ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07627

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 368 del 22/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 22/01/2015
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 22/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 22/01/2015
Stato iter:
08/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/09/2015
BARRACCIU FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 08/09/2015

CONCLUSO IL 08/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07627
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Giovedì 22 gennaio 2015, seduta n. 368

   GALLINELLA, LUIGI GALLO e CIPRINI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   la riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo contenuta nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171, regolamento di riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Gazzetta Ufficiale generale n. 274 del 25 novembre 2014) prevede una generale razionalizzazione dei diversi uffici facenti capo al Ministero medesimo su tutto il territorio italiano;
   le ragioni di tale riorganizzazione vanno ricercate nell'attuazione della spending review, e nella volontà di semplificare le ramificazioni periferiche del Ministero e predisporre, quindi, l'accorpamento di numerose soprintendenze per i beni storico-artistici, per i beni architettonici e per i beni archivistici;
   molte sono state le lettere di protesta al Ministero da parte degli addetti ai lavori che hanno seguito la pubblicazione del succitato decreto, in quanto diversi degli accorpamenti previsti rischierebbero di causare molti più danni che benefici;
   nella regione Umbria, in particolare, si prevede la chiusura della sede dirigenziale ed anche quella logistica della soprintendenza archivistica per l'Umbria di Perugia, che sarà accorpata a quella delle Marche con un'unica sede ad Ancona;
   le due soprintendenze, anche secondo quanto segnalato dalle lettere di alcune associazioni di addetti ai lavori, svolgono attività in buona parte diverse, proprio per le diverse caratteristiche delle due regioni, e operano con un numero di addetti non paragonabile tra loro, quindi, con carichi di lavoro ben diversi: in Umbria si trovano circa 30 addetti, mentre nelle Marche meno di 10;
   è importante ricordare che tali enti sono incaricati di tutelare e vigilare gli archivi degli enti pubblici, territoriali e non, oltre agli archivi e ai singoli documenti di proprietà privata dichiarati di interesse culturale e svolgono attività di promozione e valorizzazione del patrimonio documentario, coordinandosi con la regione di riferimento, le autonomie locali e ulteriori soggetti, pubblici o privati, che operano per il raggiungimento di tali fini;
   è quindi evidente come il ruolo di una soprintendenza sia legato a doppio filo alla regione nella quale opera e che la qualità del lavoro risulta ottimale se effettuata sul luogo stesso di interesse;
   la soprintendenza archivistica per l'Umbria ha intrapreso, progettato, sviluppato e prodotto restauri, riordinamenti, inventariazioni, trasferimenti e pubblicazioni (sia in stampa che in digitale), che hanno contribuito ad orientare la dottrina archivistica sia in Italia che all'estero e, pertanto, la chiusura della sede umbra potrebbe penalizzare la regione che finora ha sempre ricoperto un ruolo di primo piano in questo settore, oltre a causare inevitabili problemi logistici, aggravare i costi e peggiorare il servizio, considerando il numero di addetti ai lavori e la mole di attività svolta;
   in base alla stessa normativa anche la soprintendenza ai beni archeologici di Napoli, potrebbe essere soppressa e tutte le competenze decisionali, gestionali e amministrative per l'archeologia in Campania trasferite a Salerno;
   i lavoratori della soprintendenza di Napoli hanno evidenziato «che con tale riorganizzazione viene soppressa, dopo 200 anni dalla sua istituzione, la soprintendenza partenopea, punto di riferimento per gli studiosi e le istituzioni culturali di tutto il mondo e che ciò provocherà disagi nell'espletamento degli atti di competenza e difficoltà nella tutela del territorio, nel quale sono presenti eccellenze quali il centro antico di Napoli, i Campi Flegrei e l'area Nolana»;
   la scelta dell'accorpamento delle soprintendenze, con la conseguente delocalizzazione amministrativa da Napoli a Salerno, creerebbe non poche difficoltà ai comuni dell'area flegrea, sottoposti a forti vincoli archeologici e paesaggistici e le amministrazioni locali potrebbero vedere svanire il lavoro fin qui svolto e ritrovarsi al punto di partenza;
   è importante considerare che, attualmente, la soprintendenza dei beni archeologici di Napoli è composta anche da diversi uffici dislocati sul territorio, quali ad esempio quelli di Pozzuoli (Rione Terra, Baia e Cuma), che hanno un proprio personale e un proprio archivio e che garantiscono un'interazione efficace tra organi del Ministero e cittadini per la tutela e la manutenzione dei beni culturali sul territorio –:
   quali siano le ragioni della decisione di chiudere la sede umbra e spostare la sezione archivistica ad Ancona e come intenda salvaguardare il patrimonio documentale della soprintendenza umbra, consentendo reale tutela e accesso ad atti di importante interesse storico e culturale;
   se, in base a quanto esposto in premessa, abbia attentamente valutato tutte le conseguenze della soppressione della soprintendenza dei beni archeologici di Napoli;
   quale sia il destino degli uffici territoriali della soprintendenza dei beni archeologici di Napoli, considerato che, qualora restino come attualmente distribuiti, si vanificherebbe il principio di spending review promosso dalla riforma in questione, mentre nel caso in cui fossero soppressi si creerebbe una più complicata interazione tra cittadini e organi del Ministero;
   se non si ritenga opportuno evitare tale accorpamenti a tutela della specificità del patrimonio coinvolto, evitando quella che agli interroganti appare una evidente restrizione dell'autonomia delle regioni e delle città interessate, e scongiurando il rischio, tra l'altro, di fallire l'obiettivo della razionalizzazione economica.
(4-07627)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 8 settembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 477
4-07627
presentata da
GALLINELLA Filippo

  Risposta. — Nell'interrogazione in esame, l'interrogante, in relazione ai processi di riorganizzazione in atto nel Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che, secondo l'interrogante, prevederebbero, in Umbria «la chiusura della sede dirigenziale ed anche quella logistica della Sovrintendenza archivistica per l'Umbria di Perugia che sarà accorpata a quella delle Marche con un'unica sede ad Ancona» e la soppressione della soprintendenza speciale ai beni archeologici di Napoli con trasferimento a Salerno di «tutte le competenze decisionali, gestionali e amministrative» chiede di conoscere le ragioni di tali decisioni, le iniziative che si intende adottare per salvaguardare il patrimonio documentale della soprintendenza umbra, il destino degli uffici territoriali della soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e, infine, se non si ritenga opportuno evitare tali accorpamenti sia a tutela della specificità del patrimonio coinvolto e dell'autonomia delle regioni e delle città interessate che per scongiurare il rischio di fallire l'obiettivo della razionalizzazione economica.
  Come è noto all'interrogante, anche questa Amministrazione ha dovuto dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni alle piante organiche imposte dalle politiche di revisione della spesa pubblica
(spending review), contenute in numerosi provvedimenti normativi finalizzati, tra l'altro, al contenimento e alla riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni.
  Questo Ministero vi ha provveduto con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 agosto 2014, n. 171, recante «Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell'organismo indipendente di valutazione della perfomance, a norma dell'articolo 16, comma 4 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89», cui è seguito, successivamente, il decreto ministeriale del 27 novembre 2014, contenente «Articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».
  Il processo di riorganizzazione si è svolto in ottemperanza alle disposizioni di cui al decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, recante «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario», in particolare all'articolo 2, comma 1, lettera a) che prevede la riduzione degli uffici dirigenziali delle pubbliche amministrazioni, di livello generale e di livello non generale e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 cento di quelle esistenti.
  Nel complesso, la riorganizzazione ha imposto il taglio di 37 dirigenti (6 di prima fascia e 31 di seconda fascia).
  Nonostante che l'indicazione normativa mirasse soprattutto alla riduzione della spesa, l'Amministrazione ne ha colto l'occasione per ridisegnare la propria organizzazione in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo», convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (cosiddetto decreto ArtBonus).
  L'adeguamento ai numeri della
spending review è divenuto, così, l'opportunità per intervenire sull'organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che, per lungo tempo, hanno segnato l'amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti: l'assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo; l'eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia; il congestionamento dell'amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni; la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità; la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività; il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.
  Allo scopo di risolvere il vero e proprio «ingorgo» burocratico venutosi a creare negli anni a causa della moltiplicazione delle linee di comando e dei frequenti conflitti tra direzioni regionali e soprintendenze, l'amministrazione periferica è stata ripensata, mantenendo, secondo quanto previsto dalla ipotesi di riforma dell'amministrazione centrale, il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento.
  Con specifico riferimento alla regione Campania, in conseguenza della riduzione del numero dei dirigenti, è stata prevista, oltre alla soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia (dal primo gennaio 2016, di livello dirigenziale generale) una sola soprintendenza Archeologia della Campania, con sede a Salerno, in analogia con altre regioni italiane, tra cui il Lazio.
  Nel settore degli archivi di Stato e delle soprintendenze archivistiche, la riduzione della dotazione organica dei dirigenti di livello non generale ha comportato una necessaria razionalizzazione della rete degli istituti, periferici del settore, da cui l'istituzione della soprintendenza archivistica dell'Umbria e delle Marche, con sede ad Ancona, così come, analogamente, è avvenuto per Veneto e Trentino Alto Adige, per Calabria e Campania e per Puglia e Basilicata.
  La riorganizzazione degli istituti del Ministero non fa, comunque, venire meno l'attività di tutela né comporta soluzioni di continuità con il passato anche perché i nuovi Istituti potranno continuare ad avvalersi dell'esistente rete di uffici periferici che lo stesso interrogante richiama.
  È da ritenersi, infine, che non ci sia, come teme l'interrogante, il rischio di vanificare «il principio di
spending review» in quanto, all'evidente risparmio di spesa conseguenza dell'avvenuta riduzione delle dotazioni organiche dei dirigenti, potranno seguire ulteriori economie derivanti dalla riorganizzazione della struttura centrale e periferica dell'Amministrazione, ispirata a criteri di razionalizzazione, integrazione e valorizzazione delle funzioni centrali e periferiche.
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoFrancesca Barracciu.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ministero

archeologia

competenza amministrativa