ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08587

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 400 del 26/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: LOREFICE MARIALUCIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 26/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 26/03/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/04/2015
Stato iter:
31/07/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/07/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/07/2015

CONCLUSO IL 31/07/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08587
presentato da
LOREFICE Marialucia
testo di
Giovedì 26 marzo 2015, seduta n. 400

   LOREFICE, COLONNESE, BRESCIA, GRILLO, SILVIA GIORDANO, DI VITA, MANTERO, CANCELLERI e RIZZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in un articolo pubblicato in data 24 marzo 2015 sul quotidiano «La Sicilia» dal titolo «Cara di Mineo, con i soldi per i migranti parentopoli dei posti di lavoro e sagre» scritto dall'inviato Mario Barresi si legge che dalle carte dell'inchiesta emergono «favori» in tutti i comuni del Calatino, tutte attività finanziate con l'industria dell'accoglienza: dalla sagra del carciofo all'assunzione del nipote del sindaco, dalla festa del patrono al posto di lavoro per il candidato che non è stato eletto o per il consigliere comunale disoccupato;
   il centro di accoglienza per richiedenti asilo ha generato quasi un migliaio di posti di lavoro, tutti assegnati senza alcun bando pubblico. In alcuni casi questi posti di lavoro sono spartiti scientificamente in una sorta di «manuale Cencelli» — fra i comuni «soci», come qualche sindaco ha ammesso in pubblico;
   l'articolo riporta che la «parentopoli» di Cara e dintorni, le cui carte sono sui tavoli delle procure, che indagano anche su gestione e appalti, e della Commissione antimafia all'Assemblea Regionale siciliana; non riguarda soltanto l'Ncd del presunto «indagato eccellente», Giuseppe Castiglione. Pare che ci siano dentro quasi tutte le forze politiche. E ci sarebbe dentro anche il Pd, che domenica scorsa ha preso posizione contro lo scandalo del centro di accoglienza per richiedenti asilo, chiedendo il commissariamento del centro con un documento votato dalla direzione provinciale. Non sarebbero coinvolti solo partiti, ma anche sindacati e associazioni che gestiscono in prima linea i posti e gli eventi;
   il centro di accoglienza per richiedenti asilo è considerato da molti residenti «come la Fiat» in un territorio in cui l'agricoltura boccheggia;
   il sindaco di Ramacca, Francesco Zappalà, in un'intervista rilasciata a SudPress ha dichiarato che per il suo comune sono state assunte 35 persone, «di cui 25 le ha fatte Pippo Limoli di Ncd, 5 o 6 il sindacato». Un gruppo di consiglieri d'opposizione l'ha definita una «triangolazione tra Pd, Cgil ed Ncd sull'asse Zappalà-Vitale-Limoli» con i nomi legati al primo cittadino che ha fatto assumere tre nipoti. Al centro di accoglienza per richiedenti asilo sono stati pure assunti i figli dei consiglieri comunali Paolo Cafici, Salvatore Pedalino e Anna Gurrisi. Pare una strana coincidenza, a dire del giornalista, che il consigliere Sergio Ialuna esce dalla maggioranza, dichiarandosi indipendente, dopo il licenziamento del fratello dal centro di accoglienza per richiedenti asilo;
   il sindaco Zappalà, riguardo lo Sprar di Ramacca, si vanta di «non averlo fatto con Paolo Ragusa», il presidente di Sol Calatino, consorzio di cooperative nell'Ati che si è aggiudicata la gestione del centro di accoglienza per richiedenti asilo. Allo Sprar di Ramacca, gestito da «Luoghi Comuni» di Acireale, lavora la moglie del consigliere comunale Giuseppe Paglia e il figlio della dirigente dell'ufficio servizi sociali, Cristina Di Mauro, che ha un ruolo di controllo e rendicontazione sull'attività del centro. Il responsabile dello Sprar nell'ambito dell'integrazione fra comuni è poi Davide Grasso, nipote di Pippo Grasso, sindaco di Castel di Judica;
   il sindaco Grasso, che secondo fonti giornalistiche sarebbe amico personale di Ignazio La Russa e dialogante con Ncd, in una seduta consiliare avrebbe dichiarato che gli avevano «garantito la possibilità di effettuare 25 assunzioni fra Cara e Sprar», tra queste il capogruppo di Ncd Pierluca Torrisi, il figlio del presidente del consiglio comunale Antonio Sindoni e il figlio del consulente del sindaco Vincenzo Trovato. Allo Sprar, sorto in un immobile di proprietà di un cugino di un consigliere di Ncd, lavorerebbe anche il consigliere Emanuele Russo, e la gestione di sagre del pecorino e rassegne è affidata a due associazioni vicine a consiglieri o candidati non eletti della lista del sindaco Grasso;
   il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, dapprima consulente legale di Sol.Calatino e poi presidente del consorzio dei comuni, sembra aver avuto una notevole «spinta» in campagna elettorale avendo favorito 24 assunzioni nel trimestre caldo delle Amministrative ed avendo ottenuto una vittoria per meno di 300 voti: come risulta da fonti di stampa, anche a Mineo la mappa delle assunzioni non è al di sopra di ogni sospetto: il vicesindaco Salvo Tamburello ha una sorella impiegata al consorzio; l'assessore Massimo Pulici avrebbe collocato un nipote e un cognato; il consigliere Giuseppe Biazzo è componente del consiglio di amministrazione di Sol.Calatino e la moglie lavora allo Sprar; il consigliere Mariella Simili lavora al centro di accoglienza per richiedenti asilo così come il figlio della consigliera Caterina Sivillica e, il fratello del consigliere Gianluca Barbanti; lavorano allo Sprar anche la moglie del vicepresidente del Consiglio Mario Margarone e Riccardo Targusso, assessore designato da Giuseppe Mistretta;
   il sindaco di Vizzini, Marco Sinatra, presidente dell'assemblea del consorzio, pare avrebbe fatto entrare una coppia di cugini al centro di accoglienza per richiedenti asilo; mentre i consiglieri comunali Vito Arnone e Eliana Costantino lavorano tramite la coop Il Sorriso al locale Sprar; nella giunta sono entrati 3 assessori – Santi Cilmi, Santo Lentini e Giuseppe Palma – i cui figli erano già in precedenza stati assunti allo Sprar;
   a Licodia Eubea il figlio del sindaco Giovanni Verga lavora con uno degli avvocati più gettonati dal centro di accoglienza per richiedenti asilo, mentre anche la cognata del presidente del consiglio comunale Alessandro Astorino risulterebbe assunta allo Sprar;
   a Raddusa, secondo quanto sostenuto dall'opposizione, al centro di accoglienza per richiedenti asilo sono stati assunti il cognato del presidente del consiglio comunale Salvatore Macaluso, il figlio dell'assessore Mario Rapisarda e i nipoti dell'ex vicesindaco Francesco Leonardi e del consigliere Luigi Allegra; mentre allo Sprar sarebbero stati assunti la sorella del consigliere comunale Carmelo Pagana, il nipote del vicesindaco Serafina Schilirò, la figlia del consigliere Allegra, la zia del consigliere Salvatore Currao, la figlia della segretaria del sindaco Anna Di Leonforte;
   a Caltagirone sarebbe stato impiegato al centro di accoglienza per richiedenti asilo il marito del capogruppo Ncd Elisa Privitera, mentre a Grammichele allo Sprar lavorerebbe un cugino del presidente del consiglio comunale Pietro Palermo –:
   se siano a conoscenza dei profili di inopportunità e di poca trasparenza nella gestione delle assunzioni del centro di accoglienza per richiedenti asilo e dello Sprar e quali provvedimenti, compresi eventuali invii di ispettori ministeriali, intendano intraprendere;
   se non intendano fare chiarezza, per quanto di competenza ed autonomamente rispetto alla magistratura, sulla gestione amministrativa dei centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo e, in particolare, sulla gestione del personale assunto;
   se non ritengano opportuno ed eticamente doveroso verificare la veridicità di tutte le informazioni riportate dalla stampa. (4-08587)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 31 luglio 2015
nell'allegato B della seduta n. 473
4-08587
presentata da
LOREFICE Marialucia

  Risposta. — Con le interrogazioni in esame si chiedono chiarimenti in merito alla gestione dei CARA di Mineo e, più in generale, dei centri di accoglienza per richiedenti asilo presenti sul territorio nazionale.
  Quanto al centro di Mineo, si ritiene necessario precisare preliminarmente che la questione concernente questo specifico centro riguarda solo indirettamente il Ministero dell'interno.
  La vicenda, infatti, nasce nel 2011, allorquando fu dichiarato lo stato di emergenza migratoria, e, in questa prima fase, il soggetto attuatore per la gestione del CARA venne individuato nel presidente della provincia di Catania.
  Solo dopo la chiusura dell'emergenza del Nord-Africa, la prefettura di Catania fu autorizzata, sulla base di un'ordinanza di protezione civile del 28 dicembre 2012, a stipulare una convenzione con un consorzio dei comuni del Calatino per garantire la continuità dell'accoglienza.
  Dunque, è stato lo stesso consorzio, in qualità di stazione appaltante, ha svolgere la gara per la individuazione del soggetto gestore. È evidente che il Ministero dell'interno né durante l'emergenza migratoria né successivamente, ha mai avuto un ruolo nella gestione degli appalti relativi alla struttura in questione.
  Inoltre, l'articolo 5 della convenzione sottoscritta tra il prefetto di Catania e il consorzio esclude qualunque responsabilità della prefettura catanese anche nei confronti di terzi.
  Sulla questione, vi è stato, nello scorso mese di febbraio, l'intervento dell'autorità nazionale anticorruzione che, con riguardo alle procedure concorsuali gestite dal consorzio catanese, ha rilevato profili di illegittimità e chiesto chiarimenti al consorzio stesso.
  Il 27 maggio 2015, il presidente Cantone ha informato il Ministero dell'interno della risposta fornita dal consorzio e, il successivo 19 giugno, ha formulato al prefetto di Catania la proposta di adottare la misura della straordinaria e momentanea gestione prevista dall'articolo 32, comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 90 del 2014, nei confronti del consorzio di cooperative sociali «Casa della solidarietà» e dell'impresa La Cascina Global Service s.r.l..
  Il 23 giugno, il prefetto di Catania ha decretato tale misura, con contestuale sospensione dell'esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari delle predette imprese, limitatamente all'appalto relativo all'affidamento dei servizi e delle forniture per la «gestione del centro di accoglienza per richiedenti asilo (C.A.R.A.) sito nel comune di Mineo».
  Contestualmente ha nominato amministratore la dottoressa Maria Nicotra, avvocato dello Stato in quiescenza, fino alla completa esecuzione del contratto di appalto in argomento.
  Su un piano più generale, è interesse precipuo del Ministero dell'interno che un settore fondamentale della sua attività, quale è l'accoglienza dei migranti, rimanga immune dalla corruzione e venga gestito sempre nel pieno rispetto della legalità.
  In proposito, si rileva, innanzitutto, che l'affidamento della gestione del centri governativi di accoglienza avviene sulla base di un capitolato generale approvato nel novembre 2008, che disciplina la fornitura dei relativi servizi, secondo parametri qualitativi e costi che sono assolutamente in linea con gli standard europei.
  In particolare il gestore del centro, in conformità alla convenzione stipulata con le prefetture competenti, deve garantire una serie di servizi che vanno dalla gestione amministrativa, all'assistenza sanitaria, all'assistenza generica alla persona, al servizio di pulizia e igiene ambientale, alla fornitura di pasti, di vestiario e di prodotti per l'igiene personale. Devono altresì essere garantite la mediazione linguistica e culturale e l'insegnamento dell'italiano.

Nel capitolato è disciplinata anche l'attività di monitoraggio e di controllo sui servizi erogati, effettuata tramite le prefetture che, in caso di accertato disservizio, applicano una penale del 3 per cento del corrispettivo mensile e il risarcimento del maggior danno, con facoltà, in caso di grave inadempienza, di risolvere il contratto.
  L'attenzione del Governo sulla specifica materia è testimoniata, altresì, dalla approvazione all'inizio di quest'anno di un regolamento – il decreto del Presidente della Repubblica n. 21 del 2015 – in cui sono dettate disposizioni anche in tema di gestione dei centri governativi di accoglienza.
  Il profilo innovativo del provvedimento sta soprattutto nell'affermare il principio dell'uniformità delle regole organizzative sul territorio nazionale. Ed è evidente come tutto questo possa andare a vantaggio della certezza dei diritti del migrante, rafforzandone la posizione nei confronti degli enti gestori e delle stesse commissioni di esame.
  Non vengono poi trascurati quegli aspetti che più incidono sulla sfera personale e sulle condizioni di vivibilità e che vanno dalla tutela della salute al mantenimento dell'unità del nucleo familiare.
  Si sottolinea, poi, che nella gestione dei centri governativi lo Stato tende ad operare con la collaborazione di tutti quegli organismi che, attraverso la loro attività di sostegno e l'esperienza specifica maturata nel settore, possono garantire forme e livelli sempre più adeguati di prossimità allo straniero.
  È in questa direzione che si colloca il progetto Praesidium, avviato nel 2006 a Lampedusa e giunto alla decima annualità, riconosciuto quale best practice a livello europeo. Il progetto, cofinanziato dal fondo europeo delle frontiere esterne, coinvolge l'Acnur, l'Organizzazione internazionale delle migrazioni, la Croce Rossa italiana e Save the Children, nell'assistenza e sostegno dei migranti a partire dai luoghi di sbarco fino all'accoglienza nei centri.
  Sembra opportuno richiamare qui questa esperienza di partenariato per il suo intrinseco valore aggiunto, che conferisce maggiore spessore e concretezza al rispetto dei diritti fondamentali nella gestione delle strutture in questione.
  Nato a Lampedusa per la primissima accoglienza dei migranti che arrivavano direttamente sull'isola, il progetto si è esteso dal punto di vista territoriale (nelle regioni Sicilia, Calabria e Puglia) e funzionale, sperimentando negli ultimi anni una più marcata attività di monitoraggio della qualità dei servizi resi all'interno del centri di accoglienza al fine di contribuire a rafforzare l'attività di vigilanza che il capitolato generale d'appalto attribuisce ai prefetti competenti.
  A partire dal 2013, presso ciascuna prefettura ove è istituito un centro governativo di accoglienza sono state nominate delle commissioni a composizione mista (rappresentanti di prefettura e questura e di ciascuna organizzazione partner), con il compito di verificare, con cadenza periodica, il rispetto delle convenzioni stipulate.
  Nel 2014 sono state anche diramate le linee metodologiche sul funzionamento delle commissioni e programmati due cicli di sopralluoghi arrivando a monitorare anche due volte l'anno i centri governativi operativi in quel periodo.
  A partire dal secondo semestre del 2014 e sino al 30 aprile 2015 (scadenza ulteriormente prorogata al 30 giugno 2015) il progetto Praesidium è stato parzialmente finanziato con le risorse del Fondo europeo per l'asilo, la migrazione e l'integrazione.
  Ciò ha consentito non solo di effettuare nuovi cicli di monitoraggio nei centri governativi, ma anche di estendere le visite nei centri di accoglienza temporanei che, nel frattempo, a causa dell'incessante flusso migratorio, sono stati attivati dalle prefetture.
  Complessivamente, sono state effettuate 17 visite nel primo semestre 2014 e altrettante nel secondo semestre.
  Nel 2015 è stata fatta una prima programmazione di 23 visite nel primo quadrimestre, comprese numerose strutture di accoglienza temporanee e tra il mese di maggio ed il 30 giugno sono state programmate altre 12 visite.
  Sulla base del verbali redatti dalle commissioni e dai funzionari incaricati, i prefetti hanno potuto acquisire elementi utili per adottare misure, laddove necessarie, idonee a superare le criticità rilevate. In tale ambito, le prefetture hanno disposto in diverse occasioni la chiusura di strutture attivate in via temporanea o l'applicazione di penali, laddove hanno constatato l'inosservanza degli impegni contrattuali o l'inadeguatezza delle condizioni di accoglienza.
  Sempre nell'ottica di rafforzare l'attività di vigilanza sulla corretta gestione dei centri di accoglienza, con la circolare del 10 febbraio 2015, i prefetti sono stati invitati a potenziare l'attività di verifica, ponendo particolare attenzione a tutto il complesso sistema contabile-finanziario correlato alla gestione delle strutture di accoglienza e, in generale, all'accertamento della rispondenza della qualità delle prestazioni erogate rispetto a quelle pattuite in sede di convenzione.
  Questo è il quadro generale, che si ritiene dimostri come l'azione svolta dal Governo nel campo dell'accoglienza dei migranti – di concerto con tutte le amministrazioni coinvolte – sia sostanzialmente in linea con le politiche europee e gli obblighi internazionali, pur nella consapevolezza che nella gestione di un fenomeno così articolato e complesso possono verificarsi disservizi e anomalie.
  Anche per il futuro l'impegno dell'amministrazione dell'interno è di utilizzare ogni sua risorsa per l'effettivo rispetto dei diritti di tutti, specie dei soggetti più vulnerabili, in adesione ai princìpi universali di tutela della persona, che sono alla base della nostra civiltà giuridica.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

aiuto sociale

amministrazione del personale