ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08663

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 403 del 01/04/2015
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/05031
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 01/04/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2015
MARCHETTI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2015
LODOLINI EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 01/04/2015
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/04/2015
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/04/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/04/2015
MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 01/04/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 01/04/2015
Stato iter:
12/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/05/2015
GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/05/2015

CONCLUSO IL 12/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08663
presentato da
RICCIATTI Lara
testo di
Mercoledì 1 aprile 2015, seduta n. 403

   RICCIATTI, LUCIANO AGOSTINI, MARCHETTI, LODOLINI, QUARANTA, SCOTTO e FERRARA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il piano industriale 2015-2020 presentato da Poste Italiane spa a prevede la razionalizzazione e la chiusura di numerosi uffici postali in sedi periferiche;
   a livello nazionale si prevede la chiusura definitiva di circa 450 uffici mentre 600 uffici avranno un'apertura con orario ridotto;
   nelle Marche, come in altre aree del Paese, ad essere particolarmente penalizzate sono le zone periferiche. Nello specifico il processo di riorganizzazione interessa per il 36 per cento la provincia di Pesaro Urbino, con 9 razionalizzazioni e 3 chiusure; per il 24 per cento quella di Macerata con 6 razionalizzazioni e 2 chiusure; per il 21 per cento Ascoli Piceno con 3 chiusure e 4 razionalizzazioni; per il 12 per cento Ancona con 1 chiusura e 3 razionalizzazioni, e per il 6 per cento su Fermo 1 chiusura e 1 razionalizzazione;
   dal piano di sviluppo di Poste Italiane spa emerge, in sostanza, un «cambio di vocazione» che punta alla riallocazione di risorse, recuperate dalla chiusura degli uffici periferici e dalla razionalizzazione, verso nuovi servizi prevalentemente focalizzati su risparmio, assicurazioni e commerce;
   Poste Italiane è affidataria del servizio universale che garantisce a tutti i cittadini la possibilità di fruire del servizio indipendentemente dal reddito e dalla collocazione geografica;
   il fornitore del servizio universale deve garantire per almeno 5 giorni a settimana una raccolta e una distribuzione al domicilio di ogni persona (fisica o giuridica), salvo deroghe stabilite dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e notificate alla Commissione europea;
   gli uffici postali rappresentano un importante presidio sul territorio, che diventa indispensabile soprattutto per alcune categorie di cittadini come gli anziani, quelli con una scarsa dimestichezza con strumenti informatici e telematici, o che risiedono in aree periferiche del Paese;
   la delibera n. 342/14/CONS dell'Agcom ha modificato i criteri di distribuzione degli uffici postali fissati dall'articolo 2 del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 7 ottobre 2008, prevedendo criteri più restrittivi a tutela degli utenti del servizio postale universale, sopratutto in riferimento alle «aree geografiche remote del territorio nazionale, quali le “isole minori” e le “zone rurali e montane”, individuandole come “situazioni particolari” meritevoli di specifica considerazione nell'ambito del servizio postale universale»;
   la suddetta delibera impone, inoltre, a Poste Italiane di «avvisare con congruo anticipo le Istituzioni locali sulle misure di razionalizzazione; al fine di avviare un confronto sull'impatto degli interventi sulla popolazione interessata e sulla possibile individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale nelle zone periferiche»;
   il Ministro dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan ha più volte manifestato il progetto di privatizzare Poste Italiane, attualmente società per azioni con capitale detenuto interamente dal Ministero dell'economia e delle finanze;
   l'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio ha dichiarato che il contratto di servizio va ripensato perché allo stato attuale non è più sostenibile («Il piano Poste 2020 è molto ambizioso ma non può prescindere da un ripensamento del servizio universale postale adeguato alle nuove esigenze delle famiglie italiane che ora appare disallineato rispetto ai reali bisogni e quindi non più sostenibile dal punto di vista economico», dichiarazione riportata da Il Sole 24 Ore del 16 dicembre 2014);
   non rientra nelle prerogative dell'affidatario del servizio universale stabilire contenuti e limiti del servizio stesso e la funzione del servizio universale è proprio quella di garantire il servizio postale agli utenti che risiedono in zone «economicamente non vantaggiose» per una impresa che opera sul libero mercato;
   dal piano industriale di Poste 2020 ad avviso degli interroganti emerge chiaramente la tendenza dell'azienda a riallocare risorse in attività a redditività più elevata a scapito delle attività «tradizionali» del servizio postale, e con il processo di privatizzazione tale tendenza sarà verosimilmente più accentuata –:
   quali misure intendano adottare i Ministri interrogati, per garantire la piena operatività del servizio universale, in particolare modo per i cittadini che risiedono in aree svantaggiate del Paese;
   quali iniziative intendano intraprendere affinché siano rispettate e indicazioni dell'Agcom sulla concertazione tra Poste Italiane e le istituzioni del territorio nel processo di riorganizzazione degli uffici postali. (4-08663)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 12 maggio 2015
nell'allegato B della seduta n. 425
4-08663
presentata da
RICCIATTI Lara

  Risposta. — In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il contratto di programma, inoltre, consente a Poste italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Ciò premesso, in merito alle previste iniziative di chiusura o rimodulazione degli orari di apertura degli uffici postali sul territorio nazionale, e in particolare nella regione Marche, la società Poste italiane interpellata al riguardo, ha evidenziato che le misure di efficientamento e razionalizzazione previste nel piano di riorganizzazione, non comportano, nell'effettività dell'attuazione, un ridimensionamento della rete degli uffici postali, in misura tale da ridurre significativamente la fruizione da parte degli utenti di un servizio universale ragionevolmente accessibile.
  In particolare, nella regione Marche, attualmente sono attivi 416 uffici postali retail e 7 uffici dedicati alle Imprese, oltre a 230 ATM (di cui 225 fruibili h 24), rispetto ai quali sono previsti 10 interventi di chiusura e 23 interventi rimodulazione delle giornate di apertura.
  In ogni caso, Poste italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa vigente in materia e che l'attuazione dei citati interventi, oltre che le diverse modalità di attuazione degli stessi, avverranno solo dopo aver completato il dialogo avviato con le istituzioni locali.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste italiane e le amministrazioni locali. Al riguardo si fa presente che il 6 febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'amministratore delegato di Poste italiane Francesco Caio e al presidente dell'autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani per sollecitare un incontro per valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza. L'impegno alla massima concertazione tra Poste italiane e le amministrazioni locali è stato evidenziato durante l'incontro su detto avvenuto lo scorso 12 febbraio presso il Ministero dello sviluppo economico con l'amministratore delegato di Poste italiane ed il presidente dell'AGCOM.
  L'amministratore delegato di Poste italiane – pur ammettendo qualche problema di comunicazione del piano – ha escluso un impatto occupazionale e una riduzione dei servizi ai cittadini, e ha ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono compatibili con i criteri fissati dalla delibera Agcom di agosto 2014.
  Tale dichiarazione è stata poi confermata dalla stessa Agcom alla quale spetta verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
  Tuttavia, su nostra richiesta, Poste italiane ha accettato di coinvolgere fin da subito regioni e comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini.
  La tematica della razionalizzazione degli uffici postali è anche oggetto di attenta considerazione nel nuovo contratto di programma in corso di predisposizione.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sentita al riguardo, ha evidenziato che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto piano sulla popolazione locale, nonché l'eventuale individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5 comma 1 della citata delibera n. 342/14/CONS ha previsto l'obbligo di notifica preventiva ai sindaci dei comuni interessati almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento.
  La stessa autorità ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste italiane s.p.a.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoAntonello Giacomelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

servizio universale

politica industriale

servizio postale