ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08396

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 390 del 12/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/03/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12/03/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08396
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Giovedì 12 marzo 2015, seduta n. 390

   SIBILIA e SCAGLIUSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in data 25 febbraio 2015 è stato pubblicato sul sito on line l'inkiesta (www.linkiesta.it) un articolo dal titolo «Politica e massoneria: così la cocaina entra in Italia» a firma di Alessandro Da Rold e Luca Rinaldi, riguardante «il business della cocaina in Italia, tra collegamenti della ‘ndrangheta con la mafia negli Stati Uniti, la nostra politica nazionale e i lavori per Expo 2015» e «le connessioni con gli ambienti della massoneria di Reggio Calabria, il controllo del Porto di Gioia Tauro dove ogni anno transita almeno una tonnellata di “bianca” e, infine, il sodalizio con il cartello di narcotrafficanti del Messico “Los Zetas”»;
   nell'articolo si fa riferimento alla relazione della direzione nazionale antimafia del 2014 e, nello specifico, al passaggio in cui si racconta «come la coca attraversi l'oceano Atlantico per arrivare fino in Italia e poi essere smistata in tutta Europa»: «è stato dimostrato dalla vasta indagine in questione che italoamericani legati alla famiglia Gambino di New York hanno raggiunto un accordo con persone legate alla cosca di ‘ndrangheta appartenente alla famiglia Ursino ancora una volta della Jonica – per organizzare un traffico di stupefacenti del tipo “eroina” dalla Calabria a New York e di “cocaina” dal Sudamerica in Calabria, quest'ultimo attraverso intermediari dimoranti negli Stati Uniti»;
   secondo la Direzione nazionale antimafia come si legge ancora nell'articolo, si tratta «di un dato concreto che costituisce la riprova di una svolta epocale quando Cosa Nostra newyorchese deve sviluppare un traffico di stupefacenti di alto livello non si collega, come sarebbe ovvio, con Cosa Nostra siciliana, ma con la ‘ndrangheta calabrese». E questo perché «la cocaina altro non è che la principale fonte di guadagno, da cifre colossali, per le cosche calabresi – il principale “polmone finanziario” – pronte a reinvestire i capitali – non appena “ripuliti” all'estero – nell'edilizia, nel movimento terra, nelle cooperative e nelle aziende che lavorano per i grandi appalti del Nord Italia»;
   ancora si sottolinea che «le infiltrazioni delle ndrine nel tessuto politico economico del settentrione hanno fatto sì che si creasse una struttura criminale unitaria, coordinata e compatta, che conosce sinergie, momenti decisionali comuni, divisione dei compiti funzionali al raggiungimento di un risultato che ridonda benefici a largo spettro su tutta l'organizzazione» e che «la politica, a questo punto, riceve “servizi” e vantaggi dalla ‘ndrangheta e restituisce il favore consentendo alle imprese dell'organizzazione di fare sempre nuovi affari, che generano nuove ed ulteriori ricchezze che consolidano, così, la posizione economica della ‘ndrangheta, rafforzandone, anche e di conseguenza, la capacità di giocare un ruolo sempre più importante pure nel mercato della cocaina e così via in una crescita economica e criminale: si tratta di un circolo vizioso che sembra non avere fine»;
   con riferimento ai lavori pubblici in corso di svolgimento in Lombardia per Expo 2015, il prefetto di Milano ha già adottato circa 60 provvedimenti interdittivi antimafia contro imprese risultate controllate o infiltrate o condizionate dalla criminalità organizzata di tipo mafioso;
   la relazione della Direzione nazionale antimafia del 2014 cita, in particolare, il caso dell'onorevole Amedeo Matacena, condannato, in via definitiva, nel giugno 2013 dalla Suprema Corte, per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa, nonché protagonista di una lunga e perdurante latitanza in relazione alla quale, fra gli altri, è imputato l'ex Ministro dell'interno Claudio Scajola, che, nel luglio 2014, veniva rinviato a giudizio proprio per avere agevolato il Matacena a sottrarsi all'esecuzione della pena;
   secondo i magistrati «è proprio nella città di Reggio Calabria che la ‘ndrangheta ha sviluppato in modo più prepotente i citati rapporti, che non sono altro (per la ‘ndrangheta) che un ulteriore strumento per stringere direttamente, o indirettamente relazioni con gli ambiti più alti», mentre il porto di Gioia Tauro, dove dal 1o luglio 2013 al 30 giugno 2014 sono stati sequestrati chilogrammi 1406,065 di cocaina, altro non sarebbe che un vero e proprio hub per il traffico di droga e i contatti con i narcos –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, in caso affermativo, quali siano le politiche di contrasto alla criminalità organizzata poste in essere ad oggi in tema di infiltrazioni negli appalti pubblici, di riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite, di traffico internazionale di droga, di commistioni tra clan malavitosi, politica ed istituzioni e quali risultati abbiano portato finora. (4-08396)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

traffico di stupefacenti

mafia

riciclaggio di denaro