ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07681

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 370 del 26/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: FITZGERALD NISSOLI FUCSIA
Gruppo: PER L'ITALIA - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 26/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTI ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 26/01/2015
NIZZI SETTIMO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 26/01/2015
CIRACI' NICOLA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 26/01/2015
RABINO MARIANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 26/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/01/2015
Stato iter:
27/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/03/2015
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/03/2015

CONCLUSO IL 27/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07681
presentato da
FITZGERALD NISSOLI Fucsia
testo di
Lunedì 26 gennaio 2015, seduta n. 370

   FITZGERALD NISSOLI, MARTI, NIZZI, CIRACÌ e RABINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   Daniele Bosio, funzionario diplomatico attualmente sospeso dal servizio, si trova ancora nelle Filippine, coinvolto in un processo per traffico e abuso di minori;
   il processo, avviato nell'aprile 2014, non ha ancora avuto nemmeno una udienza di sostanza, ma solo udienze di carattere procedurale, tutte caratterizzate dai tentativi, sempre riusciti, dell'accusa di ritardare il procedimento e quindi l'accertamento della verità;
   negli oltre sette mesi trascorsi dall'arresto di Bosio si è succeduta una lunga serie di violazioni delle procedure previste dalla stessa legge filippina. In particolare il giorno dell'arresto, Daniele Bosio è stato interrogato senza difensore e senza che venisse informato dei suoi diritti costituzionali; gli è stata fatta firmare una rinuncia ai propri diritti durante le indagini preliminari senza la presenza del proprio avvocato e senza che gli venissero spiegate le conseguenze della sottoscrizione detta rinuncia stessa; le indagini preliminari non sono state terminate entro i quindici giorni previsti dalla legge, ma dopo oltre sessanta; nella fase preliminare delle indagini, importanti documenti a discarico di Bosio (le dichiarazioni giurate dei genitori dei bambini che lo scagionavano dall'accusa gravissima di traffico) non sono stati accolti dal giudice; l'accusa e il «private prosecutor», affiliato alla ONG che ha denunciato Bosio, hanno presentato una lunga serie di richieste di cambiamento del giudice naturale assegnatogli dalla legge, tutte infondate nella forma e nel merito: una volta durante le indagini preliminari e tre volte dopo l'avvio del processo;
   a quanto consta agli interroganti due settimane fa il giudice ha infine accolto l'ennesima richiesta di ricusazione volontaria rinunciando a continuare a presiedere il processo per evitare ulteriori ingiustificati ritardi; la nuova sezione del tribunale cui è stato assegnato il prosieguo del processo è vacante ed è presieduta da un giudice supplente, titolare di un'altra sezione in una città diversa. Tale doppio incarico, che potrebbe prolungarsi per oltre un anno, secondo la prassi nel Paese, allungherà inevitabilmente a dismisura i tempi del processo, già caratterizzato da ingiustificati e indebiti ritardi;
   il «private prosecutor», affilato alla organizzazione non governativa che ha denunciato Bosio, continua a partecipare alle udienze senza alcun titolo legale, nonostante l'opposizione ripetutamente espressa dell'avvocato della difesa, influenzando pesantemente e in senso dilatorio l'atteggiamento del pubblico ministero nel processo;
   è ormai pressoché inevitabile che i tempi massimi del processo, prescritti dalle disposizioni della Corte Suprema delle Filippine in 180 giorni dalla chiamata in giudizio, saranno superati, aggiungendo un'ulteriore violazione alle procedure previste dalla legge;
   ancora non è stata stabilita, dopo la ricusazione volontaria del primo giudice assegnatario, la nuova agenda delle udienze;
   tutto questo avviene nonostante, in occasione dell'unica udienza di sostanza del processo, quella a seguito della quale è stata concessa a Daniele Bosio la libertà su cauzione, le prove a carico sono state considerate «insufficienti» dal giudice;
   sembra che vi siano stati, ritardi non comprensibili che hanno caratterizzato e stanno tuttora caratterizzando il processo, tenuto anche conto delle funzioni esercitate da Daniele Bosio al momento dell'arresto e dalla visibilità che la vicenda ha assunto per la politica locale –:
   se il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale intenda porre attenzione al caso di Daniele Bosio tenendo conto dei suoi diritti alla difesa e ad un giusto processo;
   se non intenda avviare con il Governo filippino un dialogo politico che, nel rispetto della sovranità di quel Paese amico, superi l’impasse e contribuisca a far chiarezza sulla vicenda in maniera rapida e positiva, tenendo conto che tutti gli elementi finora emersi durante il processo, oltre alla sua lunga storia personale di volontariato a favore dell'infanzia, depongono a favore dell'innocenza di Daniele Bosio;
   se non ritenga di intervenire affinché Daniele Bosio possa attendere in Italia lo sviluppo di un processo che potrebbe risultare dispendioso per la difesa, particolarmente lungo nei tempi, soprattutto considerata la delicatissima condizione di un connazionale solo e da otto mesi costretto, senza impiego né stipendio, in terra straniera. (4-07681)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 27 marzo 2015
nell'allegato B della seduta n. 401
4-07681
presentata da
FITZGERALD NISSOLI Fucsia

  Risposta. — L'impegno della Farnesina e dell'ambasciata a Manila sul caso del signor Daniele Bosio è stato massimo sin dal primo momento, come conferma la tenace azione di assistenza consolare offerta in loco della nostra rappresentanza diplomatica e come testimoniano i ripetuti interventi, a livello anche politico, svolti a tutela dei diritti del connazionale che hanno consentito prima la sua ospedalizzazione in una struttura adeguata e poi la sua liberazione su cauzione.
  Di recente, in relazione alla vicenda richiamata dall'interrogante della auto-ricusazione da parte del giudice fin qui investito del procedimento, è stato svolto un passo ad alto livello, che ci ha consentito di attirare l'attenzione degli interlocutori filippini sul pericolo che l'aggressività della pubblica accusa nei confronti del nostro connazionale stravolga l'ordinata dialettica processuale. Continuiamo, a Manila e a Roma, a sensibilizzare il Governo filippino affinché al signor Bosio sia assicurato un processo rapido ed equo.
  Come negli altri casi di detenuti italiani all'estero, naturalmente, il dialogo a livello politico non può incidere sulla sfera di autonomia ed indipendenza della magistratura di un Paese sovrano, ma deve al contrario svolgersi nel pieno rispetto per le Autorità giudiziarie straniere, anche e proprio in vista della garanzia dei diritti della difesa e di un equo processo.
  Giova quindi confermare che, mentre ogni sforzo continuerà ad essere posto in essere perché siano tutelati i diritti del signor Bosio, la contestazione dinnanzi all'autorità giudiziaria di eventuali irregolarità procedurali occorse nell'ambito del procedimento e alla luce dell'ordinamento locale, come quelle menzionate dall'interrogante, resta esclusivo appannaggio dei legali. Si ricorda in ogni caso che all'inizio della vicenda, come già evidenziato in sede parlamentare, il connazionale non ha firmato «una rinuncia ai propri diritti [...] senza che gli venissero spiegate le conseguenze della sottoscrizione della rinuncia» ma, su consiglio del suo avvocato, ha prestato consapevolmente il consenso all'avvio dell'indagine preliminare, che gli consentiva di produrre elementi in proprio favore. Senza questa firma sarebbe stato concreto il rischio di un rinvio a giudizio entro le trentasei ore successive all'arresto sulla base delle evidenze in possesso del magistrato in quel momento.
  Per quanto riguarda, infine, la richiesta formulata dall'interrogante di un intervento della Farnesina allo scopo di permettere al signor Bosio di attendere in Italia l'esito del processo, si fa presente che l'arresto del connazionale è avvenuto mentre quest'ultimo si trovava in vacanza in un Paese diverso da quello in cui svolgeva la sua missione diplomatica e l'accusa riguarda unicamente comportamenti privati.
  Si conferma in conclusione che la Farnesina e l'ambasciata d'Italia a Manila continueranno a dedicare al caso del signor Daniele Bosio tutta l'attenzione necessaria e ad assicurare la massima assistenza al connazionale, perseguendo con ogni utile mezzo la tutela dei suoi diritti nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

udienza giudiziaria

procedura penale

accusa