ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07360

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 353 del 19/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 19/12/2014
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 19/12/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 19/12/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 19/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 19/12/2014
Stato iter:
12/06/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/06/2015
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/01/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/06/2015

CONCLUSO IL 12/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07360
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 19 dicembre 2014, seduta n. 353

   NESCI, DADONE, NUTI, D'UVA e PARENTELA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   come già scritto nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-06982 presentata nella seduta 336 del 21 novembre 2014 risulta che le cosche della ’ndrangheta cosentina, lametina e crotonese avessero progettato un attentato nei confronti di Pierpaolo Bruni, pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro;
   secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Gazzetta del Sud nell'edizione del 18 novembre 2014, «l'uomo, pur essendo recluso, sarebbe stato informato dai “compari” rimasti in libertà che il magistrato viaggia a bordo di una Bmw 320 blindata di colore grigio, protetto solo da due guardie del corpo. E che il punto ideale per colpirlo sarebbe una galleria posta lungo la superstrada che attraversa la Sila. Una galleria nei cui pressi vi sarebbero installate delle telecamere. Di più. Il detenuto avrebbe inoltre rivelato che il pm Bruni è da tempo pedinato e questa circostanza spiegherebbe la precisione delle informazioni assunte dalle cosche in merito al dispositivo di sicurezza messo in piedi per proteggerlo»;
   non è questo, peraltro, nemmeno il primo tentativo di attentato mortale di cui è vittima il pubblico ministero Bruni: come denunciato dalla scrivente in una precedente interrogazione la n. 4-04322, nella notte tra il 16 e 17 marzo 2014 l'autovettura del padre del magistrato, parcheggiata in prossimità dell'abitazione di famiglia, è stata prima manomessa e poi spostata in una zona a rimozione forzata, per poi essere ritrovata bruciata nelle campagne di Isola Capo Rizzuto;
   come denunciato da L'Espresso in un articolo del primo dicembre dal titolo «Il PM a rischio protetto meno di un Ministro», soltanto pochi giorni dopo la notizia di morte succitata, «per disposizione della prefettura di Crotone è stata rimossa la videosorveglianza davanti casa del magistrato che dal 2007 faceva da scudo alla sua abitazione. La motivazione ufficiale è che il rischio si è ridimensionato»;
   la rimozione del circuito di videosorveglianza appare agli odierni interroganti totalmente illogica ed estremamente pericolosa;
   la deputata Dalila Nesci, peraltro, ha telefonato personalmente al prefetto, dottoressa Maria Tirone, e in seguito, esattamente il 3 dicembre 2014, ha incontrato il viceministro dell'interno Filippo Bubbico, nel tentativo di promuovere la risoluzione delle vicenda della videosorveglianza del magistrato Bruni, assolutamente paradossale e inspiegabile;
   ciononostante, il circuito di videosorveglianza presso l'abitazione del pm non è stato ancora ripristinato;
   il prefetto Tirone di lì a poco veniva trasferito a Foggia, come deliberato dal Consiglio dei ministri n. 41 del 12 dicembre 2014 e al suo posto, per la prefettura di Crotone, è stato inviato il prefetto Vincenzo De Vivo, proveniente dalla prefettura di Oristano;
   secondo quanto risulta agli interroganti, tale movimento di prefetti risulta essere una decisione premiale nei confronti della stessa dottoressa Tirone, la quale aspirava a spostarsi nella città foggiana;
   non sfugge all'attenzione degli interroganti, peraltro, che la nomina del prefetto Tirone a Foggia suona strana, anche perché avviene proprio a ridosso della visita del Ministro Angelino Alfano nella città pugliese (il 18 dicembre), «anche se — come osserva il quotidiano Il Mattino di Foggia — il mandato della Latella (Luisa, trasferita a Catanzaro, nda) era ormai in scadenza»;
   la questione è molto delicata perché dietro alla notizia dell'attentato di morte per Pierpaolo Bruni ci potrebbero essere anche gli intrecci politico-mafiosi su cui il pm sta conducendo indagini e che riguarderebbero, stando a Il Corriere della Calabria, esponenti politici di spicco del Pdl;
   come infatti ricostruisce Paolo Polichieni su Il Corriere della Calabria, «c’è il troncone mafia-politica dell'operazione “Vulpes”. Ci sono gli “omissis” che coprono i nomi di tre storici esponenti politici di primissimo piano di Cosenza. C’è il timore delle cosche di non poter procedere ad una riorganizzazione del proprio assetto verticistico, faticosamente raggiunto in quel di Cosenza dopo la bufera seguita alle rivelazioni del boss pentito Franco Pino. C’è un sacco di robaccia, insomma, nello scenario al quale lavorano febbrilmente in queste ore i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza per venire a capo del progettato attentato in danno del pm Pierpaolo Bruni. Progetto che si porta dietro anche grande allarme per la sicurezza di un altro pubblico ministero della Dda catanzarese, assai esposto sul fronte cosentino: Vincenzo Luberto»;
   altro pubblico ministero in questi giorni bersagliato da pesanti minacce mafiose e impegnato, anche lui, nella lotta alla ’ndrangheta e ai legami di questa con la politica, è Giuseppe Lombardo, procuratore della Dda di Reggio Calabria;
   lo stesso Lombardo ha parlato di «sciame intimidatorio di cui sono oggetto in queste ultime settimane», ma «tutto questo, in ogni caso, non servirà certamente ad interrompere il lavoro in cui è impegnata la Procura distrettuale di Reggio Calabria»;
   l'ultimo episodio è avvenuto il 2 dicembre 2014 ma reso noto il 17 dello stesso mese: una telefonata anonima arrivata alla Guardia di finanza in cui la voce di «un uomo che parla con calma, con freddezza, scandendo bene le parole in Italiano corretto e quasi senza accento» dice: «Siamo pronti ad ucciderlo»;
   anche Lombardo non è nuovo a tali pesanti minacce: il 28 novembre era arrivata un'altra telefonata anonima, sempre dallo stesso contenuto intimidatorio. Nel 2013 erano venute fuori delle intercettazioni di alcuni familiari di esponenti di vertice del clan Labate nelle quali gli interlocutori dicevano «A quello prima lo spariamo è meglio è». E «Quello» era proprio Lombardo. Successivamente era stata la volta di un pacco spedito al pm nel quale si parlava per la prima volta di «200 chili di esplosivo» pronti all'uso;
   tra le tante indagini che Lombardo ha in mano, anche quelle che ruotano intorno all'asse Amedeo Matacena e Claudio Scajola –:
   se non ritenga urgente e improrogabile il ripristino del circuito di videosorveglianza presso l'abitazione del dottor Bruni;
   quali siano i motivi per cui è stato disposto il trasferimento del prefetto Maria Tirone a Foggia, scelta che, per quanto detto in premessa, appare un'evidente promozione, nonostante la decisione che gli interrogati giudicano illogica di rimuovere la videosorveglianza al pubblico ministero Bruni, proprio all'indomani della notizia del progetto di morte contro di lui;
   quali siano le misure attualmente previste per garantire l'incolumità al dottor Lombardo e ai suoi familiari e se non ritenga di aumentare le misure di protezione attualmente predisposte, per assicurare al magistrato e ai suoi familiari la massima incolumità e sicurezza, affinché lo stesso svolga nelle migliori condizioni possibili il proprio delicatissimo lavoro. (4-07360)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 12 giugno 2015
nell'allegato B della seduta n. 441
4-07360
presentata da
NESCI Dalila

  Risposta. — Nel corso degli anni, gli episodi di intimidazione nei confronti del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Pierpaolo Bruni sono stati valutati sempre con la massima attenzione da questa Amministrazione che ha adottato, in tutte le circostanze, le misure necessarie a tutelare l'incolumità del magistrato e dei suoi familiari.
  Ciò premesso, in riferimento all'episodio avvenuto nella notte fra il 16 e 17 marzo 2014 ai danni dell'autovettura del padre del magistrato, si rappresenta che il 18 marzo 2014, il padre del dottor Bruni ha denunciato alla Questura di Crotone il tentato furto della propria autovettura parcheggiata nei pressi dell'abitazione.
  Grazie alle tempestive indagini della Squadra mobile, si è potuto risalire ai responsabili dell'episodio criminoso – due persone con precedenti di polizia ed un minore – che, nell'ammettere una serie di furti di autovetture perpetrati durante quella notte, hanno precisato di non aver portato a compimento il furto della vettura in questione in quanto priva di carburante. All'esito degli accertamenti, i tre soggetti sono stati deferiti all'autorità giudiziaria.
  Venendo ad un ulteriore episodio menzionato nell'interrogazione, si informa che il 14 novembre 2014, a seguito delle dichiarazioni rese alla Polizia penitenziaria di Catanzaro da un detenuto di nazionalità irachena ivi ristretto circa un progetto di attentato ai danni del dottor Bruni, il Prefetto di Catanzaro ha prontamente allertato i vertici delle Forze di polizia territoriali.
  Lo stesso giorno il Questore di Crotone, luogo di residenza del magistrato, ha disposto d'urgenza l'intensificazione del dispositivo di protezione in atto.
  Contemporaneamente, a rafforzamento del dispositivo tutorio, è stato disposto l'allertamento di tutti i servizi di controllo del territorio lungo l'itinerario stradale percorso dal dottor Bruni.
  Nel frattempo, anche la Squadra mobile crotonese ha acquisito notizie sul progetto criminoso contro il magistrato, che, ovviamente sono state messe a disposizione delle autorità giudiziarie competenti.
  Alla luce di tali risultanze, la situazione della sicurezza personale del dottor Bruni è stata esaminata nelle riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia, tenutesi presso le Prefetture di Catanzaro e Crotone, rispettivamente il 19 e il 20 novembre 2014, in esito alle quali, in attesa di più precise indicazioni investigative, è stato deciso, da un lato, di mantenere il dispositivo tutorio in atto, consistente nella misura di 3o livello «rafforzato», tutela su auto specializzata, integrata da un servizio di vigilanza dinamica dedicata presso l'abitazione sita in Crotone, rafforzandolo attraverso l'impiego di un operatore aggiuntivo a quelli già previsti e l'adozione di ogni altro accorgimento utile ad elevarne il livello di efficacia; dall'altro, di sensibilizzare il dispositivo di protezione integrativo presso la predetta abitazione, già dotata di vetri, tapparelle elettriche e portoncino blindati e di impianto di allarme antintrusione.
  In relazione alla questione dell'impianto di videosorveglianza collocato presso l'abitazione del dottor Bruni, si informa che lo stesso magistrato si è opposto alla cosiddetta remotizzazione delle immagini presso la Centrale operativa di una delle forze di polizia presenti sul territorio. A seguito di ciò, in sede di riunione di coordinamento delle forze di polizia tenutasi presso la Prefettura di Crotone il 12 giugno 2013 – presente anche un rappresentante della locale Procura generale della Repubblica presso la Corte di appello – è stato rilevato come, in assenza del collegamento con una sala operativa, l'impianto non potesse dare alcun contributo alla sicurezza del magistrato. Quindi, il consesso ha espresso unanime parere favorevole alla sua rimozione.
  Si soggiunge che in un'ulteriore riunione di coordinamento delle forze di polizia, il sostituto Procuratore generale, sentito anche il Procuratore distrettuale antimafia, ha rappresentato di ritenere adeguato il sistema di protezione integrativo in atto presso l'abitazione del magistrato. La rimozione dell'impianto di videosorveglianza è stata ultimata il 13 novembre 2014.
  Relativamente poi, alla posizione del dottor Giuseppe Lombardo, sostituto Procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, si rappresenta che il magistrato è attualmente destinatario di un dispositivo di 2o livello, scorta su auto specializzata, integrato da un servizio di vigilanza fissa all'abitazione, assicurata da un contingente dell'Esercito.
  In ordine all'eccezionalità della situazione di rischio del dottor Lombardo, il quale, anche di recente, è stato oggetto di pesanti intimidazioni e minacce di morte, i dispositivi di protezione sono stati prontamente intensificati sensibilizzando, altresì, il personale preposto ad innalzare ulteriormente il livello di attenzione nell'esecuzione dei servizi.
  Contestualmente, a seguito di specifica riunione tecnica di coordinamento del 21 gennaio 2015, tenuta presso la Prefettura di Reggio Calabria, è stato deciso di elevare a 20 unità complessive l'aliquota di militari dell'Esercito in servizio di vigilanza fissa all'abitazione nell'arco delle 24 ore. Inoltre, è stata ravvisata l'urgenza e l'indifferibilità dell'adozione, da parte degli organi competenti, dei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione di misure di difesa passiva, quali gli impianti di videosorveglianza e gli infissi blindati presso l'abitazione del magistrato e le parti comuni dello stabile ove il medesimo risiede.
  Infine, si rappresenta che il 27 gennaio 2015 a seguito di attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, la Guardia di finanza ha individuato un incensurato, ritenuto psicolabile, quale autore di numerose telefonate anonime pervenute alle utenze «117» e «112», contenenti minacce di morte all'indirizzo sia del dottor Lombardo che del dottor Nicola Gratteri, anch'egli in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
  Quanto alla dottoressa Maria Tirone, nominata prefetto di Foggia con contestuale cessazione dalle funzioni di Prefetto di Crotone, si rappresenta che il movimento è stato disposto nell'ambito di un ordinario avvicendamento di funzionari preposti da tempo alle rispettive sedi.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

pubblico ministero

videosorveglianza

condizioni di lavoro