ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08463

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 394 del 18/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2015
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/03/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08463
presentato da
PESCO Daniele
testo di
Mercoledì 18 marzo 2015, seduta n. 394

   PESCO, ALBERTI e TRIPIEDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il Corriere Della Sera del 22 ottobre 2014 titolava «La maxi evasione da 1,7 miliardi: 62 indagati a Roma, tra loro c’è il re degli appalti pubblici Pierino Tulli. Ricostruito il meccanismo per non pagare l'IVA. I soldi a San Marino e Lussemburgo»;
   lo stesso articolo, riporta: «Malgrado lo strascico di bancarotte cucite sulla sua reputazione, Pierino Tulli, era ancora considerato il re degli appalti romani. Dalle aule di Montecitorio agli hangar aeroportuali, la sua Gesconet ha lavorato per un ventennio con le istituzioni, occupandosi di facchinaggio, pulizie e sorveglianza degli uffici pubblici. Lavori sui quali, secondo le ipotesi degli investigatori, il settantenne self-made man, convertito alla logistica a 40 anni, avrebbe evaso l'Iva dal 96 a oggi (...) Teoricamente un gioiello della logistica, in realtà un capannone di 64 mila metri quadri il cui pavimento era sprofondato. Oggi Tulli è ritenuto responsabile di un'evasione storica da un miliardo e 700 milioni di euro (una parte ancora in lire);
   suo nome era circolato per il salvataggio della Lazio ai primi del Duemila – prima che intervenisse Lotito – e un anno fa la procura aveva chiesto il suo rinvio a giudizio per la truffa dell'Interporto di Fiumicino;
   l'intera galassia di cooperative a lui riconducibile rappresenterebbe «un meccanismo ideato, pensato, costruito con la sola finalità dell'evasione fiscale». Sfuggito agli arresti – il gip non ha ravvisato il pericolo di fuga e reiterazione del reato – Tulli è indagato per reati tributari, bancarotta e riciclaggio assieme ad altre 61 persone fra collaboratori, prestanome, fiduciari. Tra questi il suo delfino di un tempo, Maurizio Lagada, manager del consorzio Gesconet dal 2000 al 2010 (ora in lite con il fondatore), i figli Alessandro e Siriana e il conte Enrico Maria Pasquini, titolare della società sanmarinese per la quale, secondo altre inchieste, sarebbero transitate le provviste della cosiddetta banda del 5 per cento: del Monte dei Paschi e i fondi neri dell'Atac capitolina e che, per Tulli, invece, trasferiva fondi nell’“ Immobiliare Rocas srl ” per nascondere i proventi dell'evasione fiscale. I finanzieri del Valutario, coordinati dal pm Mario Dovinola e dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno eseguito ieri un sequestro da un milione di euro nei confronti di Tulli, a garanzia del debito multimilionario col fisco. Partiti da un'ispezione dell'Agenzia delle entrate del 2011, gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo usato per evadere l'Iva. Vinta la gara, la cooperativa “ madre ” subappaltava a consorzi che incaricavano altre società (denominate “ operative ”) le quali, a loro volta, cedevano a terze. In questo caso “ cartiere ” di fatture per operazioni inesistenti. In sostanza il cliente pagava per i lavori effettuati ma l'appaltatrice non versava mai l'Iva. In teoria avrebbero dovuto farlo le società a cui andava il subappalto, in realtà l'importo era compensato artificiosamente con la produzione di fatture fasulle per spese mai avvenute. La Finanza ha ricostruito i prelievi effettuati dai vari soggetti (detti “ camminatori ”) per trasferire soldi nel Lussemburgo, a San Marino e in altri paradisi fiscali.
   Gli indagati avrebbero operato in modo unitario, alla maniera di un'associazione “ gestendo più società immobiliari in favore delle quali giungeva il denaro drenato dalle coop ”. La conferma di un comune modus operandi verrebbe anche dalle intercettazioni telefoniche come lo sfogo di Tulli nei confronti dell’ex amico Lagada, captato un anno fa: “ Pensa, nel 2010, con tutto quel nero che ha fatto, io dovevo essere responsabile de quello che ha fatto lui.... ” dice il patron della Gesconet. Ma il gip, di parere diverso, non ha riconosciuto il reato associativo. La produzione massiccia di fatture fasulle lascia ipotizzare provviste in nero che potrebbero nascondere attività di corruzione. Tangenti finalizzate all'aggiudicazione di appalti nella pubblica amministrazione. Un elenco di nomi è al setaccio dei finanzieri. Indagini in corso»;
   un articolo on-line di Edoardo Andrein pubblicato su VicenzaPiù il 29 ottobre 2014 amplia lo scenario della vicenda, svelando una parte della fitta rete di consorzi e cooperative partendo dalla prospettiva «veneta»: la Gesconet vi approda con servizi di facchinaggio, in forza della legge sul socio lavoratore (legge n. 142 del 2001) fin dal 2001, a prezzi concorrenziali, salvo poi subentrare con cooperative create appositamente nei subappalti, dopo aver provveduto a abbassare i costi di committenza, estromettendo di fatto le cooperative preesistenti;
   nella corrente legislatura sono stati ratificati numerosi accordi e trattati bilaterali che coinvolgono molti Paesi ritenuti «paradisi fiscali», non ultima la Repubblica di San Marino;
   è stata approvata alla Camera pochi mesi fa la voluntary disclosure, ovvero un condono penale «tombale», con sanzioni ridotte, ai soggetti aderenti –:
   se il Ministro interrogato fosse al corrente di quanto esposto;
   se siano state avviate verifiche volte a chiarire eventuali responsabilità attribuibili ai funzionari e dirigenti delle amministrazioni statali per gli appalti pubblici assegnati dal 1996 a oggi;
   se siano stati assolti tutti i controlli previsti dalle normative antimafia e in tema di «amministrazione trasparente» per gli appalti commissionati da enti pubblici;
   quali iniziative normative intenda attuare per combattere il fenomeno della falsa fatturazione anche per i piccoli importi. (4-08463)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasferimento di capitali

reato

ratifica di accordo