ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08422

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 391 del 13/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 13/03/2015
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 13/03/2015
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 13/03/2015
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 13/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 13/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/11/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08422
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Venerdì 13 marzo 2015, seduta n. 391

   SORIAL, CASO, ALBERTI, COMINARDI e BASILIO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   il 5 marzo 2015, a Folzano, una frazione del comune di Brescia, il valore di cromo VI rilevato nell'acqua è arrivato a livelli record: fino a 300 microgrammi litro, 6 volte il limite stabilito dalla legge per l'acqua potabile con il decreto legislativo n. 31 del 2001, di 50 per l'acqua del rubinetto e di 5 per la falda;
   questo valore ha portato il comune ad emettere un'ordinanza per vietare categoricamente il consumo di quell'acqua «perché non è potabile e non può essere destinata al consumo umano», che riguarda quattro pozzi privati della zona sud (Folzano, via Case Sparse, via Berther e via Noce), e coinvolge 4 abitazioni e un'azienda agricola con allevamento di vacche da latte; sette persone però non hanno nemmeno l'allaccio con l'acquedotto, quindi dovranno utilizzare acqua in bottiglia;
   il 2 marzo scorso, ad Ospitaletto, provincia di Brescia, è stato rilevato che le falde acquifere sono inquinate da cromo esavalente per un valore di ben 70 volte oltre il limite di legge, ossia fino a 364 microgrammi per litro: si è scoperto questo sotto il tracciato del TAV;
   nel dicembre del 2014 è stata riscontrata la presenza di cromo esavalente oltre i limiti sotto la terza corsia dell'autostrada A4, mentre si stava creando un sottopasso per la Brebemi: il valore era di 1.400 volte oltre il limite;
   soltanto pochi giorni fa ed esattamente il 3 marzo 2015, l'interrogante aveva espresso la sua preoccupazione in sede di risposta in Assemblea ad una interrogazione datata dicembre 2013 sul grave problema della presenza del cromo VI nell'acqua di Brescia e dintorni, alla quale soltanto a quella data veniva data risposta, peraltro risultata insoddisfacente per l'interrogante;
   il Sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, rispondendo alla interrogazione n. 3-01321 ha dichiarato che «nel corso dell'incontro in sede comunitaria del gruppo di esperti in materia di acqua potabile (direttiva n. 98/83/CE che ho citato) che si è svolto a Bruxelles in data 18 dicembre 2014, proprio su proposta dell'autorità sanitaria centrale italiana, che valuta la rilevanza della questione in esame, è stata posta all'ordine del giorno la necessità e l'urgenza di aggiornare i parametri di controllo previsti in direttiva di sostanze chimiche di interesse comune per gli Stati membri, tra le quali anche il cromo VI. A tale riguardo, è stata comunicata dalla Commissione europea la pianificazione di un accordo di cooperazione tra la Commissione europea e l'Organizzazione mondiale della sanità per la revisione tecnico-scientifica dei criteri che presiedono ai parametri e ai valori di parametro attualmente indicati nella direttiva n. 98/83/CE»;
   nel comune di Brescia e nella provincia, le morti per tumore al fegato, casi di cancro al pancreas, cancro alla laringe, incidenza per malattie pneumologiche e altre malattie legate all'aria e all'alimentazione e a quello che viene ingerito sono elevatissime e sono oltre la media nazionale;
   il cromo esavalente è una sostanza che «sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche è stata classificata dalla IARC (International Agency for research on Cancer) come cancerogena per l'uomo (classe I)» (Fact sheet: «Cromo esavalente», Ispesl, dipartimento di medicina del lavoro, Centro ricerche Parma CERT); diversi studi, infatti, hanno dimostrato l'elevata tossicità del cromo esavalente se ingerito o se ne vengono respirati i fumi;
   in una sua nota l'ISS (Istituto superiore di sanità) spiega che «il Cromo esavalente, diffuso in composti di origine industriale quali cromati e tiolati, è caratterizzato da elevata tossicità e cancerogenicità»; infatti «il Cr (VI) è stato classificato dalla IARC (International Agency for research on Cancer) nel gruppo 1 (cancerogeno per l'uomo) sulla base di studi epidemiologici che hanno dimostrato associazione tra esposizione per via inalatoria al Cr(VI) e cancro al polmone», e, anche se «l'esposizione per ingestione a Cr(VI) è associata a mino grado di rischio», «uno studio di cancerogenesi a lungo termine in roditori, effettuato dall'NTP (National Toxicology Program), ha evidenziato che la somministrazione del Cr(VI) per via orale è associato ad un'aumentata incidenza di tumori della cavità orale nel ratto e dell'intestino tenue nel topo in entrambi i sessi» e che «i composti di Cr(VI) sono genotossici in un ampio range di test di genotossicità in vitro e in alcuni studi in vivo in seguito a somministrazione per via orale»;
   sempre secondo la nota dell'Istituto superiore di sanità, anche se l'esposizione per ingestione al Cr(VI) è legata ad un rischio minore poiché i composti del cromo esavalente nel tratto gastrointestinale dell'uomo sono ridotti efficientemente a composti Cromo III, che non è pericoloso, «tuttavia non si può escludere che anche a bassi livelli di esposizione una piccola percentuale possa eludere la riduzione a Cr(III), riduzione che determina i potenziali effetti tossici o cancerogeni»;
   l'aumento del cromo esavalente nell'acqua di Brescia è una triste eredità del passato industriale della zona: i bagni di cromo sono una protezione essenziale per tutte le lavorazioni metalliche (dalle posate alle armi) e fino a pochi anni fa le scorie liquide venivano scaricate semplicemente nei corsi d'acqua e nel terreno, infatti nel Mella per decenni sono finiti quintali e quintali di liquidi tossici che hanno inquinato i pozzi nella bassa valle, parte della città, fino ad arrivare nella Bassa, il granaio della provincia;
   oggi non sono aumentate le fonti inquinanti, ma i veleni rilasciati nell'ambiente in passato proseguono inesorabili la loro discesa e stanno dunque percolando fino alla falda profonda;
   lo Stato italiano parla di limite massimo di 5 microgrammi per litro per l'acqua di falda che si alza a 50 per quella che scende dal rubinetto di casa nostra (decreto legislativo n. 31 del 2001), limite specifico per il cromo in generale che è stato stabilito dall'Unione Europea 15 anni fa, e segue le linee guida sull'acqua potabile dell'Organizzazione mondiale della sanità, quarta edizione 2011, dove però è l'Organizzazione mondiale della sanità stessa, che, pur riconfermando il valore standard, che risale addirittura al 1958, specifica che quel valore è individuato come livello provvisorio, alla luce di alcune incertezze di ordine tossicologico, e totale, nel senso che non prende in considerazione un livello apposito per il cromo esavalente, dal momento che permangono difficoltà analitiche per la valutazione di questa sola forma, che però è riconosciuta essere molto pericolosa per l'organismo umano;
   l'EPA (environmentale protection agency) sta attualmente completando la valutazione del rischio per la salute umana del cromo esavalente e in base alle conclusioni deciderà se sia necessario ridefinire lo standard di riferimento del Cr per l'acqua potabile; nel frattempo ha raccomandato un programma di monitoraggio del cromo esavalente nelle acque potabili;
   l'OEHHA (office of environmental health hazard assessment) dell'Agenzia di protezione ambientale della California ha recentemente fissato il limite a 0,02 microgrammi per litro, quantità ben cinquecento volte inferiore alle concentrazioni medie presenti nell'acquedotto di Brescia;
   l'acqua può essere pericolosa per la salute umana anche per la presenza di un mix di inquinanti con cui si entri in contatto per lunghi periodi, ovvero per la co-presenza, pur sempre sotto i valori limite, anche di altri inquinanti, come solventi clorurati;
   da quanto finora emerso, dunque, nonostante la portata devastante dal punto di vista ambientale dell'inquinamento derivante dall'utilizzo e dalla dispersione nell'ambiente del cromo esavalente sarebbe stata nota da molti anni, non sarebbe stata intrapresa nessuna iniziativa realmente efficace e sistemica, soprattutto di mappatura dei siti e delle indispensabili bonifiche –:
   se il Governo sia al corrente della situazione descritta in premessa e in particolar modo del carattere di urgenza che il problema del cromo VI ha assunto nella zona di Brescia ormai da troppo tempo, come evidenziato ultimamente dalle recenti scoperte di valori record della sostanza che segnano ormai un «bollettino di guerra»;
   se il Governo non intenda rispondere a questa emergenza ambientale e sanitaria che a quanto pare è molto più grave di quanto si era valutato in sede istituzionale e minaccia da troppi anni la salute della popolazione della città di Brescia e dintorni, anche attraverso iniziative normative per abbassare da subito, in via precauzionale, il limite massimo fissato dal decreto legislativo n. 31 del 2001 per il cromo VI, in modo da tutelate la salute dei cittadini;
   se il Governo non consideri necessario attivarsi anche promuovendo adeguatamente la revisione tecnico-scientifica dei criteri che presiedono ai parametri e ai valori di parametro attualmente indicati nella direttiva n. 98/83/CE, di cui in premessa;
   se il Governo non intenda intervenire e in che modo, per quanto di competenza, anche per informare adeguatamente la popolazione sullo stato del territorio e dei rischi per la salute;
   se il Governo non consideri necessario avviare in tempi rapidi, attraverso l'Istituto superiore di sanità, un'indagine epidemiologica aggiornata sugli eventuali effetti nocivi dell'inquinamento della falda acquifera sulla salute dei cittadini della zona interessata. (4-08422)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sanita' pubblica

acqua potabile

malattia