ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07366

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 353 del 19/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: AIRAUDO GIORGIO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 19/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2014
QUARANTA STEFANO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2014
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2014
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 19/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 19/12/2014
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07366
presentato da
AIRAUDO Giorgio
testo di
Venerdì 19 dicembre 2014, seduta n. 353

   AIRAUDO, FRATOIANNI, QUARANTA, COSTANTINO e PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   i centri di identificazione ed espulsione, nonostante rappresentino una abnormità giuridica, rappresentando un sistema di detenzione amministrativa che sanziona con la restrizione della libertà personale mere irregolarità amministrative – peraltro nei fatti dimostratisi luoghi degradanti per la dignità umana, oltre che inefficaci, sono ancora presenti nel nostro ordinamento e sul territorio;
   sulla delicatissima questione è urgente un intervento del legislatore, e al riguardo un ramo del Parlamento ha già approvato un provvedimento recante l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare sui CIE, CDA e CARA, rispetto al quale sin da inizio legislatura era stata presentata una proposta di legge dal gruppo «Sinistra Ecologia Libertà»;
   uno dei quattro centri italiani ancora aperti sui tredici esistenti è quello di Torino, caratterizzato da enormi problemi e recante da anni continui disagi ai residenti di corso Brunelleschi e dintorni, per le rivolte e le manifestazioni di protesta organizzate fuori dai cancelli della struttura;
   in una recentissima visita al CIE di Torino, effettuata da parlamentari, amministratori locali e consiglieri regionali di «Sinistra Ecologia Libertà», è stata riscontrata la presenza di 24 persone, tutte di sesso maschile, a fronte dei 210 posti letto;
   quelli utilizzabili, infatti, sono 21 nei dormitori e 3 nell'infermeria; i restanti sono inagibili per motivi di sicurezza in quanto, a seguito delle rivolte, gran parte delle aree sono state bruciate e rese inutilizzabili;
   l'ampliamento effettuato tre anni fa, e che ha portato la struttura alla capienza menzionata di 210 posti, è costato allo Stato ben 14 milioni di euro;
   tale spesa, se parametrata ai soli 24 posti agibili, nei fatti si quantifica in 583 mila euro a posto letto;
   tali cifre risultano abnormi, considerando che nella metà dei casi la detenzione si rivela inutile ai fini dell'identificazione del trattenuto;
   per quanto le persone attualmente detenute siano un decimo di quelle previste, il personale (attualmente composto in gran parte da operatori della Croce Rossa Italiana), le forze dell'ordine e i militari presenti a turno raggiungono oltre 40 unità;
   la Croce Rossa ha svolto fino al mese corrente il ruolo di «full service», gestendo dalla mensa alla pulizia, dall'avvocatura alla consulenza medica e psicologica; la Croce Rossa rilascia 3,5 euro al giorno a ospite (usati per lo più per tabacco e telefonate);
   la nuova gara ha assegnato la gestione «full service» dall'inizio del prossimo anno ad una cooperativa;
   dagli ultimi riscontri, risulta inoltre che un trattenuto su tre usi ansiolitici e antidepressivi;
   da molti giorni, peraltro, la caldaia del centro è guasta; mentre l'inverno si fa più rigido, 24 persone, detenute per il solo fatto di non essere ancora state identificate, si trovano dunque al freddo insieme agli addetti e agli operatori del centro;
   il malfunzionamento della caldaia era stato segnalato dalla Croce Rossa alla prefettura di Torino già la scorsa estate e si è ripresentato da 15 giorni, fino al guasto definitivo;
   successivamente, la ditta competente è finalmente intervenuta per mettere in pressione la pompa di calore;
   la sostituzione della caldaia, dal recente sopralluogo effettuato da rappresentanti istituzionali di SEL, risulta programmata nei prossimi giorni;
   aver lasciato i cosiddetti «ospiti» del centro nelle condizioni precarie e malsane illustrate, e costretti a dormire per una settimana con le giacche e a non potersi fare la doccia, è assolutamente inaccettabile;
   investire ulteriori risorse in tale struttura, per rimetterla a norma e per aumentare nuovamente i posti letto sarebbe un gravissimo errore politico, oltre che uno spreco di risorse pubbliche;
   al fine di gestire l'identificazione di queste persone, è possibile individuare rimedi più semplici, più dignitosi e meno dispendiosi;
   la maggior parte delle persone attualmente rinchiuse nel centro ha già scontato una pena detentiva e, nonostante ciò, non è stata identificata durante il periodo di detenzione perché la procedura non lo prevede; ciò significa nei fatti un prolungamento illegittimo della pena;
   peraltro, le alternative alla detenzione amministrativa, che gli interroganti ribadiscono essere assolutamente illegittima, possibile, a partire innanzitutto dalla puntuale e corretta applicazione della Direttiva 2008/115/CE (cosiddetta «direttiva rimpatri») e comunque improrogabile riforma complessiva del testo Unico Immigrazione (decreto legislativo 286 del 1998);
   sono urgenti una modifica del sistema degli ingressi, delle procedure di identificazione, della disciplina del soggiorno e delle espulsioni, una corretta applicazione della normativa europea sull'accoglienza che innalzi gli standard attualmente praticati, una riforma della legge sulla cittadinanza, una legge per l'introduzione del diritto di voto amministrativo, una legge organica sul diritto di asilo –:
   quali siano gli intendimenti del Ministro riguardo a quanto rappresentato in premessa;
   se non ritenga ormai improcrastinabile provvedere alla chiusura del centro di identificazione ed espulsione di Torino;
   considerato che la struttura è senza riscaldamento, quali misure immediate intenda adottare al fine di provvedere alla cura e all'incolumità delle 24 persone, attualmente trattenute al freddo nel CIE di Torino;
   se, più in generale, non valuti che i centri di identificazione ed espulsione siano un'esperienza fallimentare, oltre che illegittima, e vadano superati e tutti chiusi al più presto;
   quali siano i suoi orientamenti un superamento della legge n. 189 del 2002, (legge Bossi-Fini) teso a garantire che ogni forma di limitazione della libertà personale degli stranieri debba essere conforme alla riserva di giurisdizione prevista dall'articolo 13 della Costituzione, e dunque che ogni competenza in materia spetti non più al giudice di pace, ma al tribunale in composizione monocratica, al pari di ogni altra questione inerente alla restrizione delle libertà fondamentali. (4-07366)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

applicazione del diritto comunitario

espulsione

detenuto