Legislatura: 17Seduta di annuncio: 394 del 18/03/2015
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/03/2015
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/03/2015 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 21/04/2015
CATANOSO. —
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze
. — Per sapere – premesso che:
in occasione della presentazione del cosiddetto «Decreto competitività e giustizia sociale» dell'aprile 2014, l'attuale Governo promise di ridurre le «centrali d'acquisto» della pubblica amministrazione a 35 rispetto alle circa 32 mila attuali;
a tutt'oggi, come riporta il settimanale Panorama, il taglio delle stazioni appaltanti non è avvenuto e non si possono fare previsioni su quando avverrà;
il cosiddetto «decreto mille-proroghe» 2015 ha rinviato l'applicazione della norma per la riduzione delle stazioni appaltanti;
l'attuale esecutivo, a giudizio dell'interrogante e dell'estensore dell'articolo di Panorama, si trova a dover conciliare due esigenze contrapposte: da un lato i comuni che non vorrebbero la riduzione delle stazioni appaltanti e dall'altro le istituzioni europee a cui è stata comunicata la decisione, dalla quale dovrebbero derivare risparmi di spesa pari a 800 milioni nel 2014 e 2,3 miliardi nel 2015;
il problema del taglio delle centrali d'acquisto o delle stazioni appaltanti è solamente una parte del problema legato ai presunti o presumibili tagli alla spesa pubblica, dei quali, ad oggi, s’è visto ben poco;
la riduzione dei trasferimenti alle imprese, 1 miliardo nel 2014 e 1,6 miliardi nel 2015, non si è fatta. La cessione delle municipalizzate in perdita, 100 milioni per il 2014 ed altrettanti nel 2015, non si è fatta. Neanche la riorganizzazione delle forze dell'ordine (800 milioni di risparmio per il 2015) è avvenuta, così come la soppressione di enti o agenzie (100 milioni nel 2014 e 200 milioni nel 2015);
la digitalizzazione della pubblica amministrazione, 1 miliardo di minori spese nel 2015, è sparita dal bilancio dello Stato. Rimangono i soliti e tanto contestati tagli lineari nelle spese dei Ministeri e nei trasferimenti a regioni e comuni (3,5 e 2,2 miliardi in meno, rispettivamente, alle regioni e ai comuni) che, nel 2015, vivranno un anno durissimo;
questi previsti, e non attuati, risparmi di spesa compongono quasi la metà dell'ultima manovra economica del Governo che già dall'annuncio, agosto 2014, alla presentazione è diminuita da 20 a 16 miliardi di euro;
l'esecutivo si è tutelato nei confronti della Commissione europea con la cosiddetta «clausola di salvaguardia» dell'aumento dell'Iva al 12 ed al 24 per cento nel 2016 con ulteriori aumenti nel 2017 e nel 2018;
è facilmente intuibile chi pagherà nel caso i saldi di bilancio previsti dal Governo non si verificheranno;
anche la spesa pubblica sta crescendo in questi anni. Fra il 2013 ed il 2015 è cresciuta di 11,6 miliardi e nel 2017 dovrebbe arrivare a 860,3 miliardi di euro: 20,5 miliardi in più rispetto al 2015 –:
quali provvedimenti e quali iniziative intenda adottare il Governo per applicare concretamente le disposizioni normative previste in materia di «revisione della spesa pubblica». (4-08451)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):istituzione dell'Unione europea
risparmio
comune