ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07680

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 370 del 26/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: FURNARI ALESSANDRO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 26/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 26/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07680
presentato da
FURNARI Alessandro
testo di
Lunedì 26 gennaio 2015, seduta n. 370

   FURNARI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   dal primo «Rapporto sulla valutazione del danno sanitario – stabilimento Ilva di Taranto ai sensi della LR 21/2012. Scenari emissivi pre-AIA (anno 2010) e post-AIA (anno 2016)», pubblicato nel maggio 2013, indagine condotta dai medici di ISDE Italia, società scientifica da anni impegnata nello studio dei rapporti tra ambiente e salute e nell'affermazione dell'importanza della prevenzione primaria, emerge uno scenario sempre più sconcertante;
   sulla base delle analisi epidemiologiche, delle analisi del rischio e del danno sinora condotte si può affermare, sostengono gli esperti che: «la continuità del funzionamento produttivo dell'ILVA è incompatibile con qualunque profilo di tutela dell'ambiente e della salute dei tarantini»;
   si tratta di un'ulteriore conferma rispetto alle indagini già condotte da ARPA Puglia che, con il «primo rapporto sulla valutazione del danno sanitario», ha affermato che la completa applicazione delle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale, quando e se raggiunta, sarà in grado di attenuare i rischi ambientali e sanitari per i tarantini ma non di renderli accettabili dal punto di vista epidemiologico ed etico;
   infatti, il documento elaborato da ARPA Puglia confronta le emissioni contestualizzate al 2010, con quelle che si avranno quando la realizzazione delle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale sarà completa. Per fare alcuni esempi, la produzione di benzo(a)pirene, potente cancerogeno, si ridurrà, dopo l'applicazione dell'autorizzazione integrata ambientale, solo del 9 per cento, passando da 76 a 69Kg/anno. Mentre, rimarranno sostanzialmente invariate (con riduzioni inferiori al 6 per cento) le emissioni convogliate di metalli pesanti cancerogeni e neurotossici come cadmio e piombo. Inoltre, le emissioni di cromo esavalente e di benzene, altri noti agenti cancerogeni, dopo l'applicazione dell'autorizzazione integrata ambientale addirittura aumenteranno del 15 per cento. Infine, nel caso del benzene e dei PCB (composti simili alle diossine), dopo l'applicazione completa dell'autorizzazione integrata ambientale ci sarà, secondo ARPA, addirittura un «incremento di concentrazione al suolo»;
   in altre parole, ad autorizzazione integrata ambientale applicata, i tarantini continueranno a vivere in un'area nella quale il rischio ambientale ed epidemiologico, pur se ridotto, sarà comunque alto e inaccettabile per una popolazione reduce da decenni dai danni subiti;
   questi ed altri dati sconcertanti sono contenuti nell'audizione che il 21 gennaio 2015 gli esperti dell'Associazione medici per l'ambiente – Italia hanno reso nel corso alle Commissioni riunite 10o e 13o del Senato arrivando alla conclusione che sarebbe necessaria «un'analisi preventiva del rischio, al fine di consentire concrete, rapide e ineludibili misure di prevenzione primaria (...) In caso contrario, continuerà a tempo indeterminato la discriminazione ambientale e sanitaria dei cittadini di Taranto» –:
   se iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia intenzione di adottare in ordine alla grave emergenza sanitaria e ambientale che sembra aver raggiunto le dimensioni del vero e proprio disastro per la città di Taranto;
   se, vista la gravità dei risultati delle indagini, non ritenga necessario avviare, per quanto di competenza, una serie di iniziative, volte a valutare in modo complessivo le conseguenze sanitarie a cui è stata ed è soggetta la popolazione della zona, anche attraverso l'attivazione di adeguati, periodici e capillari controlli sanitari sulla popolazione interessata;
   se non si ritenga urgente, per le parti di competenza, avviare parimenti un serio monitoraggio ambientale delle aree interessate, per chiarire la gravità dell'inquinamento subito da questa città e le conseguenze sulla salute dei cittadini. (4-07680)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rischio sanitario

disastro naturale

controllo sanitario