ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08450

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 393 del 17/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: BARONI MASSIMO ENRICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 17/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08450
presentato da
BARONI Massimo Enrico
testo di
Martedì 17 marzo 2015, seduta n. 393

   BARONI, LOMBARDI, DAGA, VIGNAROLI, DI BATTISTA, RUOCCO e FRUSONE. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in seguito alla pubblicazione di alcuni allarmanti articoli di cronaca giudiziaria avvenuta in data 8 e 10 febbraio nonché in data 14 marzo 2014 su alcuni quotidiani nazionali (La Repubblica e Il Messaggero) aventi ad oggetto l'indagine denominata «Caronte» condotta dalla procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Roma che vede indagati «impresari di pompe funebri, politici e dirigenti generali e sanitari di ASL e di alcuni ospedali romani», per le gravissime ipotesi di reato di cui agli articoli 416, 416-bis e 416-ter del codice penale (associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso) e tra i politici alcuni, notoriamente vicini al sindaco di Sacrofano (l'ex senatore Domenico Gramazio e suo figlio il consigliere regionale per il Lazio Luca Gramazio), i gruppi consiliari di opposizione «Alternativa civica» e «Sacrofano Progetto Comune» hanno richiesto, in data 21 marzo 2014, ai sensi e per gli effetti degli articoli 38 del Regolamento del consiglio comunale e 39, secondo comma, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la convocazione di un Consiglio comunale straordinario con all'ordine del giorno le «dimissioni del Sindaco». Tale richiesta scaturiva: 1) dalla considerazione che tali notizie di stampa hanno messo in relazione questa indagine col processo pendente presso il Tribunale ordinario di Tivoli (n. 1756/12 R.G. DIB) che vede come imputato del reato di cui all'articolo 319 del codice penale (corruzione), l'attuale Sindaco di Sacrofano, per vicende analoghe e solo parzialmente note; 2) dall'esame del contenuto dell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Tivoli, il quale, nell'ambito del suddetto procedimento penale, in data 17 ottobre 2011 non ha ritenuto di applicare all'attuale sindaco di Sacrofano la misura della custodia cautelare in carcere richiesta dal pubblico ministero, solo perché in quel momento egli non rivestiva più la carica di consigliere Regionale, pur sussistendo un «grave quanto desolante quadro indiziario» a carico del medesimo; 3) dalla circostanza che la Giunta comunale di Sacrofano con delibera n. 5 del 14 gennaio 2014 aveva inteso confermare la fiducia al primo cittadino il giorno stesso della pubblicazione sul quotidiano Il Messaggero delle prime notizie che ne rendevano nota l'imputazione senza neppure attendere cosa egli avesse da dire in merito al contenuto di tali articoli; 4) da quanto riferito in merito dal sindaco nel corso del consiglio comunale straordinario convocato il 23 gennaio 2014 su impulso dei gruppi consiliari di opposizione;
   in data 14 aprile 2014, i signori Sebastiano Antonacci, Gianluigi Barone, Franco Felici, nella qualità di consiglieri comunali dei gruppi consiliari Alternativa Civica e Sacrofano Progetto Comune presentavano al Prefetto di Roma, una nota contenente la richiesta di adozione della diffida di cui all'articolo 39, quinto comma, del decreto legislativo n. 267 del 2000 nei confronti del presidente del consiglio comunale di Sacrofano ed in seguito in occasione del consiglio comunale straordinario convocato per il 17 aprile, presentavano anche delle eccezioni scritte ai sensi dell'articolo 2 del Regolamento per il funzionamento del consiglio comunale, eccezioni sulle quali anziché pronunciarsi il presidente del consiglio comunale, si pronunciava il Segretario comunale in spregio all'articolo 97, comma 4, lettera a), del decreto legislativo n. 267 del 2000, ritenendole «assolutamente infondate»;
   segnalavano al prefetto che giunto il momento di discutere il quarto argomento all'ordine del giorno, «dimissioni del Sindaco», il consiglio comunale, a maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri di opposizione, aveva approvato una mozione, sulla cui legittimità il segretario comunale aveva espresso – nel corso della seduta – parere di legittimità favorevole, con la quale aveva ritenuto di non aprire neppure la discussione su tale argomento sul presupposto che non vi fossero novità in merito rispetto a quanto oggetto di discussione nel consiglio comunale del 23 gennaio 2014 avente quale ordine del giorno «chiarimenti del Sindaco circa la propria posizione in riferimento ai contenuti dell'articolo di giornale apparso su Il Messaggero Area metropolitana in data 14 gennaio 2014»;
   evidenziavano come tale condotta, inopinatamente avallata dal segretario comunale, il quale dovrebbe garantire che l'attività dell'ente possa dispiegarsi nell'interesse del buon andamento e dell'imparzialità, a nulla rilevando la dipendenza di carattere fiduciario dal sindaco (ex plurimis: Corte dei Conti, Reg. Lombardia, Sez. giurisd., 8 maggio 2009, n. 324), aveva di fatto comportato l'elusione, da parte della maggioranza del Consiglio comunale di Sacrofano, della norma di cui all'articolo 39, secondo comma, del decreto legislativo n. 267 del 2000, essendo stato impedito, del tutto illegittimamente, alla minoranza di discutere l'argomento che essa ed i cittadini presenti erano comunque interessati a discutere, con grave vulnus per le regole democratiche;
   in seguito a questi gravissimi fatti, i medesimi consiglieri comunali con nota del 29 aprile 2014, facendo seguito alla precedente richiesta di adozione della diffida, richiedevano al Prefetto di Roma di: a) diffidare ai sensi dell'articolo 39, secondo comma, del decreto legislativo n. 267 del 2000, il presidente del consiglio comunale di Sacrofano a convocare un consiglio comunale straordinario con all'ordine del giorno le dimissioni del sindaco così come richiesto dalla minoranza consiliare; b) diffidare il medesimo presidente del consiglio comunale di Sacrofano nel senso di imporgli la discussione del predetto argomento all'ordine del giorno; c) diffidare il Segretario comunale dall'intervenire nel corso dei consigli comunali al di fuori dei limiti della funzione attribuitagli dall'articolo 97, comma 4, lettera a) dal testo unico degli enti locali essendo state all'evidenza calpestate le più elementari regole democratiche;
   tali richieste di diffida, a quanto consta, non hanno sortito alcun esito, almeno sino ad oggi;
   a seguito dell'inchiesta «Mondo di Mezzo», condotta dalla Direzione investigativa antimafia presso la procura della Repubblica del Tribunale di Roma, che ha Portato alla luce l'esistenza dell'organizzazione criminale denominata «Mafia Capitale» dedita a numerosi traffici illeciti e che vede indagati tra gli altri politici, il consigliere regionale per il Lazio Luca Gramazio cui il sindaco di Sacrofano è allineato (espressione adoperata dal giudice per le indagini preliminari dottoressa Costantini), i gruppi consiliari «Alternativa civica» e «Sacrofano Progetto Comune» hanno presentato al prefetto della provincia di Roma, in data 5 dicembre 2014, richiesta ufficiale di scioglimento del Consiglio comunale di Sacrofano per fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso, ex articolo n. 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000, essendo risultato tra gli indagati, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, anche il sindaco Tommaso Luzzi;
   con successiva nota dell'8 dicembre 2014, ad integrazione della precedente avente ad oggetto la suddetta richiesta, i consiglieri comunali del gruppo consiliare Sacrofano Progetto Comune trasmettevano al prefetto della provincia di Roma stralcio dell'informativa dell'autorità di Polizia giudiziaria diretta alla magistratura inquirente relativa ai rapporti del sindaco Tommaso Luzzi con l'organizzazione criminale denominata Mafia Capitale, di per sé esplicativa, sottolineando, tra l'altro, come in tale informativa fosse evidenziato che alle ore 13:15 del 4 maggio 2013, nel corso di una intercettazione ambientale tra Carminati Massimo ed il figlio Andrea avvenuta all'interno del bar Vigna Stelluti, sito in Roma, Largo di Vigna Stelluti n. 4, il Carminati avesse esposto il proprio interesse relativo ad una nuova attività di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti da effettuarsi nel comune di Sacrofano, circostanza di cui aveva già parlato con Buzzi Salvatore. Rilevavano come nella medesima informativa fosse scritto che il Carminati Massimo aveva specificato che «nel corso della settimana seguente il figlio lo avrebbe dovuto accompagnare ad una cena che il Carminati stesso stava organizzando per l'elezione di Tommaso Luzzi come Sindaco di Sacrofano, circostanza che lo avrebbe evidentemente favorito nei propri piani imprenditoriali» e rivelavano come in effetti in data 18 giugno 2014, la giunta comunale di Sacrofano con la delibera n. 70, che allegavano, avesse deliberato la realizzazione di una nuova isola ecologica in località Santa Maria con una previsione di spesa di euro 950.000,00 senza che in tale atto fossero state in alcun modo esplicitate le «nuove esigenze di gestione del territorio» che sorreggerebbero tale scelta essendovi già un'isola ecologica attiva e pienamente efficiente;
   con atto separato, i gruppi consiliari di minoranza «Alternativa Civica» e «Sacrofano Progetto Comune» hanno altresì provveduto a chiedere la convocazione di un Consiglio comunale straordinario con all'ordine del giorno una nuova richiesta di dimissioni del sindaco Tommaso Luzzi;
   tali richieste avanzate dai predetti gruppi consiliari, si sono basate sull'articolo 38 del regolamento del consiglio comunale di Sacrofano, sugli articoli 39 comma 2, e 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 nonché sulla giurisprudenza amministrativa secondo cui per lo scioglimento di un consiglio comunale è sufficiente che vi siano elementi fortemente indicativi del sodalizio criminale (Tar Campania, Napoli, Sezione I, 6 febbraio 2006 n. 1622), come rappresentato, nel caso di specie, nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del 28 novembre 2014, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, dottoressa Costantini;
   il Presidente del Consiglio comunale convocava il consiglio straordinario per il giorno 22 dicembre 2014, ma il clima di profonda ostilità creatosi tra maggioranza e minoranza impediva il raggiungimento di qualsiasi soluzione, con il risultato che ad oggi Tommaso Luzzi ricopre ancora la carica di sindaco del comune di Sacrofano;
   solamente in data 2 febbraio 2015, i Consiglieri comunali di Alternativa Civica e Sacrofano Progetto Comune ricevano formale comunicazione da parte del comune di Sacrofano che in data 2 gennaio 2015, il prefetto di Roma aveva notificato al medesimo comune il decreto con il quale ha disposto l'istituzione della commissione incaricata di esercitare i poteri di accesso e di accertamento di cui all'articolo 143, comma 2, del testo unico degli enti locali, «considerato che ... è necessario verificare se vi sia compromissione tra l'attività amministrativa e politica con la criminalità organizzata, come emerso dalle indagini di polizia, tale da condizionare la libertà di autodeterminazione degli organi elettivi, del buon andamento e della trasparenza, nonché il regolare funzionamento dei servizi e delle funzioni dell'ente locale interessato»;
   in data 29/31 gennaio 2015, i consiglieri comunali del gruppo Sacrofano Progetto Comune presentavano al prefetto della Provincia di Roma e alla stazione dei carabinieri di Sacrofano un circostanziato esposto denunzia relativamente all'appalto dei lavori per la realizzazione di una residenza sanitaria assistenziale nel territorio del comune di Sacrofano, opera pubblica la cui realizzazione è finanziata anche dalla regione Lazio, dichiarata di interesse strategico, la cui esecuzione doveva essere ultimata in 600 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla consegna dei lavori in via d'urgenza intervenuta il 3 aprile 2008 ed ancora non ultimata –:
   se il Ministero dell'interno sia a conoscenza dei fatti in premessa;
   se intenda accelerare le procedure previste dalla legge relative a valutare i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale di Sacrofano per fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, in modo da garantire il ripristino di quelle elementari regole democratiche e di legge che sarebbero state ripetutamente violate in seno al comune di Sacrofano;
   quali siano le azioni per monitorare ed intervenire contro tutte le infiltrazioni mafiose riscontrate negli ultimi tempi sul territorio romano e laziale. (4-08450)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

amministrazione locale

comune