ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07855

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 374 del 10/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 10/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/02/2015
Stato iter:
12/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/06/2015
PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/06/2015

CONCLUSO IL 12/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07855
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Martedì 10 febbraio 2015, seduta n. 374

   GIORGIA MELONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   la legge 23 dicembre 2014, n. 190, legge di stabilità per il 2015, all'allegato 8 richiamato dal comma 318 dell'articolo 1 reca la soppressione del contributo annuale versato dall'Italia all'Istituto internazionale del freddo (Institute International du Froid/International Institute of Refrigeration, IIF/IIR) per il 2015 e per gli anni successivi;
   l'IIF/IIR è un'organizzazione intergovernativa cui partecipano i sessanta Paesi più industrializzati, ed è unanimemente riconosciuta come la più alta e autorevole voce in campo scientifico e tecnico in un settore, quello della refrigerazione e delle pompe di calore, ad alto valore economico, sociale e tecnologico;
   la contribuzione italiana all'Istituto internazionale del freddo risale al 1920, anno della sua costituzione a Parigi, e non si è mai arrestata, salvo negli anni di guerra;
   l'Italia, oltre ad essere stato uno dei Paesi fondatori dell'IIF/IIR, è sempre stato uno dei Paesi che hanno maggiormente contributo all'attività dell'Istituto, sia in termini economici che, soprattutto, in termini scientifici e tecnologici;
   l'interesse italiano nei confronti dell'IIF/IIR deriva soprattutto dalla presenza sul territorio nazionale di una grande quantità di imprese leader in Europa nei campi del condizionamento dell'aria e della refrigerazione commerciale, che hanno una concentrazione straordinaria nel distretto veneto del freddo (uno dei motori dello sviluppo di quel territorio) ma anche una distribuzione omogenea e diffusa in tutte le altre regioni;
   il sistema produttivo del settore, che crea una fetta importante del prodotto interno lordo (si pensi solo che l'Italia produce più del 60 per cento degli impianti di refrigerazione e condizionamento dell'aria e delle pompe di calore realizzati in tutta Europa) sente come prioritaria la presenza italiana nell'IIF/IIR, in quanto è cosciente che la spinta culturale che l'Istituto costituisce una leva indispensabile per il trasferimento tecnologico e l'innovazione di cui l'industria si nutre per crescere e mantenersi competitiva a livello globale;
   le ricadute della partecipazione italiana alle attività dell'IIF/IIR sul tessuto produttivo nazionale del settore sono così ampie da essere unanimemente riconosciute da aziende, associazioni imprenditoriali, associazioni professionali e università, che si sono mobilitate per il ripristino del contributo;
   l'IIF/IIR esercita da tempo una autorevole azione propositiva nei consessi internazionali gestiti dalle Nazioni Unite attraverso l'UNEP (United Nations Environment Programme) che si occupano di problematiche ambientali come l'assottigliamento della fascia di ozono stratosferica e il riscaldamento climatico;
   tale tema è particolarmente sentito dall'industria nazionale, che necessita di un canale affidabile di informazione e formazione sulle misure di tipo ambientale e di sicurezza da adottare per non correre il rischio di essere espulsa dal mercato globale;
   proprio a causa delle problematiche ambientali, nei prossimi anni si discuterà della eliminazione di alcuni gas refrigeranti dai settori della refrigerazione, del condizionamento e delle schiume isolanti, settori produttivi nei quali le nostre aziende, e specialmente le piccole e medie imprese, eccellono in innovazione tecnologica;
   l'impatto industriale di questa eliminazione è stimato a livello internazionale per un importo compreso tra i 4,5 e gli 8 miliardi di dollari nel periodo 2015-2030, una partita di rinnovamento tecnologico nella quale le aziende nazionali ambiscono ad avere un ruolo di primo piano;
   la piena partecipazione dell'Italia nei consessi internazionali favorisce la diffusione del know-how tecnologico italiano e la possibilità per le imprese italiane di competere con gli altri Paesi nel trasferimento di tecnologie e competenze;
   l'Italia, insieme a Germania e Regno Unito, è il Paese europeo che vanta il maggior numero di imprese che hanno tecnologie che non deteriorano lo strato di ozono e hanno basso impatto sul cambiamento climatico;
   la cancellazione del contributo italiano all'Istituto internazionale del freddo costituisce un grave errore strategico in quanto mette a repentaglio un canale di formazione e informazione di vitale importanza per mantenere il tessuto produttivo italiano del settore ai livelli più avanzati in ambito globale, e determina l'impossibilità di partecipare e influenzare lo spazio culturale nel quale transitano l'innovazione e lo sviluppo del settore, sia quelli portati dall'industria e dalla ricerca italiane nel mondo sia quelli elaborati all'esterno e che potrebbero essere utilmente sfruttati in Italia, e il rischio di vedere le aziende ed enti italiani del settore tagliate fuori dalla partecipazione a progetti di ricerca coordinati dall'Istituto ai quali partecipano come partner;
   infine, in cambio di una riduzione oggettivamente irrisoria per la spesa pubblica italiana (l'importo del contributo ammonta a sessantamila euro annui) si sta perdendo un fattore estremamente importante per il mantenimento della competitività dell'industria nazionale mentre i Paesi competitori continuano a sfruttarne i vantaggi –:
   se non ritengano di assumere iniziative al fine di ripristinare il contributo italiano all'Istituto internazionale del freddo, anche in misura ridotta, per l'anno in corso ed i seguenti, al fine di mantenere il nostro Paese all'avanguardia nel settore e salvaguardando le aziende. (4-07855)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 12 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 441
4-07855
presentata da
MELONI Giorgia

  Risposta. — La necessità di rivedere e ridurre i costi di tutta la pubblica amministrazione ha impegnato la Farnesina in una gravosa opera di tagli e ridimensionamento delle spese, che hanno toccato innanzitutto il personale e la rete.
  L'esigenza di ulteriori riduzioni della spesa ha imposto a questa Amministrazione di dover intervenire anche diminuendo la contribuzione alle organizzazioni internazionali di cui il nostro Paese è parte, tramite una valutazione comparativa non semplice sull'entità, gli interessi ed i ritorni per il Paese nei diversi esercizi.
  In particolare, nella fattispecie di che trattasi, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) fin dal 2007 aveva chiesto al Ministero dello sviluppo economico (Mise) di assumere il contributo annuale dell'Istituto internazionale del freddo (Iif) in ragione della spiccata natura tecnica dell'organizzazione, della specifica ed esclusiva competenza di quel Dicastero nel settore dello studio del freddo e non ultimo dell'esigenza di attribuire i contributi per le organizzazioni internazionali alle amministrazioni competenti per materia.
  Non essendo stato possibile effettuare il trasferimento del contributo al Ministero dello sviluppo economico, le ulteriori esigenze di risparmio dettate dalla legge di stabilità 2015, non hanno consentito alla Farnesina di procrastinare ulteriormente la decisione di recedere dal pagamento del contributo all'Istituto internazionale del freddo, così come dal versamento dei contributi a molte altre organizzazioni internazionali.
  Il provvedimento prevede il recesso dal contributo pagato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il triennio 2015-2017 ma non il ritiro dall'organizzazione, di cui il nostro Paese resta dunque membro.

Il Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionaleLapo Pistelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

studio d'impatto

cambiamento climatico

organizzazione intergovernativa