ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08679

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 404 del 08/04/2015
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/04/2015
Stato iter:
09/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/10/2015
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/10/2015

CONCLUSO IL 09/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08679
presentato da
BORDO Franco
testo di
Mercoledì 8 aprile 2015, seduta n. 404

   FRANCO BORDO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il decreto-legge n. 133 del 2014, «Sblocca Italia», all'articolo 35, prevede l'individuazione di ulteriori impianti di incenerimento da realizzare per coprire il fabbisogno residuo del territorio nazionale, con finalità di riequilibrio socio-economico tra le diverse aree; il comma 3 dell'articolo 35, dispone inoltre, per tali impianti, l'autorizzazione a saturazione del carico termico, siano essi esistenti o da realizzare;
   l'amministrazione comunale di Cremona sta procedendo da tempo nel percorso di chiusura dell'impianto di termocombustione per l'incenerimento dei rifiuti presente sul territorio comunale;
   all'indomani del decreto-legge «Sblocca Italia» il sindaco Gianluca Galimberti e l'assessore all'ambiente Alessia Manfredini hanno inviato una lettera al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti e all'assessore regionale della Lombardia Claudia Maria Terzi su mandato del consiglio comunale di Cremona, chiedendo che «Il termovalorizzatore di Cremona non sia nella rete nazionale per la circolazione dei rifiuti istituita dal decreto-legge denominato Sblocca Italia». Le motivazioni addotte dall'amministrazione sono quella dei «Limiti tecnici dell'impianto» e della «appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in termini di inquinamento atmosferico»;
   nella lettera vengono illustrati i passaggi compiuti sino ad ora: «Dal 13 marzo 2014, con delibera regionale n. 1511 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa relativo al decommissioning del termovalorizzatore di Cremona. Il protocollo è stato stipulato tra regione Lombardia, provincia di Cremona, comune di Cremona, Asl e Arpa per avviare attività finalizzate alla valutazione tecnica del ruolo dell'impianto di incenerimento rifiuti di Cremona nella complessiva filiera di gestione dei rifiuti urbani a scala comunale, provinciale e regionale e alla valutazione di alternative all'esercizio dello stesso»;
   viene ricordato che dal 31 dicembre 2014 la linea 1 dell'impianto è ferma per ottemperare alle prescrizioni previste dai decreti Aia (autorizzazione integrata ambientale) n. 12055 del 18 ottobre 2007, n. 1997 del 12 marzo 2012 e n. 4702 del 3 giugno 2013 e quindi ad oggi è in funzione unicamente la seconda linea. Il termovalorizzatore risulta pertanto autosufficiente per lo smaltimento previsto. Allo stato attuale non è possibile valutare se l'impianto sia in grado di soddisfare quanto richiesto dal comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 133 del 12 settembre 2014;
   sindaco ed assessore sottolineano inoltre che «l'impianto funziona già al massimo delle potenzialità previste, ovvero circa 70.000 tonnellate a fronte di 120.000 tonnellate teoriche. Ciò in virtù dell'aumento del potere calorifico dei rifiuti conferiti dovuto al maggior contenuto in plastica e al progressivo aumento della raccolta differenziata a livello provinciale, con particolare riferimento a secco/umido. Di conseguenza, il termocombustore di Cremona – anche quando le due linee sono funzionanti contemporaneamente – può ricevere un quantitativo di rifiuti di poco superiore del 50 per cento a quello nominale. Nella lettera si specifica inoltre che l'impianto, attivo dal 1997, risulta tra quelli meno performanti dal punto di vista energetico e dell'efficienza in Lombardia»;
   si specifica inoltre che «Lgh Holding, proprietaria dell'impianto che gestisce attraverso Aem Gestioni srl, il 23 gennaio 2015, durante la terza riunione del gruppo di lavoro sul decommissioning, ha annunciato l'avvio di un tavolo interno per studiare le prospettive dell'impianto a breve, medio e lungo termine, in base alla normativa vigente, valutando sostenibilità economica, sostenibilità del ciclo dei rifiuti, indicatori ambientali, quadro contrattuale, quadro sociale (occupazionale) e teleriscaldamento. È previsto che tale studio sia completato entro il mese di ottobre 2015. Ad oggi non sono noti i costi per l'adeguamento dell'impianto nel medio e lungo periodo ai sempre più elevati standard di qualità richiesti dall'Unione europea»;
   infine, nella lettera, il sindaco e l'assessore chiariscono che «Cremona è già inserita, in base al Piano regionale della qualità dell'aria in Lombardia, che ha aggiornato la zonizzazione del territorio regionale, nelle cosiddette zone A, cioè tra le zone critiche e quindi più sensibili ai fini dell'applicazione dei criteri e dei limiti di emissione per gli impianti di produzione di energia, alle misure che pongono limiti al traffico veicolare e alle emissioni degli impianti termici civili». «Confidiamo che gli elementi sopra esposti – concludono nella loro lettera il sindaco Galimberti e l'assessore Alessia Manfredini – possano consentire di fare una valutazione oggettiva della situazione e chiediamo a Governo e Regione, alla luce dei limiti tecnici dell'impianto e sulla base dell'appartenenza del territorio comunale alle aree critiche in termini di inquinamento atmosferico, l'esclusione del termovalorizzatore di Cremona dall'articolo 35 dello Sblocca Italia»;
   il piano provinciale di Cremona per la gestione dei rifiuti (Pprg), prefigura infatti possibili scenari alternativi all'impiego dell'inceneritore di Cremona come elemento essenziale della filiera di gestione del rifiuto urbano. Il consiglio regionale lombardo ha votato una risoluzione che impegna la giunta a definire criteri di «decommissioning selettivo», allo scopo di andare verso la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento a più bassa performance energetica e ambientale, e la cui capacità risulti in esubero rispetto al fabbisogno di rifiuto urbano prodotto in Lombardia. A questo proposito, l'impianto di Cremona è stata individuato come possibile esperienza pilota in questo senso;
   l'amministrazione comunale di Cremona nello specifico e complessivamente i 115 comuni della provincia di Cremona, seppur con tempistiche differenti, sono impegnati da oltre 15 anni nell'aumento della percentuale di raccolta differenziata con l'obbiettivo complessivo di giungere entro il 2015 al 70 per cento di rifiuti destinati a riciclo su base provinciale;
   la normativa comunitaria relativa alla questione dei rifiuti e principalmente la direttiva 2008/98/CE, integrata nel decreto-legge aprile 2006, n. 152, attraverso il decreto-legge 3 dicembre 2010, n. 205, prevede alcuni criteri di priorità nella gestione degli stessi, attraverso la fissazione di una gerarchia che parte dalla prevenzione, seguita da: preparazione per il loro utilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (ad esempio a fini energetici) e, infine, smaltimento;
   la direttiva 2008/98/CE, al sesto considerando, recita «L'obiettivo principale di qualsiasi politica in materia di rifiuti dovrebbe essere di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l'ambiente. La politica in materia di rifiuti dovrebbe altresì puntare a ridurre l'uso di risorse e promuovere l'applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti» –:
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in merito alla necessità di garantire che il percorso già avviato dal comune di Cremona, su mandato dei cittadini, per la dismissione dell'impianto di incenerimento di Cremona venga rispettato, non forzando l'inserimento dell'inceneritore di Cremona nella rete nazionale per la circolazione dei rifiuti;
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in merito alla necessità di garantire che il percorso di aumento dei rifiuti destinati a riciclo e la contemporanea riduzione di quelli destinati ad incenerimento, avviato nel territorio della provincia di Cremona in conformità alla direttiva europea sopra richiamata, non venga alterato, imponendo lo smaltimento di rifiuti di provenienza esterna e vanificando così gli sforzi fatti dai 115 comuni del cremonese. (4-08679)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 9 ottobre 2015
nell'allegato B della seduta n. 499
4-08679
presentata da
BORDO Franco

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta come il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia formulato, nel corso del mese di febbraio u.s., uno schema di decreto ai sensi dell'articolo 35, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni nella legge 11 novembre 2014, n. 164.
  Tale schema, secondo le previsioni del decreto-legge su richiamato, è stato sottoposto, in data 20 marzo 2015, alla valutazione tecnica della Conferenza Stato-regioni e province autonome di Trento e Bolzano.
  Il suddetto organismo ha espresso, nel merito, un «parere favorevole subordinato all'accoglimento delle osservazioni ed emendamenti».
  A seguito delle suddette osservazioni, si è quindi proceduto, per ogni singolo impianto di incenerimento, ad aggiornare lo schema secondo i dati tecnici operativi relativi alla capacità di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati.
  In particolare, la competente direzione generale si è attivata con specifiche iniziative che hanno coinvolto tutte le amministrazioni regionali (ivi compresa la regione Lombardia) e le province autonome, nonché l'ISPRA, al fine di aggiornare i relativi dati tecnici.
  Sulla scorta di quanto sopra, si rappresenta come l'impianto di incenerimento di Cremona risulta essere individuato, nello schema finale di decreto, come impianto operativo esistente ai fini dell'articolo 35, comma 1, del predetto decreto-legge trasmesso alla Conferenza Stato-regioni per l'espressione del prescritto parere il 27 luglio 2015 per una potenzialità, dedicata al trattamento dei rifiuti urbani e assimilati, pari a 58.000 tonnellate anno di rifiuti, con previsione di chiusura dell'impianto nell'anno 2024.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

gestione dei rifiuti

rifiuti