ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07739

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 30/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/01/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07739
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   è di circa una settimana fa la lieta notizia della liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti italiane rapite lo scorso luglio in Siria;
   secondo le notizie riportate dagli organi di stampa, confermate dal Governo durante l'informativa resa alla Camera dei deputati, le due ragazze si trovavano in Siria dal 28 luglio per conto del progetto socio-sanitario denominato «Horryaty», un'associazione che organizza piccoli progetti di volontariato a favore dei civili siriani e sarebbero state rapite nella notte tra il 31 luglio e il 1o agosto 2014 da un nutrito gruppo di uomini armati;
   solo il 31 dicembre 2014 il Fronte al Nusra — il gruppo che «rappresenta» al Qaeda in Siria — aveva diffuso un video che mostrava le due ragazze chiedere aiuto al Governo italiano;
   ad oggi, numerosi rimangono gli aspetti da chiarire sulla delicata vicenda, dall'associazione per conto della quale operavano Greta e Vanessa al presunto pagamento del riscatto pagato dall'Italia in cambio della liberazione delle ragazze;
   in particolare, il «progetto Horryaty» non risulterebbe nell'elenco delle organizzazioni non governative riconosciute dalla Farnesina, ma si tratterebbe, invece, di una piccola organizzazione che avrebbe dovuto operare nell'ambito di altre più strutturate e quindi più sicure;
   dubbi rimangono poi sul presunto pagamento di un riscatto «multi-milionario», così come confermato dal quotidiano britannico Guardian, che ha citato fonti anonime «della sicurezza», e che, secondo Al Aaan, una televisione degli Emirati Arabi Uniti, ammonterebbe a 12 milioni di dollari, circa 10 milioni di euro;
   tale cifra, infatti, non è stata confermata da alcuna fonte ufficiale, né dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni durante l'informativa urgente alla Camera, che si è limitato a definire le indiscrezioni sulla cifra pagata in cambio della liberazione delle due cooperanti «prive di fondamento», mai arrivando a negare esplicitamente il pagamento di un qualche tipo di riscatto;
   in particolare, il Ministro Gentiloni, in sede di informativa, ha dichiarato: «L'Italia in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei Governi precedenti. Per noi la priorità è sempre la tutela della vita e integrità fisica dei nostri connazionali»;
   già in passato l'Italia è stata più volte accusata di pagare spesso per la liberazione degli ostaggi, insieme a molti altri Paesi europei e, secondo le ricostruzioni fatte da numerosi giornali italiani e internazionali, tra i casi italiani di pagamento di riscatto ci sarebbero quelli di Simona Pari e Simona Torretta (settembre 2004), Giuliana Sgrena (febbraio 2005), Clementina Cantoni (Afghanistan, maggio 2005), Rossella Urru (ottobre 2011) e Mariasandra Mariani (febbraio 2011);
   lo stesso Giacomo Stucchi, Presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha sottolineato che «a prescindere dall'importo, pagare dei soldi, poi magari utilizzati per comprare armi, sarebbe sicuramente un errore da non fare», meglio «individuare altre soluzioni», meno «dannose anche per il futuro perché se io faccio vedere che sono disponibile a pagare poi tutte le persone che si recano in certe zone diventano un bancomat per i terroristi» –:
   se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se il progetto Horryaty veniva supportato da altre associazioni o organizzazioni non governative finanziate con i fondi stanziati per la cooperazione internazionale e se sia stata offerta una contropartita in denaro per la liberazione delle due volontarie italiane. (4-07739)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cooperazione internazionale

pagamenti internazionali

associazione