ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 377 del 18/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08018
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 18 febbraio 2015, seduta n. 377

   NESCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   Poste Italiane spa è una società con socio unico a partecipazione totalitaria del Ministero dell'economia e delle finanze, presente in maniera capillare su tutto il territorio italiano e con 143 mila dipendenti, che fornisce servizi logistico-postali, di risparmio e pagamento, assicurativi e di comunicazione digitale a oltre 40 milioni di clienti;
   il 5 novembre 2014, l'amministratore delegato di Poste Italiane, dottor Francesco Caio, in audizione in Commissione industria del Senato, ha presentato il piano di razionalizzazione della rete di sportelli postali;
   nel corso dell'audizione il dottor Caio ha affermato che «oggi abbiamo 13 mila sportelli ma abbiamo avviato una richiesta di autorizzazione per circa 5-600 sportelli in meno»;
   come denunciato più volte dal gruppo parlamentare del Movimento cinque stelle, la chiusura di un numero così elevato di sportelli di Poste Italiane è un atto che nasce da valutazioni di pura natura economico-gestionale e non tiene in minimo conto quello che è l'indispensabile ruolo svolto dall'azienda per milioni di cittadini: garantire il servizio postale universale;
   anche la regione Calabria sarà colpita drasticamente dai tagli pianificati da Poste Italiane, con la chiusura di circa 25 uffici e la razionalizzazione di altri 35 che apriranno solo alcuni giorni a settimana;
   secondo quanto si legge su «Il Quotidiano della Calabria» del 13 febbraio 2015, «nel piano di intervento di chiusura rientra anche l'ufficio postale di Caria (frazione del comune vibonese di Drapia, nda), da anni sottoposto a un'eventuale situazione d'allarme e spesso schivata attraverso proteste, raccolta firme e interventi vari. L'amministrazione comunale drapiese, nei giorni scorsi, ha ricevuto la comunicazione di chiusura a decorrere del prossimo mese di aprile, dalla direttrice provinciale della filiale di Poste Italiane Caterina Giordano»;
   il sindaco di Drapia Antonio Vita ha immediatamente inviato una lettera alla dottoressa Giordano, nella quale si legge: «Le rappresento sin da ora, la totale ed assoluta contrarietà a questo grave ed ingiustificato provvedimento assunto dall'Azienda, con invito a voler immediatamente bloccare e/o revocare tale assurda decisione»;
   dopo la missiva del primo cittadino, si è tenuto un incontro tra lo stesso Vita, il vice sindaco Pino Rombolà, il capogruppo della minoranza Alessandro Porcelli e la direttrice Caterina Giordano. Dalla riunione, secondo quanto riportato dal summenzionato articolo, non è emerso alcun margine di trattativa: «la direttrice provinciale – si legge – ha esposto le motivazione dell'Azienda, volendo così mantenere un unico ufficio postale del comune nella frazione di Brattirò, seppur poco adeguato per limitato spazio»;
   il TAR del Lazio, attraverso sentenza n. 1117 del 29 gennaio 2014, si esprimeva avverso la chiusura dell'ufficio postale della frazione di Redipiano, nel comune di San Pietro in Guarano (Cosenza), evidenziando che «la direttiva comunitaria ed il decreto legislativo (in particolare articolo 3, comma 5, lettera c) del decreto legislativo n. 261 del 1999 come modificato dal decreto legislativo n. 58 del 2011), hanno posto un particolare accento anche sulle esigenze degli utenti, in particolare delle zone rurali e di quelle scarsamente popolate; esigenze che non avrebbero rispettate col solo criterio di ragionevolezza basato sull'equilibrio economico come presupposto per la permanenza di uffici postali in territori particolarmente disagiati» e che «è quasi superfluo rilevare come nell'ambito di un servizio pubblico l'equilibrio economico non possa assumere la stessa determinante rilevanza che assume nella gestione di una impresa privata»;
   il giudice amministrativo del TAR Lazio ha intimato, dunque, a Poste italiane di operare scelte organizzative che salvaguardino il principio della garanzia del «pubblico servizio» rimarcando che anche in periodi di spending review gli interessi sociali non possono essere sottomessi alla esasperata ricerca dell'utile;
   a parere dell'interrogante, da quando le società di Stato sono diventate società per azioni, la divaricazione tra interesse privato e interesse pubblico è fin troppo evidente: anche questa decisione prospettata dall'amministratore delegato di Poste Italiane è un atto estremamente grave e dalle ricadute negative sulla vita quotidiana di moltissimi cittadini;
   la politica di razionalizzazione di Poste Italiane, invece di migliorare il servizio per i cittadini, rischia di creare solo difficoltà, in particolare per gli anziani e per gli abitanti dei piccoli comuni che si ritroveranno senza ufficio postale o avranno un servizio solo a giorni alterni –:
   se i Ministri interrogati intendano, anche in virtù della citata sentenza del TAR, mantenere lo stato attuale degli uffici nei piccoli comuni calabresi per non creare problemi alla popolazione;
   se i Ministri interrogati abbiano intenzione di assumere iniziative affinché Poste italiane riveda il piano strutturale;
   quali iniziative di competenza intendano assumere affinché la società garantisca il buon funzionamento delle strutture territoriali presenti nei piccoli comuni italiani, in modo tale da evitare che si verifichino situazioni critiche per l'utenza. (4-08018)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

societa' di servizi

servizio postale

direttiva comunitaria