ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08044

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 378 del 19/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: NUTI RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 19/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 19/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/05/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 18/03/2015

SOLLECITO IL 20/04/2015

SOLLECITO IL 12/05/2015

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 21/05/2015

SOLLECITO IL 12/06/2015

SOLLECITO IL 17/07/2015

SOLLECITO IL 11/09/2015

SOLLECITO IL 06/10/2015

SOLLECITO IL 28/10/2015

SOLLECITO IL 04/12/2015

SOLLECITO IL 14/01/2016

SOLLECITO IL 26/02/2016

SOLLECITO IL 07/04/2016

SOLLECITO IL 30/05/2016

SOLLECITO IL 28/07/2016

SOLLECITO IL 16/09/2016

SOLLECITO IL 10/11/2016

SOLLECITO IL 14/02/2017

SOLLECITO IL 07/04/2017

SOLLECITO IL 27/07/2017

SOLLECITO IL 09/11/2017

SOLLECITO IL 06/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08044
presentato da
NUTI Riccardo
testo di
Giovedì 19 febbraio 2015, seduta n. 378

   NUTI e NESCI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   Francesco Oliverio è collaboratore di giustizia dal 2012;
   è stato membro della ’ndrangheta con il ruolo di trequartino di un locale di Belvedere Spinello, in provincia di Crotone;
   le informazioni fornite da Francesco Oliverio ai magistrati sono state ritenute attendibili e quindi utilizzate nel corso di importanti procedimenti giudiziari, tra i quali si citano, a titolo esemplificativo, il procedimento scaturito dall'indagine «La Svolta» – tramite cui si è proceduto alla ricostruzione della penetrazione mafiosa in Liguria e nel milanese – e la recente operazione «Aemilia», che ha portato all'arresto di ben 117 persone in Emilia Romagna e che ha rilevato la pesante infiltrazione criminale nella regione, anche in ambienti politici e amministrativi (tra gli altri, in manette è finito anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, mentre è indagato il sindaco di Mantova Nicola Sodano);
   attualmente Oliverio collabora con dodici procure e con diversi pubblici ministeri, oltreché con la stessa direzione investigativa antimafia;
   Francesco Oliverio, dopo il pentimento e la decisione di collaborare con la giustizia, ha denunciato più volte la situazione di pericolo che si stava creando attorno a sé, in particolare a causa di pressioni che la ’ndrangheta ha esercitato sulla propria persona utilizzando il figlio naturale e la madre del ragazzo, L.R.J.;
   sulla questione gli interroganti hanno presentato già un'interrogazione a risposta scritta (n. 4-05428) lunedì 7 luglio 2014 nella seduta parlamentare n. 258, ad oggi senza risposta dal Ministro dell'interno;
   i sottoscritti ritenevano già allora la situazione del collaboratore Oliverio «oggettivamente molto pericolosa per l'esito dei procedimenti penali in cui sono state acquisite le testimonianze di Oliverio, dal momento che le riferite pressioni potrebbero indurre il medesimo collaboratore a ritrattazione, con grave nocumento per la giustizia e il contrasto della criminalità organizzata, nonché per il bilancio dello Stato»;
   la situazione potrebbe anche aggravarsi, in ordine ai profili di sicurezza, poiché, secondo indiscrezioni giornalistiche apprese dagli interroganti, il Nop (Nucleo operativo protezione) vorrebbe trasferire la famiglia di Francesco Oliverio in altro luogo, ove, peraltro, risiederebbero collaboratori che lo conoscono;
   una simile scelta sarebbe però incomprensibile, perché pregiudicherebbe l'anonimato e la riservatezza, previsti dall'articolo 6, comma 8, della legge n. 45 del 13 febbraio 2001 sulla «disciplina della protezione e del trattamento sanzionatorio di coloro che collaborano con la giustizia nonché disposizioni a favore delle persone che prestano testimonianza», secondo cui «ai fini del reinserimento sociale dei collaboratori e delle altre persone sottoposte a protezione, è garantita la conservazione del posto di lavoro ovvero il trasferimento ad altra sede o ufficio secondo le forme e le modalità che, assicurando la riservatezza e l'anonimato dell'interessato, sono specificate in apposito decreto emanato dal Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia, sentiti gli altri Ministri interessati. Analogamente si provvede per la definizione di specifiche misure di assistenza e di reinserimento sociale destinate ai minori compresi nelle speciali misure di protezione»;
   la suddetta decisione apparirebbe ancora più inspiegabile per il fatto stesso che Francesco Oliverio è riuscito a reinserirsi nel tessuto sociale dell'attuale dimora, trovando anche un lavoro;
   secondo quanto stabilisce la succitata legge n. 45 del 2001, «la commissione centrale delibera la applicazione delle misure di protezione mediante la definizione di uno speciale programma» che comprende «il trasferimento delle persone non detenute in luoghi protetti, speciali modalità di tenuta della documentazione e delle comunicazioni al servizio informatico, misure di assistenza personale ed economica» (articolo 6, comma 5);
   al comma successivo si specifica, poi, che «le misure di assistenza economica indicate nel comma 5 comprendono, in specie, sempreché a tutte o ad alcune non possa direttamente provvedere il soggetto sottoposto al programma di protezione, la sistemazione alloggiativa e le spese per i trasferimenti, le spese per esigenze sanitarie quando non sia possibile avvalersi delle strutture pubbliche ordinarie, l'assistenza legale e l'assegno di mantenimento nel caso di impossibilità di svolgere attività lavorativa»;
   stando alle denunce di Oliverio, nel mese di marzo 2013 uno dei figli e la compagna hanno presentato richiesta di scissione dal nucleo familiare aspettando un bambino;
   la riferita richiesta è stata approvata dal Nop e i due (poi diventati, appunto, tre) si sono trasferiti in un'altra casa a pochi chilometri da quella dove oggi risiede Oliverio;
   alla scissione dal nucleo, però, non è seguito un adeguamento del contributo statale per affrontare le spese, poiché il contributo iniziale è stato diviso tra la famiglia di Francesco Oliverio e quella del figlio;
   l'ultimo versamento statale risale al 22 dicembre: circa 800 euro sono andati alla famiglia del figlio di Oliverio e 900 circa per lo stesso Oliverio (che abita con la moglie e altre due figlie);
   è evidente come tale versamento sia assolutamente esiguo e insufficiente, tanto che Oliverio, come già narrato, è stato costretto a trovare un lavoro per arrotondare, pur rischiando di essere licenziato da un momento all'altro, visti i continui impegni di collaboratore di giustizia –:
   se sia certa la notizia del trasferimento del collaboratore e, in tal caso, quali ne siano i presupposti;
   se non ritenga opportuno che si rivaluti in meglio l'entità del contributo diretto al sostentamento del collaboratore, della moglie e delle due figlie, alla luce della suddetta, mutata composizione familiare. (4-08044)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

reinserimento sociale

indennita' e spese

sanzione penale