ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07883

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 374 del 10/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: CARRESCIA PIERGIORGIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/02/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MORANI ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 10/02/2015
MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO 10/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 10/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07883
presentato da
CARRESCIA Piergiorgio
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374

   CARRESCIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   la straordinaria ondata di maltempo che si è abbattuta nei primi giorni di febbraio sull'Italia ha coinvolto di nuovo regioni già particolarmente colpite da eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico nel corso del 2014 e fra esse, a partire dal pomeriggio del 4 febbraio 2015, anche le Marche;
   le intense precipitazioni hanno provocato danni ingenti alle infrastrutture, agli stabilimenti balneari, ad opifici industriali ed artigianali di tutti i comuni costieri delle Marche ed anche alle opere di difesa del porto di Ancona;
   il 4 febbraio e nei giorni successivi le Marche hanno subito gravi conseguenze per eventi meteorici che hanno determinato eventi franosi, smottamenti, allagamenti, la chiusura delle scuole, disagi alla fornitura di energia elettrica ed i collegamenti telefonici; le piogge hanno provocato il congestionamento del reticolo idraulico minore, ha provocato gravi disagi alla circolazione stradale con l'interruzione della viabilità in molti comuni e la chiusura delle vie di accesso, ingenti danni per l'agricoltura;
   è stata già avanzata la richiesta da parte del presidente della regione Marche per la dichiarazione dello stato di emergenza;
   questi ripetuti eventi calamitosi hanno evidenziato, ancora una volta, la fragilità del territorio ed il suo dissesto idrogeologico;
   è necessario da un lato semplificare i procedimenti ed accelerare gli interventi di ripristino della officiosità dei corsi d'acqua e garantire adeguati stanziamenti soprattutto laddove è conclamato il rischio del ripetersi di gravi eventi alluvionali;
   sono sempre più frequenti, infatti, i danni provocati da frane, inondazioni, alluvioni, eventi sismici che colpiscono territori sempre più ampi incapaci di sostenere eventi di rilevante portata di avversità meteorologica;
   secondo l'Istat, il trend del consumo di suolo nel nostro Paese è cresciuto al ritmo di 244.000 ettari all'anno di suolo cementificato sottraendo alla loro naturale destinazione aree allagabili e aree libere, agricole e boschive, che rappresentano invece presidi essenziali per la tenuta del territorio italiano;
   il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile che svolge fondamentali funzioni ecosistemiche come la produzione di cibo e di biomassa, il filtraggio degli inquinanti, la formazione di habitat per la biodiversità, la fornitura di materie prime;
   il suolo è un bene comune da tutelare per le generazioni future e ne vanno mantenute intatte le funzioni sociali, economiche e ambientali garantendo perciò ad esso, come alle altre matrici come l'aria o le acque il medesimo livello di protezione;
   è cresciuto in modo esponenziale sia il fenomeno dell'impermeabilizzazione dei suoli e quello del suo consumo (il censimento ISTAT indica che dal 2000 al 2010 si sono persi oltre 300.000 ettari di superfici agricole);
   secondo il Centro ricerche economiche e sociali di mercato per l'edilizia e il territorio (Cresme), il 5,75 per cento della superficie del Paese, pari a 17.255 chilometri quadrati, risulta essere ad elevato rischio frane e il 4,1 per cento della superficie, pari a 12.263 chilometri quadrati, ad elevato rischio inondazione;
   la popolazione residente in zone ad elevato rischio idrogeologico è pari al 9,6 per cento del totale nazionale, equivalente a 5.798.799 abitanti;
   una ricerca dell'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sul consumo del suolo evidenzia che nel 1960 il suolo consumato risultava pari al 2,8 per cento mentre nel 2010 il suolo consumato era pari al 6,9 per cento del territorio; il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha quantificato in 40 miliardi di euro le spese necessarie per la sistemazione delle situazioni di dissesto su tutto il territorio nazionale, di cui circa 11 miliardi sono necessari per mettere in sicurezza le aree a più elevato rischio;
   risulta pari a 61 miliardi di euro il costo complessivo dei danni per frane e inondazioni dal 1944 al 2012;
   il dissesto idrogeologico è uno dei principali problemi che affliggono il nostro Paese perché è diffuso in modo capillare e si articola indifferentemente in relazione all'assetto geomorfologico del territorio: esondazioni, dissesti morfologici di carattere torrentizio, frane, trasporto di massa lungo le conoidi nelle zone montane e collinari, esondazioni e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura;
   i danni derivanti da eventi naturali calamitosi hanno conseguenze anche sul patrimonio storico, artistico, monumentale;
   sono sempre più necessari interventi di riqualificazione edilizia del patrimonio abitativo italiano, misure che prevedano un corretto utilizzo del territorio, incentivi per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio, la delocalizzazione dalle aree esposte a forte rischio;
   se sono state rilevanti le risorse destinate negli ultimi anni per far fronte alle emergenze legate agli eventi calamitosi è parimenti incontrovertibile che l'assenza di piani di prevenzione ben strutturati e organizzati e un'attenzione costante e prioritaria agli interventi di prevenzione di mitigazione del rischio, stanno vanificando quanto in questi anni si è cercato di fare per garantire un maggior equilibrio idrogeologico ai territori; è stata costituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l'unità tecnica di missione per il dissesto idrogeologico con il compito di coordinare le iniziative, le risorse e gli obiettivi definiti a livello statale e regionale;
   il Governo, in sede di replica ad interrogazioni parlamentari (Senato, 2 ottobre 2014) ha evidenziato la sussistenza di «risorse non spese per problemi in parte di patto di stabilità» e la volontà di predisporre ulteriori risorse da destinare agli interventi di messa in sicurezza e tutela del suolo;
   la Camera dei deputati ha approvato il 16 aprile 2013 le mozioni nn. 1-00017 Speranza, Brunetta, Matarrese ed altri, 1-00112 Zan ed altri, 1-00114 Segoni ed altri, 1-00117 Grimoldi ed altri e 1-00124 Giorgia Meloni e Rampelli e che presso l'VIII Commissione ambiente, lavori pubblici e trasporti venne presentata l'11 novembre 2013 la risoluzione n. 7-00163, il 16 aprile 2014 la mozione n. 1-00416 (Braga ed altri), il 3 ottobre 2014 la risoluzione n. 8-00016 (Realacci ed altri) tutte relative alla problematica del dissesto idrogeologico ed agli interventi necessari per fronteggiare eventi calamitosi da avversità meteoclimatiche;
   sono state depositate proposte di legge per semplificare i procedimenti che consentano l'esecuzione di interventi di manutenzione e di ripristino della funzionalità idraulica dei corsi d'acqua, conseguenti a calamità naturali o diretti a prevenire situazioni di pericolo di ripristino dell'officiosità dei corsi d'acqua (proposta di legge n. 2809, Carrescia, Morani, Manzi ed altri);
   la legge di stabilità 2015 ha previsto uno stanziamento di 50 milioni, per l'attuazione di interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza di beni pubblici, di completamento di opere in corso di esecuzione nonché di miglioramento infrastrutturale e di 76 milioni di euro in più per il fondo emergenze di cui 56 milioni per quelle del 2014 e 20 per il 2015;
   le risorse non sono sufficienti e che le procedure per il loro trasferimento ai livelli locali sono troppo lunghe e macchinose come pure quelle per interventi di ripristino dell'officiosità dei corsi d'acqua –:
   se il Governo intenda:
    a) ottemperare agli atti di indirizzo approvati in Parlamento e a destinare adeguate risorse per l'attuazione del Piano straordinario di interventi per la messa in sicurezza e riqualificazione del territorio nazionale e del patrimonio abitativo pubblico e privato, esposto a rischio idrogeologico;
    b) dichiarare con urgenza lo stato di emergenza per i comuni della regione Marche colpiti dagli eccezionali avversi eventi meteorologici nei primi giorni di febbraio 2015;
    c) assumere iniziative per disporre, in tempi rapidi, d'intesa con le amministrazioni locali competenti e con le associazioni imprenditoriali, la concessione di contributi in misura sufficiente a coprire le spese occorrenti per la riparazione, il ripristino e la ricostruzione delle strutture e degli immobili danneggiati, sia abitativi sia destinati ad uso turistico, ricettivo, commerciale, agricolo, di servizi e produttivo nei comuni delle Marche colpiti dagli eventi meteorologici;
   d) se intenda assumere urgenti iniziative anche normative per:
    a) sospendere i pagamenti dei tributi, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria per i soggetti colpiti dagli eventi calamitosi;
    b) stabilire che il pagamento degli adempimenti tributari e non tributari dopo la sospensione dei termini sia effettuato in forma rateale, senza applicazione di sanzioni e interessi;
    c) prevedere, anche mediante protocollo d'intesa con l'Associazione bancaria italiana, la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati assistiti dalla garanzia dello Stato per il pagamento dei tributi, dei contributi e premi da effettuare dopo la sospensione dei termini;
    d) attribuire agli enti locali colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici adeguati contributi per far fronte alle emergenze sociali;
    e) assegnare contributi straordinari ai comuni colpiti dagli eventi atmosferici finalizzati ad interventi di riduzione del rischio idrogeologico e per la messa in sicurezza del territorio, escludendo tali spese dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno;
    f) stanziare risorse per la difesa della costa, il riassetto idraulico, per le casse di espansione, per il rafforzamento degli argini, per la manutenzione della rete idraulica, per il drenaggio efficiente di fiumi, fossi e canali a favore dei comuni della regione Marche, colpiti dagli avversi eventi atmosferici del febbraio 2015;
   se intenda farsi parte attiva presso le istituzioni europee per attingere al fondo di solidarietà dell'Unione europea utilizzato per le gravi calamità e da destinare con priorità agli interventi per la regione Marche. (4-07883)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

disastro naturale

risorse rinnovabili

risoluzione