ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07777

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: PASTORELLI ORESTE
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 03/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 03/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/04/2015

SOLLECITO IL 03/09/2015

SOLLECITO IL 10/11/2015

SOLLECITO IL 25/02/2016

SOLLECITO IL 11/04/2016

SOLLECITO IL 08/06/2016

SOLLECITO IL 23/09/2016

SOLLECITO IL 23/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07777
presentato da
PASTORELLI Oreste
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   PASTORELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   ventidue anni fa nel nostro Paese l'amianto è stato dichiarato fuorilegge. Fino al 2004, in Italia, sono stati 9.166 i casi di mesotelioma maligno riportati nel registro nazionale dei mesoteliomi (Renam III rapporto 2010);
   ancora oggi, nel nostro Paese, le stime parlano di 800/1.000 persone morte ogni anno per patologie asbesto-correlate. Si tratta di persone esposte in passato nei siti produttivi, perché le malattie asbesto-correlate hanno periodi di latenza assai lunghi, (in letteratura scientifica fino 40 anni);
   ancora oggi comunque, molti lavoratori continuano ad essere ad elevato rischio, laddove vengono purtroppo ancora disattese le previste norme di prevenzione ma soprattutto di bonifica;
   i risultati delle azioni di messa in sicurezza e di bonifica dell'amianto, condotte fino ad oggi, mostrano come, malgrado la legge n. 257 del 1992, siano possibili ancora numerose occasioni di esposizione a causa della presenza dell'amianto negli ambienti di lavoro e di vita, ciò perché le attività di risanamento ambientale non sono state sistematiche e complete;
   ancora una volta sotto la lente di ingrandimento è lo stabilimento Fincantieri di Marghera. Così, dopo della sentenza del maggio del 2012, che confermava in Cassazione la condanna per i dirigenti di Breda-Fincantieri di Marghera per le morti di undici operai, e delle mogli di tre di loro, causate dalle malattie provocate dalle fibre di amianto, alcune settimane fa, un nuovo esposto, è stato presentato alla procura della Repubblica di Venezia. All'esposto, firmato da 58 operai, i quali avevano reso nota la loro preoccupazione «per aver mangiato in una mensa ospitata in un edificio dove sotto il tetto i tubi del vapore erano coibentati con amianto», è stato allegato un compact disc di documentazione e fotografie della mensa, degli spogliatoi e della palazzina ovest;
   nell'esposto si chiede alla magistratura inquirente «l'apertura di indagini atte a stabilire le responsabilità della contaminazione da amianto presso i cantieri ex-Breda di Marghera, Fincantieri spa, non solo a livello di lavorazioni ma anche a livello ambientale...»;
   dal canto suo Fincantieri fa presente – in una lunga nota stampa nella quale sottolinea il fatto di aver adottato «le cautele richieste» aggiunge – che: «Tutti i manufatti individuati in occasione della mappatura sono stati, quindi, completamente eliminati e successivamente sono state individuate altre zone in cui precedentemente non era stata individuata la presenza di manufatti contenenti amianto in matrice compatta, in genere tubazioni posizionate in zone normalmente non accessibili; in tutte le occasioni è stata applicata la procedura cosiddetta di «amianto occulto», che prevede l'immediata comunicazione agli Enti di controllo istituzionali, la verifica dei manufatti interessati e della situazione ambientale esistenti, l'immediato intervento nel rispetto della norma di riferimento per la immediata rimozione di quanto individuato a prescindere dallo stato dei luoghi e degli impianti»;
   Fincantieri sembra dunque confermare le preoccupazioni dei lavoratori in merito alla presenza di amianto. A tal fine, rilevano alcuni passaggi contenuti nelle motivazioni della sentenza 33311 della quarta sezione penale della Corte di Cassazione: «Nessuno poteva ignorare la pericolosità della situazione... C'erano tutte le condizioni per comprendere il rischio elevato delle lavorazioni... La Corte è dell'avviso che l'appartenenza a un'impresa di cospicue dimensioni, quale la Fincantieri, la vasta esperienza, le competenze specifiche di settore, il possesso di congrui titoli di studio dei soggetti qui chiamati a rispondere in qualità di garanti, costituivano condizioni sufficienti per cogliere la specifica, elevata rischiosità delle lavorazioni svolte e, se del caso, la necessità di attingere a competenze settoriali specialistiche, senza che il silenzio delle pubbliche agenzie potesse in alcun modo acquietarli» –:
   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative si intendano adottare per contribuire a dissolvere le preoccupazioni dei lavoratori di Fincantieri di Marghera permettendo in tal modo di eliminare una concreta minaccia per la salute dei lavoratori. (4-07777)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mortalita'

amianto

sostanza pericolosa