ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07565

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 364 del 16/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: ROMANO PAOLO NICOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI E I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/01/2015
Stato iter:
20/01/2015
Fasi iter:

RITIRATO IL 20/01/2015

CONCLUSO IL 20/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07565
presentato da
ROMANO Paolo Nicolò
testo di
Venerdì 16 gennaio 2015, seduta n. 364

   PAOLO NICOLÒ ROMANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento . — Per sapere – premesso che:
   il 30 dicembre 2014 il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è recato in visita ufficiale in Albania nell'ambito di un incontro bilaterale. Per tale viaggio istituzionale è stato utilizzato l'Airbus A 319, IAM9002, che, di ritorno da Tirana, è atterrato all'aeroporto di Ciampino alle ore 17,25 Z. Alle 18,01 Z il Presidente del Consiglio è ripartito a bordo di un Falcon 900 (IAM9002), numero di matricola MM62210, con destinazione Aosta;
   a dare per prima la notizia dell'arrivo del Premier ad Aosta è l'agenzia Ansa che subito dopo la mezzanotte, alle ore 00,30 del 31 dicembre 2014, comunica: «Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, secondo quanto si apprende, è giunto questa sera ad Aosta. Il premier dovrebbe trascorrere con la famiglia qualche giorno di vacanza in Val D'Aosta». In mattinata, alle 08:17, la stessa Agenzia sarà più precisa specificando che Renzi «... è atterrato poco dopo le 21 all'aeroporto Corrado Gex di Aosta assieme ai suoi più stretti familiari.» Due ore dopo, precisamente alle 10,18, sempre l'Ansa diffonde i primi dettagli della giornata di vacanza del Premier: «Giornata sugli sci oggi per il premier Matteo Renzi che, con i suoi familiari, sta trascorrendo da ieri sera un breve periodo di vacanza a Courmayeur. Il presidente Renzi è uscito alla guida di un'auto alle 10 circa dalla Caserma Perenni del Centro addestramento alpino, dove risiede e si è diretto alla funivia che lo porterà sulle piste da sci della località del Monte Bianco. Ad accompagnarlo, tra gli altri, anche alcuni maestri di sci valdostani.»;
   la notizia fa immediatamente sollevare numerosi rumors. In particolare: sul vettore aereo impiegato dal Premier per raggiungere Aosta; sulla scelta dello scalo aeroportuale di Aosta, inadatto per gli atterraggi notturni, e sull'ospitalità in una Caserma degli alpini a fronte di numerose strutture alberghiere presenti nella nota località turistica. Immediate sono le reazioni politiche e dell'opinione pubblica per quella che, con il passare delle ore, comincia a delinearsi come l'ennesima riproposizione dell'italico malcostume di utilizzare voli di Stato per finalità private. Noti sono i precedenti: dall'ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che non solo risulta impegnasse regolarmente voli di Stato per andare in vacanza, anche con ospiti personali, nella sua villa in Sardegna ma addirittura talvolta assegnava ai voli effettuati dai suoi aerei ed elicotteri privati la qualifica di voli di Stato, al più sobrio ex Presidente Mario Monti che, con volo di Stato del 31esimo stormo dell'Aeronautica Militare, si recò a Milano per presenziare al compleanno di un suo caro amico e collega della Bocconi. Per non parlare dell'ex Ministro della giustizia, Clemente Mastella, che utilizzò un volo di Stato per recarsi ad assistere, in compagnia del figlio, al Gran Premio di Monza di F1, oppure dell'ex Ministro della difesa, Ignazio La Russa, che per seguire la sua squadra del cuore, l'Inter, non esitava ad utilizzare nell'arco dello stessa giornata un P180 dell'Arma dei Carabinieri per recarsi a Milano e un aeromobile dell'Aeronautica Militare per ritornare a Roma. Insomma: i precedenti non mancano;
   le informazioni ed indiscrezioni ricevute dal 30 dicembre in poi, fanno ritenere, agli interroganti inoltre, che l'aereo in questione abbia fatto una sosta a Firenze e da li sia ripartito alla volta di Aosta;
   a fronte di questo possibile scenario, si è provveduto a richiedere attraverso gli enti preposti (Enac ed Enav) la documentazione necessaria a supportare tale tesi, e si è ancora in attesa di ricezione:,
   se queste informazioni verranno confermate si può evincere che il Presidente del Consiglio non solo abbia utilizzato un volo di Stato per dirigersi ad Aosta in vacanza ma ha anche deviato il percorso previsto per fare tappa a Firenze, presumibilmente per imbarcare la famiglia;
   al divampare delle polemiche l’entourage del Presidente del Consiglio dei ministri, nella stessa giornata del 3 gennaio 2015, ultimo dei quattro giorni di vacanza, diffonde una nota ufficiale dove viene comunicato che: «Il premier Matteo Renzi ha pagato tutte le spese della vacanza sulla neve per sé e la famiglia e si è recato a Courmayeur non con il volo di Stato con cui è stato a Tirana, ma con un Falcon 900, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza che regolano i suoi spostamenti, in linea con quanto avviene per i capi di governo di tutto il mondo». Lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri con un tweet dichiara: «gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza.»;
   la nota ufficiale invece di dissipare le polemiche le aumenta. In primis perché, con un gioco di parole, si afferma che il Premier non ha utilizzato il volo di Stato, con cui è stato a Tirana, ma un Falcon 900 che è pur sempre un aeromobile di Stato. Anche l'inciso: «nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza che regolano i suoi spostamenti» lascia interdetti in quanto i voli di Stato sono soggetti ad una disciplina stringente fondata su criteri di economicità, opportunità e ammissibilità mentre i suddetti protocolli di sicurezza si applicano a tutte le cariche istituzionali a prescindere dal mezzo di trasporto impiegato. Risibile la chiusa «in linea con quanto avviene per i capi di governo di tutto il mondo», ad avviso dell'interrogante tipica espressione di qualunquismo italico del «così fan tutti», poiché, tranne le repubbliche delle banane e i regimi dittatoriali, in nessuna parte del mondo i Capi di Governo utilizzano aerei di Stato per andare in vacanza e nessun protocollo di sicurezza può assolutamente giustificare un utilizzo privato di aerei di Stato;
   questo uso spregiudicato dei voli di Stato da parte di esponenti del Governo del nostro Paese ad avviso dell'interrogante è frutto, oltre che di scarso senso civico, anche di una interpretazione elastica di disposizioni normative e regolamentari che, viceversa, sono molto stringenti e che vanno inquadrate tenendo conto della giurisprudenza costituzionale. Si segnala che solo recentemente, con l'articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, si è arrivati a disciplinare i voli di Stato con norme di rango primario, essendo la materia da sempre oggetto di normativa regolamentare indipendente;
   l'inserimento del suddetto articolo 3 – che limita i voli di Stato esclusivamente alle missioni istituzionali del Presidente della Repubblica, dei Presidenti di Camera e Senato, del Presidente del Consiglio dei ministri e del Presidente della Corte Costituzionale, tranne eccezioni che devono essere autorizzate – trova la sua ratio nell'impedire usi inappropriati e nella razionalizzazione dei costi per ovvie ragioni di spending review;
   la direttiva di Stato del 23 settembre 2011, Direttiva in materia di trasporto aereo di Stato, che sostituisce la precedente del 25 luglio 2008, «Disciplina del trasporto aereo di Stato», dispone, infatti, norme stringenti finalizzate a porre limiti all'utilizzo di tali voli di Stato visto anche i surricordati abusi. Tra i limiti previsti nella suddetta direttiva giova ricordare:
    l'articolo 2, comma 4: «Non è ammessa la concessione del trasporto aereo di Stato per le tratte sulle quali sia presente il trasporto ferroviario e tale servizio, tenuto conto delle modalità di erogazione, risulti idoneo ad assicurare il trasferimento in tempi ed orari compatibili con gli impegni istituzionali della Personalità interessata.» Nello specifico caso Aosta è facilmente raggiungibile tramite collegamento ferroviario e dista pochi chilometri dall'aeroporto «Sandro Pertini» di Torino Caselle, facilmente raggiungibile tramite normale volo di linea e andare a sciare tutto rappresenta tranne che un impegno istituzionale;
    l'articolo 6, comma 1: «Sono ammessi al trasporto aereo di Stato esclusivamente i soggetti destinatari del volo e i componenti della delegazione della missione istituzionale indicati nella richiesta di concessione del trasporto aereo; sono ammessi, altresì, estranei alla delegazione accreditati dall'Autorità titolare del volo in quanto funzionali allo svolgimento della missione.» Nel nostro specifico caso il Premier e la sua famiglia non avevano da compiere nessuna missione istituzionale ad Aosta se non quella di recarsi a sciare a Courmayeur;
    l'articolo 7, comma 1: «Il trasporto aereo di Stato è disposto secondo criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell'impossibilità, dell'inopportunità o della non convenienza dell'impiego di differenti modalità di trasporto, ovvero previa verifica delle specifiche esigenze di alta rappresentanza connesse alla natura della missione istituzionale supportata.» Per il trasporto aereo della famiglia del Presidente Renzi non è stato rispettato nessuno dei suddetti «criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse» e non vi è stata nessuna rigorosa «valutazione dell'impossibilità, dell'inopportunità o della non convenienza dell'impiego di differenti modalità di trasporto», fermo restando che andare a sciare non rappresenta nessuna missione istituzionale;
   per la nostra Costituzione il Presidente del Consiglio è un primus inter pares poiché egli non è il solo titolare della funzione di indirizzo del Governo, ma si limita a mantenerne l'unità, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri (articoli 92 e 95 della Costituzione), pertanto, essendo di pari rango con gli altri Ministri, allo stesso va applicata a medesima disciplina regolamentare in materia di trasporto aereo di Stato, ovvero i medesimi criteri di economicità, opportunità e ammissibilità previsti per i suoi pari grado, con la sola eccezione della esclusione dalla procedura autorizzativa, obbligatoria per tutti gli altri casi, prevista dal su ricordato articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98. Non essendo configurabile una preminenza del Presidente del Consiglio dei ministri rispetto ai Ministri, la previsione di una disciplina di favore nell'utilizzo dei voli di Stato rappresenterebbe oggetto di censura di costituzionalità, in quanto discriminatoria nei confronti degli altri Ministri suoi pari grado. Delle due l'una: o si applica al Presidente del Consiglio la stessa stringente disciplina regolamentare in materia di voli di Stato oppure si deve acconsentire a tutti i Ministri di poter andare a sciare con voli di Stato. Non esistono secondo l'interrogante alternative possibili;
   l'aeroporto Corrado Gex di Aosta è autorizzato a rimanere aperto dall'alba al tramonto – come da certificato Enac n. 1-025/APT rilasciato, ai sensi del regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti, il 31 gennaio 2006 — e risulta che mai in passato sia stato consentito, per ovvie ragioni di sicurezza, l'atterraggio e il decollo notturno come al contrario si è verificato con il volo di Stato del Presidente del Consiglio dei ministri. In merito è stata presentata il 5 gennaio 2015 un'interrogazione alla giunta regionale della Valle d'Aosta per chiarire come questo sia stato possibile e quali oneri, anche a livello di impiego supplementare di risorse umane e strumentali, l'amministrazione regionale e il gestore aeroportuale, partecipata dalla stessa regione, si sono dovuti fare carico;
   andare in vacanza non rappresenta una missione istituzionale del Premier e nemmeno ragioni di sicurezza possono giustificare un uso improprio di tale prerogativa. Etica pubblica e senso dello Stato avrebbero dovuto imporre scelte differenti e meno onerose per la collettività, specialmente in tempi di crisi economica, tagli alle forze dell'ordine e ai servizi e aumento incontrollato del debito pubblico. Al contrario tali scelte mostrano secondo l'interrogante una cesura netta tra fatti e parole, una trasgressione evidente di norme passibili di denuncia al tribunale dei ministri e un aggravio per l'erario che è necessario quantificare –:
   se il Governo non ritenga doveroso chiarire le ragioni che hanno portato all'utilizzo di un volo di Stato per esigenze private;
   se il Governo non ritenga doveroso trasmettere al Parlamento tutta la documentazione amministrativa, tecnica e finanziaria atta a verificare la correttezza e la congruità dell’iter concessorio di tale volo di Stato e ogni atto formale adottato dal Sottosegretario di Stato delegato, dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e dall'Ufficio per i voli di stato, di Governo e umanitari atti a far luce sulla programmazione, pianificazione e organizzazione di tale volo di Stato, in particolare sulle persone effettivamente trasportate e i costi sostenuti dal bilancio dello Stato. (4-07565)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Capo di governo

trasporto aereo

aereo