Legislatura: 17Seduta di annuncio: 388 del 10/03/2015
Primo firmatario: D'INCECCO VITTORIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/03/2015
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 15/06/2015 GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/06/2015
CONCLUSO IL 15/06/2015
D'INCECCO e FEDI. —
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
. — Per sapere – premesso che:
a fine febbraio 2015 un peschereccio italiano della Italfish di Martinsicuro (Teramo) è stato sequestrato in Gambia (Africa Occidentale) per una presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete;
a bordo due italiani: il capitano della nave Idra Q., Sandro De Simone, di Silvi Marina (Teramo), e il direttore di macchina, Massimo Liberati, di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). I due sono stati arrestati dopo dieci giorni passati in stato di fermo e al termine di quella che la società armatrice Italfish definisce come «udienza sommaria»;
il console onorario in Gambia ha incontrato i due italiani, e secondo quanto riferito alla Italfish srl e riportato dalla stampa, le condizioni igienico sanitarie del carcere sono estremamente scarse. Nelle celle sono rinchiuse anche fino a 20 persone;
stando sempre a quanto riportato dalla stampa, i due pescatori italiani non sono in buone condizioni né fisiche né mentali, sono rinchiusi in celle sovraffollate, senza cibo, senza bagni e senza acqua. Si trovano in due bracci diversi del carcere, reclusi con veri criminali;
i familiari, che sono molto preoccupati e stanno vivendo in un profondo stato di angoscia e sofferenza, hanno anche lanciato un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi;
la moglie di Sandro De Simone nel suo appello lanciato attraverso l'agenzia Ansa dice che «ogni giorno in più in quel carcere è un giorno di vita in meno. Mio marito rischia di morire, quel posto è come un lager: sono senza servizi igienici e senza cibo, neanche l'assassino più feroce viene trattato così»;
anche la società armatrice è profondamente preoccupata e teme un nuovo caso «Marò»;
in Africa sono al lavoro due rappresentanti della Italfish, uno a Dakar (Senegal) dove si trova l'ambasciata competente per territorio, e l'altro in Gambia, per ottenere il rilascio dei due italiani –:
quali iniziative i Ministri stiamo mettendo in campo per arrivare nel più breve tempo possibile alla revoca del provvedimento di arresto e alla liberazione dei due pescatori italiani. (4-08347)
Risposta. — Desidero innanzitutto segnalare la grande attenzione con cui sin dall'inizio la Farnesina, anche tramite l'ambasciata a Dakar e il console onorario a Banjul, ha seguito la vicenda che ha visto coinvolti il motopeschereccio IDRA-Q e i membri del suo equipaggio. La nostra azione è stata incessante (anche se in Gambia, come noto, non abbiamo un'ambasciata) e si è fortunatamente conclusa con la scarcerazione del signor Liberati (il 9 marzo) e del signor De Simone (il 17 marzo), inizialmente condannati ad un mese di reclusione e al pagamento di una multa per presunte irregolarità nelle maglie delle reti da pesca.
Non appena informata dell'accaduto, l'ambasciata si è immediatamente attivata prendendo contatto con Federpesca, con l'armatore di stanza a Dakar e con il rappresentante di quest'ultimo a Banjul, e consigliando un legale in loco che potesse seguire la vicenda. Il 3 marzo il console onorario ha tenuto una riunione a Banjul con i rappresentanti locali dell'armatore e, insieme al legale individuato, si è deciso di contestare la sentenza di condanna chiedendone la revisione.
Per quanto riguarda i passi diplomatici compiuti dalla nostra sede a Dakar, l'ambasciatore Luzzi ha tempestivamente inviato due lettere alla Ministra degli affari esteri del Gambia per auspicare un'equa e rapida soluzione del caso e per chiedere che il nostro console onorario potesse, nel più breve tempo possibile, visitare i connazionali presso il penitenziario. Tali richieste sono state ribadite con forza dal vice ambasciatore Fornara, che si è recato in missione a Banjul e ha incontrato la Ministra degli affari esteri del Gambia, chiedendole altresì di intercedere con il Ministro dell'interno affinché fossero garantite le migliori condizioni detentive possibili. Analogo passo è stato svolto anche presso il segretario generale del Ministero dell'interno.
In merito alle azioni intraprese a tutela dell'incolumità dei nostri connazionali, il vice ambasciatore Fornara e il nostro console onorario, a seguito dei predetti passi hanno potuto effettuare alcune visite consolari in carcere, con lo scopo primario di accertarsi delle condizioni di detenzione e di salute dei due italiani e di fornire loro ogni utile informazione. L'ambasciatore Luzzi ha inoltre contattato le rispettive mogli per aggiornarle personalmente sulla situazione.
Attualmente i connazionali risiedono in un albergo del Paese in attesa delle prossime scadenze processuali. A tal proposito si precisa che l'udienza prevista per il 22 aprile è stata aggiornata a data da destinarsi. La Farnesina, per il tramite dell'ambasciata a Dakar e del console onorario a Banjul, continuerà a porre in essere ogni iniziativa di assistenza nei confronti dei due italiani.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Mario Giro.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):personale di bordo
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