ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07506

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 361 del 13/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/01/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2015
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 13/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13/01/2015
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07506
presentato da
PESCO Daniele
testo di
Martedì 13 gennaio 2015, seduta n. 361

   PESCO, ALBERTI e VILLAROSA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   tra le banche oggetto degli stress test da parte della Bce, la Banca popolare di Vicenza, nel proprio organigramma può contare sull'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio e su Giannandrea Falchi, capo della segreteria particolare di Mario Draghi quando questi era Governatore; dopo l'aumento di capitale completato quest'anno dalla Popolare di Vicenza che la Banca centrale europea aveva valutato non sufficiente a raggiungere la soglia capitale utile prevista in condizioni di stress, il 23 ottobre 2014, la Banca centrale europea ha comunicato confidenzialmente il risultato del Comprehensive Assessment, l'esercizio contabile a cui sono state sottoposte tutte le banche europee, alla Banca popolare di Vicenza che in quella data aveva un buco tecnicamente uno shortfall, di 223 milioni di euro;
   il 25 ottobre 2014 infatti, alla vigilia dell'annuncio ufficiale al mercato, la Banca popolare di Vicenza ha convocato un Consiglio di amministrazione straordinario che ha deliberato «l'irrevocabile conversione del prestito obbligazionario di 253 milioni sottoscritto nel 2013», tappando quel buco rilevato dalla Bce, con una campagna di riacquisto (buyback), di azioni proprie, campagna che si era conclusa il 30 settembre 2014 con il conseguente abbattimento del capitale della banca di 194,90 milioni, cifra che aveva portato l'istituto di credito sotto la soglia minima prevista del 5,5 per cento, salvando così la banca vicentina dalla bocciatura, grazie ad una misura sul capitale presa dopo il termine del 30 settembre scorso previsto dalla Bce per il suo esercizio contabile;
   con l’«irrevocabile conversione» di un bond di 253 milioni decisa da Bpvi sabato sera 25 ottobre 2014, con un Consiglio di amministrazione straordinario convocato a meno di 24 ore dalla comunicazione ufficiale dei risultati degli stress test Bce, l'istituto vicentino riesce a superare in extremis la soglia del 5,5 per cento che la Banca centrale europea di Mario Draghi aveva stabilito come soglia minima in condizioni di stress, trasformando un'obbligazione che rendeva il 5 per cento in un'azione, difficilmente liquidabile ed il cui valore non è determinato dai mercati, ma dalla stessa banca e dai cosiddetti «esperti» notoriamente a libro paga dei committenti;
   ancora una volta sulla pelle dei risparmiatori, ignari dei rischi ai quali possono andare incontro quando sottoscrivono azioni e/o obbligazioni bancarie, e con la complicità delle Autorità di vigilanza, vengono compiute operazioni che potrebbero integrare violazione di gravissimi reati, che l'associazione a tutela di consumatori e risparmiatori (Adusbef) ha chiesto di accertare in esposti-denunce ad alcune procure della Repubblica, tra le quali la procura di Vicenza;
   come ha scritto Claudio Gatti nell'inchiesta a cui si fa riferimento pubblicata il 27 ottobre ed il 4 novembre 2014 sul quotidiano Il Sole-24 Ore, oltre ad avere come vice-presidente l'ex ragioniere dello Stato Andrea Monorchio, nella primavera del 2014 la BPVI ha fatto un altro acquisto rilevante assoldando infatti, nel consolidato sistema di porte girevoli tra vigilanti e vigilati, il dottor Giannandrea Falchi, capo della segreteria particolare di Mario Draghi quando questi era Governatore, dotandolo di un sontuoso ufficio nel palazzo di Largo Tritone recentemente acquistato dalla Bpvi nel pieno centro di Roma, inaugurato il 19 settembre 2013 ed un pacchetto di remunerazione quantificato in 300 mila euro con tanto di macchina e autista, assegnandogli il ruolo di «consigliere alle relazioni istituzionali e internazionali»;
   come scrive Gatti: «Sia Banca d'Italia sia Consob hanno fascicoli aperti su quell'aumento di capitale completato quest'anno dalla Popolare di Vicenza che la Banca Centrale Europea ha valutato non sufficiente a raggiungere la soglia di capitale utile prevista in condizioni di stress. Il 23 ottobre scorso Francoforte ha comunicato confidenzialmente a Vicenza il risultato del Comprehensive Assessment, l'esercizio contabile a cui sono state sottoposte tutte le banche europee. E in quella data l'istituto risultava avere un buco, o shortfall, di 223 milioni di euro. Due giorni dopo, alla vigilia dell'annuncio ufficiale al mercato, la Bpvi ha convocato un Cda d'emergenza che ha deliberato “l'irrevocabile conversione del prestito obbligazionario di 253 milioni sottoscritto nel 2013”. Con questa conversione, la banca ha tappato il buco, che la Bce aveva notato essere stato creato da una campagna di riacquisto, o buyback, di azioni proprie. Quella campagna si era esaurita il 30 settembre 2014 con il conseguente abbattimento del capitale della banca di 194,90 milioni, cifra che aveva portato la banca sotto la soglia minima prevista del 5,5 per cento. A Il Sole-24 Ore risulta che lunedì scorso, Banca d'Italia abbia inviato a Vicenza una lettera in cui chiede informazioni sull'aumento capitale, il successivo buyback e la loro contabilizzazione. Né Banca d’ Italia né Bpvi hanno voluto confermare o smentire. L'istituto vicentino si è limitato a confermare al giornale che “l'interlocuzione con Banca d'Italia, come succede alle altre banche, è frequente sulle più svariate tematiche di vigilanza”. La banca ci ha inoltre ufficialmente informati di aver saputo per la prima volta dello shortfall di 223 milioni soltanto il 23 ottobre. Il che solleva una domanda: come mai nessuno ha notato prima quel buco visto che per accertare la posizione delle banche rispetto alle soglie i numeri venivano continuamente fatti ’girare’ sin da agosto ?...” La Consob, ha un fascicolo aperto sulla Bpvi. “Consob ha avviato verifiche volte ad accertare la correttezza dei comportamenti dell'intermediario. Sotto esame, in particolare, c’è l'adeguatezza delle procedure interne alla Popolare di Vicenza in materia di collocamento di strumenti finanziari presso la clientela...”. La questione dello smobilizzo dei titoli Bpvi non interessa ovviamente solo alla Consob, ma anche ai sottoscrittori. Essendo la Vicenza una banca non-quotata, i suoi titoli possono essere infatti ceduti solo se c’è un compratore. Che nel caso dell'operazione di buyback sopra citata è stata la banca stessa. Quando abbiamo chiesto alla Bpvi un commento sulle voci circolanti a Vicenza che i titoli non si riescono a vendere, ci è stato risposto che “storicamente il socio della BPVI è sempre riuscito a liquidare il proprio investimento nel corso dell'anno al prezzo determinato dall'ultima Assemblea”. L'istituto vicentino ha però anche precisato che “negli ultimi due anni sono stati effettuati due importanti aumenti di capitale che hanno probabilmente influito sulla tempistica del processo di evasione delle richieste”. Uno dei sottoscrittori che da mesi sta pagando le conseguenze di questa nuova tempistica è Giuseppe Serafini, un pensionato vicentino con quasi tremila titoli. Serafini è il classico socio di una banca popolare: cittadino locale che investe i propri risparmi in una banca che a sua volta investe nel territorio. Senza ambizioni speculative o aspettative smisurate. Dividendi ragionevoli, è tutto ciò che si è sempre aspettato. E che per lungo tempo ha avuto. Ma ora non più. Ha difatti asserito che “Sono anni che non riceviamo più dividendi. E adesso non riesco più a vendere. Sono cinque mesi che ho dato mandato di vendere titoli per 100 mila euro. Ma non sono mai riusciti a venderle. E per i titoli di mia moglie è lo stesso. Avevano sempre detto che nel giro di due o tre mesi quei titoli si sarebbero venduti... invece niente. Adesso aspetto, anche perché non posso fare altro”»;
   gli interroganti si chiedono vi siano collegamenti tra l'assunzione di Giannandrea Falchi, la comunicazione anticipata dell'esame Bce, la convocazione straordinaria del Consiglio di amministrazione per deliberare la conversione di un tranquillo prestito obbligazionario di 253 milioni di euro in più rischiose azioni Banca popolare di Vicenza dal valore autoreferenziale fissato al prezzo convenzionale di 62,50 euro cadauno, l'acquisto del prestigioso Palazzo Repeta, storica sede di Banca d'Italia chiusa per 5 anni perché non aveva acquirenti, piazzata alla Banca popolare di Vicenza al prezzo richiesto di 9 milioni di euro nella scorsa primavera;
   tale conversione di obbligazioni in azioni BPVI, ad avviso degli interroganti, ha penalizzato i piccoli risparmiatori, che hanno difficoltà nella vendita delle stesse in caso di bisogno di liquidità;
   le condotte denunciate potrebbero coinvolgere dirigenti della Banca d'Italia e della Banca centrale europea, in un sistema collaudato di «porte girevoli» tra controllati e controllanti, che hanno costretto investitori in bond a diventare soci forzati di azioni difficilmente vendibili, quindi privi di liquidità, come confermato anche da alcune testimonianze rese alla lodevole inchiesta di cui in premessa, appaiano di dubbia legittimità;
   il fatto che il valore delle azioni BPVI sia stato deciso e fissato da consulenti retribuiti dalla banca stessa, così come in altre situazione simili, sembra configurare un grave conflitto di interessi vista la possibilità di poter assegnare un valore gonfiato ed arbitrario rispetto a quello di mercato, per di più sommato all'obbligo di acquistare azioni, per accedere ai servizi bancari dello stesso istituto –:
   quale sia l'orientamento del Governo sui fatti esposti in premessa;
   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere a tutela dei risparmiatori che, come nel caso di specie, sono stati penalizzati dall'ennesima discutibile operazione bancaria;
   quali iniziative urgenti anche normative, il Governo intenda attivare, per evitare che il sistema di «porte girevoli» tra la Banca d'Italia e le banche controllate, che ad avviso degli interroganti ha già provocato gravissimi danni a risparmiatori, azionisti, consumatori ed utenti dei servizi bancari costretti a pagare costi di gestione dei conti correnti pari a 371 euro l'anno contro una media dell'Unione europea di 114 e tassi sui mutui prima casa in media del 4,75 (dati di settembre 2014), il cui spread di 149 punti base genera un esborso di 30.000 euro su ogni mutuo trentennale di 100.000 euro, abbiano a ripetersi;
   quali iniziative urgenti anche di carattere normativo intenda adottare perché sia rafforzata la vigilanza sugli istituti di credito alla luce di quanto emerge periodicamente;
   quali iniziative normative urgenti intenda attivare per evitare che i diversi conflitti d'interesse descritti nelle premesse abbiano a ripetersi. (4-07506)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Banca centrale europea

banca

banca popolare