ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07865

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 374 del 10/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: MATTIELLO DAVIDE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 10/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07865
presentato da
MATTIELLO Davide
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374

   MATTIELLO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   la relazione del luglio 2014 con la quale la commissione prefettizia ha proposto la proroga del commissariamento del comune di Polizzi Generosa, fa esplicito e chiaro riferimento al valore simbolico del recupero del compendio immobiliare confiscato alla mafia nel 1987;
   per meglio dare un quadro d'insieme, può essere opportuno descrivere seppur sinteticamente la storia del bene in questione: il feudo di Verbumcaudo insiste su un'area geografica dell'entroterra agrario siciliano, ricade nel territorio comunale di Polizzi Generosa (PA) e si erge su un promontorio che domina parzialmente il vallone nisseno, tra i comuni di Vallelunga Pratameno (CL), Villalba (CL), Valledolmo (PA) alle spalle Mussomeli e Marianopoli, entrambi in provincia di Caltanissetta, luoghi ad alta densità di malavita organizzata, di dominio della famosa famiglia nissena che fa capo al fu Piddù Madonia e loro discendenze;
   il fondo, originariamente, si estendeva su una superficie complessiva di 1200 ettari, 400 di proprietà del barone Emanuele Paternostro e i restanti 800 ettari dal Conte Salvatore Tagliavia, di cui 650 di quest'ultimo furono oggetto di riforma agraria;
   è stato ed è un insediamento altamente produttivo, che, oltre ad avere estese coltivazioni di grano, ulivi, ha anche un vigneto sperimentale con tutte le specie autoctone dei vitigni siciliani, al suo interno presenta rilevanti caseggiati rurali e laghetti artificiali;
   in seguito alle indagini del giudice Giovanni Falcone, nel fondo vennero scoperte anche due piazzole asfaltate a poca distanza l'una dall'altra e collegate da una serie di stradine in terra battuta, utilizzate per l'atterraggio di elicotteri, utili nell'organizzazione occulta dei summit della mafia siciliana (nelle dichiarazioni del pentito Ciro Vara, si dice che il piccolo Giuseppe Di Matteo, a seguito del rapimento, una delle tappe della prigionia fu proprio nel feudo, prima di essere trasferito in un altro luogo segreto del territorio Madonita);
   alla fine del 1979 il feudo fu venduto ai fratelli Greco per mediare, visto che i due boss avevano chiesto di acquisire i due feudi di Ciaculli, (oggi giardini della memoria) fondo Favarella e Fondo Costa-Reitano, gestiti dagli stessi per conto del nobile Tagliavia;
   diversi anni dopo, il giudice Giovanni Falcone, seguendo una ipotesi di riciclaggio, scoprì che alcuni assegni di provenienza malavitosa, uno di questi ammontante a 350 milioni di lire portava la firma di Antonio Bardellino, potente camorrista del clan Nuvoletta. Tale assegno era stato girato dai Greco per l'acquisto del feudo di Verbumcaudo: anche dalle stranezze e dalle complicità di quella compravendita fu avviato il famoso maxiprocesso alla mafia che portò all'arresto e alla condanna di Michele Greco e altri potenti mafiosi siciliani;
   in questa vicenda il ruolo di Vincenzo Liarda è stato significativo, essendo stato il Liarda a riaccendere i riflettori sulla paventata ipotesi di vendita all'asta del bene confiscato, avanzata dal tribunale di Termini Imerese a seguito di sentenze che davano ragione alle banche, creditrici di un prestito concesso a Michele Greco;
   tanto è stato sensibile il risentimento delle consorterie criminali, che dal 26 aprile 2010 ad oggi Vincenzo Liarda, vive nell'incubo di essere minacciato dalla mafia solo per aver «osato» agire ed esporsi in prima persona, per il riscatto e il riutilizzo sociale del feudo Verbumcaudo, sequestrato e poi confiscato nel lontano 1987 dal Giudice Giovanni Falcone al capo mafia della cupola siciliana Michele Greco (detto il papa);
   con il suo impegno, con la CGIL, con tanti cittadini onesti e con l'aiuto delle istituzioni, è riuscito a superare le lungaggini burocratiche, scoprendo alcune drammatiche complicità, che non consentivano, l'assegnazione del feudo con il relativo riutilizzo sociale al comune di Polizzi Generosa, per poter creare le condizioni di sviluppo nella legalità. Tutto ciò gli è costato ventiquattro intimidazioni e minacce di diversa natura, con una escalation brutale, la sua vita e soprattutto quella della sua famiglia è cambiata ed è stata sconvolta nella sua normalità e avvolta in un vortice di altissima tensione e di grande esposizione mediatica, a volte coinvolti anche strumentalmente. Per evitare ulteriori tensioni e pericoli, più volte Vincenzo Liarda è stato impegnato in diversi progetti sulla legalità fuori Sicilia, Roma, in Provincia di Salerno e in ultimo a Latina, (a volte seguito dalla sua famiglia). Ed è stato sotto scorta per due periodi da settembre 2010 a marzo 2011 gennaio 2013 a giugno 2013;
   la relazione prima di scioglimento e poi di proroga del commissariamento del comune di Polizzi Generosa, mette in evidenza le aggressività passate e attuali delle medesime consorterie mafiose. Va, inoltre, opportunamente ricordato che a Polizzi Generosa, negli ultimi anni si sono susseguiti diversi attentati, (non solo nei confronti di Liarda) ma anche verso attività commerciali ed imprenditoriali che operano a Polizzi Generosa, con pesanti azioni criminali atti ad intimidire e negare la libertà degli individui e delle imprese. Purtroppo, oramai da tempo a Polizzi si vive in un clima di tensione, soprattutto chi come Liarda non ne ha fatto un mistero e ci ha messo la faccia contro la criminalità, non condividendo e combattendo a muso duro queste ignobili azioni;
   nel frattempo il Liarda ha fatto rientro con la sua famiglia a Polizzi e che si sono nuovamente verificati episodi preoccupanti e di forte ingerenza delle famiglie mafiose del territorio nei confronti di Liarda e della sua famiglia; per opportuna brevità si citano alcuni fatti: il taglio della rete di recinzione nella campagna di proprietà di Liarda a pochi chilometri da Polizzi, alle provocazioni dei boss mafiosi della zona, e non ultimo dopo un convegno organizzato nell'aula consiliare del Comune di Polizzi Generosa in data 26 gennaio 2014, anche alla presenza della, prefettura di Palermo, con oggetto il riutilizzo produttivo e occupazionale del bene nel territorio delle Madonie, nell'ambito del convegno è stato sottoscritto un protocollo d'intenti interistituzionale tra il consorzio Madonita legalità e sviluppo (dove il presidente è Vincenzo Liarda), e l'assessorato regionale all'agricoltura, in risposta all'azione delle istituzioni è stato perpetrato l'ennesimo e grave atto intimidatorio con uno sparo nel totem dove viene indicato il vigneto sperimentale, collocato nel «feudo Verbumcaudo», colpendo con precisione lo stemma della Repubblica italiana –:
   se il Ministro dell'interno non ritenga opportuno, nonché urgente, prevedere adeguate forme di tutela nei confronti di Vincenzo Liarda in virtù dei gravi fatti suesposti. (4-07865)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cerealicoltura

erogazione di prestito

formalita' amministrativa