ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07943

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: DE LORENZIS DIEGO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
22/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/02/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/05/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/02/2017

CONCLUSO IL 22/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07943
presentato da
DE LORENZIS Diego
testo di
Mercoledì 11 febbraio 2015, seduta n. 375

   DE LORENZIS, SPESSOTTO e LIUZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   la Puglia è una regione nota per le crisi idriche a causa di una scarsa presenza di corpi idrici superficiali di acqua dolce per cui ha necessità di approvvigionamento idrico potabile anche dalla regioni limitrofe;
   il lago di «Pietra del Pertusillo» è un invaso artificiale situato nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso in Basilicata e occupa una superficie di 75 chilometri quadrati, la quota di massimo invaso si trova a 532 metri di altitudine sul livello del mare, la sua capienza massima è di 152 milioni di metri cubi d'acqua;
   la realizzazione dell'invaso del Pertusillo è stata necessaria per rispondere ad un uso plurimo delle risorse idriche, quali lo sfruttamento dell'energia idroelettrica, l'irrigazione di oltre trentacinquemila ettari di terreno tra Basilicata e Puglia e la produzione di acqua potabile per diversi milioni di cittadini lucani e pugliesi. Rappresenta uno dei punti di forza dello schema idrico Jonico-Sinni;
   il lago del Pertusillo è anche un «Sito di interesse comunitario» (S.I.C. IT9210143) della Rete Natura 2000 nata in seguito alla emanazione da parte dell'Unione della «Direttiva 92/43/CEE detta “Habitat” e della direttiva 2009/147/CE detta “Uccelli” (recepite in Italia rispettivamente dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, modificato successivamente dal decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 12 marzo 2003, e dalla legge 157 del 1992;
   l'intera superficie del SIC ricade nell'area di “vulnerabilità all'inquinamento da nitrati di origine agricola” della regione Basilicata, infatti l'agricoltura intensiva praticata nei paesi limitrofi al lago, fa uso intensivo di tali fertilizzanti»[Natura 2000 FORMULARIO STANDARD – SIC IT 9210143 LAGO Pertusillo];
   sono circa 650 le sorgenti sotterranee che alimentano l'Agri, un fiume le cui acque attraversano il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri-Lagonegrese, che a sua volta alimenta l'invaso del Pertusillo;
   nel 2010 vi è stato un fenomeno di fioritura algale e di moria dei pesci che hanno interessato il Lago del Pertusillo e per questo motivo l'ARPAB nell'ambito del programma PO FESR BASILICATA 2007/2013 ha presentato un progetto sulla «Valutazione dello stato ecologico del Lago del Pertusillo» che prevedeva una verifica dello stato di qualità dell'ecosistema lacustre per arrivare ad una caratterizzazione chimico-biologica del lago e ad una definizione di qualità, sulla base dei dati disponibili e di appositi accertamenti. Dallo studio effettuato in base ai parametri determinati, si deduce che le acque del lago, evidenziano alcune criticità quali ad esempio la presenza spot di idrocarburi totali, l'aumento delle concentrazioni di BOD, COD e coliformi totali in alcuni mesi di campionamento;
   secondo la perizia del Ctu nominato dalla magistratura di Potenza, la moria di pesci è avvenuta a causa di una tossina prodotta dall'alga cornuta, presente per eutrofizzazione del lago a sua volta dovuta a fosforo, nitrati, idrogeno solforato, formaldeide, diossido di zolfo, metalli pesanti e idrocarburi presenti all'interno e nei fondali del lago artificiale;
   l'invaso del Pertusillo è circondato dai pozzi attivi di estrazione di idrocarburi in Alta Val d'Agri ed è a pochi chilometri in linea d'aria dalla Centrale di raccolta e trattamento denominata «Centro oli di Viggiano», un impianto di desolforizzazione di 18 ettari facente parte della Concessione di coltivazione di idrovarburi liquidi e gassosi conferita nel 2005 a Eni/Shell denominata «Val d'Agri», di un estensione di 660 chilometriquadrati di cui buona parte sono all'interno del SIC e del Parco nazionale e vede la presenza di 26 pozzi in produzione e 11 pozzi produttivi non eroganti da cui si è ottenuto nel 2014 una produzione di 1.179.803.574 di smc di Gas naturale e 3.257.801 tonnellate di olio greggio. Il pozzo reiniettore «Costa Molina 2» appartenente alla medesima concessione, è destinato esclusivamente alla reiniezione in giacimento delle acque di strato, acque estratte associate all'olio e al gas che dopo la separazione dagli idrocarburi, vengono reimmesse nel giacimento di origine;
   si apprende da fonti ENI in merito alla Basilicata che una parte dell'acqua di strato, circa 2.500 m3/giorno, viene reiniettata in giacimento attraverso il pozzo «Costa Molina 2», mentre 1.000 m3/g, sono smaltiti come rifiuto liquido in impianto di smaltimento, dopo il trasporto su strada con autobotti;
   da fonti stampa si apprende che la pubblicazione scientifica dell'Eni sulla rivista di settore «One Petro» dimostra che già nel 1999, in Val d'Agri, era noto che si sperimentavano perforazioni orizzontali non autorizzate, tipo il fracking, ricorrendo all'uso di acido cloridrico, fluoridrico e addensanti chimici vari;
   la delibera numero 71/2014 della Corte dei conti della Basilicata, afferma che «l'attento e costante monitoraggio dei fanghi esausti rappresenta un punto di fondamentale importanza per la tutela ambientale e la tutela della salute pubblica»;
   sempre da fonti stampa si apprende che a seguito delle richieste del senatore Vito Petrocelli, attualmente le società non avrebbero fornito né i piani ingegneristici dei pozzi realizzati nel sottosuolo né gli studi sulla qualità ed effetti delle sostanze chimiche utilizzate per la reiniezione;
   dalle analisi della qualità dell'acqua proveniente dall'invaso del Pertusillo del novembre 2012 pubblicate da Aquedotto Pugliese si apprende che tra i vari elementi riscontrati, si registrano tracce di idrocarburi e metalli pesanti nell'acqua grezza in entrata al potabilizzatore e che anche nell'acqua potabilizzata in uscita, in misura inferiore, rimangono tracce. Tra gli elementi riscontrati, vi è il bario, un metallo pesante di cui non esiste un limite definito per legge dal decreto legislativo del 2 febbraio 2001, n. 31 «Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano», in una misura di 49 microgrammi per litro. Il bario assunto in elevate quantità potrebbe diventare tossico e provocare un aumento della pressione arteriosa e anche la paralisi;
   lo studio scientifico pubblicato sul bollettino ambientale «Fresenius», condotto dalla professoressa Albina Colella del dipartimento di scienze dell'università della Basilicata e dalla professoressa Maria Rita D'Orsogna dell'istituto per la sostenibilità, California State University a Northridge, Los Angeles, ha determinato la presenza di idrocarburi nell'acqua del bacino del Pertusillo. Le relatrici affermano nelle conclusioni dello studio che «la nostra analisi, suggerisce che è altamente probabile che la contaminazione da idrocarburi nel Pertusillo sia originato da estrazione di petrolio e sue trasformazioni, stoccaggio e smaltimento. Diversi episodi di inquinamento supportano questa ipotesi: la presenza di alte concentrazioni di manganese, benzene, toluene e solfati, come misurato da ARPAB nel giugno 2011 in terra acqua al Centro Olio Val d'Agri che scorrono verso il Pertusillo»;
   sono 20 le concessioni di coltivazione di idrocarburi in terra ferma rilasciate sul territorio della regione Basilicata –:
   se i Ministri siano a conoscenza dei fatti espressi in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per accertare lo stato qualitativo dell'acqua dell'invaso del Pertusillo e il suo presunto inquinamento derivante dalle attività di estrazione e lavorazione degli idrocarburi e reiniezione delle acque di strato;
   se i Ministri interrogati al fine precauzionale intendano promuovere una moratoria delle attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi nella regione Basilicata;
   quali iniziative intenda adottare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al fine di salvaguardare dall'impatto antropico il «Parco nazionale appennino lucano Val d'Agri-Lagonegrese» e il SIC «lago del Pertusillo», nonché le 605 sorgenti sotterrane richiamate in premessa;
   se il Ministro della salute, in via precauzionale, e per quanto di competenza, intenda assumere iniziative al fine di accertare lo stato di salute delle popolazioni servite dalle acque del Pertusillo;
   se il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, in via precauzionale, intenda acquisire elementi al fine di conoscere lo stato qualitativo dei campi irrigati con l'acqua proveniente dall'invaso del Pertusillo. (4-07943)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 febbraio 2017
nell'allegato B della seduta n. 746
4-07943
presentata da
DE LORENZIS Diego

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si fa presente che, come è noto, il lago artificiale del Pertusillo rientra sia nel Parco nazionale dell'appennino Lucano-Val d'Agri-Lagonegrese, sia nel sito Natura 2000 SIC IT9210143 «Lago Pertusillo», individuato ai sensi della direttiva 92/43/CEE «Habitat».
  Nell'ambito dell'attività di vigilanza condotta da questo Ministero, e in relazione ad ulteriori indagini, è stato acquisito il rapporto dell'ente parco nazionale nel quale sono riportate notizie in merito alle iniziative correlate all'inquinamento delle acque del bacino lacustre.
  Nello specifico, viene riferito che, con determina dirigenziale del dipartimento presidenza della giunta regione Basilicata del 5 luglio 2013, è stato disposto di affidare all'ente parco l'incarico per il controllo degli affluenti dell'invaso del Pertusillo.
  L'attività di monitoraggio dello stato di salute delle acque del lago è stata realizzata in 4 fasi: monitoraggio dei depuratori urbani e industriali che scaricano nel bacino del lago; monitoraggio del perimetro del lago e degli affluenti; controllo delle aziende zootecniche di maggior rilievo per verificare le modalità di utilizzo degli affluenti di allevamento; controllo ed analisi di eventuali fuoriuscite dal sottosuolo di liquame nel fosso «Spaccamugliera».
  In detto contesto, l'ente parco, di concerto con le autorità preposte, ha provveduto a porre in essere una serie di controlli mirati a prevenire, ed eventualmente reprimere, i fenomeni di sversamenti illeciti nel lago. L'attività di controllo delle aziende zootecniche è stata coordinata, invece, dal comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Potenza che, su 62 verifiche eseguite, ha riscontrato diverse irregolarità rispetto alle quali sono stati avviati i relativi accertamenti.
  Inoltre, sono state svolte analisi relative alla presenza di idrocarburi nelle aree lacuali e peri-lacuali sulle quali risultano in corso approfondimenti da parte del Corpo forestale dello Stato per indagare le cause della presenza di idrocarburi pesanti nei fanghi e sedimenti dell'invaso.
  Il controllo analitico delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile è stato effettuato dall'Arpa Basilicata. In base alle risultanze delle analisi effettuate, l'invaso risulta a tutt'oggi classificato in classe A2, classificazione che prevede un trattamento chimico-fisico e disinfezione delle acque da potabilizzare.
  Il controllo delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile prevede: analisi chimico-fisiche; analisi di parametri inorganici; analisi di idrocarburi e idrocarburi policiclici aromatici; analisi di antiparassitari e analisi microbiologiche.
  I risultati delle analisi effettuate hanno mostrato che, in tutti i campioni prelevati e analizzati, le concentrazioni dei vari parametri sono sempre risultate inferiori ai valori stabiliti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, permettendo sempre la classificazione delle stesse in classe A2.
  Inoltre, ulteriori controlli vengono svolti dal gestore del servizio idrico integrato, Acquedotto pugliese (AQP) che effettua regolarmente i controlli sull'acqua grezza derivata dal Pertusillo. Prima della potabilizzazione, l'AQP effettua, oltre i controlli previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006 necessari per la classificazione della qualità delle acque, ulteriori analisi di controllo per meglio gestire i processi di potabilizzazione. L'impianto di potabilizzazione dell'AQP è dotato di sezioni di trattamento adeguate alla tipologia di acque da trattare e di una stazione finale di trattamento a carboni attivi che rappresenta una ulteriore cautela rispetto ad eventuali presenze di microinquinanti. Tale filiera di trattamenti consente il pieno rispetto degli standard di qualità stabiliti dal decreto legislativo n. 31 del 2001.
  Per quanto concerne lo scarico nel sottosuolo delle acque derivanti dall'estrazione e dalla separazione di idrocarburi del centro olio Val d'Agri di Viggiano, si segnala che l'Eni, a seguito del sequestro preventivo da parte dell'Autorità giudiziaria di alcuni impianti del centro (vasche asservite all'unità 560 e pozzo di re-iniezione «Costa Molina 2»), lo scorso mese di aprile ha reso noto di aver proceduto alla chiusura graduale della produzione dei pozzi nonché alla fermata generale temporanea degli impianti.
  La regione Basilicata, con la delibera di giunta del 12 aprile 2016, ha disposto la sospensione dell'esercizio dell'attività di scarico in unità geologiche profonde delle acque di strato mediante il pozzo «Costa Molina 2» con effetto immediato e per un periodo non superiore a 90 giorni, a decorrere dalla data di notifica del provvedimento.
  L'ufficio compatibilità ambientale della medesima regione ha comunicato all'Eni l'avvio del riesame della procedura di autorizzazione integrata ambientale rilasciata con decreto della giunta regionale n. 627 del 2011, secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 152 del 2006.
  A seguito della conferma del sequestro sentenziata dal tribunale del riesame di Potenza, il successivo 16 aprile l'Eni ha avviato un programma di messa in sicurezza e conservazione dell’asset del centro olio Val d'Agri e dei pozzi ad esso afferenti della durata di 6 mesi, che include tutte le attività e interventi da realizzare sulle tre macro-aree: rete di raccolta, centro olio Val d'Agri, oleodotto Cova-Taranto. Di questo programma di interventi la stessa Eni ha informato la regione e l'Arpa Basilicata.
  A seguito, della richiesta di chiarimenti da parte della regione Basilicata e dell'Arpab, l'Eni, rispettivamente il 13 e il 27 maggio 2016, ha trasmesso a queste ultime la documentazione tecnica integrativa sul programma di messa in sicurezza e conservazione.
  L'autorità giudiziaria, il 1o giugno 2016, ha disposto il dissequestro temporaneo delle due vasche e del pozzo di re-iniezione Costa Molina 2 «al solo fine di consentire la realizzazione delle opere e dei lavori indicati negli atti, così come disposto dai pubblici ministeri...», stabilendo come termine ultimo il 31 agosto 2016 per la loro realizzazione, ovvero anche prima di tale data, qualora la Società dovesse dichiarare l'avvenuta ultimazione delle opere di adeguamento.
  Nello stesso mese di giugno, l'Eni ha comunicato alla regione Basilicata la richiesta di «modifica non sostanziale» dell'impianto per l'attuazione di interventi finalizzati all'adeguamento dell'impianto agli elementi tecnici avanzati dall'Autorità giudiziaria connessi alla gestione delle acque di strato prodotte durante l'esercizio del centro olio Val d'Agri.
  Il 25 luglio, con apposita delibera della giunta regionale, è stata autorizzata la ripresa dell'attività del pozzo «Costa Molina 2» e il 4 agosto la procura della Repubblica presso il tribunale di Potenza ha espresso parere favorevole al dissequestro delle vasche e del pozzo predetto.
  Per quanto attiene alla qualità delle acque superficiali e sotterranee, l'Arpab nel maggio scorso ha fornito i dati relativi alle indagini analitiche effettuate sulle acque sotterranee dell'area limitrofa al pozzo di re-iniezione «Costa Molina 2» nel periodo gennaio 2014-ottobre 2015. Tali analisi, effettuate su campioni di acque prelevati dalle sorgenti denominate SG4 e SG8, hanno fornito nel periodo indicato valori sempre inferiori al limite di rilevabilità analitica, tranne un caso (agosto 2014), in cui il valore era pari a 133 microgrammi/l nel punto di campionamento sulla sorgente SG4; tale valore, comunque, rimane inferiore al valore soglia previsto per le acque sotterranee dal decreto legislativo n. 152 del 2006;
  Sempre l'Arpab ha integrato ulteriormente la documentazione con gli esiti analitici relativi alle acque superficiali dell'invaso del Pertusillo, destinate alla produzione di acqua potabile di cui all'articolo 80 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Tali analisi, condotte negli anni 2014 e 2015, evidenziano che, nel punto specifico di campionamento dell'invaso del Pertusillo situato in prossimità del punto di captazione delle acque ad uso potabile, gli idrocarburi, sia totali che policiclici aromatici (IPA), sono risultati inferiori rispetto ai valori parametrici del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Infine, per completezza di informazione, si segnala che il pozzo «Costa Molina 2», utilizzato per la re-iniezione di acque di scarto petrolifero, risulta esterno sia al parco nazionale dell'Appennino Lucano-Vai d'Agri-Lagonegrese, che al sistema dei siti natura 2000.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona protetta

riserva naturale

metallo pesante