ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07483

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 360 del 12/01/2015
Firmatari
Primo firmatario: FAENZI MONICA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 12/01/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 12/01/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07483
presentato da
FAENZI Monica
testo di
Lunedì 12 gennaio 2015, seduta n. 360

   FAENZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto riporta il quotidiano: «Il Sole 24 ore», in un articolo pubblicato lo scorso 10 gennaio, il Governo dopo la sospensiva concessa attraverso il decreto-legge, dello scorso 28 novembre 2014, che reca disposizioni per l'esenzione dall'IMU, prevista per i terreni agricoli, ai sensi dell'articolo 7, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, il cui pagamento è stato successivamente rinviato al prossimo 26 gennaio, sarebbe intenzionato ad introdurre un ulteriore provvedimento d'urgenza, per evitare una quasi certa bocciatura da parte del Tar Lazio, che ha definito «irragionevoli», i criteri utilizzati per il pagamento dell'imposta sui terreni agricoli ex montani;
   il suesposto articolo, rileva infatti che il Ministero dell'economia e delle finanze al fine di conseguire le necessarie risorse finanziarie derivanti dal pagamento del tributo, indispensabili ai fini della tenuta del bilancio pubblico, in quanto lo scorso anno ha già utilizzato il gettito non incassato per finanziarie una parte del cosiddetto bonus degli 80 euro, sarebbe intenzionato a predisporre un altro decreto-legge da approvare nel prossimo Consiglio dei ministri, che pur confermando l'obbligo del pagamento dell'IMU agricola e la medesima data (come detto 26 gennaio), tuttavia cambierebbe ancora una volta i criteri di distinzione dei terreni paganti, da quelli che continueranno ad essere esenti;
   il nuovo decreto-legge, prosegue il quotidiano economico, si renderebbe inevitabile, in considerazione dei rilievi particolarmente negativi e critici da parte della magistratura amministrativa, sulle regole utilizzate per il pagamento del tributo nei riguardi degli imprenditori agricoli e che il prossimo 21 gennaio, data in cui è prevista l'udienza di merito, con ogni probabilità dovrebbe, come suesposto, bocciare il rinvio fissato dal Governo per la scadenza del 26 gennaio, determinando un buco nei conti pubblici;
   i nuovi parametri che il ministero interrogato, sarebbe intenzionato ad introdurre pertanto, stando a quanto rileva il «Sole 24 Ore», dovrebbero far riferimento ancora una volta a criteri disposti dall'ISTAT, ma questa volta con una classificazione diversa che divide i comuni «montani», «parzialmente montani» e «non montani», riavvicinandosi al sistema della precedente disciplina nella quale la tripartizione era contenuta in una circolare ministeriale (la n. 9 del 14 giugno 1993) ispirata ai medesimi parametri dell'ISTAT;
   la differenza più importante tuttavia, riguarda i 522 comuni «parzialmente montani», in quanto in questo caso l'esenzione non dipenderà dalla condizione del terreno, ma da quella del proprietario: i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, non saranno soggetti al pagamento dell'imposta, a differenza degli altri soggetti agricoli, i quali con il super moltiplicatore 135 da applicare alla rendita, saranno direttamente interessati dal pagamento delle risorse aggiuntive;
   l'introduzione di tali nuovi criteri, continua il quotidiano, tuttavia non riuscirà ad accumulare i 350 milioni di euro stimati in base al criterio «altimetrico» e già utilizzati nel 2014, anche se non incassati per finanziare la quota parte degli 80 euro del cosiddetto bonus IRPEF;
   in base alle stime del Ministero dell'economia e delle finanze, riporta il richiamato articolo, il gettito aggiuntivo non dovrebbe infatti raggiungere oltre i 260-270 milioni, per cui il decreto che il Governo sarebbe intenzionato ad introdurre prossimamente, dovrà necessariamente reperire ulteriori risorse aggiuntive;
   quanto descritto a giudizio dell'interrogante, ove fosse confermato, ribadisce l'assoluta superficialità e confusione, con la quale sia i Ministri interrogati, ma anche l'intero Governo, hanno gestito la vicenda connessa al pagamento dell'IMU agricola, i cui ultimi propositi, costituiscono un nuovo capitolo di una saga caotica, che attesta sempre secondo l'interrogante la scarsa volontà di semplificare il rapporto tra cittadino-contribuente e l'amministrazione dello Stato;
   il nuovo provvedimento rischia infatti, a parere dell'interrogante, di accentuare ulteriormente, la già più che evidente disorganizzazione a cui si assiste ormai da oltre due mesi, e lo sconcerto delle imprese agricole, gli enti locali coinvolti ed i centri di assistenza fiscale, i quali nel disorientamento più completo a pochi giorni dalla scadenza inizialmente prevista al 16 dicembre 2014, del pagamento dell'IMU agricola, non erano a conoscenza dei parametri e delle aliquote previste per determinare il calcolo necessario per la corresponsione del tributo;
   i criteri seguiti dall'ISTAT per questa nuova classificazione dovrebbero essere diversi dall'altitudine, al centro, per cui (anche se appare illogico, fra i comuni «non montani»), ci saranno comuni con altitudine al centro, superiore ai 600 metri e pertanto esenti secondo il parametro altimetrico contestato dal TAR, soggetti al pagamento in base ai criteri di prossima eventuale introduzione, così come fra i comuni «totalmente montani» saranno ricompresi anche tanti altri centri di mare, penalizzati in precedenza ed esentati secondo i nuovi criteri;
   i contribuenti in pochi giorni, pertanto saranno costretti ad informarsi ancora una volta, sull'ennesima metamorfosi normativa, per capire se l'ulteriore e nuova impostazione dei criteri previsti ha reso il loro terreno imponibile o esente;
   analoghe difficoltà coinvolgeranno anche le amministrazioni locali, che assisteranno al cambiamento ex post, delle stime di maggior gettito e i conseguenti tagli ai fondi e che attraverso l'ANCI hanno già chiesto al Governo di soprassedere affinché si possa ritornare al precedente regime previsto nel 1993;
   a giudizio dell'interrogante, la vicenda connessa al pagamento dell'IMU agricola, analizzata nel suo complesso, denota una manifesta mancanza di riguardo da parte del Governo Renzi nei confronti dei contribuenti ed in particolare quelli che operano nel settore agricolo, il cui comparto ha contribuito nei sette anni di crisi economica in corso tutt'altro che superata, a fronteggiare gli effetti depressivi in maniera rilevante;
   quanto riportato dall'articolo del quotidiano: «Il Sole 24 Ore», in precedenza richiamato, relativamente ad un ulteriore decreto-legge che il Governo si appresterebbe ad introdurre al fine di prevedere nuovi criteri di valutazione per il calcolo dell'IMU agricola, ove confermato, rischia infatti di determinare ulteriori conseguenze gravi e penalizzanti per le imprese agricole, le amministrazioni locali ed altri soggetti coinvolti da tale vicenda, i quali evidentemente non sarebbero in grado in un lasso di tempo così ristretto a ridosso della scadenza prevista il prossimo 26 gennaio, di prevedere con esattezza gli importi dovuti per il pagamento di tale ennesimo tributo;
   le forti critiche mediatiche sollevate lo scorso dicembre, che hanno indotto il Governo a rinviare i termini per il pagamento dell'IMU agricola, ammettendo gli errori compiuti nell'emanazione del decreto interministeriale che prevedeva i criteri di calcolo, pochissimi giorni prima del termine previsto per il 16 dicembre, (non consentendo pertanto adeguati tempi necessari per i soggetti coinvolti), a giudizio dell'interrogante, non sembrano pertanto aver sortito alcun effetto positivo, se, come riporta il quotidiano economico, lo stesso Esecutivo si appresterebbe ad introdurre ulteriori nuovi criteri di calcolo in prossimità della scadenza del 26 gennaio prossimo, ripetendo nuovamente un gravissimo errore procedurale;
   l'interrogante in definitiva, evidenzia come a tal fine, siano necessari in tempi rapidi, chiarimenti e delucidazioni per conoscere quali siano le effettive intenzioni sia di metodo che normative, che il Governo intenda intraprendere, affinché le imprese agricole possano ricevere adeguate e precise informazioni sulle modalità di pagamento dell'IMU sui terreni ex montani, a differenza dell'approssimazione e dei continui cambiamenti dimostrati dall'Esecutivo, che denotano ad avviso dell'interrogante l'inadeguatezza nel gestire la complessa macchina amministrativa –:
   quali orientamenti intendano esprimere, per le parti di propria competenza, nell'ambito delle considerazioni esposte in premessa;
   se intendano confermare, il contenuto di quanto riportato dall'articolo pubblicato dal quotidiano: «Il Sole 24 Ore» riportato altresì in premessa, secondo il quale il Governo è intenzionato nel prossimo Consiglio dei ministri, ad approvare un decreto-legge che conferma l'obbligatorietà del pagamento dell'IMU agricola e la data fissata al 26 gennaio prossimo, rivedendo tuttavia i parametri di riferimento utilizzati e predisposti dall'ISTAT, secondo le modalità in precedenza richiamate;
   in caso affermativo, se non ritengano, in considerazione dei rilievi esposti in premessa, che evidenziano molteplici complessità ed effetti negativi connessi agli ulteriori nuovi parametri, che il suesposto quotidiano delinea in maniera estremamente critica, che si debba rivedere l'impostazione di tale decisione, al fine di sospendere i termini previsti per il pagamento del tributo a fine mese e convocare un tavolo negoziale con le associazioni agricole di categoria più rappresentative per addivenire ad una soluzione permanente che sospenda in via definitiva il pagamento di una tassa, che rischia di aggravare la già difficile situazione economica delle imprese agricole;
   se la decisione di coinvolgere il comparto agricolo per finanziare una parte del bonus degli 80 euro, previsto dall'articolo 22, comma 2, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, posto che aggrava ulteriormente il carico fiscale su una categoria già colpita da un eccessiva pressione tributaria e contributiva, per elargire risorse nei confronti di un'altra categoria debole ma senza determinare effetti positivi per la ripresa della domanda interna debba essere riconsiderata.
(4-07483)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

imposta locale

azienda agricola

bilancio dello Stato