ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07245

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 348 del 11/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/12/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 11/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/12/2014
Stato iter:
12/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/03/2015
GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 12/03/2015

CONCLUSO IL 12/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07245
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Giovedì 11 dicembre 2014, seduta n. 348

   SIBILIA, MANLIO DI STEFANO, SCAGLIUSI, SPADONI, DI BATTISTA, DEL GROSSO e GRANDE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   sull'edizione del quotidiano online repubblica.it del 5 dicembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo «Io, turista italiano in Israele, rimasto chiuso in aeroporto per quattro giorni» riguardante la vicenda di Daryush Sabaghi, un italiano d'origine iraniana, bloccato dall'autorità di sicurezza israeliana allo scalo internazionale Ben Gurion di Tel Aviv e portato in quello che viene definito «carcere per turisti» prima di essere rimpatriato;
   secondo quanto riportato nell'articolo, il signor Sabaghi è arrivato in Israele per turismo e per svolgere attività di volontariato presso un ostello a Ramallah, in Cisgiordania. Invece ha passato 4 giorni e 3 notti in una cella di 10 metri quadri con tre letti a castello, una doppia inferriata stretta, un lavabo e un piccolo bagno con doccia;
   questo è il racconto fornito in un'intervista al quotidiano dal signor Sabaghi su quanto gli è accaduto «I veri motivi del respingimento all'aeroporto non sono ancora chiari. Durante gli interrogatori, le autorità aeroportuali mi hanno accusato di essere un pericolo e una minaccia per Israele e che forse potrei essere un terrorista. Nonostante sia cittadino italiano, le mie origini iraniane hanno probabilmente influenzato l'esito della loro decisione. Le autorità aeroportuali hanno controllato e-mail, profili Facebook e Twitter, fotografie, rubriche e ogni altra informazione presenti all'interno del telefono e del computer, nonché tutto il contenuto dei miei bagagli. E si ostinavano a farmi confessare chissà quale verità sul vero obiettivo del mio viaggio. Un pressing psicologico condito da minacce velate senza una giustificazione. All'inizio non mi è stata data nemmeno la possibilità di chiamare l'ambasciata. L'ho potuto fare una volta in cella grazie a Giacomo, un operatore della Croce Rossa che era venuto a fare dei controlli sullo stato della prigione. Mi ha scritto il numero dell'ambasciata su un pezzo di carta e ha aggiunto che avevo diritto di fare una chiamata al giorno. L'ambasciata comunque non ha potuto fare niente. Durante il soggiorno all'interno della prigione per turisti hanno sequestrato tutto: mi hanno fatto tenere solo qualche libro, sigarette e il portafogli. La nostra ora d'aria durava 20 minuti al giorno: 10 la mattina e 10 la sera»;
   rispedito a Roma, il signor Sabaghi ha chiesto via e-mail informazioni maggiori sull'accaduto all'ambasciata israeliana in Italia che, dopo pochi giorni, ha risposto: «Gentile signore, le autorità aeroportuali hanno rifiutato il suo ingresso per ragioni di sicurezza. Non potrà entrare in Israele per i prossimi 10 anni»;
   lo Stato di Israele ha lo statuto di osservatore dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa dal 1957 mentre è aperto ancora al dibattito all'interno del Consiglio stesso la proposta di allargare a Israele e delle altre democrazie mediterranee l'adesione al CEDU, atteso che, col suo focus privilegiato sui diritti umani, potrebbe costituire un importante test della volontà di tali governi di garantire lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali ai propri cittadini e agli stranieri sotto la propria giurisdizione –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della incresciosa vicenda accaduta al signor Sabaghi e se non ritenga opportuno valutare di assumere una qualche iniziativa, per quanto di competenza, sia per accertare i motivi del respingimento all'aeroporto di Tel Aviv sia per evitare che fatti simili possano succedere di nuovo senza un'adeguata informazione ai soggetti interessati circa le cause del fermo e del conseguente rimpatrio. (4-07245)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 marzo 2015
nell'allegato B della seduta n. 390
4-07245
presentata da
SIBILIA Carlo

  Risposta. — Il signor Daryush Sabaghi, cittadino italiano di origine iraniana, è stato posto in stato di fermo amministrativo dalle autorità israeliane, secondo quanto dallo stesso riferito, il giorno 18 novembre 2014, al suo arrivo all'aeroporto di Tel Aviv. L'Ambasciata d'Italia a Tel Aviv è stata informata dal consolato generale in Gerusalemme – precedentemente contattato dal connazionale per via telefonica – e si è attivata per avere informazioni sul caso, interpellando a più riprese i competenti interlocutori israeliani e riuscendo a parlare con il signor Sabaghi. Quest'ultimo confermava di essere trattenuto presso il centro di detenzione amministrativa dell'aeroporto Ben Gurion in attesa di espulsione.
  Il signor Sabaghi assicurava di star bene e spiegava di essere diretto ad un ostello di Ramallah dove avrebbe svolto attività di volontariato in cambio dell'alloggio. Lo stesso riferiva di essere stato informato che sarebbe stato espulso il 22 novembre 2014 con volo della compagnia EasyJet, manifestando quindi interesse a partire in anticipo. L'ambasciata ha illustrato le procedure israeliane in materia, che il connazionale ha dichiarato di comprendere. In contatti intercorsi il 21 novembre 2014, il signor Sabaghi informava di avere deciso di attendere il rimpatrio programmato da parte israeliana, effettivamente avvenuto il giorno successivo. La nostra Rappresentanza ha tenuto costantemente informata la famiglia sugli sviluppi della vicenda.
  L'episodio si inserisce in una serie di casi riguardanti cittadini stranieri, anche italiani, interessati a svolgere attività in Cisgiordania, che frequentemente vengono respinti dalle autorità di sicurezza israeliane al loro arrivo nel Paese. Come evidenziato nell'avviso sul sito «Viaggiare sicuri» curato dall'unità di crisi della Farnesina, le autorità locali si riservano di stabilire discrezionalmente il respingimento di ogni cittadino straniero sulla base di proprie insindacabili valutazioni di sicurezza. Il rimpatrio può poi avvenire a titolo gratuito sul primo volo disponibile della compagnia aerea d'arrivo, oppure a spese dell'interessato su qualsiasi altro vettore.
  Come già in casi precedenti, l'ambasciata d'Italia a Tel Aviv ha tempestivamente chiesto spiegazioni agli interlocutori israeliani sulle motivazioni del trattamento cui è stato sottoposto il connazionale. In data 15 gennaio 2015 le Autorità israeliane hanno confermato che il diniego di ingresso nel Paese al signor Sabaghi era dovuto a ragioni di sicurezza.
  La Farnesina continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi della vicenda e a fornire la massima assistenza a tutti i connazionali coinvolti in casi simili.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleMario Giro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

osservatore

ambasciata