ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07864

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 374 del 10/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 10/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07864
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374

   PELLEGRINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2009, n. 107, concernente la revisione della disciplina delle tasse e dei diritti marittimi, ha disposto, all'articolo 4, un adeguamento di dette imposte al tasso di inflazione calcolato in un periodo, che è stato poi individuato con decreto ministeriale adottato il 24 dicembre 2012 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze in quello 1o gennaio 1993 – 31 dicembre 2011;
   l'adeguamento stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica e ripreso dal decreto ministeriale citato, è stato stabilito nella misura del 75 per cento del tasso di inflazione per tutti i porti nazionali, mentre per il solo porto di Trieste è stato stabilito nella misura del 100 per cento del tasso di inflazione;
   tali provvedimenti hanno, quindi, introdotto una rilevante differenziazione fra il trattamento riservato alla generalità dei porti nazionali ed il porto di Trieste, facendo gravare su quest'ultimo un carico fiscale più oneroso;
   sotto tale profilo si deve, peraltro, rammentare che lo scalo giuliano è sottoposto ad un particolare status giuridico dovuto agli impegni che lo Stato italiano ha assunto in sede internazionale a seguito del Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947 (Allegato VII), e vi è, quindi, nello scalo un regime giuridico di punto franco il quale impone una disciplina speciale che preveda norme di favore per gli scambi commerciali posti in essere nel porto di Trieste;
   i provvedimenti prima citati, e quindi sia il decreto del Presidente della Repubblica n. 107 del 2009 sia il decreto ministeriale 24 dicembre 2012, oltre ad aver ignorato a giudizio dell'interrogante le prescrizioni di diritto internazionale ancora in vigore che prevedono norme di maggior favore per lo scalo giuliano, hanno comunque operato un indiscriminato aumento delle tasse e dei diritti portuali applicabili al porto di Trieste, nel quale, come si è detto, l'aumento delle tasse e dei diritti marittimi è pari al 100 per cento del tasso d'inflazione, anziché del 75 per cento come negli altri scali;
   tale difforme e discriminante trattamento riservato al porto franco di Trieste parte quindi dal presupposto che esso operi in concorrenza con altri scali italiani sui medesimi mercati, ma si tratta, invero, di un assunto errato, come è facilmente dimostrabile per le seguenti ragioni: 1) innanzitutto il traffico di prodotti petroliferi che transita attraverso il terminal petrolifero del porto franco di Trieste (41,3 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi su un totale di 56,5 milioni di tonnellate movimentate nel 2013) è destinato all'estero (Austria, Germania e Repubblica Ceca); 2) delle rimanenti 15,2 milioni di tonnellate di merci, in colli e rinfuse secche, il 75 per cento circa è in transito da/per Paesi del centro-est Europa, e solo il 25 per cento circa è in transito da/per l'Italia; 3) a comprova di tanto, si noti che dal porto franco di Trieste partono e arrivano 112 a settimana (56 in arrivo e 56 in partenza) di cui 92 da/per i mercati del centro-est Europa (l'82,1 per cento) e 20 da/per l'Italia (il 17,9 per cento): 4) gli altri porti italiani che operano su questi stessi mercati arrivano al massimo al 5 per cento di merci da/per i Paesi del centro-est Europa;
   è pertanto evidente che il porto franco di Trieste non opera in concorrenza con i porti italiani, ma con altri porti esteri (in particolare, Capodistria/Koper ed i porti del nord Europa), nei quali le merci non sono soggette a tale tassazione. Quindi l'applicazione dell'aumento delle tasse e dei diritti marittimi previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 107 del 2009 e dal decreto ministeriale 24 dicembre 2012 arreca solo un danno allo sviluppo dei traffici del porto di Trieste, senza alcun beneficio per gli altri porti italiani e a vantaggio solo dei porti esteri concorrenti –:
   quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo al fine di garantire il rispetto delle norme di diritto internazionale che impegnano lo Stato italiano a garantire un particolare status giuridico al porto di Trieste;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per rimuovere le penalizzazioni fiscali introdotte con il comma 3 dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 28 maggio 2009, n. 107, e rese attuative con il comma 2 dell'articolo unico del decreto ministeriale adottato il 24 dicembre 2012 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, relativamente al porto di Trieste. (4-07864)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto petrolifero

mercato interno

zona franca