ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08088

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 380 del 24/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: RUSSO PAOLO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08088
presentato da
RUSSO Paolo
testo di
Martedì 24 febbraio 2015, seduta n. 380

   RUSSO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   dallo studio «The theft of medicines from Italian hospital» pubblicato nel marzo 2014 dal centro Transcrime dell'Università Cattolica di Milano – Università di Trento risulta che tra il 2006 e il 2013 un ospedale italiano su dieci ha registrato un furto di farmaci, subendo una perdita media, per ogni furto, di circa 330 mila euro, portando alla luce, attraverso una rassegna dei casi di furto riportati negli ultimi 7 anni dai giornali italiani, un fenomeno criminale tanto emergente quanto sconosciuto e sottostimato. In tale report si evidenzia come i furti si distribuiscono su tutto il territorio nazionale ma soprattutto in regioni caratterizzate da alti livelli di criminalità organizzata e/o affacciate sull'Adriatico. In particolare, Campania e Puglia rappresentano il 45 per cento dei casi totali, seguite dal Molise. Mentre al Centro-nord sono Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia le regioni più colpite. Inoltre, sono preferiti dai criminali i farmaci più costosi, come gli antitumorali, gli immunosoppressori, gli antireumatici e i biologici. A volte è anche l'EPO a finire nel bottino dei furti;
   si tratta per la maggior parte di medicinali di classe H interamente rimborsati dallo Stato, quindi, è presumibile che finiscano o sul mercato illegale a livello nazionale oppure più facilmente all'estero, in Paesi caratterizzati da un sistema sanitario più carente (esempio Est Europa) o da difficoltà ad accedere ai canali legali (ad esempio, per colpa della crisi come in Grecia). Il rapporto TransCrime non esclude nemmeno che i farmaci rubati, «ripuliti» tramite società schermo registrate all'estero, possano rientrare nel mercato legale parallelo per essere esportati in paesi caratterizzati da più alti margini di profitto (esempio Nord Europa) o per essere rivenduti di nuovo a grossisti e broker farmaceutici italiani. Inoltre, la geografia dei furti, la tipologia di farmaco sottratto e le modalità di ricettazione confermano le ipotesi che ad essere coinvolti possano essere gruppi di criminalità organizzata, sia italiani di stampo mafioso (in particolare della camorra) che stranieri (in particolare dell'Est Europa), capaci di trasportare e piazzare i medicinali sul mercato illegale, anche all'estero, ed eventualmente di corrompere o intimidire il personale ospedaliero per accedere ai depositi farmaceutici;
   l'analisi TransCrime, la prima mai condotta sul fenomeno a livello europeo, fornisce pertanto l'immagine di un fenomeno criminale in rapida espansione ma spesso ignorato. Così come sottostimati rischiano di essere i danni per pazienti e per il sistema sanitario nazionale. L'alta profittabilità e i rischi relativamente bassi, infatti, potrebbero convincere alcuni gruppi criminali ad abbandonare attività illecite più rischiose per dedicarsi a questo più lucroso, mercato illegale;
   nel 2013, allo scopo di condividere ed analizzare dati e informazioni sul fenomeno, AIFA, Farmindustria, ASSO-RAM e carabinieri del NAS con il supporto del Ministero della salute, hanno creato una banca dati dei furti, un archivio costantemente aggiornato con le segnalazioni inviate dalle oltre trenta aziende che aderiscono al progetto. La banca dati, ospitata dalla piattaforma gestita da AIFA e consultabile online da utenti autorizzati (aziende aderenti e forze di polizia), ha l'obiettivo di organizzare in modo strutturato tutte le informazioni disponibili su casi riguardanti furti di medicinali, in modo tale che le forze di polizia come i carabinieri del NAS possano analizzarle acquisendo elementi utili a ricostruire le origini e la struttura dei traffici illegali e a definire interventi mirati per il contrasto del fenomeno. Come riportato sul sito dell'AIFA, un esempio pratico di utilizzo della banca dati è rappresentato da un recente lavoro d'indagine svolto sul caso «Herceptin», medicinale ad uso ospedaliero indicato nel trattamento del carcinoma mammario e gastrico, oggetto di furto in ospedali italiani, manipolato e/o falsificato, e successivamente reintrodotto attraverso falsa documentazione nella catena distributiva di altri Paesi europei. Tale particolare caso «Herceptin» ha evidenziato come quasi sempre i soggetti italiani coinvolti in questi traffici illegali sono pseudo-grossisti (in genere farmacie) concessionari dell'autorizzazione al commercio all'ingrosso ai sensi del decreto legislativo n. 219 del 2006, ma con il fine esclusivo dell'esportazione e con la totale esclusione della mission dei distributori-grossista full-line che quotidianamente riforniscono le farmacie territoriali;
   dal 2001, con decreto ministeriale 2 agosto 2001, in applicazione dell'articolo 5-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 540, recante «Attuazione della direttiva 92/27/CEE concernente l'etichettatura ed il foglietto illustrativo dei medicinali per uso umano» sono stati introdotti i bollini autoadesivi a lettura automatica dei medicinali caratterizzati dal fatto di racchiudere al loro interno informazioni riguardanti sia il numero identificativo della confezione (codice AIC) riportato in codice a barre tipo 39, sia il numero progressivo della singola confezione riportato in codice a barre tipo 2/5 (codice di targatura);
   il decreto ministeriale 15 luglio 2004 «Istituzione, presso l'Agenzia italiana del farmaco, di una banca dati centrale finalizzata a monitorare le confezioni dei medicinali all'interno del sistema distributivo», al comma 2 dell'articolo 1, prevede che nella suddetta banca dati centrale confluiranno via internet tutti i dati relativi alla fornitura dei bollini numerati di cui al decreto ministeriale 2 agosto 2001, i movimenti delle singole confezioni dei prodotti medicinali, attraverso il rilevamento del codice prodotto e del numero identificativo delle confezioni apposto sulle confezioni, nonché i dati relativi al valore, per categoria terapeutica omogenea, delle forniture dei medicinali alle strutture del servizio sanitario nazionale, e relativi ai consumi degli stessi espressi in defined daily doses. In particolare, il decreto ministeriale 15 luglio 2004 prevede che i produttori, i depositari, i grossisti, le farmacie aperte al pubblico ed i centri sanitari autorizzati all'impiego di farmaci sono tenuti ad archiviare e trasmettere a tale banca dati il codice prodotto ed il numero identificativo di ciascun pezzo uscito e la relativa destinazione, mentre i soli produttori devono altresì trasmettere alla banca dati centrale il lotto di produzione e la data di scadenza per ciascuna confezione di prodotto medicinale;
   benché l'articolo 6 del decreto ministeriale 15 luglio 2004 prevedeva che in fase di prima attuazione l'alimentazione della banca dati poteva essere limitata ai produttori, depositari e grossisti per i soli movimenti in uscita di confezioni di prodotti medicinali con l'omissione dell'invio del numero identificativo progressivo della singola confezione riportato sul bollino in codice a barre tipo 2/5, ad oggi, dopo oltre 10 anni, l'attuazione dell'invio alla banca dati del codice di targatura risulta ancora parzialmente attuata;
   infatti, mentre per i produttori l'invio delle informazioni in uscita relative a codice AIC, codice di targatura, lotto e scadenza risultano tecnicamente realizzabili per il loro ristretto numero di referenze trattate, e altresì mentre per le farmacie, in quelle regioni dove sta iniziando l'utilizzo della ricetta dematerializzata, è stata avviata anche l'acquisizione del codice di targatura, tale trasmissione del codice progressivo univoco delle confezioni risulta ancora di difficile realizzazione tecnica nell'ambito della distribuzione intermedia del farmaco. In quest'ultimo ambito, infatti, l'elevato numero di confezioni e di referenze movimentate giornalmente dai grossisti full-line, grazie anche a sistemi, di picking automatico, rende tecnicamente irrealizzabile sia l'acquisizione dei codici di targatura, sia la lettura dei lotti di tutte le confezioni movimentate;
   è da prendere in considerazione inoltre che, come si evince anche dal sito internet dell'AIFA (nella parte dedicata ai medicinali falsificati, contraffatti e rubati), nonché dal succitato Rapporto TransCrime, le principali «vie di fuga» dei medicinali oggetto di furto sono rappresentate proprio da soggetti operanti nell'ambito della filiera intermedia, quasi sempre pseudogrossisti che non operano in full-line per la fornitura delle farmacie territoriali –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle criticità sopra esposte e come intenda efficacemente intervenire per l'adozione di soluzioni tecniche che consentano l'acquisizione del codice di targatura delle confezioni di medicinali lungo tutta la filiera del farmaco, e non solo parzialmente, anche mediante soluzioni tecniche che prevedano ad esempio l'utilizzo di bollini ottici con sistemi di identificazione RFID (radio frequency identification);
   se non reputi opportuno porre in essere le opportune iniziative, anche normative, per permettere che l'acquisizione dei dati delle singole confezioni di medicinali sia operata anche dai soggetti che operano in fase intermedia e/o a valle della filiera attraverso l'immissione dei codici AIC dei codici univoci, del lotto e della scadenza comunicati dai produttori in un sistema open data accessibile dai soggetti che ricevono i medicinali;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per un maggiore controllo del fenomeno anche durante il periodo di trasporto dei medicinali, prevedendo per i corrieri l'obbligatorietà dei sistemi di rilevazione satellitare. (4-08088)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto farmaceutico

medicinale

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