ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 363 del 15/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: DAMBRUOSO STEFANO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 15/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 15/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07535
presentato da
DAMBRUOSO Stefano
testo di
Giovedì 15 gennaio 2015, seduta n. 363

   DAMBRUOSO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   nel febbraio 2010 fu costituito presso il Ministero dell'interno il «Comitato per l'Islam italiano»;
   si trattava di un organismo di carattere collegiale, con funzioni consultive, composto inizialmente da 19 membri, e successivamente integrato fino a circa 30;
   come risulta dal decreto istitutivo, il Comitato aveva la funzione di fornire riflessioni concrete per i temi legati all'immigrazione, con particolare riguardo all'integrazione e all'esercizio dei diritti civili, e per assicurare una migliore convivenza nella società italiana. A tale scopo il comitato ha espresso pareri e proposte su specifiche questioni indicate dal Ministro dell'interno con l'obiettivo di migliorare l'inserimento sociale e l'integrazione delle comunità musulmane nella società nazionale, anche con l'intento di sviluppare la coesione e la condivisione di valori e diritti nel rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica;
   il Comitato ha espresso una serie di pareri, tutti formalmente approvati dal Ministro dell'interno e inviati ai presidenti della Camera e del Senato, in ausilio dei lavori parlamentari riguardanti tali materie; in particolare:
    a) un parere riguardante la regolamentazione dell'esercizio pubblico del culto e ai luoghi di culto, con particolare riferimento alla libertà religiosa dei fedeli musulmani e alle forme della predicazione (inclusa la lingua da adoperare);
    b) un parere su proposte di legge relative al cosiddetto burqa, e cioè alle modifiche all'articolo 5 della legge n. 152/75 che vieta l'uso di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo;
    c) un parere sulla questione degli «imam», in relazione alla istituzione di un «albo» o «registro» degli imam;
    d) un parere in merito alle vicende che investirono alcuni Paesi del Nord Africa, al fine di valutare eventuali aspetti collegati alla presenza musulmana in Italia;
    e) una riflessione sulle moschee, su loro nuove aperture, un tema che incide su svariate competenti istituzionali, non coinvolgendo solo la materia cultuale (di competenza dello Stato), ma anche le funzioni urbanistiche delle regioni e dei comuni. Si era ipotizzata pertanto l'emanazione di un parere che facesse da supporto a «linee guida» emanate dal Ministro per l'Interno (di concerto con la Presidenza del Consiglio), da offrire alle varie autorità competenti;
   le personalità che componevano il Comitato, di nazionalità differenti, erano o musulmani provenienti da varie comunità esistenti in Italia o esperti di religioni, profondi conoscitori del mondo islamico. Si trattava di esponenti di organizzazioni e comunità islamiche presenti in Italia, docenti di diritto musulmano e dei Paesi islamici, di diritto ecclesiastico, autorevoli giornalisti e scrittori esperti della materia; gli iniziali 19 componenti del «Comitato per l'Islam italiano» erano: Mario Scialoja, ex ambasciatore e direttore della sezione italiana della Lega musulmana mondiale; Ejaz Ahmed giornalista direttore di Azad e mediatore culturale; Gulshan Jivraj Antivalle, presidente della Comunità ismaelita italiana (e unica donna del Comitato); Guido Bolaffi, esperto in immigrazione; Yahia Pallavicini, vicepresidente della Comunità religiosa islamica (Co.Re.Is); Mustapha Mansuri, segretario Confederazione dei marocchini in Italia; Gamal Buchaib, presidente della consulta degli stranieri de L'Aquila e membro dell'associazione dei Musulmani moderati; Mohammad Ahmad, giornalista di La9; Carlo Panella, giornalista de «L'Occidentale»; Andrea Morigi, giornalista di Libero; Abdellah Redouane, direttore del centro islamico culturale d'Italia (Moschea di Roma); Abdellah Mechnoune, imam di Torino e ambasciatore della pace per le Nazioni Unite; Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano e di storia e istituzioni dei Paesi islamici all'università di Trieste; Mario Cicala, consigliere della Corte di Cassazione; Paolo Branca, docente Scienze religiose all'università Cattolica di Milano; Ahmad Habous, docente di antropologia all'università orientale di Napoli; Massimo Introvigne, fondatore del Centro studi sulle nuove religioni; Gianmaria Piccinelli, docente di diritto musulmano e dei Paesi islamici alla Seconda università di Napoli, Alessandro Ferrari, docente di diritto ecclesiastico e canonico all'università dell'Insubria –:
   se il Ministro non valuti opportuno riprendere e rilanciare al Viminale l'attività del Comitato, all'insegna dell'individuazione di buone prassi come quelle richiamate nei pareri già licenziati dallo stesso Comitato nella scorsa legislatura, non potendosi immaginare di contrastare il terrorismo senza canali di confronto e di comunicazione con le comunità islamiche presenti in Italia non connotate da tendenze ultrafondamentaliste. (4-07535)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Stato islamico

musulmano

diritto musulmano