ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07687

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 371 del 27/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: MARTI ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/01/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/01/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 12/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07687
presentato da
MARTI Roberto
testo di
Martedì 27 gennaio 2015, seduta n. 371

   MARTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il quotidiano «Corriere della sera», in un articolo pubblicato il 24 gennaio 2015, rivela che l'intervento di riforma delle banche popolari, contenuto all'interno del decreto-legge recante «disposizioni urgenti per il sistema bancario e gli investimenti», sia stato preceduto da una serie di attività anomale e di operazioni di compravendita di titoli azionari, di numerose banche popolari, i cui movimenti, pongono il quesito su un possibile sospetto caso di insider trading, che nel nostro Paese, costituisce un reato amministrativo disciplinato dal decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58;
   subito dopo il varo del decreto-legge la borsa di Piazza Affari, ha infatti iniziato a prendere posizione, immaginando possibili aggregazioni tra le banche popolari, i cui acquisti si sono concentrati sulle banche di modesta dimensione, considerate come possibile conquista, come ad esempio, il Banco Popolare che ha registrato un guadagno del 21 per cento, la Banca popolare dell'Emilia + 24 per cento o la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, che ha guadagnato addirittura il 65 per cento in una settimana;
   a tal fine il suesposto articolo evidenzia come a capo delle medesimo istituto vi sia il padre dell'onorevole Maria Elena Boschi, ministro senza portafoglio per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento del Governo Renzi, evidenziando inoltre che la Consob, ha avviato una serie di accertamenti preliminari sull'operatività dei titoli delle popolari, sia a monte che a valle delle notizie sugli interventi di riforma contenuti proprio all'interno del decreto-legge approvato lo scorso 20 gennaio dal Consiglio dei ministri;
   ulteriori notizie riportate dal «Corriere della sera», che a giudizio dell'interrogante, destano sospetti e alimentano serie perplessità per la decisione del Governo di prevedere le norme riguardanti la riforma delle banche popolari, attraverso il ricorso alla decretazione d'urgenza, anziché come originariamente previsto, all'interno di un disegno di legge, destinato a seguire il normale iter parlamentare, si rilevano dai titoli che alcuni quotidiani riportavano prima del 20 gennaio, giorno in cui il provvedimento denominato: «Investment compact» è stato licenziato dal Consiglio dei ministri;
   nelle giornate del 15 e 16 gennaio 2015 infatti, alcuni quotidiani e agenzie di stampa, riportavano i seguenti titoli: «Brillano le Popolari»: «Salgono i bancari a cominciare dalle Popolari»; successivamente poco prima delle ore 18 della stessa giornata del 16 gennaio, a chiusura della Borsa valori di Milano, le agenzie di stampa riportavano la notizia: «In arrivo norme per riforma Popolari»;
   a tal fine l'articolo del quotidiano «Corriere della sera» prosegue, ponendo una serie di articolate osservazioni e quesiti su quanto avvenuto precedentemente all'approvazione del decreto-legge di riforma delle banche popolari, le cui decisioni del Presidente del Consiglio Renzi, di estrapolare un articolo di un disegno di legge in fase di predisposizione del Ministero dello sviluppo economico, sull'abolizione del voto capitario, per trasferirlo all'interno nel decreto Investment compact, (il cui testo ha preso forma di un lungo articolato), hanno destato sorpresa essendo inizialmente non programmate;
   ulteriori rilievi ambigui, che a parere dell'interrogante, richiedono adeguati chiarimenti ed una serie di necessarie indicazioni finalizzate a rendere maggiore trasparenza sulle manovre che hanno anticipato l'approvazione del suesposto decreto di riforma, sono rivolti ai segnali e alle indiscrezioni, secondo le quali si sarebbe concentrata in una delle «piazze finanziarie» più importanti in Europa e nel mondo: il London Stock Exchange, un'intensa attività di compravendita di titoli di alcune banche popolari italiane quotate in Borsa;
   sulla base di convergenti fonti di mercato infatti, alcuni soggetti con base a Londra, avrebbero creato posizioni anche rilevanti in azioni delle banche popolari nei giorni precedenti le prime circostanziate indiscrezioni, sul decreto di riforma che abolisce il voto capitario delle popolari, ossia il principio di «una testa un voto» per cui tutti i soci sono uguali a prescindere dalle azioni possedute;
   a tal fine, considerando gli effetti dirompenti che la notizia ha avuto sui mercati finanziari, a partire che lunedì 19 gennaio 2015, con rialzi a due cifre di tutte le banche coinvolte, come in precedenza riportato, risulta evidente a parere dell'interrogante, quanto siano stati abili gli «accumulatori» di pacchetti di titoli azionari nell'agire attraverso possibili informazioni privilegiate, in apparente contrasto con la normativa prevista dal suindicato decreto legislativo, che attraverso l'articolo 187-bis, ne dispone il divieto, attraverso una sanzione amministrativa;
   l'interrogante in definitiva evidenzia, come le considerazioni in precedenza richiamate, riguardanti il contenuto dell'articolo del quotidiano milanese, pongono una serie di quesiti nell'ambito di quanto avvenuto precedentemente alla giornata del 20 gennaio scorso, in cui è stato approvato il decreto-legge di riforma, il cui impatto così immediato e violento su una parte del listino di borsa, raramente è stato riscontrato su un provvedimento legislativo, come rilevato dal suesposto articolo e, ad avviso dell'interrogante, lascia spazio a dubbi circa l'indebita circolazione di informazioni privilegiate –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se, in considerazione di quanto in precedenza riportato, non intendano chiarire, per le parti di propria competenza, le fasi tecniche che hanno anticipato l'approvazione del decreto-legge di riforma delle banche popolari, i cui rilievi particolarmente dettagliati pubblicati dal «Corriere della sera», pongono seri e fondati dubbi sull'effettiva decisione di intervenire attraverso lo strumento decreto-legge, di riforma delle banche popolari, che a parere dell'interrogante, non presentano a tal fine, i requisiti costituzionalmente previsti della necessità ed urgenza;
   se siano a conoscenza di altri soggetti, oltre a quelli istituzionalmente previsti, nell'ambito degli uffici legislativi del Ministero dell'economia e delle finanze della Presidenza del Consiglio dei ministri, competenti nella stesura degli atti legislativi, che fossero informati in modo particolare del contenuto delle norme contenute nel decreto-legge altamente price sensitive (ovvero, informazioni riguardanti una società oppure un titolo suscettibili di influenzarne il prezzo), la cui importanza rappresenta una svolta nell'ambito del quadro regolatore delle banche popolari, considerando che le modifiche apportate sopprimono il voto capitario, con l'obbligo di trasformazione in società per azioni;
   se il Ministro interrogato sia inoltre a conoscenza dell'indagine avviata dalla Consob, volta ad accertare una serie di indiscrezioni, attività finanziarie anomale e movimenti sospetti, connessi al decreto di riforma delle banche popolari, che potrebbero perfino far sospettare un caso di insider trading, il cui regime sanzionatorio è disciplinato dal decreto legislativo n. 58 del 1998 e infine, in caso fossero accertate operazioni lesive nei riguardi dei risparmiatori, quali azioni di competenza intenda intraprendere al fine di tutelare i medesimi, nei confronti di una vicenda che come riportato nella premessa, evidenzia rilevanti aspetti controversi e oscuri, di rado verificatisi prima dell'approvazione di un provvedimento normativo. (4-07687)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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