chiarire se, ai fini della revoca delle risorse di cui alla delibera CIPE 60/2012 e della successiva riassegnazione di quest'ultime al fondo istituito di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n. 133 del 2014, intenda adottare criteri, al fine di distinguere le situazioni nelle quali sono presenti obiettivi impedimenti di carattere tecnico da quelle contraddistinte dall'inerzia del soggetto attuatore;
l'eventuale partecipazione al finanziamento degli interventi a valere sulla tariffa del servizio idrico integrato previsto dal citato articolo 7, comma 6 – laddove riguardi situazioni oggetto di contenzioso tra la Repubblica italiana e la Commissione europea per inadempimento della direttiva 91/271/CEE, determinatesi per l'inerzia dei soggetti attuatori e per il mancato utilizzo di risorse pubbliche precedentemente assegnate – dovrebbe essere preceduta e/o accompagnata dalla segnalazione ai competenti organi per l'accertamento di eventuali responsabilità, anche erariali, dei soggetti inadempienti, giacché costituisce una beffa nei confronti dei cittadini e il Consiglio dei ministri dovrebbe procedere all'esercizio dei poteri sostitutivi previsti dall'articolo 7, comma 7, del decreto-legge 133 del 2014 per accelerare la realizzazione degli interventi necessari ad assicurare il rispetto degli obblighi dettati direttiva 91/271/CEE negli agglomerati oggetto di procedura d'infrazione o già di una prima condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea;
occorrerebbe chiarire infine se la stima, pari a circa un miliardo e ottocento milioni di euro, delle somme da reperire per garantire il pieno rispetto delle disposizioni della direttiva 91/271/CEE nel nostro Paese – formulata dal Sottosegretario Toccafondi rispondendo alla citata interpellanza n. 2-00452 – già ancora corretta, in altre parole se, e con quale ordine di grandezza, vada aggiornata alla luce della procedura d'infrazione n. 2014-2059 che contesta violazioni generalizzate della stessa direttiva in circa 900 agglomerati localizzati in quasi tutte le regioni italiane;
risultano, alla data odierna, non appaltati 1,2 miliardi di euro della programmazione 2007-2013 (fondi europei e Fsc) per depurazione e reti idriche –:
quali iniziative intenda promuovere il Governo per accelerare le opere riguardanti l'adeguamento alla direttiva 91/271/CEE. (4-08689)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona urbana

applicazione del diritto comunitario

acque di scarico