ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08016

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 377 del 18/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 06/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08016
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 18 febbraio 2015, seduta n. 377

   NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   il 15 febbraio 2015, secondo quanto si legge sul sito de La Gazzetta del Sud, due medici sono stati colti da infarto ed un terzo da ictus nell'ospedale Civile «Annunziata» di Cosenza;
   secondo quanto denunciato dallo SMI (Sindacato dei medici italiani), la ragione dei malori risiederebbe nel fatto che i camici bianchi lavorano «in situazioni di continuo stress»;
   il vicepresidente nazionale del succitato sindacato, dottor Cosmo De Matteis, è intervenuto sulle criticità del nosocomio bruzio affermando che «i medici lavorano in condizioni gravissime con carichi enormi a causa dei tagli al personale. Così sono a rischio tanto la salute dei professionisti quanto quella dei cittadini: non vorremmo che anche nella nostra realtà si registrassero casi tragici come quello avvenuto in Sicilia in queste ore. Poche risorse, riduzione dei medici e dei posti letto e, a diversi mesi dalle elezioni regionali, nessuna decisione su chi deve guidare la sanità calabrese, che va verso il caos. È ora di intervenire, così i medici non possono dare un servizio adeguato ai pazienti. Non è solo una drammatica casualità che in pochi giorni due colleghi sul posto di lavoro siano stati colpiti da infarto, per fortuna senza un triste epilogo»;
   anche a causa di tali ragioni medici, infermieri e operatori socio sanitari dell'ospedale cosentino hanno decretato uno sciopero generale per il prossimo 26 febbraio;
   su Il Quotidiano della Calabria del 14 febbraio 2015, si legge che «dallo scorso mese di gennaio i camici bianchi hanno iniziato una nuova protesta per denunciare le critiche condizioni dell'Annunziata e per trovare delle soluzioni. Con il passare dei giorni le condizioni dell'ospedale peggiorano sempre più e diventa difficile dare risposte ai cittadini che chiedono cure. Questi i motivi che hanno spinto gli ospedalieri, circa un mese fa, a chiedere un incontro urgente con il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, invitandolo a intervenire per evitare il collasso totale del nosocomio. Non solo, a Oliverio è stato anche chiesto di fare le dovute pressioni con il ministero della Salute, affinché nominasse al più presto un commissario. A ciò è seguito l'incontro svoltosi pochi giorni fa dinanzi al Prefetto Tomao, a cui sono stati elencati i problemi più gravi dell'ospedale: dal mancato turnover al taglio dei posti letto, dal problema di ordine pubblico, specialmente al Pronto soccorso, all'emigrazione sanitaria che pesa gravemente sulle casse della sanità calabrese»;
   non è raro che gli stessi operatori sanitari bruzi lavorino per oltre le 48 ore settimanali, non usufruendo delle ore di riposo stabilite dopo il servizio notturno;
   medici e infermieri hanno segnalato già in diverse occasioni le gravi condizioni di lavoro, di struttura e di personale dell'Ospedale «Annunziata» di Cosenza, senza però che ne seguisse il minimo beneficio dalle istituzioni;
   l'8 gennaio 2014 medici e operatori sanitari hanno scioperato per «sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione di grave carenza di organico che si vive all'interno del nosocomio e che rischia di mettere in pregiudizio la garanzia delle prestazioni all'utenza»;
   secondo quanto reso noto allora dagli organizzatori, la carenza di personale medico e paramedico all'interno della struttura ospedaliera era pari al 40 per cento;
   il 12 aprile 2014 gli operatori sanitari dell’«Annunziata» hanno sfilato per le vie della città cosentina per protestare contro la gestione del nosocomio dato che, secondo quanto riportato dal giornale online Nuovacosenza.com, sarebbe un «ospedale in agonia» con «organici al lumicino, reparti al collasso, strutture inadeguate»;
   il 29 maggio 2014 il segretario nazionale dell'Anaao Assomed (Associazione medici dirigenti) Costantino Troise inviava una lettera al Ministro della salute Beatrice Lorenzin e, per conoscenza, al presidente della giunta regionale della Calabria, in cui si leggeva: «La situazione è vicina al collasso: senza più medici nei pronto soccorso; senza anestesisti e persino senza le barelle, oramai succedanee dei comuni posti letto. Il tutto a fronte di cittadini, affetti da patologie complesse, che reclamano in numero crescente una assistenza che altrove non trovano. Le conseguenze del disagio, che andava via via a registrarsi, sono state in massima parte attenuate grazie al senso di abnegazione e di responsabilità dimostrato dai professionisti sanitari, che hanno tenuto aperti i “cancelli della fabbrica” facendo esclusivamente ricorso al sacrificio personale. Gli stessi oggi protestano non per una rivendicazione salariale, bensì perché lasciati da soli ad affrontare la domanda di salute, per lo più inevasa, con risorse umane insufficienti, chiedendo di essere messi in condizione di lavorare e dare il meglio di se stessi»;
   già nella succitata missiva, si lanciava l'allarme «sull'imminente rischio di un disastro annunciato, visto che il perdurare di questa situazione, inevitabilmente, ridurrà ancora di più, nonostante gli sforzi e la dedizione del personale, la quantità e la qualità delle prestazioni assistenziali erogate, incrementando, in modo direttamente proporzionale, il rischio per gli utenti del servizio insieme con quello professionale dei Medici, come la letteratura di riferimento dimostra»;
   il 15 dicembre 2014 l'Intersindacale Medici dell'ospedale «Annunziata» di Cosenza ha inviato una lettera al governatore Mario Oliverio sottolineando «la necessità, non più rinviabile, di rilanciare e riqualificare l'Ospedale di Cosenza che, specie negli ultimi tempi, ha particolarmente subito un'aggressione fatta di tagli e di provvedimenti sbagliati» che hanno portato a «gravissime criticità di tipo strutturale, organizzativo e i paurosi vuoti di organici che l'ospedale presenta»;
   nella succitata missiva si legge, ancora: «Come medici che quotidianamente stanno in trincea e che conoscono le enormi problematiche in cui versa l'ospedale, siamo decisamente contrari alla gestione ragionieristica e clientelare dell'ospedale che si è rivelato un attentato al diritto di salute dei Cosentini. Già nel mese di Gennaio, quando, a tutela dei cittadini, abbiamo iniziato lo stato di agitazione avevamo chiesto a gran voce, sia a livello locale che regionale e nazionale una maggiore qualità dell'assistenza anche mediante migliori condizioni di lavoro per noi operatori. Oggi che il contesto ospedaliero, da tempo ingovernato, è ulteriormente peggiorato, registriamo una dequalificazione progressiva e il rischio di un maggiore impoverimento dell'assistenza»;
   tale situazione, ovviamente, arreca pesanti danni anche al servizio offerto all'utenza. Come si legge su La Gazzetta del Sud del 14 febbraio 2015, «affonda l'Annunziata. Cola a picco nella sostanziale immobilità delle istituzioni demandate a tenerla a galla. Il morale del personale in servizio nell'ospedale cosentino, ora più che mai, è schiacciato [...] Mancano medici, infermieri e operatori socio-sanitari, e quelli che ci sono tropo spesso lavorano in condizioni insopportabili. E come al solito, i primi a risentirne sono proprio i pazienti. Le liste d'attesa per interventi di chirurgia semplice, ad esempio, si allungano di giorno in giorno. Per un'operazione all'ernia bisogna attendere un anno e una manciata di mesi. Un intervento alla colecisti, che andrebbe effettuato entro le due settimane e i venti giorni per evitare sgradevoli e rischiose complicazioni, lo si riesce a fissare in cinque o sei mesi»;
   in una situazione di tale gravità non mancano anche i casi di malasanità, come già denunciato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-01564 nella quale si raccontava della morte del signor Cesare Ruffolo, affetto da 24 anni da leucemia linfatica cronica, il quale veniva ricoverato presso reparto cosiddetto «Valentini» dell'ospedale «Annunziata», lì ricevendo una trasfusione di sangue errata, rivelatasi letale per l'anziano signore;
   attualmente in Calabria manca ancora il commissario per l'attuazione del piano di rientro sanitario e il Governo non interviene, in relazione a gravi fatti che con alta frequenza si verificano negli ospedali calabresi, anche imputabili alla mancanza di un soggetto apicale cui rispondere e le interrogazioni presentate sul tema dall'interrogante sono allo stato prive di risposta;
   in quest'occasione, oltre ai casi già summenzionati: si ricordano le interrogazioni n. 4-07916 riguardante una signora quasi novantenne completamente abbandonata all'ospedale di Crotone, n. 4-07323 riguardante il signor Nicola Guarna, morto a causa di soccorsi tardivi all'ospedale di Vibo Valentia, n. 4-07674 riguardante la signora Santina Cortese, anche lei vittima della negligenza del suo medico curante e della struttura ospedaliera, ancora dell'ospedale di Vibo Valentia;
   come già rappresentato nell'interrogazione n. 4-07613, presentata nella seduta della Camera n. 367 di mercoledì 21 gennaio 2015, innumerevoli, gravi e persistenti disservizi e inadempimenti si sono cumulati in ordine alla sanità calabrese, a motivo del fatto che il Governo centrale sostituì con evidente e colpevole ritardo il commissario deputato al piano di rientro dal debito sanitario, da quell'incarico decaduto per legge Giuseppe Scopelliti, poiché intervenuta nei suoi confronti una sentenza penale di condanna in primo grado;
   la riferita situazione complessiva – come peraltro già significato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-07518 – ha di fatto interrotto l'attuazione del piano di rientro dal debito sanitario calabrese, determinando una paralisi generale rispetto alla riorganizzazione dei servizi, con diffuse ripercussioni sulla tutela del diritto alla salute previsto all'articolo 32 della Costituzione;
   l'interrogante ritiene il governo politicamente responsabile delle disfunzioni, dei disservizi e dei gravi fatti che stanno verificandosi nella sanità calabrese, dal momento che avrebbe potuto nominare il suddetto commissario in ogni momento e invece, rinvia aggrappandosi alla modificazione della normativa di specie, che secondo l'interrogante è del tutto ininfluente per risolvere la vacanza del responsabile del rientro sanitario –:
   se siano a conoscenza dei fatti esposti;
   quali misure intendano adottare per garantire il rispetto affinché siano assicurati i livelli essenziali di assistenza previsti anche valutando la possibilità di autorizzare nuove assunzioni di personale sanitario in Calabria. (4-08016)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istituto ospedaliero

malattia

professioni paramediche