ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07933

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: GRILLO GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07933
presentato da
GRILLO Giulia
testo di
Mercoledì 11 febbraio 2015, seduta n. 375

   GRILLO, CANCELLERI, LOREFICE, RIZZO, DI BENEDETTO, NUTI, MARZANA, COZZOLINO, DADONE, MANLIO DI STEFANO, D'UVA e DI VITA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata è stata istituita con decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2010, n. 50, oggi recepita dal decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011; l'Agenzia è un ente con personalità giuridica di diritto pubblico, posta sotto la vigilanza del Ministro dell'interno;
   dal sito dell'Agenzia, alla data di questi giorni, non è riscontrabile chi siano i membri del Consiglio direttivo della stessa; è solo indicato che oltre al direttore ne fanno parte altri quattro componenti; in ogni caso sovente i dati riportati sul sito, contrariamente alle disposizioni sulla trasparenza, sono non aggiornati;
   si apprende da la Repubblica del 9 febbraio 2015 «dal 20 gennaio 2015, il Governo — su proposta del Ministero dell'interno — ha designato Montante componente dell'Agenzia dei beni confiscati. Una postazione strategica, lì si decide il destino di patrimoni sporchi per miliardi di euro»;
   si è appreso dai quotidiani e dai media in questi giorni che Antonello Montante, esponente di rilievo di Confindustria Sicilia, noto per sue prese di posizione contro Cosa Nostra, sarebbe piuttosto stato «tirato in ballo» da alcuni pentiti come persona contigua ad ambiente mafiosi;
   in particolare la Repubblica del 9 febbraio ha così scritto «Come si chiuderà questa vicenda — se c’è solo fumo o anche molto arrosto — nessuno ancora lo può dire, di sicuro però Antonello Montante, uno dei cosiddetti paladini delle battaglie antimafia più recenti (troppo recenti, maligna qualcuno) è al momento indagato per reati di mafia alla procura della Repubblica di Caltanissetta. All'anagrafe è registrato come Antonio Calogero Montante, ha 52 anni, è un siciliano di Serradifalco, provincia di Caltanissetta — dove è anche presidente della locale Camera di Commercio — ed è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2008. È a capo di un impero nato negli anni ’20 del secolo scorso con una fabbrica di biciclette, è fondatore della “Msa”, Mediterr Shock Absorbers spa, azienda di progettazione e produzione di ammortizzatori per veicoli industriali presente in tutto il mondo. Su di lui c’è l'inchiesta di Caltanissetta e poi ce n’è un'altra a Catania, su una denuncia presentata nei mesi scorsi. Indagini blindatissime, sia per il “peso” del personaggio coinvolto sia per gli effetti che le stesse indagini potrebbero provocare. L'inchiesta è nella prima fase e nessuno è nelle condizioni di prevedere dove potrebbe portare, ma fra le pieghe di questa storia ci sono già tutte le incoerenze di un'antimafia di fresca nascita — con patenti rilasciate con assai disinvoltura — e il paradosso tutto italiano di come si possa tranquillamente navigare da una sponda all'altra senza incertezze e contraccolpi. È un po’ il segno dei tempi. A Caltanissetta ci sono tre pentiti — “vecchi e nuovi”, si apprende da ambienti investigativi — che fanno il nome di Antonello Montante e lo trascinano nel gorgo. Uno è Salvatore Dario Di Francesco, mafioso di Serradifalco, lo stesso paese di Montante. Questo Di Francesco, arrestato un anno fa dalla squadra mobile, ha iniziato a raccontare di appalti pilotati nella zona — e in particolare al Consorzio Asi, l'Area di sviluppo industriale — dal 1999 al 2004. Di Francesco, che all'Asi lavorava e ogni pratica di gara passava per le sue mani, è stato definito “il collante fra esponenti di Cosa Nostra e i colletti bianchi della provincia”. Di Francesco è compare del mafioso di Serradifalco Vincenzo Arnone, un figlio di famiglia (suo padre, boss di Cosa Nostra, si chiamava Paolino e, nell'autunno del 1992 dopo una retata si suicidò nel carcere Malaspina di Caltanissetta), che a sua volta è compare di nozze proprio di Antonello Montante. Legami di paese. Legami di paese diventati pubblici con uno scoop della rivista “I Siciliani giovani” nell'aprile dell'anno scorso, che diffuse in rete non solo una foto di Montante insieme a Vincenzo Arnone nella sede dell'Associazione Industriali di Caltanissetta (eravamo a metà Anni Ottanta) ma anche il certificato di matrimonio di un giovanissimo Montante — aveva 17 anni — con i nomi dei padrini di nozze. Quattro. Due erano gli Arnone di Serradifalco, padre e figlio. Anche queste lontane “conoscenze” sono entrate nell'inchiesta dove, comunque, la parte più consistente riguarda le rivelazioni del pentito Di Francesco e degli altri due collaboratori di giustizia»;
   sui componenti dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati, visto anche il suo significato simbolico oltre che istituzionale, non può gravare, il sospetto che un membro dei suoi organismi direttivi possa aver avuto dei rapporti con Cosa Nostra –:
   se il Ministro vigilante non intenda attivarsi con urgenza per l'aggiornamento trasparente del sito dell'Agenzia e quali siano le motivazioni dello scarso aggiornamento;
   se il Ministro dell'interno, qualora Antonello Montante non si dimetta spontaneamente, non ritenga opportuna la revoca della nomina dello stesso a componente del consiglio direttivo dell'Agenzia, nelle more che l'indagine penale faccia il suo corso. (4-07933)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inchiesta giudiziaria

mafia

nomina del personale