ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08108

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 380 del 24/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 24/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 24/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 23/04/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 09/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08108
presentato da
PILI Mauro
testo di
Martedì 24 febbraio 2015, seduta n. 380

   PILI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   con atto di sindacato ispettivo n. 4-04807 presentato dall'interrogante il 29 ottobre 2009, si denunciava che la Sardegna era nel mirino di interessi e affari di rilevante entità legati alla malavita organizzata connessi con l'imponente business dell'eolico;
   la Is Arenas renewable energies che voleva realizzare un impianto eolico off shore secondo l'atto di sindacato ispettivo richiamato appariva «indirettamente inserita in un complesso intreccio societario di cui è parte fondamentale la società Krenergy, nata dalla fusione tra Kaitech e Eurinvest energia»; pare all'interrogante che tale società, pur non direttamente impegnata in attività nella regione Sardegna, abbia indirettamente «ereditato» i capitali e la storia imprenditoriale della vecchia Kaitech, che nel 2005 era stata coinvolta in accertamenti giudiziari con riferimento al cosiddetto «tesoro» dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino con il rischio che dietro iniziative definite di energia rinnovabile si potessero celare interessi poco chiari, e forse anche il possibile utilizzo di denari di provenienza sospetta;
   l'interrogante in data 9 ottobre 2012, presentava dettagliata interrogazione parlamentare con la quale denunciava che il Ministero della giustizia ha in animo di trasferire detenuti pericolosi di alta sicurezza 1 presso gli istituti penitenziari sardi;
   nella stessa interrogazione si denunciava che l'intenzione di trasferire i detenuti più pericolosi negli istituti penitenziari dell'isola comporta una serie di rilevanti problemi di varia natura da quelli sociali ed ambientali sino a quelli trattamentali e di natura economica; prima di tutto esistono gravi problematiche sociali ed ambientali, legate alle infiltrazioni mafiose camorristiche e altro; in Sardegna, il problema di contatto con la criminalità organizzata è ben minore rispetto ad altre regioni meridionali, dove c’è la mafia, la camorra, la ’ndrangheta; la Sardegna risulta estranea da infiltrazioni di questo tipo; il trasferimento di tali detenuti comporterebbe un altissimo rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, basti considerare il disagio delle famiglie di questi costrette a doversi spostare per effettuare colloqui, consegnare pacchi di beni di consumo e di vestiario, cosa che indurrebbe le stesse a trasferirsi in Sardegna pur di stare a contatto diretto e costante con i propri congiunti detenuti;
   con l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-08145 del 17 ottobre 2012, l'interrogante denunciava un trasferimento di detenuti mafiosi e camorristi tutti reclusi in alta sicurezza 3 per la Sardegna con un pericolo rilevante per infiltrazioni mafiose e camorriste, che considerati i numeri e i detenuti trasferiti sono molto più di un pericolo;
   l'interrogante in data 15 marzo 2013 presentava un atto di sindacato ispettivo sul trasferimento di detenuti mafiosi e camorristi tutti reclusi in alta sicurezza 3 e denunciava «per la Sardegna un pericolo rilevante per infiltrazioni mafiose e camorriste, che considerati i numeri e i detenuti trasferiti sono molto più di un pericolo»;
   con un'altra interrogazione del 20 febbraio 2014 l'interrogante denunciava al Ministro della giustizia che le famiglie dei capimafia hanno iniziato lo sbarco in Sardegna;
   nello stesso atto di sindacato ispettivo si denunciava che da Porto Torres a Palau diversi nuclei familiari avrebbero preso dimora casa nell'isola per «assistere» i loro strettissimi familiari detenuti in regime di alta sicurezza nel carcere di Tempio Nuchis;
   la notizia, riscontrabile incrociando dati e presenze, è di una gravità inaudita proprio perché quello del trasferimento dei familiari dei detenuti mafiosi in Sardegna era il pericolo numero uno denunciato sin dal primo sbarco nell'isola dei vertici delle associazioni mafiose;
   a quanto consta all'interrogante i familiari più diretti degli ergastolani detenuti a Tempio per mafia hanno incominciato la trafila di collegamento e supporto ai detenuti;
   a Porto Torres, così come a Palau, si sarebbero trasferiti i familiari diretti di alcuni ergastolani giunti a Tempio nel mese di giugno 2014;
   già dal mese di novembre 2013 la residenza risulterebbe certificata nei loro nuovi comuni;
   uno dei capi mafia in carcere per il famoso 416-bis, fine pena mai, raggiunto dai congiunti più diretti in terra sarda, è accusato sia di traffico internazionale di stupefacenti che di omicidio;
   tutto questo sta avvenendo nel più totale silenzio delle istituzioni, da quelle nazionali che regionali;
   un silenzio inaccettabile e vergognoso dinanzi ad un argomento che non può essere tenuto in silenzio;
   le infiltrazioni mafiose sono a portata di mano e la Sardegna e con questo atteggiamento nefasto del Governo che insiste nel voler trasferire quasi 300 detenuti in regime di 41-bis nell'isola si sta rischiando di subire un contraccolpo senza precedenti;
   certe situazioni devono essere prevenute piuttosto che curate;
   oggi, invece, si sta assistendo ad una situazione che era stata drammaticamente prevista; tutti i report del Ministero segnalavano che il pericolo non fosse il detenuto in carcere, ma quello che sarebbe successo all'esterno. Tutto confermato;
   il rapporto del Ministero sui detenuti di alta sicurezza aveva messo nero su bianco che il fenomeno di infiltrazione mafiosa sarebbe stato avviato con il trasferimento di congiunti diretti;
   in questo caso sono direttamente i fratelli dei detenuti che hanno preso casa e stanno iniziando la spola tra il carcere e le nuove residenze;
   deve essere immediatamente bloccato questo fenomeno di infiltrazione mafiosa ed essere invertita una scelta tutta politica;
   in nessuna legge dello Stato c’è scritto che questi detenuti debbano venire tutti in Sardegna con una concentrazione gravissima e contro ogni regola di lotta alla mafia; le norme prevedono che i detenuti in regime di 41-bis potessero trovare «preferibilmente» alloggio nelle aree insulari, intese non come regioni insulari, ma piccole porzioni di aree insulari quali Pianosa o Gorgona;
   la legge prevede la dislocazione di questi detenuti di alta sicurezza in tutte le altre carceri italiane a condizione che siano isolati dagli altri;
   il trasferimento di detenuti e l'arrivo dei congiunti si configura come la realizzazione di una vera e propria testa di ponte tra le realtà maggiormente interessate al fenomeno mafioso e la regione Sardegna;
   a questo si aggiunge che a quanto risulta all'interrogante su diversi cantieri di opere viarie del nord Sardegna si registrerebbe, senza alcuna trasparenza, la presenza di imprese calabresi in quantità inaccettabili che escludono le imprese sarde e rendono impossibile l'accesso delle stesse alle opere più importanti;
   il 24 agosto 2014 l'interrogante aveva segnalato il pericolo di un rischio altissimo di infiltrazioni mafiose in Sardegna segnalando che la direzione distrettuale antimafia stava mettendo sotto torchio l'appalto stradale Sassari-Olbia con blitz ripetuti sui cantieri, controlli a persone, mezzi e imprese. Operazioni interforze con cantieri circondati e messi al setaccio in ogni singolo dettaglio;
   alti magistrati reiteratamente hanno denunciato e confermato il gravissimo rischio infiltrazioni mafiose occorre bloccare in tutti i modi l'inaccettabile piano di fare della Sardegna una «cajenna» mafiosa con l'arrivo dei più importanti capicosca;
   è elemento assai noto che l'attività della criminalità organizzata ha concentrato la propria attività su settori diversificati, dall'energia alla gestione dei rifiuti, dai servizi sanitari alle opere infrastrutturali;
   dagli atti di sindacato ispettivo reiteratamente presentati dall'interrogante sul rischio di infiltrazioni mafiose in Sardegna si evince che sono diversi i settori sui quali il potenziale rischio di infiltrazione mafiosa può avere anche nell'isola una rilevanza preoccupante;
   dalla prima denuncia del sottoscritto risalente al 2009 sino alle recenti di quest'anno si percepisce come tale rischio sia stato sempre di più valutato come vero e proprio pericolo dagli stessi organi della magistratura che hanno reiteratamente in quest'ultimo anno collegato il rischio di infiltrazioni all'arrivo in Sardegna di un quantitativo abnorme e fuori da qualsiasi criterio di esponenti di primo piano della malavita organizzata;
   in questo contesto si inserisce la gestione dei rifiuti urbani che in vari comuni della Sardegna è affidato a una società che più volte risulta coinvolta in inchieste giudiziarie rilevanti legate ad organizzazioni criminali e alle loro attività imprenditoriali e che ha avuto i diretti responsabili coinvolti in vicende giudiziarie con l'arresto di dirigenti e amministratori di primo piano;
   in questo caso è evidente che tale commissione tra criminalità organizzata e servizi pubblici ha implicazioni di varia natura che meritano di essere sottoposte a verifiche attente per valutare la reale consistenza di questo fenomeno e quali sia il grado di compromissione di tali gestioni con la criminalità organizzata;
   in questo contesto si inquadra la vicenda legata ad un appalto di dimensioni rilevanti affidato dalla asl di Nuoro ad una compagine imprenditoriale che ha visto una delle principali società aggiudicatarie dell'appalto associate ad una inchiesta giudiziaria che ha portato all'arresto del vertice della stessa;
   la vicenda amministrativa e giudiziaria che permette tale evoluzione si evince dalla decisione del Tar Sardegna che annulla la gara stessa;
   con bando di gara, inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea in data 16 agosto 2007 e pubblicato sulla G.U.R.I. per estratto in data 22 agosto 2007, l'azienda sanitaria locale n. 3 di Nuoro indiceva una procedura aperta per l'affidamento mediante project financing della concessione dei lavori relativi alla ristrutturazione e completamento dei presidi ospedalieri San Francesco e C. Zonchello di Nuoro, San Camillo di Sorgono e dei presidi sanitari distrettuali di Macomer e Siniscola, e la gestione di servizi vari;
   la durata della concessione era stabilita in ventisette anni, decorrenti dalla data di sottoscrizione;
   dalla comparazione e dalla consequenzialità degli atti e della vicenda, emerge che nonostante l'annullamento da parte del Tar Sardegna dell'appalto della Asl di Nuoro, in sede di Consiglio di Stato le ricorrenti abbiano rinunciato alla sentenza del Tar e conseguentemente alle opposizioni al Consiglio di Stato e vi è stato un accordo che ha dato vita ad una compagine societaria diversa da quella aggiudicataria che ha finito per accogliere anche le società ricorrenti;
   in questo contesto emerge un primo profilo che necessita di essere sottoposto all'attenzione dei Ministri interrogati per comprendere se tale fattispecie di accordo possa essere ritenuta corretta e se non invece rivesta profili discutibili sia sul piano amministrativo che eventualmente penale;
   appare rilevante secondo l'interrogante la partecipazione a tale compagine societaria della Società Derichebourg Multiservizi che attraverso i suoi vertici risulta coinvolta in alcune vicende giudiziarie dalle quali emergerebbe un contiguità con ambienti legati alla malavita organizzata;
   in tal senso, si rileva che dalle visure camerali che la Deicheborug multiservizi spa svolgerebbe servizi di portierato e vigilanza non armata presso strutture ospedaliere e servizi di ausiliariato sanitario e socio assistenziale in ambito ospedaliero e dal 1o luglio 2012 call center (servizio Cup delle strutture asl di Nuoro);
   il 7 novembre del 2013 11 persone sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta su appalti riguardanti la Asl di Caserta;
   le misure cautelari hanno avuto come destinatari politici, manager dell'asl e imprenditori in riferimento alle specifiche posizioni, i reati di concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso, abuso d'ufficio e turbata libertà degli incanti, «avvalendosi del metodo mafioso e, comunque, al fine di agevolare l'associazione camorristica (sodalizi “Belforte di Marcianise” e “dei Casalesi”, nonché quello di corruzione»;
   le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli riguardarono tra gli altri Lazzaro Luce in qualità di amministratore unico della società Derichebourg multiservizi spa e Antonio Pascarella nella qualità di rappresentante legale della procedura d'appalto della società Derichebourg;
   secondo quanto riporta il sole 24 ore del 2 dicembre 2013 «Dagli atti emerge il ruolo di “dominus” di una ditta di pulizie, la “Derichebourg”. Non una società qualunque, ma l'impresa che si sarebbe assicurata un maxiappalto (truccato, secondo i pm) da 27 milioni di euro per la copertura dei presidi ospedalieri dell'Asl Ce1. Ne parla Angelo Grillo, imprenditore a sua volta considerato vicino al clan Belforte di Marcianise, gruppo criminale in contrapposizione ai Casalesi, chiamandola la “lavatrice di Casale”. Lui (Nicola Ferraro, ndr) sta a Roma – si sfoga Grillo, ignorando ovviamente di essere ascoltato dagli inquirenti all'interno della sua automobile – sempre dei Casalesi sono... la lavatrice che lava i soldi, i soldi di quelli sono...»;
   i pubblici ufficiali coinvolti nell'inchiesta di Caserta operavano attraverso plurime violazioni di legge e false attestazioni, consistite, secondo il gip, nell'assegnare in maniera del tutto arbitraria all'Ati Derichebourg il punteggio di offerta tecnica di 58,9 punti su 60 disponibili, notevolmente superiore a quello delle altre società in gara, agendo anche in violazione dei doveri di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, con l'aggravante, continua il gip, di aver commesso il fatto al fine di agevolare l'organizzazione camorristica clan Belforte;
   dal fascicolo storico società di capitale risulta che il signor Lazzaro Luce il 13 novembre 2013 protocollo n. 188878/2013 del 12 novembre 2013 è cessato da tutti gli carichi;
   la cessazione dalla carica o qualifica riguarda i seguenti incarichi:
    procuratore, data nomina 15 novembre 2000;
    procuratore speciale, data nomina 31 ottobre 2003, data presentazione 26 gennaio 2005;
    presidente consiglio amministrazione, data nomina 25 gennaio 2013 durata: fino approvazione del bilancio al 30 settembre 2015;
    amministratore delegato, data nomina 25 gennaio 2013, durata: fino approvazione del bilancio al 30 settembre 2015;
   con i seguenti poteri principali:
    con verbale del consiglio di amministrazione del 25 gennaio 2013 sono stati attribuiti al presidente ed amministratore delegato tutti i poteri di ordinaria amministrazione per agire in ogni circostanza in nome della società, con la sola riserva di quelli che la legge attribuisce espressamente all'assemblea dei soci ed al consiglio di amministrazione, nei limiti dell'oggetto sociale e fatte salve le attribuzioni in capo al consiglio di amministrazione, di seguito indicate;
   il presidente ed amministratore delegato rappresenta la società nei rapporti con i terzi, la società è ugualmente impegnata per gli atti compiuti dal presidente e dall'amministratore delegato eccedenti l'oggetto sociale, a meno che non sia provato che il terzo era a conoscenza che l'atto eccedeva l'oggetto sociale o che esso non poteva ignorare tale circostanza, essendo escluso che la sola pubblicazione dello statuto possa costituire tale prova;
   risulta all'interrogante evidente che all'atto della sottoscrizione e della gestione dell'appalto di project financing il signor Lazzaro Luce era il responsabile per attribuzioni societarie dell'intera gestione dell'appalto;
   la società Derichebourg risulta essere titolare di decine di appalti di servizi in Sardegna, con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti urbani e non solo;
   il coinvolgimento di dirigenti di tale società con ruolo apicale in inchiesta di tale rilevanza e gravità impongono un immediato e approfondito esame dei requisiti stessi di tale società, la cui competenza è del Ministero dell'Interno attraverso i propri uffici periferici, oltre ad una attenta valutazione di possibili eventuali infiltrazioni che organizzazioni criminali possano generare in Sardegna attraverso tali possibili diramazioni –:
   se non ritenga il Governo di promuovere, per quanto di propria competenza, una valutazione delle possibili infiltrazioni della malavita organizzata in Sardegna alla luce delle reiterate segnalazioni, interrogazioni e denunce dell'interrogante;
   se non ritenga il Governo di avviare un monitoraggio, per quanto di competenza, sulle potenziali attività che in Sardegna possano essere oggetto di attenzioni da parte di queste organizzazioni criminali, con particolare riferimento a quelle richiamate nel presente atto di sindacato ispettivo;
   se il Governo intenda valutare se, nel caso riguardante l'ASL di Nuoro, sussistano gli estremi per avviare iniziative ai sensi degli articoli 143 e 146 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. (4-08108)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

trasferimento di detenuti

detenuto