ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07920

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 11/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GUERRA MAURO PARTITO DEMOCRATICO 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
11/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2016
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/04/2016

SOLLECITO IL 02/05/2016

SOLLECITO IL 01/06/2016

SOLLECITO IL 04/07/2016

SOLLECITO IL 01/08/2016

SOLLECITO IL 12/09/2016

SOLLECITO IL 10/10/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2016

CONCLUSO IL 11/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07920
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Mercoledì 11 febbraio 2015, seduta n. 375

   BRAGA e GUERRA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto denunciato dal Sindacato italiano lavoratori polizia (SILP) Cgil di Como, e ampiamente ripreso da organi di stampa locali, il 26 gennaio 2015, dopo le ore 1.30 di notte, nel corso dell'inseguimento di un'autovettura che non aveva rispettato l’«alt» intimato da una pattuglia della Polstrada di Busto Arsizio in provincia di Varese, interveniva anche una volante con equipaggio dell'Ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Como; l'auto inseguita giungeva al confine italo-svizzero di Como Brogeda, forzava il valico ed entrava in territorio elvetico;
   secondo quanto riferito dalle fonti sopra citate, gli operanti della Polizia di Stato hanno seguito le procedure previste, contattando telefonicamente il centro di cooperazione (CCDP) di Chiasso, e ottenendo l'autorizzazione a proseguire l'inseguimento in territorio elvetico;
   anche la Polizia cantonale svizzera, informata dei fatti, intercettava l'auto in fuga e si poneva al suo inseguimento poi terminato nelle adiacenze di un'area di servizio autostradale in territorio elvetico a circa 10 chilometri dal confine italiano;
   nonostante l'autorizzazione alla prosecuzione dell'inseguimento in territorio elvetico, gli agenti della Polizia di Stato della volante comasca sono stati sottoposti a privazione della libertà da parte della polizia cantonale, disarmati e portati, dopo aver addirittura sottoposto il poliziotto conducente ad alcoltest, nella sede di Lugano, sottoposti ad interrogatorio ed infine scortati presso il confine italiano, dove venivano rilasciati intorno alle ore 7.00 della mattina successiva;
   da tale episodio, se confermato nei suoi tratti essenziali, emergono disfunzioni di sistema sul fronte istituzionale e organizzativo, che rischiano di compromettere la reciproca collaborazione tra polizia italiana e polizia svizzera a danno della sicurezza pubblica generale, in un territorio di frontiera, particolarmente sensibile; l'episodio inoltre mortifica il lavoro della Polizia di Stato, e di coloro che nel caso concreto hanno professionalmente agito per garantire la sicurezza pubblica e la prevenzione dei reati –:
   se il Ministro interrogato sia venuto a conoscenza dei fatti sopra esposti, se possa confermare il corretto comportamento degli operanti, se sia a conoscenza dell'attivazione immediata, durante l'evento segnalato, di canali diplomatici e di tutela nei confronti degli agenti della polizia di Stato di Como trattenuti in Svizzera; e, in caso negativo, quali siano le motivazioni per le quali ciò non sia avvenuto;
   se il Ministro intenda adottare misure finalizzate ad accertare eventuali responsabilità, ad evitare per il futuro il verificarsi di episodi analoghi, a regolare altrimenti i rapporti di cooperazione transfrontaliera con la Confederazione Elvetica e con il Cantone Ticino. (4-07920)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 11 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 690
4-07920
presentata da
BRAGA Chiara

  Risposta. — Nella notte del 26 gennaio 2015, nel territorio del comune di Turate in provincia di Como, una pattuglia della polizia stradale di Busto Arsizio, durante un controllo, ha sottoposto ad alcoltest il conducente di una vettura che procedeva in modo irregolare.
  A controllo ancora in corso, il conducente è risalito a bordo della propria autovettura, dandosi alla fuga a forte velocità. Durante il successivo inseguimento il veicolo in fuga ha speronato ripetutamente la fiancata dell'auto di servizio della polizia stradale.
  Peraltro, presso la barriera autostradale Como-Grandate, la vettura ha abbattuto la sbarra del casello autostradale dirigendosi verso il valico di frontiera di Como-Brogeda. Di tale situazione è stata data comunicazione alla polizia elvetica.
  Una pattuglia della squadra volante di Como, subentrata nel frattempo nell'inseguimento, ha raggiunto a sua volta il valico autostradale e, dopo aver ottenuto rassicurazioni dalla propria sala operativa in merito all'acquisizione delle formali autorizzazioni per le vie brevi, è entrata in territorio elvetico.
  Nel contempo, sul fronte svizzero, una pattuglia della polizia comunale di Chiasso, ha posto fine alla corsa della vettura in fuga presso l'area di servizio di Coldrerio, a pochi chilometri dai confine di Stato, dove poco dopo è arrivata la volante della questura di Como.
  Presso l'area di servizio sono sopraggiunte altre due pattuglie del reparto mobile sottoceneri della polizia cantonale del Ticino, che hanno vietato ai due agenti italiani la prosecuzione di ogni ulteriore attività, ancorché in concorso con i colleghi svizzeri, intimando loro di consegnare le armi di ordinanza, in quanto non risultava essere stata concessa alcuna autorizzazione al loro ingresso in territorio elvetico.
  I poliziotti italiani sono stati quindi invitati ad esibire i documenti di identità, fornire le generalità e sono stati sottoposti a prova etilometrica, con esito negativo.
  Successivamente, i due agenti sono stati portati presso il comando di Lugano-Noranco, dove sono stati ascoltati separatamente in merito ai fatti avvenuti, con stesura di apposito verbale di interrogatorio.
  In seguito gli agenti della polizia di Stato sono stati scortati fino al valico autostradale di Como-Brogeda dove sono state riconsegnate le armi di ordinanza.
  Nella mattinata dello stesso 26 gennaio 2015, il coordinatore elvetico del centro comune di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso (Ccpd) ha ribadito che l'inseguimento transfrontaliero era stato posto in essere in assenza dei presupposti normativi legittimanti. Posizione, questa, non condivisa dalla questura di Como, tant’è che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha interessato il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al fine di richiedere formali chiarimenti alle autorità elvetiche.
  Per chiarire l'accaduto e, più in generale, per migliorare il livello e la qualità della cooperazione transfrontaliera, l'8 marzo 2015 si è tenuto, a Chiasso, il Comitato direttivo del citato Ccpd.
  Nell'occasione, presenti i vari responsabili elvetici e nazionali, sono state rappresentate da parte italiana la correttezza dell'operato della pattuglia della squadra volante e la puntuale attivazione delle procedure che legittimavano la prosecuzione dell'inseguimento in territorio elvetico.
  I responsabili svizzeri hanno fatto sapere di aver accertato un eccesso di zelo da parte degli operatori della Polizia cantonale del Ticino, frutto di un'azione posta in essere dagli stessi autonomamente e al di fuori degli schemi previsti per il caso di specie. Hanno auspicato e assicurato, per il futuro, una proficua collaborazione, in modo da scongiurare il ripetersi di analoghe spiacevoli situazioni.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

automobile

cooperazione transfrontaliera

polizia