ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07735

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: LAVAGNO FABIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07735
presentato da
LAVAGNO Fabio
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   LAVAGNO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati forniti da Poste Italiane, sono 217 gli uffici nella provincia di Alessandria, suddivisi tra le filiali «Alessandria 1» e «2», 27 in più del numero dei comuni (190). Nel capoluogo, frazioni e sobborghi compresi, gli sportelli sono più di 20. Seguono gli altri centri zona e i paesi;
   da quanto si apprende dalla stampa, il piano strategico 2015-2019 di Poste italiane, presentato a Roma, impensierisce gli amministratori dell'alessandrino, per la voce insistente di una sforbiciata agli uffici postali, nelle pieghe di un percorso che porterà alla privatizzazione dell'azienda;
   nella nota diramata da Poste italiane, non si fa riferimento a tagli, si parla di riqualificazione degli uffici, di trasformazione del gruppo nel rispetto della «vicinanza al territorio che deriva dalla capillarità fatta di uffici e porta lettere»;
   l'amministratore delegato di Poste italiane Francesco Caio, durante la presentazione Piano di sviluppo strategico di poste, dice di volere un'Italia più digitale e più semplice, frase che alcuni amministratori hanno letto la volontà di tagliare i piccoli uffici postali dei paesi;
   così è scritto nella bozza del «Piano di sviluppo» presentata dall'ad a metà dicembre, e che in questi giorni sta circolando ai «piani alti» di Poste italiane. Un documento non definitivo, i cui contenuti potrebbero ancora cambiare, ma che fa capire bene quale sia la volontà dei vertici aziendali;
   da quanto si apprende da La Repubblica, il «piano di sviluppo» prevede diverse sforbiciate anche nel resto del Piemonte. Perderanno il loro ufficio postale dieci paesi del cuneese (Magliano Alfieri, Neive, Rivalta, San Rocco Montà, Santa Vittoria d'Alba, Santuario Tinella, Govone, Guarene, Levaldigi e San Pietro del Gallo), 5 dell'alessandrino (Pozzengo, San Martino Rosignano Monferrato, Alluvioni Cambio, Castelferro e Poliastra), 7 nel biellese (Villaggio di Vigliano Biellese, Croce Mosso, Favaro, Oropa, Ponge Guelpa di Cossato Prativero e Biella 2), uno nel novarese (Pella), uno nel Vco (Carciano) e due nel vercellese (Isolella e Sant'Antonino di Saluggia);
   in Piemonte saranno molti gli uffici chiusi e circa 130 sportelli di piccoli paesi che non funzioneranno più a tempo pieno bensì a singhiozzo, cioè soltanto per due o tre giorni a settimana;
   inoltre, molti abitanti dei paesi sono anziani, senza l'ufficio postale dovranno spostarsi per fare versamenti, pagare bollettini, ritirare la pensione –:
   quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per assicurare che Poste italiane eroghi un servizio puntuale, capillare e rispondente alle esigenze dei cittadini;
   se non ritengano necessario convocare un tavolo istituzionale con Poste italiane spa e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di valutare soluzioni occupazionali alternative per coloro che sono coinvolti nel piano di riorganizzazione presentato. (4-07735)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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