ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08085

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 380 del 24/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: DIENI FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/02/2015
Stato iter:
24/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/09/2015
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/09/2015

CONCLUSO IL 24/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08085
presentato da
DIENI Federica
testo di
Martedì 24 febbraio 2015, seduta n. 380

   DIENI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in occasione della partita AS Roma-Feyenoord Rotterdam, tenutasi il 19 febbraio 2015, la presenza di facinorosi giunti a Roma a seguito della tifoseria della squadra ospite ha provocato, nelle ore precedenti allo svolgimento della competizione, un grave turbamento dell'ordine pubblico che ha portato a danni consistenti, alla deturpazione di vaste aree della città e a danneggiamenti che, hanno coinvolto anche monumenti di particolare interesse storico e culturale, come la fontana della Barcaccia di Piazza di Spagna;
   per la suddetta fontana sono state prodotte delle conseguenze definiti come «irreparabili» dagli esperti;
   a seguito degli scontri e alle polemiche che sono seguite, tra cui le accuse del sindaco Ignazio Marino ai responsabili dell'ordine pubblico, il questore di Roma, convocava, il 20 febbraio 2015, una conferenza stampa con gli altri vertici delle forze dell'ordine;
   in essa dichiarava, secondo le agenzie stampa, «preferisco lattine, sporcizia qualche segno sul muro in più, sentir dire che la Polizia ha ritardato a intervenire, piuttosto che rischiare di innescare una débàcle nella piazza, perché io, signori, di morti non ne faccio»;
   aggiungeva poi «abbiamo portato i tifosi allo stadio e li abbiamo fatti uscire in condizione di totale sicurezza, tornando indietro rifarei le stesse scelte» –:
   se condivida quanto dichiarato dal questore di Roma Nicolò D'Angelo, ossia che le forze di polizia, nell'occasione sopra descritta, non potessero agire in altro modo;
   se conseguentemente, sia lecito attendersi, durante prossime manifestazioni sportive che coinvolgano numeri significativi di facinorosi, ulteriori casi in cui il Ministero dell'interno non possa offrire garanzie sulla salvaguardia del decoro urbano e dei monumenti. (4-08085)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 489
4-08085
presentata da
DIENI Federica

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto l'interrogante, nel richiamare l'attenzione sugli incidenti avvenuti a Roma in occasione dell'incontro di calcio Roma-Feyenoord del 19 febbraio scorso, ha rivolto al Ministro dell'interno alcune sollecitazioni relative all'efficacia dei servizi di polizia in occasione di eventi sportivi.
  Si ritiene opportuno, innanzitutto, riassumere i fatti oggetto dell'interrogazione, al fine di evidenziare la professionalità, l'impegno e l'equilibrio dimostrati dalle forze di polizia nell'occasione.
  L'incontro di calcio in questione è stato oggetto di attenta preparazione sotto il profilo del dispositivo di ordine pubblico da mettere in campo prima, durante e dopo la manifestazione.
  Già dal mese di gennaio erano giunte segnalazioni da parte degli organismi di polizia olandese sulla circostanza che l'incontro con il Feyenoord avrebbe potuto attirare nella capitale più di 5.000 supporter della squadra di Rotterdam, di cui circa 250 considerati particolarmente pericolosi.
  La collaborazione internazionale di polizia è stata attivata per tempo ed è anche proseguita nel corso degli eventi, come dimostra il fatto che sei funzionari olandesi sono stati inviati al seguito della squadra.
  In considerazione del notevole afflusso di tifosi stranieri, il dispositivo di sicurezza ha previsto l'intensificazione dei controlli di polizia nei punti nevralgici della città, in particolare, per il filtraggio delle tifoserie e l'immediata individuazione di persone e gruppi potenzialmente pericolosi. Misure precauzionali sono state disposte anche con riferimento ai luoghi di transito dei tifosi olandesi, considerato peraltro che il loro arrivo a Roma è avvenuto con vari mezzi di trasporto e in gruppi sparsi.
  Il piano di sicurezza prevedeva che i supporter olandesi venissero convogliati nel
meeting point istituito dalla questura di Roma presso piazzale delle Canestre, all'interno di villa Borghese, e che da lì si dirigessero ordinatamente verso l'Olimpico scortati da personale delle Forze dell'ordine, anche per evitare il contatto con frange dei gruppi ultrà romanisti e dare vita a possibili scontri.
  Il pericolo maggiore era rappresentato da possibili agguati che, secondo le informazioni disponibili, sarebbero potuti avvenire lungo la via Flaminia nel caso che gruppi di supporter olandesi avessero deciso, come era stato preannunciato, di dirigersi a piedi verso lo stadio Olimpico.
  Tale rischio è diventato concreto allorché migliaia di tifosi olandesi (circa 3.000), venuti spontaneamente e a piccoli gruppi a radunarsi in piazza di Spagna, manifestavano l'intenzione di mettersi in marcia e muovere il corteo verso l'Olimpico, passando per piazza del Popolo e percorrendo proprio via Flaminia. È in questo frangente che gli operatori di polizia hanno profuso il loro sforzo per indirizzare i tifosi presso il prestabilito punto di raccordo, incanalandoli nella attigua via di San Sebastianello, allo scopo di evitarne il passaggio per la scalinata di Trinità dei Monti.
  Mentre una metà della tifoseria olandese si indirizzava, secondo le istruzioni impartite, verso piazzale delle Canestre, l'altra metà, in evidente stato di ebbrezza, invece, intenzionata a non ottemperare, dava vita ad un fitto lancio di oggetti contundenti, bombe carta e fumogeni all'indirizzo delle forze dell'ordine, costrette a quel punto ad azioni di alleggerimento.
  I tafferugli provocati dal comportamento aggressivo delle frange più violente della tifoseria olandese avvenivano in pieno centro e in un'ora di punta, quando piazza di Spagna registra di solito uno dei picchi più alti di passanti e turisti.
  In questo momento sono stati compiuti atti di vandalismo ed è stato deturpato il monumento della «Barcaccia».
  Nell'occasione Roma era presidiata, oltre che dal dispositivo ordinario di controllo territoriale, da un'aliquota aggiuntiva di 1.800 uomini della polizia di Stato, dell'arma dei carabinieri e della guardia di finanza, dei quali un terzo era preposto al controllo del centro storico, dove si era andata concentrando la presenza della tifoseria olandese e dove sono scoppiati gli scontri.
  L'azione delle forze di polizia, rigorosamente improntata alla regola del contenimento del danno – soprattutto in considerazione del fatto che vi era in gioco l'incolumità dei cittadini, del tutto estranei agli scontri e inconsapevoli del pericolo –, ha comunque portato a neutralizzare alcuni degli hooligan più violenti: sei olandesi, infatti, sono stati tratti in arresto e deferiti all'autorità giudiziaria per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. I provvedimenti sono stati tutti convalidati e il gip ha accolto la richiesta del pubblico ministero di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora a Roma, eseguita nelle ore successive. Diciannove agenti delle Forze dell'ordine e cinque tifosi sono rimasti contusi nei tafferugli.
  Anche nelle serate precedenti, del 17 e del 18 febbraio, le intemperanze dei tifosi olandesi, avvenute a Campo de’ Fiori, sono state affrontate con lo stesso tipo di approccio, e, nell'occasione sono stati arrestati 23 supporter del Feyenoord, giudicati dal tribunale di Roma con rito direttissimo e condannati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rissa. Nei loro confronti è stata anche applicata la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio del comune di Roma e, a carico di 22 di essi, è stato emesso il provvedimento di divieto di accesso a manifestazioni sportive, noto come DASPO.
  Lo svolgimento della partita è avvenuto in una cornice di compostezza e senza che si registrassero fatti di rilievo o di significato particolare per l'ordine pubblico, grazie anche all'imponente dispositivo di controllo concentrato nelle adiacenze dell'Olimpico e lungo le vie di accesso allo stadio.
  In merito alle iniziative finalizzate ad evitare il ripetersi di episodi del genere, posso assicurare che l'impegno delle Forze di polizia nel contrasto e nella prevenzione del fenomeno della violenza in occasione di eventi sportivi è ai massimi livelli.
  Ricordo, innanzitutto, che è attivo da tempo un articolato sistema di governo delle manifestazioni sportive sotto i profili dell'ordine e della sicurezza pubblica.
  Il sistema è imperniato, a livello centrale, sull'osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che tra i suoi molteplici compiti annovera anche quello della valutazione del rischio dell'evento sportivo, partita per partita.
  Quando la manifestazione è considerata di particolare rilievo sotto il profilo del rischio, entra poi in azione un apposito organismo interforze e interdisciplinare, il comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, che provvede a tenere i necessari contatti con le autorità provinciali di pubblica sicurezza e a diramare le direttive occorrenti per la gestione dell'evento.
  Inoltre, a livello periferico, da tempo sono operative, presso le Digos di tutta Italia, unità specializzate della polizia di stato che mantengono una costante attenzione sul fenomeno e contatti con società e tifoserie.
  Si tratta di un sistema collaudato che ha prodotto risultati apprezzabili in termini di drastica riduzione di scontri e feriti e di incremento dei provvedimenti di deferimento all'autorità giudiziaria, in particolare a seguito delle rigorose misure legislative adottate nel 2007 dopo i gravi fatti della partita Catania-Palermo, che provocarono la morte dell'ispettore capo Filippo Raciti.
  Si confida ora che il provvedimento adottato in via d'urgenza lo scorso anno possa aiutare ancor di più le autorità pubbliche a stroncare il tentativo di far rientrare la violenza devastatrice negli stadi.
  Si fa riferimento al decreto-legge n. 119 del 2014 con cui sono state affinate le potenzialità applicative del DASPO e al contempo sono state introdotte soluzioni innovative, come il divieto di trasferta e la chiusura delle curve casalinghe.
  Soprattutto con queste ultime due misure, a cui si è fatto già ricorso, da un lato, con gli ultrà dell'Atalanta e, come detto, della Juventus, dall'altro, con gli ultrà di Roma, Lazio e Brescia, si è inteso colpire tutte le frange più pericolose ed estremiste, alla costante ricerca dello scontro fisico con le forze di polizia e le tifoserie contrapposte.
  Pur essendo prematuro stilare bilanci, nella corrente stagione calcistica sono stati conseguiti importanti risultati in termini di aumento dei DASPO emessi e di arresti effettuati, nonché di riduzione del numero dei feriti tra le forze di polizia tra i tifosi e tra gli
steward.
  Si tratta di dati confortanti, ma che comunque evidenziano il persistere di una sottocultura violenta e prevaricatrice sulla quale occorre intervenire anche con specifiche campagne sociali e di sensibilizzazione. L'osservatorio del Viminale non manca di attivare proprie iniziative anche in questo campo, favorendo l'interazione con le società, gli enti nazionali e quelli locali.
  Più in generale, l'obiettivo che il Governo intende perseguire è quello di restituire lo spettacolo calcistico ad una dimensione di normalità e serenità, che invogli anche ad una maggiore frequentazione e riporti le famiglie agli stadi.
  Per il suo pieno raggiungimento, il Ministero dell'interno conta sulla collaborazione delle società sportive che hanno tutto l'interesse a recidere i pericolosi intrecci con gli ambienti più violenti del tifo, liberandosi da ogni possibile forma di condizionamento in grado di lederne gli interessi commerciali e d'immagine.

Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

attrezzatura sportiva

monumento

ordine pubblico