ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07226

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 347 del 10/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: DI LELLO MARCO
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 10/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 10/12/2014
Stato iter:
24/02/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/02/2015
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/02/2015

CONCLUSO IL 24/02/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07226
presentato da
DI LELLO Marco
testo di
Mercoledì 10 dicembre 2014, seduta n. 347

   DI LELLO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   nell'ambito dell'operazione antimafia che ha portato a circa 37 arresti nell'ambito dell'inchiesta mafia capitale si è scoperto un intreccio politico – affaristico – mafioso che estende i propri tentacoli sino alla Sicilia coinvolgendo anche il consorzio Caltino Terra d'Accoglienza, l'ente attuatore del CARA di Mineo, cioè il più grande centro d'Europa per richiedenti asilo, in provincia di Catania;
   al centro della vicenda sembra esservi Luca Odevaine «esperto conoscitore delle problematiche legate all'immigrazione» – così viene definito – il quale viene nominato consulente del consorzio Calatino;
   lo stesso, che in passato ha avuto una serie di incarichi di prestigio nelle amministrazioni della Capitale, faceva parte della commissione che ha deciso l'ultima gara di appalto per la gestione dei servizi del CARA vinta, lo scorso luglio, dagli stessi gestori negli ultimi tre anni;
   l'appalto, per un importo di circa 97 milioni di euro, vede arrivare una sola offerta «valida» – così si riporta sui quotidiani – con un ribasso di appena l'uno per cento;
   comunque, il ruolo centrale del signor Odevaine è quello di sedere al tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il Ministero dell'interno dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione che gestisce le politiche di accoglienza predisposte dal nostro Paese;
   a tal proposito si ricorda che il sistema di accoglienza è alquanto articolato per cui accanto ai centri di accoglienza ordinaria e quelli di accoglienza straordinaria vi sono altri centri, ordinari, per quanti chiedono asilo: i cosiddetti CARA cioè centri di protezione per richiedenti asilo e rifugiati;
   si tratta di un servizio articolato che, almeno in teoria, dovrebbe accompagnare il migrante in un percorso di inclusione nella società, di apprendimento della lingua e di formazione professionale. Nei CARA i migranti dovrebbero stare sino a 35 giorni in attesa che la loro pratica sia esaminata dalla commissione territoriale competente invece rimangono in media tra i 9 e i 12 mesi, con rilevanti costi per l'amministrazione;
   infatti, attualmente per ogni richiedente asilo lo Stato versa in media 35 euro al giorno agli enti gestori dei centri con cui questi assicurano vitto, alloggio, vestiti, qualche corso e una somma di 2,5 euro al giorno agli ospiti per piccole spese. Per una struttura di grande capienza come il CARA di Mineo si tratta di un business non indifferente: con una capienza sino a 4.000 persone porta a chi lo gestisce tra i 70.000 e i 140.000 euro al giorno;
   in realtà risulta all'interrogante, a seguito della visita fatta al CARA di Mineo il 21 novembre scorso alla guida di una delegazione del Migration Committee dell'Internazionale Socialista, che il costo della gestione per il contribuente ammonta a circa euro 200 per ospite;
   a tal proposito, con riferimento al giro di affari che gravita intorno a questi centri, si legge in una intercettazione telefonica del Sig. Odevaine che sembra essere la stessa «relazione continua con il Ministero» a favorire la distorsione del denaro in quanto afferma: «sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da giù, anche perché spesso passano per il Ministero e poi vengono smistati in giro per l'Italia : se loro hanno strutture che possano essere adibiti a centri per l'accoglienza da attivare subito in emergenza senza gara....» –:
   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere al fine di verificare la regolarità delle gare di appalto sopra citate visto il coinvolgimento di persone ai vertici della commissione nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, anche al fine di valutare l'opportunità di procedere ad un annullamento delle stesse;
   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere al fine di superare quello che il capo dipartimento libertà civili ed immigrazione del Ministro dell'interno ha definito come «logistica puramente emergenziale» in merito sia al sistema di accoglienza con riferimento alla molteplicità di centri sia con riferimento al sistema di distribuzione dei fondi agli enti gestori affinché non si senta più dire, come riportato in alcune intercettazioni, che: «si fanno più soldi con gli immigrati che con il traffico di droga». (4-07226)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 24 febbraio 2015
nell'allegato B della seduta n. 380
4-07226
presentata da
DI LELLO Marco

  Risposta. — Gli eccezionali flussi migratori che, come noto, hanno caratterizzato l'anno appena decorso hanno indotto il Governo a ripensare l'intero sistema dell'accoglienza in modo da collocarlo al di fuori della logica emergenziale degli ultimi dieci anni. Dal marzo 2002 al dicembre 2012, infatti, l'Italia aveva gestito gli eccezionali flussi migratori con gli strumenti propri della protezione civile, cioè con ordinanze di necessità e urgenza, previa dichiarazione dello stato di emergenza.
  L'impegno profuso per la riorganizzazione del sistema di accoglienza ha condotto all'elaborazione, d'intesa tra Governo, regioni e autonomie locali, di un piano operativo nazionale sul quale la Conferenza unificata ha sancito l'intesa proprio nella seduta dello scorso 10 luglio. La portata innovativa del piano sta nel fatto che la gestione dei flussi acquisisce la connotazione di attività ordinaria strutturata e programmabile. La sua attuazione si fonda sul metodo della concertazione tra lo Stato e il mondo delle autonomie territoriali.
  Il piano distingue l'accoglienza in tre fasi strutturate in maniera tale da consentire il tempestivo passaggio dall'una all'altra:
   la fase del soccorso e della prima assistenza, attuata in appositi centri governativi ubicati nelle regioni di sbarco o limitrofe, nei quali il periodo di permanenza sarà estremamente contenuto al fine di garantire il massimo
turn over delle presenze;
   la fase della prima accoglienza e qualificazione, da attuare per periodi di tempo limitato in un'inedita tipologia di struttura governativa – l’
hub – concepita come base logistica ampia di livello regionale o interregionale, dove avverrà – tra l'altro – la selezione tra gli aventi diritto all'asilo e quelli che non ne hanno titolo;
   la fase della seconda accoglienza e integrazione, realizzata attraverso il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che viene confermato come sistema unico di accoglienza delle persone richiedenti o titolari di protezione internazionale, esteso anche all'accoglienza di secondo livello di tutti i minori non accompagnati.

  Il motore della complessa macchina dell'accoglienza è il Ministero dell'interno che, per la ripartizione dei migranti sul territorio nazionale e l'organizzazione delle altre misure previste dal piano, si avvale del supporto e delle indicazioni del tavolo di coordinamento nazionale, a cui partecipano, oltreché le amministrazioni statali interessate, la conferenza delle regioni, l'Unione province d'Italia e l'Associazione nazionale comuni italiani, nonché dei tavoli regionali presso prefetture dei capoluoghi di regione.
  A proposito del tavolo nazionale – di cui il signor Luca Odevaine ha fatto parte fino allo scorso mese di ottobre come membro designato dall'unione delle province italiane –, si precisa che esso non ha avuto né può avere alcun ruolo in materia di aggiudicazione delle gare per l'affidamento del servizio di gestione dei centri di accoglienza.
  Tale adempimento, ai sensi della normativa vigente, spetta infatti alle prefetture territorialmente competenti.
  Nel caso del centro di Mineo, si informa che il 20 dicembre 2013 la prefettura di Catania, previo parere favorevole del Ministero dell'interno, ha sottoscritto un accordo ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241 del 1990 con il «Consorzio calatino terre di accoglienza», costituito dal comune di Mineo e da altri sei comuni del Calatino, per disciplinare le attività di accoglienza e assistenza in favore dei cittadini stranieri richiedenti asilo nel centro.
  In base all'accordo, che trova fondamento nei princìpi di sussidiarietà verticale leale collaborazione tra amministrazioni pubbliche, il consorzio calatino ha assunto il ruolo di stazione appaltante per la selezione del soggetto gestore del centro nonché la piena responsabilità delle attività contrattuali, con esclusione di qualsiasi coinvolgimento della prefettura.
  In esito alla procedura di gara, il consorzio calatino ha individuato quale ente gestore l'Associazione temporanea di imprese costituita dal consorzio di cooperative sociali di cui è capo gruppo la «Casa della solidarietà». Il 26 settembre 2014, con decorrenza dal 10 ottobre, il consorzio calatino ha stipulato con l'ente aggiudicatario il contratto per l'affidamento triennale dei servizi e delle forniture per la gestione del centro.
  Quanto ai costi di gestione delle attività di accoglienza e assistenza, si conferma che essi ammontano a 35 euro
pro-capite/pro-die, IVA inclusa.
  Relativamente ai controlli sulla regolarità degli affidamenti di beni e servizi riguardanti il centro in questione, la prefettura di Catania ha comunicato di aver richiesto al Presidente del consorzio l'avvio del monitoraggio sui relativi rapporti contrattuali, allo scopo di verificarne la perfetta coerenza con le specifiche norme di settore.
  Risulta, in proposito, che il rappresentante legale dell'ente consortile abbia interessato l'Autorità nazionale anticorruzione per accertare la correttezza di tutti gli atti compiuti dalla struttura amministrativa del consorzio stesso e che il consiglio di amministrazione dell'ente abbia deliberato la costituzione di parte civile nel processo contro gli imputati dell'operazione «Mafia capitale».
  Infine, per quanto concerne la posizione di Luca Odevaine, risulta che egli avesse svolto le funzioni di consulente del Presidente del consorzio calatino, prima di essere stato individuato, attraverso una procedura di selezione pubblica, come responsabile dell'ufficio dello stesso ente preposto alla progettazione e rendicontazione degli interventi finanziati con fondi comunitari, in base a un contratto di collaborazione temporanea.
  Tuttavia, in seguito all'arresto del signor Odevaine, tale rapporto contrattuale è stato interrotto.

Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

insegnamento delle lingue

prestazione di servizi