ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07744

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: TONINELLI DANILO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO 05/02/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07744
presentato da
TONINELLI Danilo
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   TONINELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   il comune di Sergnano è un comune di 3.600 abitanti in provincia di Cremona, a ridosso del fiume Serio, in cui la scoperta di giacimenti di gas naturale nel 1953 portò alla perforazione di 45 pozzi, 39 dei quali riutilizzati successivamente per lo stoccaggio sotterraneo del gas, fin dal 1965;
   nella gestione del campo di stoccaggio negli anni 2000 è subentrata la Stogit (Stoccaggi Gas Italia) spa, società interamente controllata da Snam Rete Gas, che in questa sede dispone di 48,32 chilometri quadrati ad essa attribuiti, 4 cluster per il pompaggio del gas nel sottosuolo, una centrale di compressione, un impianto di trattamento, metanodotti di raccordo e distribuzione e turbocompressori dalla potenza complessiva di 135 MW, con ricadute delle emissioni di PM2,5, NOx, CO e CO2 sull'ambiente e sulle coltivazioni nel raggio di 25 chilometri;
   la rete di distribuzione del gas metano italiana prevede ingegneristicamente – come qualsiasi impianto di distribuzione di fluidi – degli accumuli di gas opportunamente dimensionati e posizionati che regolarizzino, per quanto possibile e in modo che ciò sia economicamente conveniente, lo scorrimento del fluido nelle condotte, pur in presenza di intensi e/o improvvisi assorbimenti da parte dell'utenza o reciprocamente minore/irregolare afflusso dalla fonte;
   tra le varie opzioni realizzative per tali stoccaggi vengono utilizzati, come parti integranti dell'impianto, giacimenti di metano esauriti, nei quali iniettare o estrarre il gas, a seconda delle esigenze innanzi espresse. Trattasi di «stoccaggi di gas in unità geologiche» di notevole estensione topografica tridimensionale, ad elevatissime pressioni di riempimento (per i vari stoccaggi mediamente 150 bar). Le attività di stoccaggio di materiali altamente infiammabili, e quindi anche quelle realizzate per il metano in unità geologiche (stoccaggi sotterranei) sono state inserite tra quelle soggette agli obblighi di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, che attua la direttiva europea nota come «Seveso II» (direttiva 96/82/CE), ovvero la norma europea tesa alla prevenzione e al controllo dei rischi di accadimento di incidenti rilevanti, connessi con determinate sostanze classificate pericolose;
   rispetto a queste attività è disposto l'obbligo di predisposizione del piano di emergenza esterno (PEE), ovvero il piano di protezione civile che organizza, con procedure condivise con le altre amministrazioni pubbliche e private locali, le risorse disponibili sul territorio per ridurre o mitigare gli effetti di un incidente industriale sulle aree esterne al perimetro dello stabilimento;
   il compito fondamentale del PEE consiste nell'individuazione sul territorio circostante lo stabilimento, delle zone a rischio di incidente rilevante; tale piano costituisce non già un semplice atto amministrativo formale, ma un vero e proprio strumento di salvaguardia della sicurezza (o, per altro verso, di mitigazione del rischio), in quanto, tra l'altro, deve fornire indicazioni sulla preparazione dei cittadini e sulle contromisure da adottare nel caso in cui si verifichi l'incidente rilevante, ad esempio stabilendo preventivamente in quali luoghi ci si debba rifugiare e/o raccogliere per facilitare l'intervento dei soccorsi. Il fatto che la norma in questione ponga grandissima enfasi sul lato informativo da attuarsi verso i cittadini potenzialmente interessati dal rischio di interesse rilevante, anche in sede di formulazione e ratifica del piano, dimostra la necessità di corretta e tempestiva organizzazione preventiva delle risorse esterne di soccorso nelle località potenzialmente interessati;
   è opportuno in questa sede ricordare che esistono dichiarazioni ufficiali provenienti dal Ministero dell'interno, nonché autorevoli pronunce che indicano esplicitamente, per gli stoccaggi di gas in giacimenti depleti, «facenti parte dell'impianto a rischio di incidente rilevante», non solo le parti funzionali contenute nella recinzione dell'impianto di superficie, ma anche la ben più vasta unità geologica sotterranea; e ancora, è di evidente rilevanza, anche per la gestione dei piani territoriali locali, la fitta rete di numerose e spesso lunghe tubazioni ad altissima pressione che solcano le campagne e/o le zone abitate circostanti l'impianto fuori terra, collegandolo alle teste pozzo, cioè ai punti di immissione/estrazione del gas nel/dal sottosuolo;
   da ciò si ottiene una definizione di «stabilimento» che comprende tutte le parti sopra specificate;
   infatti l'articolo 3 del citato decreto legislativo definisce «stabilimento» tutta l'area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose all'interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse;
   sempre nel citato decreto, l'articolo 21, rubricato «Procedura per la valutazione del rapporto di sicurezza» al comma 2, specifica che: «Per gli stabilimenti esistenti il Comitato, ricevuto il rapporto di sicurezza, avvia l'istruttoria e, esaminato il rapporto di sicurezza, esprime le valutazioni di propria competenza entro il termine di quattro mesi dall'avvio dell'istruttoria, termine comprensivo dei necessari sopralluoghi ed ispezioni, fatte salve le sospensioni necessarie all'acquisizione di informazioni supplementari, che non possono essere comunque superiori a due mesi [...]»;
   l'articolo 20, al comma 1, specifica altresì che «Per gli stabilimenti di cui all'articolo 8, al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti, sulla scorta delle informazioni fornite dal gestore ai sensi degli articoli 11 e 12, delle conclusioni dell'istruttoria, ove disponibili, delle linee guida previste dal comma 4, nonché delle eventuali valutazioni formulate dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, il prefetto, d'intesa con le regioni e gli enti locali interessati, previa consultazione della popolazione e nell'ambito della disponibilità finanziarie previste dalla legislazione vigente, predispone il piano di emergenza esterno allo stabilimento e ne coordina l'attuazione [...]»;
   l'impianto di stoccaggio di gas metano gestito presso il comune di Segnano dalla summenzionata ditta Stogit spa, risulta aver presentato la documentazione di analisi (rapporto di sicurezza) propedeutica all'avvio della procedura per la realizzazione del relativo PEE;
   i termini per l'attuazione dei PEE da parte delle amministrazioni competenti, chiaramente specificati nella normativa in materia nei termini suesposti, per quanto attiene al sito Sogit presso il comune di Sergnano sono decorsi da più di tre anni;
   nel comune di Sergnano, la centrale di stoccaggio si trova a 1400 metri a ovest dal centro dell'abitato e a 600 metri dagli edifici privati più vicini alla centrale di compressione;
   alcune parti del sistema (pozzi, tubazioni) sono collocate a poche decine/centinaia di metri da strutture pubbliche e private;
   l'espansione urbanistica ha visto l'abitato estendersi proprio in direzione ovest, ovvero in direzione degli impianti di stoccaggio, opposta rispetto alla zona attraversata dal fiume Serio;
   il comune di Sergnano è tra i comuni a più alto indice di pericolo idrogeologico nella provincia di Cremona, circostanza che concorre all'incremento dei fattori di rischio;
   a pochi chilometri in direzione nord nonché in direzione sud-est sono ubicate altre industrie soggette al rischio di incidente rilevante;
   la presenza a nove chilometri a sud di un altro grande stoccaggio (Ripalta Cremasca) di metano (anch'esso sprovveduto di piano di emergenza esterno) aggrava ulteriormente il carico del servizio per l'eventuale gestione di mezzi di soccorso;
   è prevista come prossima la realizzazione di una centrale di compressione per la movimentazione del metano nel metanodotto (Zimella-Cervignano d'Adda, del diametro di 1400 millimetri a 75 bar), che verrà costruita, con esclusioni della verifica di impatto ambientale 400 metri a sud della centrale di stoccaggio in questione;
   a due chilometri a est dalla centrale di stoccaggio e quindi a ridottissima distanza dal serbatoio sotterraneo di Sergnano è presente l'unica sorgente sismogenica individuale INGV — ITIS104, censita in Pianura Padana, dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, a nord del fiume Po, responsabile del forte evento sismico noto come «terremoto di Soncino» del 12 maggio 1802;
   il comune di Sergnano è occupato per il 30 per cento circa della sua complessiva superficie urbanizzata da impianti metaniferi (centrale stoccaggio, futura centrale pompaggio, tubi di trasporto internazionali, tubi di collegamento ai pozzi, pozzi di iniezione/estrazione, pozzi di monitoraggio, pozzi di reiniezione);
   le tubazioni di collegamento della centrale di stoccaggio ai pozzi, che solcano la campagna e l'abitato, costituendo parti integrante dello stabilimento, dilatano ulteriormente la superficie complessiva in cui si possono manifestare incidenti rilevanti;
   scarsissimo è il livello di informazione fornita alla popolazione in funzione di prevenzione e diffusione della consapevolezza per la preparazione collettiva per tali eventualità;
   con tutta evidenza gli stanziamenti finanziari pubblici per il soccorso e la gestione dell'eventuale emergenza non potrebbero essere proficuamente impiegati in caso di un incidente rilevante causato da detti impianti in assenza di un appropriato piano debitamente predisposto e testato allo scopo di ottimizzare, tempi, risorse, e procedure;
   l'analisi delle presenti criticità, connesse alla tutela della sicurezza dei cittadini, interessa il Ministero dell'interno, e in particolare l'area rischi industriali a livello territoriale e i comitati tecnici regionale di prevenzione incendi di cui all'articolo 22 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139;
   l'analisi delle presenti criticità, legate alla natura dell'impianto industriale, interessa le funzioni del Ministero dello sviluppo economico, che attraverso l'ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (UNMIG), facente parte della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche che fa capo al Ministero, ne valuta l'efficienza complessiva;
   l'analisi delle presenti criticità connesse alla sicurezza dell'ambiente si suppone sia di interesse per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
   l'analisi delle presenti criticità è infine connessa alla salvaguardia del patrimonio artistico presente in aree fortemente antropizzate, di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
   il rischio dovuto alla presenza dell'impianto Stogit descritto, in mancanza di PEE, incombe attualmente sulla popolazione di Sergnano e sui comuni limitrofi, dove i cittadini vivono quotidianamente a distanze minime dagli impianti, e ciò accade mentre le stesse amministrazioni locali non dispongono a loro volta dei piani di gestione del territorio e della relativa emergenza (basati sugli elaborati tecnici di rischio di incidenti rilevanti, ERIR) –:
   quali siano i motivi che hanno impedito agli uffici competenti, ad oggi, decorsi da oltre tre anni i termini previsti, di concludere le istruttorie tecniche previste per l'impianto denominato «Sergnano Stoccaggio» e quindi di predisporre l'attivazione del piano di emergenza esterno, ovvero l'attivazione delle effettive misure necessarie a minimizzare il rischio per la popolazione di Sergnano correlato all'impianto Stogit, a rischio di incidente rilevante. (4-07744)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gas naturale

idrocarburo

stoccaggio